lunedì, luglio 18, 2005

In memoria di Gina Lagorio

E’ morta Gina Lagorio, scrittrice che io consideravo ligure anche se sapevo nata a Bra nel cunense. Ma Gina Lagorio ligure lo era per la sua vicinanza al poeta Camillo Sbarbaro; ligure lo era perché vi ha abitato per molto tempo con i suoi genitori e poi ancora per elezione, per essere una scrittrice di paesaggi. Per questo era ligure nella schiettezza della parola, nella essenzialità dei sentimenti, scarni e veri.
Gina a 84 anni ci ha lasciato, ieri 17 luglio 2005, a Milano dove abitava ormai da anni. Mi è capitato di ascoltare Gina Lagorio a due presentazione di libri: Tosca dei gatti con cui ha vinto il premio Viareggio e Golfo del paradiso –libro vincitore del Premio Rapallo; con parole semplici e ricche di annotazioni vissute mi ha trasmesso la gioia della scrittura. “La letteratura è qualcosa di così intimo, profondo, così necessario, se è necessario, che deve implicare tutta intera la persona, che deve scegliere tra il dovere e il piacere, che deve sapere navigare nel mondo in cui si trova a navigare e in cui è bene, se è possibile, non cedere a troppi compromessi, perché i compromessi corrodono l’integrità di una persona”: Così, Gina Lagorio, in una intervista.
I suoi libri letti mi hanno rivelato una straordinaria raccontatrice. Ma di lei ogni volta che mi capitava di leggerla sentivo una comunanza di sentimenti: quelli legati alla Resistenza, quelli per la coscienza di un passato faticoso e forte di impegno e di passione, oltre ai gusti letterari- Sbarbaro, Calvino, Fenoglio e Primo Levi. Inoltre come non condividere il suo disappunto e disgusto per la povertà morale, civile e politica dell'Italia di oggi? Sapevo poi che era una ammiratrice del giornalista Michele Serra e anch’io sono un suo estimatore.
Gina vivrà ancora nei suoi scritti, a quei libri cui ha affidato il suo impegno civile e di passione per la vita e la sua bellezza, da cogliere in punta di penna per noi e gli altri.

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