La storia? Un tutto.
Leggo ad un certo punto nel libro, Verso Santiago di Cees Nooteboom, questa frase: ”Se i musulmani non avessero conquistato la Spagna nel secolo VIII, gli spagnoli non avrebbero conquistato l’America nel XVI secolo. Paradosso? No, realtà”. Sarebbe un paradosso se fosse accaduto l’opposto; ma la storia è solo quello che è accaduto. Tutto quello che è accaduto.
Dopo la cacciata degli arabi dalla Spagna, l’Europa e così poi l’America ha prosperato nel cristianesimo; con questa religione, che indica anche una via di liberazione, l’uomo ha costruito la civiltà più potente. Oggi ci troviamo sempre con gli stessi valori, ma questi si sono svuotati e reggono solo all’apparire: un bel vestito di rappresentanza per santificare la festa. Ora se i musulmani non ci interrogassero sul nostro ruolo e non mettessero a nudo il degrado del paesaggio della nostra anima ecco che non si compirebbe un’altra palingenesi: quella di ritrovare se stessi perché ci sono gli altri.
Come si può pensare di far da soli? E’ dagli arabi che abbiamo imparato l’astronomia e la matematica per ricercare quell’unità divina e della natura che poi insieme forma l’universo. Noi non siamo solo cristiani o musulmani, arabi o americani, europei od asiatici, noi siamo un mondo. Siamo unità.
E se io devo scegliere una parte, non chiedo a chi l’ha di rinnegare la fede ma, lasciatemi una ragione piccola che può diventare nostra, di tutti.
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