venerdì, novembre 05, 2004

Contaminazioni Feconde

Presso il complesso di Sant'Ignazio ieri sera, martedì 2 novembre alle ore 17, si sono confrontati in una conferenza dal titolo Contaminazioni feconde: Alain Cohen, Professore di Comparative Literature and Film Studies all'Università della California di San Diego, Giulio Giorello, filosofo e matematico, Vittorio Gregotti, architetto, Lorena Preta, psicoanalista e direttrice della rivista Psiche, coordinati da Cosimo Schinania, psicoanalista e psichiatra.

Alain Cohen ha affrontato il tema dell'immagine come metafora e portatrice di nuovi significati nel cinema. Le parole per spiegare la contaminazione concettuale sono molte, però la metafora e l'analogia restano per la semantica psicologica le più pregnanti.

Cohen ci ha parlato, attraverso il commento di immagini tratte da film cult, quali Tron, Terminator 2, Matrix, I.A. e Minority Report, della trasformazione dell'immagine umana negli ultimi anni. La sovrapposizione di immagine analogica e digitale nella sequenza di Terminator 2, in cui l'attuale governatore della California dopo avere distrutto un robot-clone umano pronuncia la frase: "Hasta la vista baby", è quella di un addio anche alla vecchia immagine. Poi nascerà, con la ricomposizione della figura umana, l'immagine digitale: per Cohen è un addio anche al Rinascimento, alla figura di De Chirico, di Segal, forse anche di Brancusi.

L'uomo diventa un prodotto informatico e la sequenza dell'operazione sul bambino robot in I.A., di Spielberg, diventa il paradigma degli effetti speciali e di una nuova vita. Poi c'è Minority Report, ancora di Spielberg, dove si mostra ancora il corpo disteso ma questa volta con il rimando al crimine.

Vittorio Gregotti spiega che la sua contaminazione è più fisica, è riferita al suo lavoro di architetto. Il lavoro di architetto è contaminazione per antonomasia: unire i materiali diversi, in luoghi diversi con persone diverse non è solo trasferimento ma confronto con culture diverse. La diversità è elemento di ricchezza, senza dimenticare i conflitti.

Nel suo intervento Giulio Giorello ci anticipa che, avendo lui origini liguri ponentine, si considera frutto della contaminazione poiché ricorda che l'invasione in quella zona di musulmani fece salire la popolazione.
Le contaminazioni sono utili: è questo che sostiene Giorello ricordando cosa successe alla matematica quando si rinnovò con l'algebra e la geometria. La logica matematica è un esempio di contaminazione, è quella che ci ha portato alla realtà virtuale. Giorello poi affronta la scienza psicoanalitica e la sua resistenza alla contaminazione: «Si ritiene che la contaminazione apporti alla psicoanalisi un riduzionismo; la neurobiologia o la neurofisica sembrano ridurre la portata del sapere psicoanalitico ma la scienza chimica ha dimostrato come la riduzione, la traduzione, l'abbia arricchita. Non bisogna avere paura del riduzionismo. Ben venga anch'esso».

Risponderà e concluderà, l'interessantissimo dibattito, Lorena Preta ricordando che la psicoanalisi è nata dalle contaminazioni di scienze mediche con la letteratura, con l'arte e la mitologia. Anzi con il mito di Edipo si è conosciuto il paradigma dello sviluppo psicologico dell'umanità.

Per Preta si comprende come la neurologia e la biologia hanno iniziato un percorso che porterà grandissimi contributi, ma bisogna riconoscere che la psicoanalisi come scienza, come 'disciplina' che contatta senza pensare di governare o definire l'inconscio, è ancora il solo mezzo, tramite quello che chiamiamo erotismo, cerca di unire e mischiare le cose.


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