Lola Motel
"Lola Motel", il titolo non dice molto e potrebbe essere fuorviante, per l'opera prima di un giovane scrittore come Marco Archetti classe 1976, ma di sostanza in questo romanzo edito da "Meridiano zero" c'è né tanta. Lola Motel. Finto americano, finto anni cinquanta finti fine - così a pagina 117; invece ci trovi i nostri anni che continuano: con i rubinetti che perdono, con le speranze sconfitte e le risate sempre pronte a coprire gli affanni.Marco Archetti è nato a Brescia. "Ha vissuto prima in una soffitta senza abitabilità, quindi in una Panda, poi tra l'Italia e L'Avana, dove ha tenuto lezioni di scrittura in vari laboratori. Nel 1996 ha anche superato una preselezione per Sanremo, ma terrorizzato all'idea di diventare un cantante confidenziale non si è presentato" così recita la quarta di copertina del suo libro. La casa editrice Meridiano zero pubblica Lola Motel nella serie "gli intemperanti", ovvero 17 giovani scrittori che nelle intenzioni dell'editore si contrappongono ai "Cannibali" degli anni'90.
Devo dire che l'incipit di Lola Motel mi ha subito catturato: "Aveva una fica bellissima. La prima che avessi mai visto non chinato ad una serratura". Ma più che iniziazioni sessuali ed erotiche il libro ci racconta una periferia del mondo, in questo caso è Cuba l'isola più isolata del mondo, dove l'ideale di socialismo reale sta morendo con la caricatura di una puttana che si accontenta di un dollaro.
Leggendo il libro, poi mi sono ricordato del licenziamento di Fulvio Grimaldi dal quotidiano del PRC, Liberazione, per avere parlato male, nella sua rubrica Mondocane, di Cuba. Non dimentichiamo che Fulvio Grimaldi aveva iniziato la sua collaborazione con il suddetto quotidiano nel 1999, così veniva annunziata: "Da oggi Fulvio Grimaldi e il suo inseparabile bassotto Nando iniziano a collaborare con Liberazione. Una rubrica quotidiana per stare dalla parte dei cani, dei senza voce, degli oppressi". Dopo ciò nel maggio 2003 Grimaldi è stato licenziato. Ecco il passaggio particolare di quell'articolo: "Mentre, allungato lo sguardo oltremare, scorgevo donne ravanare nell’analfabetismo per il 78% della popolazione centroamericana e caraibica. Impegnato nello scatarrare i residui delle patrie emissioni di diritti umani via marmitte e ciminiere e ancora fosforescente per piogge di casalingo elettrosmog, in cima alla sierra risanavo a forza di medicina naturale, in uno dei mille ambulatori alimentati da pannelli solari con i quali questi avanzi del realsocialismo arrivano al 35% di energia pulita. E allora, dilemma: come la mettiamo con quest’isola?". Ecco allora che "l'intemperante" M. Archetti diventa con questo libro un "pertinente"; quest'isola è raccontata nella sua doppiezza, quella ufficiale della retorica castrista e quella nel degrado quotidiano che intacca sentimenti e relazioni con buona immediatezza: la storia di Felipe scorre per l'Avana che diventano due città… La città del Malecòn (il lungomare) e quello della sporcizia delle case che diventano sempre più putride. La città dei turisti e quella del Lola Motel che chiudendo fa assaporare l'immensa periferia cui si trasforma la nostra civiltà.
Il libro si legge in un baleno e possiamo dire alla fine di essere contenti di avere un cantante in meno e un buon scrittore in più.
Lola Motel - Meridiano zero, pagine 174, euro 10.
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