martedì, gennaio 13, 2004

Furfanti ancora

Sentito in televisione: "Bisognerebbe adottare in materia di giustizia un codice di comportamento che preveda chi è stato condannato di non essere mandato in Parlamento…". Questo è quello che risponde A. Di Pietro a chi gli domanda se è disposto a collaborare per una riforma della Giustizia. Replica di Gaetano Pecorella, parlamentare, avvocato di Berlusconi e presidente della commissione Giustizia alla Camera: "Sono i cittadini a decidere chi inviare in Parlamento e si può presentare anche chi ritiene di essere stato ingiustamente condannato". Ognuno ha la sua cognizione etica.
Ecco, allora avanti le simpatiche canaglie, largo ai seducenti assassini, si accomodino gli allegri furfanti. Furfanti? Sì, ricordo di avere ascoltato in proposito, qualche tempo fa, un aneddoto; D'Annunzio a chi gli segnalava un manipolo di fascisti e di come questi furono fanti della guerra 1915-18, rispose indicandogli i parlamentari: "furfanti anch'essi". Si potrà continuare a dire:"furfanti ancora".


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