giovedì, luglio 12, 2007

Il berlusconismo continua

Quando si afferma che il berlusconismo non è finito, si dice bene. Non è un caso che Berlusconi ha rischiato di vincere nuovamente. Nella società italiana, dove hanno successo i ‘tronisti’ e le ‘veline’, dove la cronaca giudiziaria si mischia al gossip, con Corona e Lele Mora, il berlusconismo continua. Continua anche senza Berlusconi. E’ chiaro che il ventennio, iniziato con il craxismo e proseguito con gli ‘yuppy’, l’edonismo e il rampatismo affaristico, non è finito.
Giusto 20 anni fa Craxi guidava un governo pentapartito, e per un accordo doveva lasciare la carica di Presidente del Consiglio a favore di De Mita. Ma Craxi non voleva mollare, allora la Democrazia Cristiana gli toglierà la fiducia per cui dopo le pantomime di molti incarichi a formare un nuovo governo, si va alle elezioni a giugno. I risultati indicheranno ancora una situazione paludosa, ma si stanno affacciando sulla scena due partiti di ‘protesta’: la Lega Veneta e quella Lombarda che riesce ad eleggere un senatore, Umberto Bossi. Ci sarà dopo il governo presieduto da uno sconosciuto Giovanni Goria, che sembrava uscito da un cappello a cilindro di prestigiatore.
Il governo in 227 giorni darà tre volte le dimissioni…mentre nelle piazze i pensionati protestavano contro la riforma delle pensioni che prevedeva tagli. (Sic!).
I socialisti continuavano a battibeccare con i democristiani e la politica dei partiti dimostrava tutta l’insipienza possibile. Si diceva che si aveva bisogno di ‘decisionismo’, nel frattempo iniziavano ad esplodere gli scandali delle tangenti: le Carceri d’oro e le Lenzuola d’oro. Intanto si faceva una legge sulle TV, chiamata Mammì, che istituzionalizzava le tre reti televisive di Berlusconi. Dopo poco cadrà il Muro di Berlino, simbolo della guerra fredda e della divisione in due blocchi del mondo. Tutto cambierà. La politica sembrava impazzita e un degrado vistoso la attraversava. Lo scandalo di Tangentopoli ne evidenzierà tutti i mali.
Ed eccoci qua con nuovi partiti e nuovi scandali; per l’Italia continua il degrado della politica, anche con la ‘discesa in campo’, di cosiddetti nuovi protagonisti, che sembrava prendessero in mano direttamente quello che delegavano ai rappresentanti dei vecchi partiti. Cosa ci aspettiamo ora? Semplicemente una riforma della politica con una legge elettorale che aiuti a formare maggioranze chiare, eliminando tutti i partitini che con i loro veti condizionano l’azione di governo. Soprattutto bisognerebbe dare alla politica e ai politici il senso di una funzione di servizio, che garantisca, come in tutti i paesi democratici, un ricambio continuo degli uomini che la svolgono. Può darsi allora che senza vecchi berlusconi, cambino anche i coglioni…

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