Una data per i morti africani
Chissà se la data di ieri, venerdì 26 agosto 2005, sarà scritta nella storia delle tragedie come molte altre, tipo l’8 marzo che è divenuta in seguito una data per festeggiare le donne. Questa data potrà servire, se si riuscirà ad iscriverla nel nostro lutto e nei cuori, come ricorrenza per ricordare il sacrificio dell’Africa in terra europea. L’incendio del palazzo a Parigi che ha provocato la morte di 17 africani di cui 14 bambini, deve scuoterci a tal punto affinché mai più si ospiti immigrati in case fatiscenti, senza sicurezza; mai più si calpestino i diritti di asilo dignitoso a chi fugge dalla miseria e dalla fame.Le vittime di questa atroce tragedia, che ha visto morire carbonizzati 3 adulti e 14 bambini, erano tutti provenienti dall’Africa e da regioni diverse: Mali, Senegal, Costa d’Avorio e Gambia. Il palazzo bruciato era stato assegnato ad una filiale dell’associazione Emmaus dell’Abbè Pierre; colui che disse: ‘La ricchezza dei pochi è la miseria dei molti’. Il problema dell’abitazione in Francia è drammatico e continuare a ricordare questa tragedia con la sua data ci potrà aiutare a investire risorse per perseguire un diritto fondamentale degli uomini: quello di un ‘tetto’, di una casa sicura dove crescere, vivere e non morire bruciati.
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