domenica, luglio 16, 2006

Sport e Giustizia

Si può in un mondo di tifosi fare giustizia? E’ chiaro che dove c’è il tifo difficilmente si riesce ad esercitare una visione obiettiva dei problemi e delle misure adatte a risolverli; non parliamo poi delle pene da infliggere a chi sgarra.
Qualunque sentenza non andrà bene. Le penalizzazioni di punti? Un affronto. La serie B? un insulto. Le responsabilità oggettive? Non esistono più, i responsabili sono ‘spariti’. Si vuole punire solo i tifosi…facile nascondere gli interessi illeciti, le furberie e il malaffare dietro il tifoso. Ricordiamoci che proprio da quel mondo –di tifosi- poi si è mutuato il tipo di scontro nella politica italiana. Dopo Berlusconi per fare politica, si scende in campo per competere a suon di gol, ma soprattutto di falli, calci di punizione, rigori e fuori gioco; quelli diventano il vero gioco e guai agli arbitri, che si sa sono tutti ‘cornuti e venduti’. Come i magistrati.
Così c’era successo anche di sentire dire che chi aveva avuto l’investitura popolare, con l’elezione a parlamentare, non poteva essere giudicato: valeva più il voto dei cittadini che una sentenza di un’aula di tribunale- anche perché i giudici non venivano eletti dal popolo.
Ancora una perfida lotta di potere che si sposta con l’astuzia di cavalieri, industriali, finanzieri, palazzinari e le loro corti, da questioni di soldi e comando, a questioni di panem et circenses. Tutto qui. Tutto per continuare un andazzo antico quanto il mondo. E lo sport serve. Eccome serve! Voi scannatevi, con i discorsi e le Tv, con il tifo ovunque; quelli, gli altri, hanno in mente di raggirare la giustizia sempre.

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