Occasione persa
Che peccato! mentre per tutte le altre scienze, presentate al Festival della Scienza di Genova, c’è stato finora un approccio teoretico piano, una divulgazione capace di interessare non annoiando tutti, per la psicoanalisi è andata persa una occasione. La conferenza dal titolo attuale e di grande interesse, quale la psicoanalisi e la guerra, a mio parere è stata svolta in modo sbagliato. Non certo per la preparazione dei conferenzieri, ma per come hanno trattato l’argomento: c’era scritto da 16 anni in su, ma con il ricorso ad un linguaggio fin troppo specifico della scienza psicoanalitica, hanno toppato.Un elemento di disturbo è stata anche la lettura degli interventi da parte di Eugenio Gaburri e Jole Oberti. Schinaia ha introdotto benissimo e il primo intervento, fatto dall’unico non psicoanalista tra i presenti, ovvero lo storico Antonio Gibelli, è stato bello. E’ seguito dopo l’intervento di David Meghnagi e le sue riflessioni, partendo dalle considerazioni dello storico, sono state un motivo che ha coinvolto tutti: ‘Come insegnare ai nostri figli a non odiare, come posso farlo io che vivo in un paese (Israele) dove si può morire prendendo un autobus?’
Purtroppo non c’è stato quel crescendo di interesse che ci si aspettava, proprio per la lettura degli altri interventi e il troppo specifico linguaggio adoperato.
Alla fine è stata unn’occasione persa e non per lo spessore culturale dei protagonisti, ma per il loro approccio. In questo caso sarebbe stato interessantissimo dare la parola al pubblico subito e fare rispondere gli psicoanalisti. Io credo nella scienza psicoanalitica, mi dispiace molto che questa volta non sia stata all’altezza delle altre per la divulgazione.
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