martedì, maggio 11, 2004



Nessuno si sa poeta; eppure quel che si dice talento, è in forza ad ognuno. Così la penso per cultura umanistica, ma poi a scrutare le facce, i movimenti e certe idee, trasalgo e vince lo sconforto. E’ giusto allora che la pena di morte continui; continui a portarci via, a ripulire la piazza: non certo la pena di morte inferta dai tribunali, ma quella di una provvida natura. E' giusto che si rinnovino sentimenti, si perpetuino rabbia e dolore, si riascoltino risate e gioia. Ma perché tanta ricchezza viene sperperata? Perché un'unità di scambio, fa scegliere un lingotto d'oro ad un bacio?
Dato che il pensiero e l’immaginazione sono funzioni accessibili a tutti è chiaro che la funzione poetica o creatrice è nella possibilità e disponibilità di chiunque. Così continuo a pensare che la poesia, come l’amore, capiti a tutti come un accidente; un meraviglioso accidente che ci apre alla conoscenza, alla realtà e agli altri poiché con quello che ci capita comprendiamo che non siamo soli e condividiamo tutto.
Per questo ho fatto un piccolo libro: “La poesia come un accidente…”. Non credo che lo troverete nelle librerie, la casa editrice è piccola e le copie sono poche ma se lo richiedete a me ve lo farò avere.

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