venerdì, maggio 02, 2003

NAVIGAZIONI


Dopo diverso tempo che navigo in Internet, posso dire che come nella vita, si trova e si incontra quello che inconsciamente o consapevolmente si cerca. E poi ho constatato che le tante bottiglie gettate nel grande mare di Internet sono state raccolte da persone che ho trovato simili a me. Nel mio "navigare" le frontiere di uno spazio soggettivo e personale si sono certamente ampliate ma è stato sempre dentro un rimando pubblico: quello cui accedo e visiono è disponibile ad altri; è come la televisione ma con una prerogativa di scelta e lettura più personale con in più l'interattività: posso comunicare direttamente con l'altro.
Io penso che se dessimo a tutti uno stesso punto di partenza dal tronco di un albero, attraverso vari passaggi, si approderebbe a rami comuni per interessi, sensibilità, sentimento: come nella vita ci ritroveremmo a condividere le stesse cose con le stesse persone. Mi è capitato di conoscere delle persone attraverso Internet e poi scoprire casualmente che entravamo negli stessi siti web, leggevamo i medesimi messaggi e qualche volta scrivevamo alle stesse rubriche; anche in Internet si formano comunità affini.
Così su Internet, io posso passare per un vicolo di un sito personalissimo, o da una piazza di un portale conosciuto, per poi paradossalmente finire di restare imbrigliato nelle abitudini: dopo un pò noto che approdo e mi fermo alla visione delle solite pagine web. I siti bookmarcati (inseriti nei preferiti) pur ampliandosi finiscono nelle cartelle che passando il tempo aumentano, ma ahimè la navigazione alla fine pare andare sempre su rotte conosciute. L'abitudine della quotidianità si riversa anche in questi viaggi telematici: finisco con comunicare con le stesse persone e frequentare gli stessi link (indirizzi). Vorrei sapere se è un mio limite o capita anche ad altri questa esperienza? Senz'altro dopo anni di navigazione io non ho ancora imparato a veleggiare…

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