lunedì, agosto 11, 2003

MEGASTORE


I Megastore, i grandi centri commerciali, sono il paradiso del rito dell'acquisto dove si può dare sfogo all'irrefrenabile piacere di comprare le cose più strabilianti e inutili.
Se si guardasse la fauna dei megastore con gli occhi di un entomologo, si noterebbero delle alterazioni della specie. Capiterebbe anche di assistere a questi dialoghi:
- Scusi avete autoradio per auto?
- Sono nello scaffale in fondo a destra...Dove ci sono i televisori a 18 cavalli con tubi cattolici.
- Volevo dire con la placenta...
- Quelle non sono ancora arrivate. Ce ne sono d'altri tipi: stereo o con l'aids elle.
- Avete Stereo? Non Sony?
- Scusi avete anche i telefonini vegetali a GPL con fibrillazione?
- Lei parla di quelli cromati?
- Il mio è guasto: è saltato il fusillo a 5 volts...
- Scusi c'è scritto SCART, è uno scarto?
- No, vuol dire che ha una presa apposita.
- Ah, per vedere la candid- camera?
- No, serve per il videoregistratore.
- Ho capito, quello per impressionare le cassette.
- Posso pagare con il Bancomarket o con le dilatazioni?
Dialoghi da marziani? La constatazione è che aumentano i prodotti, aumenta la tecnologia, regredisce il lessico, la comunicazione. Nei megastore, nei nonluoghi, negli spazi fisici indefiniti, ci alieniamo in nome di una funzionalità: diventiamo inconsapevoli consumatori. Forse dei nuovi analfabeti.

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