lunedì, luglio 03, 2006

Corporazioni

Le corporazioni per loro natura sono contrarie sia allo spirito liberale e a quello socialista. Nate come associazioni, in un lungo percorso storico, si sono trasformate in un patto sindacale che regola autonomamente e difende i lavoratori di uno specifico settore. Le corporazioni hanno una origine antichissima; nate sotto l’impero romano, si consolidarono nel Medioevo con le prime corporazioni di arti e mestieri. L'ingresso nelle corporazioni era regolato da precise condizioni: essere figli legittimi di un membro della stessa arte, dare prova della propria abilità artigiana e pagare una tassa.
Nel 1844 in Piemonte scomparirono le corporazioni a causa dei vincoli che esse ponevano ad ogni ipotesi di libero commercio (incompatibilità con ideologia liberista) e nel 1848 sull'onda delle libertà concesse dallo Statuto albertino, delle trasformazioni economiche e dei nuovi sviluppi industriali, che misero in difficoltà i mestieri e le lavorazioni tradizionali. In Italia date importanti per la ripresa delle corporazioni sono l’atto fondamentale del regime fascista, datato 21 aprile 1927.
Il fascismo con l’istituzione dello Stato Corporativo, le porta a sistema giuridico con un comitato centrale costituito da 22 corporazioni…il fascismo si prometteva con ciò di dichiarare chiusa la stagione liberale, superato il capitalismo e la conseguente lotta di classe. Non dimentichiamo che anche la Massoneria trae origine dalle corporazioni, in particolare da quella dei Muratori; sarà forse per questo che non si riesce a smantellarle?
Finalmente il governo Prodi inizia con il suo ultimo decreto, anno 2006, una grande rivoluzione liberale.
Il lavoro che occorre fare è spiegato molto bene nel libro di Francesco Giavazzi: Lobby d’Italia, edito da Rizzoli e in libreria dall’ottobre dello scorso anno. ‘Non si può chiedere ai tacchini di festeggiare Natale’, sostiene Giavazzi e quindi bisognerà mobilitare tutti i cittadini, vessati da questi interessi corporativi che fanno aumentare i prezzi dei servizi di circa il 7%. La sfida è appena iniziata e alla fine, se il governo riuscirà a concluderla, staremo meglio tutti. Sia di destra che di sinistra. Bisognerà insieme diminuire anche i costi della politica; non ci possiamo permettere che continui pure la lobby dei parlamentari, dei consiglieri regionali e di tutti i furbetti che alzano la mano ad ogni ‘bonus’ e aumento di stipendio, loro. Così, forse, ci sarà la fine di un’era- insieme al berlusconismo, anch’esso illustre portatore di corporazioni; vedi le leggi ad personam e la detenzione di concessioni televisive e pubblicitarie per legge: il famoso duopolio. Forza Italia vera. Viva la libertà.

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