sabato, febbraio 28, 2004

Io l'ho sognato morto

Berlusconi è uno di quei personaggi che si amano o si odiano; io sono della seconda categoria.
Si, il mio odio per Berlusconi parte da lontano e certe volte mi mette in difficoltà: infatti, si dice anche che chi odia ama e allora…Allora mi arrabbio ancora di più.
Cerco allora, con una certa introspezione dentro di me quale molla inconscia, quale motivo nascosto, ci sia che muove il mio odio che è soprattutto disprezzo. Sì, sono arrivato anche a pensarlo morto o meglio ad ucciderlo io stesso. In verità in sogno io l'ho già ucciso: gli ho sparato e mi pareva di essere uscito da un incubo.
Ma no, non sono democratico, sono un razzista e anche un assassino…Così mi sono detto: prova invece ad amarlo, a vederlo bravo, buono, sinceramente altruista e pronto a sacrificarsi per il tuo bene; vuoi vedere che tutto cambierebbe? Lo troveresti poi anche bello, alto no, ma di sicuro intelligente; lo vedresti poi come un filosofo dell'antica Grecia, un poeta, un vate…Così rischierei di assomigliare a Bondi o Baget Bozzo. Per carità.
Ma no, scoprirei senz'altro la pietà e la pietà soprattutto per me stesso. Basterebbe allora solo un po' di menefreghismo, di sana indifferenza e fuggirei dall'ossessione, dall'odio.
Ma no, invece mi sono scoperto solo uno sporco comunista. Ecco cosa sono un comunista cattivo che odia i ricchi e i nemici di classe. Rimango quello e chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ma in fondo sto bene così. Evviva la libertà.

giovedì, febbraio 26, 2004

Tasse su strada


26 febbraio 2004
di Massimo Gramellini da LA STAMPA

II governo francese ha avuto una bella pensata: assegnare 20.000 chilometri di strade statali agli enti locali, in bolletta come i nostri, affinché ci mettano sopra un pedaggio. Se si pensa che fra breve anche a Parigi potrebbe scattare il permesso di circolazione a pagamento che tante soddisfazioni sta regalando al sindaco di Londra, è facile immaginare un futuro non lontano in cui tutta l'Europa sarà un'unica autostrada e lo Stato Sociale si reggerà sui tributi degli automobilisti, accumulati ad altri viziosi come i fumatori e i consumatori di alcol nel girone infernale del Balzello.
Nessuno mette in dubbio che da qualche parte i soldi vadano pescati: nei tribunali manca la carta per le fotocopie, le scuole cascano a pezzi e non fa quasi più notizia l'ospedale pediatrico di Palermo che invita i pazienti a portarsi le brandine da casa. In mancanza di meglio, la scelta medievale di tassare le strade e un domani pure l'aria potrebbe diventare un sopruso indispensabile. Però andrebbe comunicata agli elettori: trattandoli da adulti, per una volta. Invece si assiste a un balletto curioso. I governi centrali, di destra e di sinistra, giurano di voler ridurre le imposte, mentre consentono a regioni e città di aumentarle a dismisura. Si vantano di non infilare la manona statale nelle nostre tasche, ma incoraggiano la manina locale a farlo in maniera sempre più assidua ed esosa. Il risultato è che paghiamo (almeno) come prima, ma molto più spesso. E con in aggiunta la sensazione di una presa in giro.




mercoledì, febbraio 25, 2004

Legge karmica

Non posso credere che siamo un popolo di rintriciulliti, di bevitori di fandonie. Non posso credere di essere tornato nel Far West dove gli imbonitori arrivavano in diligenza e vendevano pozioni che curavano tutto: dai calli alla broncopolmonite…
come dice Grillo almeno là qualcuno ogni tanto lo impiccavano, invece qui lo abbiamo fatto Presidente del Consiglio…
Non posso credere che tutto questo possa durare; non è possibile ascoltare tutti i giorni delle cazzate e poi far finta di niente. Poi, lui non può continuare a riderci in faccia e raccontarci come fa la mamma a risparmiare i soldi e intanto non dirci come ha fatto a fare i soldi durante il "comunismo": sì, tutto prima che lui diventasse Presidente del Consiglio era "comunista".
Non posso credere che tanta sfacciataggine possa rimanere impunita.
Penso che la legge karmica poi riequilibrerà tutto…ecco lo vedo già, con l'amico Previti, novella piccola sorella missionaria della Carità di Calcutta.
Ora non dite che il credulone sia solo io.

domenica, febbraio 22, 2004

Gli ultimi privilegiati

Noi siamo gli ultimi privilegiati, gli ultimi che godono le conquiste sudate. Ora quelli che arrivano perdono tutto con la rivincita dell'uomo ricco.
Cosa si poteva pensare che i suoi benefici li regalasse? Che tutto quello raggiunto durasse? Che il capitale e la sua giungla non reclamasse?
I padroni presentano sempre il conto e la democrazia economica resta utopia.
I diritti acquisiti non si toccano, si dice a chi li gode, ma non si dice che domani ci sarà la guerra tra i poveri e questi continueranno a morire di stenti.
Noi in fondo siamo stati fortunati; avevamo dei diritti, assicurazioni, ci sapevamo difendere bene per quello ci sentiamo privilegiati: avevamo quasi il socialismo.
Il socialismo era lì a portata di mano, bastava ancora qualche voto…
Poi si poteva lasciare le cose a quelli che arrivavano dopo; potevamo dirgli di andare avanti loro, di proseguire il cammino da noi intrapreso…
Invece ci troviamo la generazione X.

sabato, febbraio 21, 2004

La globalizzazione

La globalizzazione è iniziata quando è stata scoperta la rotondità del mondo; quando si è percepito il globo: una palla persa nell'universo.
La globalizzazione è un brutto nome dato ad una astronave che ci porta tutti verso l'universo…ancora da comprendere.
La globalizzazione è uno scambio di parole, di cose, di costumi che hanno la ricchezza di occhi nuovi: la particolare prospettiva del nostro punto di vista.
La globalizzazione non ci toglierà un padre e una madre, un paese e un paesaggio, lo scambio di carezze e di doni con merci varie.
La globalizzazione aumenterà il disordine? Accentuerà l'entropia? Quanto mischierà le palline da far risultare tutto grigio? No, vincerà ancora la vita.


venerdì, febbraio 20, 2004

Capitalismo

C'è una condanna del capitalismo che spinge a crescere senza fermarsi: chi si ferma è perduto. La concorrenza sopravanza, così avviene naturalmente una "mors tua vita mea": restano i migliori; dovrebbe essere e così si spera. In questo quadro quale futuro si prospetta quindi al capitalismo e al liberalismo che ne consegue? Si riuscirà a governare la vittoria sul dispotismo di una crescita incontrollata e anarchica che impoverisce invece di arricchire?
E se avesse ancora una volta ragione Tocqueville, quando ammoniva che una società individualista e frammentata è destinata a soccombere di fronte al totalitarismo, rispetto a una società unita e pluralista, basata su associazioni e comunità di uomini?
Ora che il capitalismo sembra non avere più avversari, forse, il suo più acerrimo nemico lo potrà trovare solo dentro di sé.
Tempo fa in una intervista il Papa disse: "Se il capitalismo odierno è migliorato, è in buona parte merito delle buone cose realizzate dal comunismo: la lotta contro la disoccupazione, la preoccupazione per i poveri. Il capitalismo invece è individualista…".
Certo che l'etica calvinista, cui si deve lo slancio capitalista nella chiesa, ha contribuito alla sua affermazione; ma ora, con gli scandali, la perdita di moralità e l'aumentare delle contraddizioni di uno sviluppo distorto, si deve pensare ad un antagonista vero al capitalismo: se non sarà più il comunismo o il socialismo quale può essere? Solo la sua coscienza farisea? Forse lo può essere il riformismo; però tutti si richiamano a quello: destra e sinistra. Bisogna allora stare attenti: se osservate bene i protagonisti dell'attuale scena politica non dovrebbe essere difficile scegliere…diversamente il dispotismo capitalista ci travolgerà tutti.


giovedì, febbraio 19, 2004

brave persone


Ho conosciuto dei delinquenti che erano delle brave persone; poi ho conosciuto delle brave persone che erano delinquenti.
Perché dico questo? Perché conosco l'uomo.
L'uomo non è mai una sola persona e si è creato i santi per pensarsi vicino a Dio, per riscattarsi dai complessi di colpa, per supporre un'espiazione dei peccati…non servirebbe tirare in ballo il peccato ora che il suo senso pare smontato…qualcuno confessa il furto commesso ogni giorno a scapito dei poveri? Qualcun altro gli assassinii commessi nei suoi pensieri?
Si evoca l'odio come se appartenesse sempre all'altro; quanta stoltezza dietro l'egoismo e il perseguimento del potere: altro grande peccato divenuto virtù, come il lusso divenuto motore del mercato che non indigna più il cristiano.
Ne consegue che quello che si vede nasconde, oppure rivela, secondo di chi guarda, tutto il bene o tutto il male. Certo, ci vorrebbe la speciale capacità di leggere i simboli, ma se non è da tutti proprio per l'ambiguità del linguaggio che esclude il pensiero manicheo…
Ecco allora torno a dire: ho conosciuto delle brave persone che erano delinquenti; poi ho conosciuto dei delinquenti che erano brave persone. Avete presente chi comanda?

domenica, febbraio 15, 2004

PANTANI

Pantani: come una piuma gialla, vola.
Quante emozioni mi ha dato Pantani nel vederlo salire verso la vetta di montagne grandiose; salite che non terminavano mai e lui era là, in cima con in testa una bandana…il Pirata.
Ora ricordo una frase di Cesare Zavattini che diceva: "Finché c'è la bicicletta, c'è speranza". Alludeva alla fatica dell'uomo, all'impegno di contare sulle proprie forze per arrivare alla mèta, al traguardo. Finché dura questa voglia di pedalare c'è speranza per l'uomo di migliorare la propria condizione.
Ora Pantani con la sua morte pare uccidere quella speranza: non ci sono mete, traguardi da raggiungere, amori o allori da conquistare; c'è una solitudine profonda da sconfiggere, c'è un malessere senza fine che chiama la morte…
No Pantani. Non raccontarci che non c'è domani. Cosa è successo, Pantani?

venerdì, febbraio 13, 2004

Una serata di poesia

Il circolo culturale i Buonavoglia e la Casa Editrice Salani hanno preparato un bell'incontro di poesia. Venerdì 13 febbraio, nella Sala Porta Soprana della Fondazione Carige in Via G. D'Annunzio, si è svolta una presentazione di "poesie d'amore per innamorati di tutte le età", così diceva l'invito e gli intervenuti, soprattutto donne, hanno molto gradito. All'incontro partecipavano, con la direttrice editoriale di Salani, Mariagrazia Mazzitelli, Leopoldo Carra, Paola Pitagora e il poeta e traduttore Roberto Mussapi che ci hanno deliziato recitando numerosi versi poetici tratti dalla poesia d'ogni tempo.
Ha iniziato R. Mussapi con Ovidio e Catullo: con le liriche giocose e appassionate che parlano alle donne; si canta la donna, la sua bellezza, con struggenti frasi di desiderio. Poi la parola passa a Leopoldo Carra, traduttore, editor per Il Saggiatore e collaboratore del settimanale Diario; lui ci parla del Tango. Tango è anche il libro edito da Salani, cui Carra insieme a Daniela Gamba, ha scritto per raccogliere poesie: poesie del tango per giovani innamorati. Tango: felice binomio tra canzone musica e poesia: "…Quella raffica, il tango, quella diavoleria, sfida gli anni affannati; fatto di polvere e tempo, l'uomo dura meno della leggera melodia, che è solo tempo. Il tango crea un confuso passato irreale che in qualche modo è certo, il ricordo impossibile di essere morto combattendo, in periferia, ad un angolo di strada. Da Tango (Jorge Luis Borges).
Viene anche ricordato che con il Tango si ha una visione della donna "machista": l'uomo del tango è forte, rude ma ha perso l'amore della donna, è stato tradito, è finito; la donna è quindi traditrice, l'oggetto da riconquistare e vendicare. Ma il tema della nostalgia, dell'amore…"nelle storie degli uomini, 'pallidi relitti di un naufragio /sbattuti dalle onde dell'amore e della vita'. È una voce che torna e che si può sentire solo tenendo gli occhi chiusi. È l'ansia di assoluto e la sublimità della nostalgia, 'quella voglia tremenda di piangere che a volta in noi senza perché straripa'". Ecco che in questo equilibrio tra amore e morte, si ritrova l'universalità della poesia legata al tango.
In ultimo interviene la brava attrice ed ora anche scrittrice Paola Pitagora - ha promesso che verrà a Genova a breve per presentare il suo libro: Fiato d'artista edito dalla Sellerio nel 2001. E questa volta con il suo "fiato d'artista" vero ci regala l'interpretazione di diverse poesie di Borges, Prevert, Breil…Splendide.
A proposito, domani è il 14 Febbraio, San Valentino, e sicuramente si è usciti dall'incontro con un'idea in più sull'amore, su questo sentimento che nessuno è riuscito finora a descrivere pienamente. "La verità, vi prego, sull'amore" hanno chiesto i poeti e tutti ne hanno descritto un pezzo…Noi pensiamo e speriamo di viverlo tutto. Un augurio nella poesia, che chi ci ha salutato a termine dell'incontro ha definito la più grande medicina.

mercoledì, febbraio 11, 2004

Un martedì da Bookcrossing

Secondo martedì del mese, è il giorno dell'incontro ormai consolidato dei bookcrossing genovesi: una bella realtà per una ancor più bella compagnia.
Io ho partecipato all'incontro di questo martedì da neofita con l'entusiasmo che da subito mi aveva procurato la regola del bookcrossing, ovvero, i liberatori di libri, loro rilasciatori, per offrirli alla lettura di quanti sanno gustare una delle avventure più belle e intelligenti rappresentata dalla lettura di un libro.
La compagnia che ho trovato è eterogenea; io mi accorgo di essere il più anziano ma il ghiaccio è presto rotto: Giovannino si fa avanti e mi presenta agli altri…Giulia, Maria, Daniela, Marco, Carola, Matteo, Michela, Massimo…e avanti, siamo in 14 di tutte le età e professioni. Dalle borse, zaini, vengono immediatamente rilasciati i libri tutti recanti una speciale etichetta, "bookcrossing" che recita: " Io sono un libro molto speciale: non mi piace stare chiuso in una libreria. Desidero essere letto e lasciato libero! In un bar, su un treno…". Questi libri sono presi d'assalto, per ognuno c'è un commento una raccomandazione e poi spartiti tra i partecipanti, si sa' che ognuno dei libri partirà dopo essere stato letto per un viaggio sconosciuto: sarà abbandonato in qualche luogo e qualcuno sicuramente saprà goderne le qualità o forse anche dimenticarlo subito dopo altrove. Dimenticavo di dire che ogni libro reca un codice del "liberatore" cui collegandosi ad Internet al sito: www.bookcrossing.com. conoscerà fin dove è arrivato, se è stato apprezzato e quale storia continuerà. Storia che ha portato a partecipare all'incontro, di martedì, Massimo: lui ha trovato un libro, "bookcrossing", alla Stazione Centrale di Milano ed ora sta conoscendo questo gruppo genovese.
Alcuni raccontano di avere notizia del proprio libro liberato che è giunto a Bologna, qualcun altro crede di saperlo all'estero…Genova? Non sarà che trovare un libro gratis sblocchi una ritrosia? Chissà.
Ecco ad onorare la cultura di una GeNova 2004, nel senso più pregnante, ovvero la cultura che passa per il libro, esiste questa piccola e interessante realtà; questo piccolo gruppo di amanti del libro che sa superare le barriere generazionali, nel nome della lettura e dell'intelligenza. Quante vite si possono vivere leggendo? Tantissime. Potremo allora fermarci solo alla nostra? Alla data di nascita? Prossimo appuntamento il secondo martedì del prossimo mese. Scrivete per informazioni a (Giulia) Gjko: http://www.bookcrossing.com/sendmessage/gjko o
privatemessenger@bookcrossing.com



lunedì, febbraio 09, 2004

Precarietà

La vita precaria, lo è per definizione; lo è per naturale selezione, per infinite regole biologiche e anche religiose: perchè Dio ci reclama.
Ma questa precarietà che motiva l'ansia, che ci fa cercare l'amore per annegarci dentro, è per l'attuale gioventù un qualcosa di più.
Mai come oggi del "domani non c'è certezza"; mai come oggi, con le nuove regole sociali che si stanno instaurando, si è sentito tanto così il disagio. Il lavoro è precario e di conseguenza lo è lo stipendio; il costo delle merci è precario e quello che pago oggi domani sicuramente costa di più. I diritti conquistati sulla salute, la sicurezza, l'ambiente, l'istruzione e il lavoro vengono riscritti a favore di chi se li è già comprati e per chi si affaccia ora non c'è n'è.
E' il mercato, si dice, che fa la legge; d'ora in poi tutto dipenderà dalla domanda e dall'offerta…Ed ecco che c'è qualcuno che è sempre pronto ad offrire di più: in nome della "libertà" ti permetterà di sognare... Ed ecco che nel sogno sparisce la precarietà. Ecco ho sognato per i nostri giovani la rivoluzione. Una nuova libertà.

sabato, febbraio 07, 2004

Scienza, Filosofia e Amore

La storia della scienza è un lungo cammino di contraddizioni e di scoperte che nel tempo svelarono qualcosa d'altro e che solo una intuizione o un caso faceva conoscere per poi ridurre in formule matematiche.
Con questo si potrebbe sottendere il tutto ad un bisogno di matematica; insomma ad una conferma attraverso di questa alla prova scientifica, a quel "2+2 fa 4" che taccia ogni discussione. Ma è così? Nietzche in "Umano, troppo umano" dice che la filosofia va oltre e con essa non solo scopriamo la morte di Dio ma anche quella dei numeri creando una nuova natura. Poi se scopriamo che anche la legge dei numeri è stata fatta in base all'errore, tutto è detto.
I numeri sembrano naturali, sono entrati talmente tanto nella nostra vita che si ha l'impressione siano innati nell'uomo eppure anch'essi sono frutto di una invenzione. L'uomo all'inizio usava per contare le cose, gli animali, delle corrispondenze; faceva delle tacche, poneva dei sassi in una ciotola uno per uno: per ogni cosa un sasso e per ogni sasso una cosa - se c'era un sasso in più voleva dire, ad esempio, che mancava una pecora.
Con il tempo i numeri hanno assunto così tanta importanza che Newton gli attribuì un valore universale: pensò che le leggi che regolano l'universo siano matematiche. Poi Edward Lorenz scoprì, con la legge di indeterminazione, che nel microcosmo delle particelle infinitesimali quello che avveniva non rispondeva alla logica numerica: 2+2 poteva non fare più 4. La meccanica quantistica, così si chiama quello che succede nelle particelle infinitesimali, non corrispondeva alla legge universale matematica: ancora oggi quindi stiamo cercandola.
Detto questo allora io considero che chi fa scienza, ricerca, studi, non possa essere razzista, nazionalista, credere in dogmi o formule precostituite…Possa in sostanza non avere dubbi. Ecco per me il filosofo è un cittadino del mondo che ci invita a raggiungerlo per costruire la nostra vera natura; se poi insieme gli mettiamo un poeta abbiamo raggiunto le premesse per un'altra verità: potremo trovare altre specie di numeri per poi continuare pure a raccontarci lo stesso amore: in fondo questo è la legge universale e resta sempre un mistero. L'amore.


venerdì, febbraio 06, 2004

Lola Motel

"Lola Motel", il titolo non dice molto e potrebbe essere fuorviante, per l'opera prima di un giovane scrittore come Marco Archetti classe 1976, ma di sostanza in questo romanzo edito da "Meridiano zero" c'è né tanta. Lola Motel. Finto americano, finto anni cinquanta finti fine - così a pagina 117; invece ci trovi i nostri anni che continuano: con i rubinetti che perdono, con le speranze sconfitte e le risate sempre pronte a coprire gli affanni.
Marco Archetti è nato a Brescia. "Ha vissuto prima in una soffitta senza abitabilità, quindi in una Panda, poi tra l'Italia e L'Avana, dove ha tenuto lezioni di scrittura in vari laboratori. Nel 1996 ha anche superato una preselezione per Sanremo, ma terrorizzato all'idea di diventare un cantante confidenziale non si è presentato" così recita la quarta di copertina del suo libro. La casa editrice Meridiano zero pubblica Lola Motel nella serie "gli intemperanti", ovvero 17 giovani scrittori che nelle intenzioni dell'editore si contrappongono ai "Cannibali" degli anni'90.
Devo dire che l'incipit di Lola Motel mi ha subito catturato: "Aveva una fica bellissima. La prima che avessi mai visto non chinato ad una serratura". Ma più che iniziazioni sessuali ed erotiche il libro ci racconta una periferia del mondo, in questo caso è Cuba l'isola più isolata del mondo, dove l'ideale di socialismo reale sta morendo con la caricatura di una puttana che si accontenta di un dollaro.
Leggendo il libro, poi mi sono ricordato del licenziamento di Fulvio Grimaldi dal quotidiano del PRC, Liberazione, per avere parlato male, nella sua rubrica Mondocane, di Cuba. Non dimentichiamo che Fulvio Grimaldi aveva iniziato la sua collaborazione con il suddetto quotidiano nel 1999, così veniva annunziata: "Da oggi Fulvio Grimaldi e il suo inseparabile bassotto Nando iniziano a collaborare con Liberazione. Una rubrica quotidiana per stare dalla parte dei cani, dei senza voce, degli oppressi". Dopo ciò nel maggio 2003 Grimaldi è stato licenziato. Ecco il passaggio particolare di quell'articolo: "Mentre, allungato lo sguardo oltremare, scorgevo donne ravanare nell’analfabetismo per il 78% della popolazione centroamericana e caraibica. Impegnato nello scatarrare i residui delle patrie emissioni di diritti umani via marmitte e ciminiere e ancora fosforescente per piogge di casalingo elettrosmog, in cima alla sierra risanavo a forza di medicina naturale, in uno dei mille ambulatori alimentati da pannelli solari con i quali questi avanzi del realsocialismo arrivano al 35% di energia pulita. E allora, dilemma: come la mettiamo con quest’isola?". Ecco allora che "l'intemperante" M. Archetti diventa con questo libro un "pertinente"; quest'isola è raccontata nella sua doppiezza, quella ufficiale della retorica castrista e quella nel degrado quotidiano che intacca sentimenti e relazioni con buona immediatezza: la storia di Felipe scorre per l'Avana che diventano due città… La città del Malecòn (il lungomare) e quello della sporcizia delle case che diventano sempre più putride. La città dei turisti e quella del Lola Motel che chiudendo fa assaporare l'immensa periferia cui si trasforma la nostra civiltà.
Il libro si legge in un baleno e possiamo dire alla fine di essere contenti di avere un cantante in meno e un buon scrittore in più.
Lola Motel - Meridiano zero, pagine 174, euro 10.

martedì, febbraio 03, 2004

In Iraq

Cosa ci fanno i nostri militari in Iraq? Si dice per consentire un'operazione umanitaria; per aiutare a ricostruire la convivenza civile dopo la devastazione della guerra e del regime sanguinario di Saddam…Ma è così?
Intanto abbiamo costruito gli "eroi di Nassirya": i morti per un attentato. Ora cosa stanno facendo i nostri soldati nel bunker iracheno? Rimarcano una presenza che ha solo il sapore di rappresentanza politica del governo italiano di turno; lo stesso che prima ha dato il suo assenso alla guerra in Iraq e poi conseguentemente ha mandato i suoi uomini dopo, perché la Costituzione lo impediva, per costruire una pace fittizia.
Intanto si tace sulla guerra che ha provocato più di 15 mila morti tra i civili iracheni e che la presenza delle varie nazioni, in Iraq con i loro contingenti militari, è dovuta alla spartizione della torta della "ricostruzione". Ho la personale impressione che quei morti italiani in Iraq diventino cinicamente una merce di scambio: una "foglia di fico" per nascondere vili interessi di pecunia. Forse allora più che "eroi" sarebbe meglio chiamarli vittime di un incidente sul lavoro. Vittime da aggiungere alla lista dei morti quotidiani dei nostri cantieri.