domenica, luglio 17, 2005

Lotta al terrorismo

Nella sua rubrica ‘Bananas’, sul quotidiano ‘L’Unità’ di qualche giorno fa, Marco Travaglio, sotto il titolo, ‘Siamo tutti siciliani’, esaminava le misure per combattere il terrorismo e la criminalità in Italia. Tra brigatisti rossi, stragi nere, nar, fascisti e mafiosi, ricordava Travaglio, l’Italia si è fatta una grande esperienza di lotta al terrorismo, ma molte delle misure adottate per combatterlo sono state demolite da questo governo.
Oggi chi chiede lo stato di guerra parla dell’Europa come di forcolandia, in materia di arresti internazionali. Ma per questo non bisogna meravigliarci: sono gli stessi che brandivano un cappio nel nostro Parlamento. Si parla di misure di prevenzione ed intanto si tagliano i fondi alla Polizia di Stato. In tutto il mondo si cerca di combattere i paradisi fiscali, dove la criminalità ricicla i suoi proventi illeciti, e il nostro Presidente del Consiglio ha ammesso di averli usati per non pagare le tasse. Poi abbiamo una persona, che ha una grande esperienza in fatto di lotta a terrorismo brigatista e mafioso, come il magistrato Gian Carlo Caselli e questa maggioranza governativa cerca di ‘cancellarlo’. Non parliamo delle misure di depenalizzazione del falso in bilancio o altre scelte di condono di misfatti vari. La criminalità ha rialzato la testa.
Ora si è visto che il terrorismo –cosiddetto islamico; dico cosiddetto perché mi darebbe assai fastidio che si dicesse terrorismo cristiano parlando di quello fascista- non si combatte con le guerre ma indagando le radici profonde di quello che ha portato ad odiarci così tanto: noi, quelli che ci riteniamo i migliori, i superiori e che in verità siamo solo i potenti della Terra, quelli che si sbaffano oltre l’80% della sua ricchezza. Poi serve serietà, misure di intelligence e determinazione nell’usare le giuste leggi fatte ad hoc…ma guardate questa nostra classe dirigente: vi sembra seria? Aspettatevi qualche nuova barzelletta da ‘Bellachioma’.

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