domenica, aprile 27, 2003

Di Irving Welsh dopo aver visto il film, tratto dal suo primo libro "Trainspotting" ho letto "il Lercio" la storia di uno "sbirro" tutto preso dalla droga, dal sesso e da un mestiere che vive da schifo. Insomma il lercio del libro è Bruce Robertson, il personaggio che racconta, sergente di polizia di Edimburgo. Dopo aver letto il libro molto tosto per non dire crudo; senza concessioni al sentimento, pieno di rabbia e miseria ho pensato quanto, questa che si può definire la trasposizione della realtà intellettuale di oggi, cinismo, arrivismo, ricerca di piacere come potere, possa essere vera.
E' vera. Penso proprio di sì. In tutti gli strati sociali e nelle varie professioni o attività: sia nel sottoproletariato, sia nella borghesia, sia tra gli uomini d'affari e politici sembra che il pensiero sia quello: tutti rottinculo, tutti a muoversi in un mondo dimmerda, gli uomini con l'idea fissa della figa da arruppare e le donne pronte a succhiartelo per demolirti…
I pensieri reconditi, veri, che danno la dimensione del rapporto con il sé prima che con gli altri, ogni tanto affiora, va messo in piazza. Come quel ministro che sbotta: "Quello era un rompicoglioni, pensava solo alle sue cazzate…"; come quel presidente americano intercettato al Watergate: "gli romperemo il culo, gli faremo vedere noi chi siamo…"; come quegli affaristi tangentari: "Macchecazzo rompono questi giudici, bisognerebbe dargli una ripassata…". Questo è il linguaggio che esprime il mondo; esprime la qualità dei sentimenti, l'altra faccia del perbenismo dilagante. L'altra faccia del potere che si dice democratico, ti fa l'occhiolino e poi ti frega sempre. Allora ? E' chiaro di come la guerra sia in fondo poi anche nei nostri pensieri: vedere tutti i porci maledetti attaccati alle poltrone, ai soldi saltare in aria…Bohooom. Tutti devono morire. Tutti.

Nessun commento: