lunedì, maggio 19, 2003

La politica malata

La politica è malata, sta male. La politica con la guerra si è aggravata ma la diagnosi va ricercata nella sofferenza della collettività, nella patologia sociale visibile, nello scadimento della comunicazione e dell'esistenza generale. La cultura umanistica è stata lasciata per il marketing. Nuovi barbari propongono riforme a loro dire liberali. Intanto una spaccatura percettibile attraversa i cittadini, gli utenti della democrazia: possiamo allora riconoscerci per gusti e scelte estetiche? Possiamo decretare la maggioranza su favorevoli ai nanetti da giardino, alla bandiera USA al balcone e teledipendenti mariadefilippi, contro bevitori di Pastis, lettori di Saramago, espositori di bandiere della pace e vacanzieri cubani? A guardare le strade cittadine non si notano diversità, almeno quelle che caratterizzano la fauna urbana: mezzi punk, barboni, pensionati, manager, impiegati, casalinghe…Tutti ritornano a posto, nel continuo spot del cervello bombardato dai mass media, ogni cosa diventa normale. Normalità racchiusa nella banalità del quotidiano, del luogo comune e dell'ovvietà del consueto; ma qualcosa rode, qualcosa ci trasforma e riforma, una mutazione antropologica s'avverte: è come tra chi gioca in borsa e va allo stadio tifando e chi ha pronto un biglietto e una poesia senza ritorno. Non ci sono allora comunisti diversi da liberali istituzionalizzati; non ci sono libertari del benessere come liberi dai bisogni, ci sono poeti stanchi e viaggiatori pronti. Il cammino non si ferma, la moralità e l'eleganza ci saranno ancora: nonostante i politici dell'attuale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

DIO BON…..!!!!!! ALTROCHE’ MANDORLINI,ALTROCHE’ GIBELLINI,ALTROCHE’ L’ABBONAMENTO,ALTROCHE’ IL MERCATO…….NON GO MIA DATO DA BEERE AL CAN…!!!! EMI SON QUA IN UFFICIO CON EL FRESCO…