giovedì, marzo 08, 2007

L’economia può cambiare

Ci siamo abituati da anni a considerare ogni cosa sotto l’aspetto economico; ogni cosa deve avere un valore monetario e riconducibile ad una questione di ricavi e perdite. Forse è questa visione che ha reso la società difficile e di conseguenza impoverito oltre che il mondo anche i rapporti umani.
Con questo intendimento economico a perderci sono soprattutto le fasce cosiddette deboli della società; ecco allora tutte le tensioni che l’attraversano. Esempio è giusto che tutto sia rapportato ad un indicatore di crescita chiamato PIL (Prodotto Interno Lordo)? Altri esempi: è giusto che la sanità pubblica miri ad un bilancio in pareggio? E’ giusto aumentare il costo del bus per dare un servizio ai cittadini, quando la garanzia alla mobilità è un diritto? E’ giusto licenziare le donne che entrano in gravidanza, perché rappresentano solo un costo alle aziende? A pensare che una volta i figli erano considerati una ricchezza e oggi paradossalmente rappresentano solo un costo. La filosofia di questa economia di mercato ha ormai così pervaso a fondo le nostre coscienze che fa sembrare scontati i ‘tagli’, le chiusure di ospedali, la soppressione di attività, di servizi non renumerativi…
Ma invece una alternativa c’è: esiste una filosofia ed una economia che può riscattare valore e valori nuovi, aumentando la ricchezza più importante, quella dell’umanità, senza distruggere e perdere quella più vitale: quella dell’ecosistema naturale della Terra. Questa economia diversa si rifà alla decrescita: un percorso di crescita alternativo basato su consumi equilibrati con l’abbandono dell’ossessione consumistica tutta rivolta all’utilitarismo e al mercato. In sostanza l’economia dovrebbe essere riportata a mezzo e non a fine della vita umana. Come il denaro. Ancora una antica saggezza dovrebbe aiutarci: l’economia del dono, della preservazione della tradizione alimentare e quindi agricola locale, l’economia familiare, ecc.
Non sarà che molte delle nostre idiosincrasie odierne su valori morali, religiosi e laici nascondano in sostanza gli aspetti alienanti di una economia perversa? Riscoprendo e immaginando altro, forse risolveremo senza guerre molti nostri problemi attuali.

Nessun commento: