mercoledì, agosto 03, 2005

Voto agli immigrati

Correva l’anno 2003, precisamente ottobre, quando l’allora vicepresidente del consiglio il non più fascista Fini annunciava: “Sono maturi i tempi per concedere il diritto di voto amministrativo agli immigrati”. La proposta di Fini era quella di modificare l’art. 48 della Costituzione italiana con il seguente testo: “Agli stranieri non comunitari che hanno raggiunto la maggiore eta', che soggiornano stabilmente e regolarmente in Italia da almeno sei anni, che sono titolari di un permesso di soggiorno per un motivo che consente un numero indeterminato di rinnovi, che dimostrano di avere un reddito sufficiente per il sostentamento proprio e dei familiari e che non sono stati rinviati a giudizio per reati per i quali è obbligatorio o facoltativo l'arresto, e' riconosciuto il diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni amministrative in conformita' alla disciplina prevista per i cittadini comunitari. L'esercizio del diritto di cui al comma 1 è riconosciuto a coloro che ne fanno richiesta e che si impegnano contestualmente a rispettare i principi della Costituzione italiana.”. Sempre nel 2003, precisamente novembre, ad un convegno del Sermig di Torino di fronte al frate Ernesto Olivero, Fini ribadiva: “Oggi una persona su 35 è migrante, non per senso dell'avventura, ma per bisogno, lo stesso bisogno che in passato ha spinto tanti italiani ad andare a lavorare in Europa e in America. Se i nostri connazionali hanno sofferto, per ingiuste generalizzazioni, noi non dobbiamo ripetere le stesso errore. Per questo tornerò al più presto per una discussione più serrata sull’immigrazione che è confronto di identità…”.
Qualcuno l’ha preso sul serio è si è dato da fare positivamente. Genova è stata la città guida per questa estensione di diritti.
Oggi, 3 agosto 2005, abbiamo avuto la notizia che il Consiglio dei ministri ha annullato la delibera presa dal Consiglio comunale di Genova, il 27 luglio 2004, che estende il diritto di votare alle elezioni comunali e circoscrizionali ai cittadini stranieri purché in Italia da almeno 10 anni e in regola col permesso di soggiorno. La decisione - rende noto Palazzo Chigi - è stata presa in via "straordinaria" per illegittimità e a tutela dell'unità dell'ordinamento come recita la legge alla quale fa riferimento. Gianfranco Fini nel frattempo divenuto ministro degli Esteri, dov’è? Cosa fa? Cosa dice?

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