sabato, marzo 18, 2006

Di bene in peggio

Ho appena letto il libro di Paul Watzalawick, ‘Di bene in peggio- Istruzioni per un successo catastrofico’, e affinché il successo di chi vincerà le prossime elezioni politiche non lo sia, condivido l’assunto di Romano Prodi: ‘per fare ripartire l’Italia bisogna confrontarci, collaborare insieme, tutti’. Ecco, una partita a ‘somma diversa da zero’. Il libro ‘Di bene in peggio’, infatti, affronta uno dei meccanismi comportamentali più diffusi: il perseguimento del bene, come il contrario del male. La logica manichea, che porta ad un radicale dualismo - luce-tenebre, spirito-materia, dio-diavolo- è uno scontro che si dovrebbe risolvere con la vittoria del bene…ma le cose, per fortuna, non sono così semplici. Nel perseguire il bene sovente si commette del male: come con l’assunzione di medicinali in grande quantità, che invece di farci ottenere la salute, ci avvelenano. Oppure ricercando la pace e la libertà ad ogni costo, come bene e verità assolute, ci troviamo a negarle entrambe: riconoscendo la via della violenza e della costrizione.
Nel libro si affronta a questo proposito il Tertium non datur, il perché non viene data una terza soluzione: bisogna scegliere tra due opposti. Ai giocatori, come ai militari, viene insegnato, meglio dire imposto, anche a chi non vuol giocare, la regola del gioco a ‘somma zero’: la vittoria dell’uno corrisponde alla perdita dell’altro.
Una soluzione al conflitto però è già stata trovata con un originale, si ubbidisce ma non si esegue. Durante l’ultima guerra nelle Fiandre si sparava ma non si colpiva il nemico, che a sua volta sbagliava mira. Tutto con grande sollievo per entrambe le parti. Spontaneamente si sviluppò il principio: ‘Vivi e lascia vivere’. Noi italiani dovremo essere maestri in questo campo…eppure.
Come vediamo, ci sono delle concessioni e dei compromessi che recano vantaggi ad entrambi, e questo succede soprattutto in democrazia. Un altro esempio: a scuola veniva inculcata che a scadenza trentennale, la Francia e la Germania dovevano entrare in guerra fra loro; non è stato così e se oggi abbiamo l’Europa unita lo si deve alla loro volontà. Si era usciti da un gioco a ‘somma zero’.
Allora vogliamo vedere che l’autore, del libro succitato, con la sua ricerca ci può aiutare? A me sembra che Prodi sia sulla buona strada per evitare che il successo diventi catastrofico, a differenza di quello che potrebbe capitare con il suo avversario. Quest’ultimo gioca a ‘somma zero’ e ha già comunque perso.
Specialmente nel rapporto tra le persone esiste un tertium: ogni rapporto è qualcosa di più e di diverso dalla somma delle componenti che vi si mettono dentro. In caso di scontro la colpa dell’uno non ripaga mai l’altro che vince. Così i problemi non vengono risolti. Prodi a me sembra l’abbia capito.

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