Italia brutta
L'Italia d'oggi è davero brutta. Pensate un po’ quale cosa ci può rappresentare: uno spot, una televendita associata al programma di punta, quello preferito dagli italiani: "C'è posta per te". Sì perché qualcuno ha promesso di scriverci, si sa: verba volant scripta manent; quel qualcuno aveva sottoscritto anche un contratto, va beh ha scritto anche canzoni napoletane, barzellette, libri, libretti e programmi vari, ma questa volta ci scriverà una "lettera agli italiani" per informarci sulla riforma delle pensioni. Splendido.Nel frattempo la sua banca Mediolanum ha stipulato un contratto con le Poste spa, così si garantisce anche gli sportelli postali: vuoi vedere che guadagna anche sui francobolli?
Questa volta però non ci sarà nessun persuasore occulto, non ci saranno gonzi da raggirare, la taglia deve essere giusta: lo senti se i pantaloni sono larghi o la giacca stretta. Guardate bene cosa vuol rifilarvi il salumiere, di formaggi ne ha a dismisura: di capra, pecora o mucca tutti in quota latte. Con il latte poi viene alla mente Parmalat; non è forse il frutto della deregulation? Dell'Italia senza freni? Ora chi ha insegnato a raggirare le regole le vuole applicare, ma a chi? Forse ai tranvieri? Agli assistenti di volo?
Prima o poi tutto si paga; così diceva il nonno, si paga, oh se si paga. Per questo ci ritroviamo con l'Italia brutta, perché abbiamo voluto fare i furbi e allora…Che Italia brutta, checché ne dica quel qualcuno: a lui piace e fa comodo così.
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