domenica, luglio 06, 2014

Alcuni dati del Censis sull'arretratezza del digitale in Italia

Ho postato alcuni giorni fa un articolo che sosteneva come il premier italiano Matteo Renzi rappresentasse una novità soprattutto per l'approccio alle nuove tecnologie e sull'influenza palese che queste avevano sulla base dei tempi che ogni volta si prefissa per giungere ai traguardi politici delle riforme.
Oggi leggo una relazione del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali, istituto di ricerca socio-economica fondato nel 1964) che ha analizzato lo stato degli strumenti digitali in tema di web, infrastrutture digitali, pagamenti elettronici e servizi online della pubblica amministrazione. Un disastro. Siamo al penultimo posto in Europa per uso dei servizi online della pubblica amministrazione.
Degli oltre 500 milioni di messaggi e-mail dei ministeri, solo il 27% è in uscita: segno di una scarsa interattività con l'esterno. Ricevere risposte dall'amministrazione pubblica è sempre difficile.
Io sperimentai qualche anno fa l'uso della posta elettronica, con l'amministrazione pubblica locale, spedendo una mail chiedendo alcune informazioni a tutti gli assessorati genovesi. Ricevetti una sola risposta e meravigliato volli conoscere chi mi aveva risposto. Era un impiegato pubblico che mi disse che lo aveva fatto di sua iniziativa personale perchè i suoi superiori non si prendevano la responsabilità di rispondermi. Da allora non so quanto sia cambiato. Bisognerebbe che facessi lo stesso esperimento oggi.
Ecco i numeri del ritardo dell'Italia: le persone con età compresa tra 16 e 74 anni che utilizzano internet sono il 58% del totale (con accesso alla banda larga solo del 68%- sempre del totale), contro il 90% del Regno Unito, l'84% della Germania e l'82% della Francia. La media europea è del 75%.
I dati poi del commercio online per le imprese attive nel commercio elettronico sono il 5% del totale, mentre abbiamo il 22% della Germania, il 19% del Regno Unito e l'11% della Francia (la media europea è del 14%).
Dal 30 giugno è diventato obbligatorio in Italia l'utilizzo del POS (Point Of Sale- è un sistema di pagamento elettronico diffuso in tutto il mondo) nei negozi; aumenterà l'uso del denaro elettronico? Non si sa ma al momento il Censis dice che le transazioni con carte di pagamento (escluse le carte di moneta elettronica) sono solo 28 per carta all'anno, contro le 167 del Regno Unito, le 129 della Francia e le 30 della Germania.
In Italia il denaro contante è utilizzato nell'82,7% delle transazioni, contro una media europea del 66,6%. Il maggior costo rispetto alla media europea della gestione del contante confrontato con mezzi elettronici equivalenti è stimabile in circa 450 milioni di euro all'anno.
Nel frattempo leggo sul sito web dell'Agenzia Digitale governativa che 'Dal 6 giugno 2014 Ministeri, Agenzie fiscali ed Enti nazionali di previdenza e assistenza sociale, avendo completato le fasi di attuazione previste e sottoposte al monitoraggio dell’AgID, sono pronti a ricevere le fatture in formato elettronico'.
Un primo passo? Per Renzi sarà dura muoversi in questo contesto. Però ribadisco che lui ha preso una strada che dovrebbe far correre l'Italia. Almeno con il digitale

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