giovedì, luglio 31, 2014

Perché essere felice quando si può essere normale? La recensione completa.

Con questo libro Jeanette Winterson porta a termine un lungo viaggio verso il suo ritrovarsi. Che ogni viaggio sia sempre un ritorno a casa l'autrice ce lo ricorda. Lei in sostanza nella ricerca della madre naturale -che l'aveva data in adozione dopo tre settimane di vita- va incontro alla ferita: la stessa che poi fa tornare indietro. La nascita è di per se stessa una ferita.
I sentimenti molteplici che raccontano questa piccola odissea sono vissuti come una ballata. L'amore è il motore di tutto; questo stesso amore che in chiusura del libro, nell'appendice, viene così evocato:
L'amore. La parola difficile. Dove tutto comincia, dove sempre noi torniamo. L'amore. La mancanza d'amore. La possibilità di amare.
Un libro di libri e d'amore, quell'amore che si impara se c'è qualcuno vicino a noi che lo sa trasmettere. L'amore la protagonista Jeanette,, lo sente come un impulso naturale...ma è incapace di amare. Infatti si chiede spesso: perchè è la perdita la misura dell'amore? Perché bisogna sperimentare la mancanza per sapere cosa e quanto si ama?
La crescita della protagonista Jeanette Winterson è fatta di sofferenza ma la determinazione e l'aiuto dei libri e della scrittura faranno sì che lei si affermi come scrittrice e impari ad amare e a farsi amare.
Il suo primo libro: Non ci sono solo le arance, vinse nel 1985 il prestigioso Whitbread First Novel Award e dal racconto autobiografico fu tratto un film e una serie televisiva di successo, da lei stessa sceneggiati. Quel libro diede all'autrice notorietà, facendola riconoscere come una delle scrittrici più originali della letteratura inglese contemporanea. Il racconto della scoperta della omosessualità dell'autrice, in un contesto bigotto della provincia operaia inglese, ha fatto di quel libro un cult per il movimento lesbico.
Perché essere felice quando si può essere normale? con Non ci sono solo le arance e Scritto sul corpo, Jeanette Winterson ha scritto una trilogia sulla ricerca della sua identità sia fisica che sessuale.
Perché essere felice quando si può essere normale? è tra gli altri il più autobiografico e racconta le difficoltà attraversate nella propria vita; soprattutto il rapporto difficile con la madre adottiva: una donna religiosa e anaffettiva, che è anche la dicente della frase che da il titolo al libro.
Perché essere felice quando si può essere normale? E' la risposta della madre alla richiesta della figlia di realizzare il suo bisogno d'amore.
La salvarono prima di tutto le parole: le parole scritte nei libri - la narrativa inglese dalla A alla Z - della biblioteca comunale e poi quelle scritte da lei.
A sedici anni fuggirà da casa e con l'aiuto dell'insegnante di inglese del liceo e dei mille lavori fatti per mantenersi da quel momento in avanti, troverà la forza per non morire. Riuscirà ad iscriversi ad Oxford e laurearsi.
Il libro è commovente e ironico, triste e allegro...insomma un viaggio dalla società operaia inglese degli anni sessanta fino ai giorni nostri.
Un altro libro da leggere per l'estate.

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