martedì, novembre 18, 2003

Ci sono Morti e morti


Oggi giornata del lutto ho trovato su Italians del corsera online questa lettera; esprime bene quello che anch'io penso e cosa c'è dietro la retorica di oggi.
un C-130 militare parte da Pisa con a bordo professionisti, persone hanno scelto l'Esercito come loro lavoro. Hanno armi e mimetiche, il fisico e l'addestramento. Eroico. Partono per un Paese lontano, con lo scopo di portare la pace. Poetico. Un Ford Transit parte da un paesino del bresciano con a bordo professionisti, persone che hanno scelto l'edilizia come loro lavoro. Hanno martelli e cazzuole, il fisico e l'esperienza. Sfigato. Partono per un paesino del milanese, con lo scopo di «tirar su» villette a schiera. Banale. In Iraq qualche terrorista (eufemismo) fa saltare la palazzina in cui si sono piazzati i militari, cosicché qualcuno tornerà in Italia in una bara. Qualche asse da ponte scricchiola, a Peschiera Borromeo, proprio dove un muratore sta passando per rifinire una parete, quindi cede cosicché il muratore tornerà in Bresciana in una bara.
Fiumi di parole e di immagini per i militari, per le mogli e i figli lasciati soli, discussioni per stabilire di innalzare a 150 milioni di vecchie lire l'indennità di morte, studi pagati fino ai 18 anni per i figli, commozione da tutto il mondo (o almeno questo ci vendono i nostri Tg). C'è un trafiletto sul Giornale di Brescia che riporta la notizia del muratore morto. Per la moglie del muratore difficoltà burocratiche per ottenere almeno la reversibilità. I figli a 14 anni dovranno lasciare la scuola, perché a casa servono i soldi per tirare avanti. Cosa faranno? Il muratore.
Nessuna vittima è migliore o peggiore di altre, ma il muratore può essere sostituito con il carpentiere che lavora sulle piattaforme dell'Agip, con il rappresentante che si mette al volante ogni giorno. Funziona uguale. Sarebbe però bello vedere che ogni morte, ogni moglie e ogni orfano godano di pari dignità di fronte alla tragedia. Sarebbe anche doveroso che nessuno si «costanzizzi» per sfruttare eventi simili ai propri fini, che nulla hanno a che fare con l'aiuto alle famiglie o il prevenire il ripetersi di incidenti simili.

Ivan, imassari@iol.it

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