lunedì, luglio 02, 2007

Lhasa de Sela

Era da un po’ che mi frullava in testa una canzone. L’avevo ascoltata tempo fa perché incuriosito dalla sua citazione nel libro di Claudia Priano, ‘Cose che capitano’. Come la canzone anche l’autrice Lhasa de Sela mi era sconosciuta e così ora ho avuto l’occasione di ascoltare tutto un disco: La llorona.
Il filo narrativo del disco deriva da una leggenda azteca, secondo la quale la Llorona, figura fra mito e tradizione popolare, vaga sconsolata per il Messico, destinata a perpetuare il suo dolore in eterno, cantando le sue drammatiche gesta di madre assassina ed iraconda.
Questo cd, del 1998, è un misto di generi etnici e blues; ma quello che spicca è l’interpretazione: a tratti ricorda l’icona messicana Chavela Vargas, di questa forse non ne ha la voce potente e pastosa, però passa l’emozione forte, corposa e sensuale. La llorona è uno dei rari casi di dischi ispirati che vanno oltre il tempo della loro pubblicazione. Se vi capita di ascoltarlo capirete.
Lhasa de Sela è una cantante canadese che vive a Montreal, ma la sua specificità l’ha trovata nelle origini del padre messicano: le sue canzoni in spagnolo esprimono meglio la sua dolcezza e forza comunicativa. Ascoltate ad esempio El desierto Alcuni link per ascoltarla li segnalo subito: De cara a la pared:
Con toda palabra:
Floricanto;
La frontera.
Nel 2003 ha pubblicato in suo nuovo lavoro “The Living Road”, ricco di influenze musicali, arrangiato con rara raffinatezza e interpretato in maniera magistrale in lingua spagnola, francese e inglese.
Ascoltate ad esempio in francese, La Confession ed in inglese, Anywhere on this road…e se non vi piace subito perseverate. Vedrete.

1 commento:

mattopaz ha detto...

Ciao Giorgio
grazzie per i tuoi messaggi sempre interessanti e per gli spunti di riflessione sempre nuovi che ci doni.
p.s. ho registrato il tuo blog tra i link sul mio così ci arrivo più facilmente

a presto
Matteo