Torture e guerra
La tortura si innesta naturalmente in quel contesto irragionevole, inumano che si chiama guerra. Ci spiegano, di solito i potenti che la proclamano, che la guerra si farà con codici cavallereschi, che si faranno morti mirate con bombe intelligenti e convenzionali (chissà che differenza fa per chi muore), che saranno rispettati i prigionieri e chi vince alla fine detterà le condizioni…ogni volta poi assistiamo, poveri tapini in balia alla "pazzia dei Cesari" e all'inconscio collettivo, al copione della guerra con le sue brutture quasi pensandola ogni volta diversa.Ma la guerra è questo: è terrore, morte, miseria, umiliazione, odio e anche tortura. C'è da meravigliarci? Lo stesso odio che si ha in fondo per l'altro è quello che si nutre per se stessi, per quel sogno d'onnipotenza che si infrange contro le nostre miserie. Solo la compassione ci può salvare.
Ora si dice: "Colpiremo i responsabili"…e chi è il responsabile se non Bush? Il liberatore? Il maestro di democrazia, che non ha vinto neppure le elezioni?
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