domenica, novembre 23, 2003

SATIRA

Ricordo la campagna di M. Costanzo "Vietato Vietare", si riferiva alle telepromozioni, ma nella sostanza il celebre conduttore la indirizzava contro la censura di qualsiasi tipo: "devono essere gli spettatori a decidere cosa guardare e cosa no". Ora con la soppressione della Guzzanti, il CDA della RAI attua una censura da autentico regime. D'altronde quello di far cessare certi spettacoli, chiudere alcune trasmissioni, mettere il veto a giornalisti e autori, è una prerogativa di questo centrodestra politico.
Cosa possiamo sperare? Non sarà certo "Striscia", "Le Jene" o "Mai dire Domenica" le sole trasmissioni di satira televisiva. Oltretutto quelle trasmissioni hanno un fondo d'ambiguità propria della TV commerciale: come vendere telefonini, auto, biscotti e poi prendere in giro quel potere che è padrone degli spot pubblicitari; tutto per vendere insomma.
Poi la satira è prevalentemente di sinistra e questo disturba la destra. La ragione della prevalenza di sinistra nella satira è che il potere nella sostanza è sempre stato di destra. Intendiamoci, c'è qualcuno che pensa che non comandino i soldi? Che Berlusconi non comandi? E che prima non comandava Agnelli, Pirelli o la Confindustria? D'accordo prima i politici si ritagliavano con quel potere le tangenti ma ora è forse cambiato qualcosa? Non sono sempre gli stessi al potere?
La satira così si trova a fare ridere sbeffeggiando il solito potere, e cosa fa più ridere di un potente che inciampa? Che maschera la sua fame con trucchetti, leggine e avvocati? Niente di nuovo: per i potenti senza ironia le risate in faccia sono il maggior pericolo, sono proiettili di intelligenza che a loro manca.

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