lunedì, luglio 16, 2007

Che fatica essere cattivi

E’ difficile e complicato per l’uomo fare il cattivo. Usare il male richiede uno sforzo davvero immane; continuare ad esercitare odio e malignità non lascia tempo per il sorriso. Usando invece la cortesia e la gentilezza, la vita potrebbe diventare semplice e gratificante.
In verità tutte le religioni insegnano il bene e la bontà; quindi a vedere i risultati, noi non ne abbiamo bisogno di nuove: si dovrebbe solo continuare ad insegnare il rispetto e la compassione per gli altri. Su questa base si possono stabilire relazioni con il prossimo che portano all’amicizia e all’aiuto reciproco.
Le relazioni basate sulla sincerità, sulla parità, sull’empatia e forme d’affetto, possono offrire un aiuto che neanche immaginiamo: servono a superare momenti difficili; momenti che anche noi abbiamo attraversato e che abbiamo forse dimenticato. Condividere una esperienza diventa importante.
Pensiamoci. Siamo tutti in un certo senso dei malati terminali, eppure non ci diciamo che potremo vivere bene. Non ci diciamo che ce la faremo a cambiare. Questo lo dobbiamo imparare. Per fare ciò non ci basta la saggezza del mondo: quella racchiusa nelle tradizioni, nelle religioni e negli uomini illuminati.
Noi abbiamo bisogno di trovare dentro di noi quello che abbiamo già. Dobbiamo inoltre ricordarci che non esistono domande stupide, ma solo le risposte sono stupide. Non esistono problemi ma soltanto indecisioni…sì, perché esistono le soluzioni. Insieme si potrebbe aggiungere che non esistono sbagli, ma solo esperienze.
Tutto semplice? Si, le grandi cose, come le grandi scoperte, contengono tutte l’essenza del problema che è sempre a portata di mano…di pensiero. Semplice.

1 commento:

Giorgio Boratto ha detto...

Pubblicato oggi da LIBERTA' quotidiano di Piacenza, diretto da Gaetano Rizzuto al quale sono legato da una bella amicizia. Un grande piacere