Il fascismo vive sempre Diciamo la verità, il fascismo è più potente di ogni democrazia e altra qualità umana. Il fascismo è come una legge naturale: forte, barbaro e insieme accomodante; riesce a dare ordine e valore alle parti più cattive, crudeli e rozze di ognuno. Per questo si sono inventate le razze e le civiltà superiori, si dà per scontato che il ricco e il potente, come il furbo, siano di una specie privilegiata. Ai deboli e poveri poi si fornisce un capo, un bravo padre di famiglia che pensa per loro. Il personaggio designato a ricoprire il ruolo suddetto, di solito diventa una macchietta: dimostra di volere saper fare di tutto. E' un imprenditore e anche un operaio, è un proprietario di ville e anche suo tappezziere, arredatore; è un impresario teatrale e capocomico…Insomma ripete il canone del condottiero. Dietro a questo duce poi si forma una corte che è quella che fa più paura: è formata da servitori attenti a non deludere il padrone e a volte sono tanto solerti nel dimostrare i propri servigi che creano perfino imbarazzo. Dietro a questa corte poi si estende a ragnatela una rete di piccoli interessi dove ognuno trova una nicchia di tranquillità. In alto qualcuno ti pensa ed è bravo, molto bravo, a fare leva su quegli istinti che un'educazione cristiana ha a volte sopito. "Ma che cosa vogliono tutti questi stranieri? - I poveri s'arrangino, anche noi lo eravamo e non ci ha aiutato nessuno- Via le tasse, sono quelle che frenano l'economia; lasciamo fare ai ricchi che creano benessere - Siamo i più forti, dobbiamo dimostrarlo a chi non rispetta le nostre regole. Siamo anche i più tanti, non c'è bisogno di contarci, la pensano tutti come noi - Gli altri raccontano solo bugie - Il 25 Aprile che cos'è? Una festa comunista. Serve solo a loro, quindi non serve a niente. Aboliamola".
Il fascismo così s'insinua nella società, creandosi il terreno per un nuovo duce; certo non sarà nessuno di quelli che ora calcano la scena attuale: o sono d'età avanzata o sono mezze cartucce, ma qualcuno arriverà. Sarà forse tra due o tre generazioni se non prima: si saprà da quanto tempo ci vorrà per cancellare la festa del 25 Aprile.
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