Ogni uomo è una via
Ogni uomo è una via. Ogni uomo fa la sua strada personale per giungere a Sé;magari lo possono aiutare libri, maestri, religioni, incidenti…magari qualcuno può fare un breve percorso tenendosi per mano con qualcun altro, può avere un guru e recitare un mantra, ma alla fine, l’ultimo pezzo del cammino, l’ultimo tratto lo fa da solo.
Se ogni uomo ascolta se stesso scopre che ogni cosa ha un senso, che conduce alla totalità della natura e tende verso quell’uno che non a caso chiamiamo universo. Ma tutto va riferito alla propria vita, alle proprie esperienze, a quel vissuto che costituisce il nostro ‘passaggio’ all’allargamento della coscienza, ovvero alla consapevolezza di ciò che siamo.
Scopriamo per questo che non c’è vita umana senza sofferenza e questa è percepita spesso come distacco, perdita, abbandono. Ma, senza difendere la sofferenza, dobbiamo pensare che è grazie a lei se noi ci poniamo delle domande. Paradossalmente poi, come risposta, troviamo per vincere la sofferenza le stesse cose che l’hanno provocata: distacco, perdita e abbandono.
Il distacco è il primo dolore: è la cacciata dal ‘Paradiso terrestre’; è la nostra venuta al mondo, alla luce. Con la nascita avviene lo stacco dal grembo materno, dalla condizione prenatale che ci faceva vivere in un limbo piacevole, subiamo il primo traumatico dolore. Ma il distacco è anche ricerca dell’essenza, della propria consapevolezza, l’inizio della nostra individuazione. Il distacco può essere anche quello delle cose materiali o il distacco dall’Io che genera illusioni.
Poi seguirà la ‘perdita’: quella dell’innocenza, della salute, delle persone care, dell’amore…insieme alla perdita proviamo il senso di abbandono ed è con questo che troviamo noi stessi; possiamo sentire risuonare il sé nel silenzio.
Ci troviamo allora da soli a fare i conti con la nostra essenza. Così alla fine impariamo, insieme ai nostri limiti, cos’è e dov’è la nostra ricchezza. Impariamo che la nostra via è la nostra vita.
1 commento:
imparato molto
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