venerdì, novembre 08, 2013

Qualcosa da cambiare: il denaro

Avevo parlato qualche post fa del libro di Richard Feynman: Il senso delle cose. Nella conferenza Un'epoca scientifica la nostra?, raccolta in quel libro, l'autore chiede ad ognuno uno sforzo di creatività, di nuove idee: non bisogna pensare che tutto vada bene così come è oggi; la lingua, la matematica, la medicina...
Ecco che io ho pensato: perché non cambiare la cosa che più di ogni altra condiziona la vita delle persone? Perché non cambiare il denaro in qualcosa d'altro? Già, proprio il denaro, il responsabile di molta infelicità umana; lo stesso denaro capace di creare libertà che rende prigionieri e crea dipendenze. Può esserci qualcosa che sostituisca il denaro, il soldo come è inteso oggi? Il denaro è una creazione dell'uomo e in quanto tale è destinata a finire. Ma perché nessuno ha finora pensato di cambiare questa forma di scambio che misura valori che spesso, per non dire mai, sono fittizi? Valori che vengono tradotti in unità di misure riferite ad altre monete e ad altro ancora, tipo metalli (oro), liquidi (petrolio), ecc. ...
Possiamo ridurre tutto ad una fittizia unità di scambio che varia in qualche altra parte del mondo riducendo la nostra vita a valori di carta e all'arbitrio di qualche uomo seduto in una stanza?
Se analizzassimo il grande potere del denaro dal punto di vista di un marziano ci accorgeremmo di quanta stupidità è insita in questo sistema di scambio di valori. Il denaro è stato sempre accomunato all'oro e alla sua preziosità: natura speciale tanto da diventare simbolo di energia e omaggio da riservare al divino. Allora? Ecco il denaro può essere qualcosa d'altro. Al posto del denaro ci possono stare molte cose.
Oggi ad esempio il nostro tempo, che ha senz'altro più valore del denaro, viene monetizzato: il lavoro è diventato solo uno scambio tempo-denaro e naturalmente il tempo della nostra vita è scaduto.
Quel nostro tempo dovrebbe invero garantirci diritti: acqua, casa, pane, salute, educazione, informazione, cultura, sicurezza...tutti diritti cosiddetti inalienabili per la dignità dell'uomo. La paga per il lavoro potrebbe essere allora un attestato di valore che trovi riscontro in accesso e garanzia a quei diritti enunciati. Quindi niente denaro per pagare il lavoro, ma vita. Tolto al denaro il potere di misurare i diritti-valori sopra indicati, avremo un mezzo diverso per pagare il superfluo. Avremo altri valori e mezzi. L'economia e la finanza sarebbero un'altra cosa e i talenti di evangelica memoria assumerebbero una dimensione diversa: non unità di misura e bene da accumulare, ma capacità di espressione personale nella ricerca del bene comune.
Voi che leggete ci avete mai pensato?
Lasciatemi sognare e immaginare il diverso: qualcosa succederà.

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