Terrore e pace
Parla Blair: "Impossibile prevenire atti come questi. Il terrorismo ha cause profonde; anche disponendo di tutta la sorveglianza del mondo, non li si potrà fermare". Questa mi sembra una dichiarazione sensata, di fronte al terrorismo sanguinario, che con la guerra in Iraq si è moltiplicato nel mondo. Quelli che continuano a lanciare proclami di forza e di vittoria, non fanno altro che aumentare l’odio. Credo che invece la risposta di Londra, nel continuare la vita di sempre, come fa questa vera metropoli di gente cosmopolita, sia quella giusta.Intanto voglio ricordare che la prossima settimana si compirà la centosettantacinquesima ora di silenzio per la pace. Da ormai più di tre anni ogni mercoledì sera, dalle ore 18 alle 19, si riunisce in piazza De Ferrari a Genova uno sparuto gruppo di persone per testimoniare la richiesta di pace. Uno striscione della Rete anti g8, qualche bandiera arcobaleno, la distribuzione di un volantino con la data e il numero dell’ora di silenzio raggiunta, più un cartello che ricorda morti e guerre, sono gli strumenti della piccola manifestazione di piazza. Il numero delle persone presenti varia ed ultimamente era sceso molto. Poche persone sedute sui gradini del Palazzo Ducale, frequentemente tra l’indifferenza dei molti passanti.
Ora con gli attentati criminali di Londra la guerra torna d’attualità. Spesso viene dimenticata o relegata in pagine interne. Quello che è successo a Londra deve spingerci a rilanciare la pace. Il terrorismo non si vince con misure repressive o di prevenzione armata, bisogna rimuovere le cause profonde che porta certi uomini a compiere quelle stragi di innocenti. A morire loro stessi con noi.
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