sabato, maggio 30, 2015

Il potere, la corruzione e l'etica nel mondo del Calcio

Insieme alla corruzione dei vertici Fifa, ovvero la Federazione Internazionale delle Associazioni Footbollistiche, emerge anche lo scandalo delle morti conseguenti alla costruzione degli stadi del campionato mondiale per Qatar 2022. I numeri testimoniano una vera carneficina: saranno alla fine 62 morti per partita. La denuncia dell’Associazione internazionale dei sindacati: il Mondiale costerà la vita di 4 mila lavoratori, 1300 sono già deceduti.

Da una parte abbiamo dei personaggi come Sepp Blatter(da 17 anni alla guida della Federazione e non ancora sazio) e la compagnia dei dirigenti coinvolti in tangenti e ruberie e dall'altra gli operai-schiavi costretti a lavorare in condizioni disumane: 8 ore al giorno, con temperature che si aggirano sui 40 gradi- con punte di 50- senza servizi igienici, senza luce ed acqua e luoghi per riposare.

Il giocattolo del Calcio si sta rivelando una fonte di corruzione e malaffare insieme ad uno sfruttamento che immiserisce l'umanità tutta.
Dove girano molti milioni di dollari alla fine si scopre quasi sempre come ci si ritrovino le peggiori corruzioni e deviazioni morali. Uomini che innamorati del potere e soprattutto dei soldi manifestano le loro bassezze.
Ci sarebbe da imparare molto su questi avvenimenti; ma al pari delle guerre questi non insegnano nulla...anzi, comunicano quanto la maggioranza dell'umanità abbia un terribile amore per la guerra, per la corruzione e lo sfruttamento.

Per parte mia sono contento che al mercato del Calcio non ho mai versato nulla.
Se ci pensiamo vedremo che- quello che ruota attorno al gioco Calcio- in nuce è capace di contenere pseudo guerre (scontri tra tifosi), schiaffi alla miseria dei molti (con ingaggi milionari per i calciatori) e abbindolamento psicologico con la costruzione di false identità culturali (il fanatismo sportivo attraverso i club).
Un mondo che riflette bene ciò che in fondo siamo.

domenica, maggio 24, 2015

In ricordo del 24 maggio 1915

24 maggio di 100 anni fa: iniziava per l'Italia una tragedia chiamata Prima Guerra Mondiale; quella che ha costruito i prodromi della Seconda Guerra Mondiale.
In questa data si è ricordato la morte di milioni di povera gente mandata al macello. L'Italia vincerà lo scontro contro l'alleanza formata da l'Impero tedesco, l'Impero austroungarico, la Turchia e la Bulgaria. Con l'Italia -entrata successivamente - erano alleati: la Serbia, la Francia, l'Impero britannico, la Russia, il Belgio, la Grecia, la Romania, il Portogallo, il Giappone e gli Stati Uniti.

Quella guerra fu vinta, ma le conseguenze economiche e sociali degli italiani furono le stesse di come se l'avesse persa. Carestia, miseria, mutilazioni, lutti...erano le condizioni del dopoguerra; le condizioni che portarono al fascismo. In Germania, la cosiddetta pace di Versailles che mise fine alla guerra e smembrò l'Impero austroungarico- riconoscendo l'indipendenza dell'Ungheria, della Cecoslovacchia, della Polonia e della Iugoslavia- impose tali pesanti risarcimenti di guerra alla Germania, fece crescere un forte risentimento di rivincita da portare alla nascita del nazismo e alla sua presa del potere. Si costituiva nuovamente la condizione di un nuovo terribile conflitto: la storia che doveva essere maestra per il futuro, venne ignorata.
Quello che successe è cosa risaputa.

lunedì, maggio 18, 2015

Felicità® di Will Ferguson

Ho conosciuto Will Ferguson leggendo Autostop con Buddha e gradendo la sua ironia e capacità di raccontare le situazioni più inconsuete, come le più formali con intelligenza e stile, ho iniziato a leggere Felicità® (titolo originale Happiness™): il romanzo che lo ha fatto conoscere e apprezzare dai lettori. In Italia è uscito per l'editore Feltrinelli nel 2004.

La trama o semplicemente l'assunto che si propone di raccontare il libro Felicità® è che cosa succederebbe se un manuale che promettesse di risolvere i nostri problemi funzionasse? Cosa succederebbe se l'insegnamento ad essere felici risultasse vero? La risposta è caustica e ironica, io aggiungerei esemplare, poiché riesce a mettere a nudo i nostri difetti e quelli della società in cui viviamo. Insomma, se pensassimo di risolvere i nostri problemi di alcolismo, sovrappeso, dipendenza dal fumo, sfortuna in amore, mancanza di soldi...ecc. con un manuale divenendo felici e noiosamente perfetti: saremmo fuori strada! Se succedesse quello che viene raccontato nel libro invocheremmo senza esitazione il ritorno allo stress, alla tristezza, all'ansia e all'impermanenza.

Il personaggio principale del libro è Edwin de Valu, giovane editor in una casa editrice newyorkese, la Panderic, che si trova a dover far diventare un enorme manoscritto, intitolato Cosa ho imparato sulla montagna, in un libro che promette di curare tutti i problemi.
Pescato dalla Pigna purulenta (il mucchio fangoso, ovvero il cumulo di manoscritti che desiderano una pubblicazione), il manoscritto per varie vicissitudini editoriali -fuori dalla volontà degli stessi addetti ai lavori- diventa un libro e diventa una guida per milioni di lettori.

In questa prima parte il meccanismo delle case editrici per scartare i manoscritti è descritto in maniera divertente e soprattutto reale. La presa in giro del mondo dell'editoria è il primo racconto del libro e lo raccomando a tutti i novelli scrittori -anch'essi presi di mira. La storia si svolge negli USA, ma anche qui in Italia non è molto diverso e chi risponde agli autori, di manoscritti in attesa di essere pubblicati, lo fa solo in sostanza per spillare soldi.

Il senso dell'umorismo scatenato dell'autore Will Ferguson, non si ferma a prendere in giro l'editoria e gli scrittori, ma anche i lettori di quel tipo di saggistica che promette di risolvere i problemi e infine tutti i vizi della società consumistica. Il genere di libri che promettono di risolvere tutti i problemi esistenziali in verità è prettamente statunitense. Sono moltissimi gli autori della New Age e della PNL (Programmazione NeuroLinguistica) che scrivono di tecniche e consigli per migliorare le nostre relazioni e darci la felicità...ma il mercato è certamente mondiale.

Inaspettatamente Cosa ho imparato sulla montagna del sedicente autore Tupak Soiree, diventa un successo grandissimo e la società si trasforma anche attraverso i fans dell'autore, in una calma, tranquilla e noiosa isola felice. Tutti si convertono alle parole d'ordine elencate nel libro: la felicità diventa così un virus e si diffonde.
Sono 300 pagine che raccontano questa storia attraverso vari momenti letterari che spaziano dal genere commedia sentimentale a quello pulp. Divertentissimo è il capitolo in cui il protagonista decide, insieme all'editore e un altro autore di guide di auto-aiuto, di uccidere Tupak Soiree. Qui pare di assistere ad un film noir e western.

Uccidendo Tupak Soiree, il seminatore del miscuglio di frasi fatte, banalità e trovate surreali inserite a caso in Cosa ho imparato sulla montagna, si potrà riportare l'umanità -ipnotizzata e soggiogata da quelle formule- a ritornare quella che è sempre stata: un eterno marasma conflittuale dove ognuno ritaglia le sue idiosincrasie, passioni, tic e infelicità.

A presto la recensione di Autostop con Buddha

venerdì, maggio 08, 2015

70 anni fa la fine della Seconda Guerra Mondiale

Mi pare che i quotidiani di oggi si siano scordati di riportare questa data importante. 70 anni fa finiva in due date la seconda guerra mondiale: l'8 maggio e il 2 settembre. L'8 maggio avveniva la resa della Germania e il 2 settembre, dello stesso anno, la resa dell'Impero giapponese. Il conflitto mondiale era iniziato il 1 settembre 1939.
Si chiudevano dunque 6 anni di un conflitto armato ritenuto il più grande e terribile della storia dell'umanità: 60 milioni di morti e distruzioni immense di paesi e città. Insieme alla guerra il popolo tedesco sotto il regime nazista diede l'avvio allo sterminio degli ebrei insieme a Rom, Sinti, Testimoni di Geova, disabili, infermi...
Era poi la prima volta che la popolazione civile pagava un conto così alto di morti e sofferenze. La fine della seconda guerra mondiale si chiudeva con due esplosioni nucleari: il 6 agosto e il 9, dello stesso mese, Hiroshima e Nagasaki due cittadine tranquille furono sconvolte dal boato di distruzione e morte. In un solo colpo morirono dai 100.000 ai 200.000 civili. Quelle due esplosioni erano la seconda e la terza di testate atomiche: la prima avvenne il 16 luglio per prova nel deserto di Alamogordo nel New Messico.
Mai più si disse a quegli orrori. In verità le guerre in questi 70 anni non sono mai cessate: subito dopo fu la volta della guerra di Corea e poi quella del Vietnam durata oltre 30 anni e che ha visto coinvolti il Laos e la Cambogia. Seguirono e seguono tutt'ora i conflitti in Afghanistan, in Siria, Nigeria, Mali, Libia, Sudan, Somalia...
In Europa con l'unità non si è più combattuto. E' un bene poiché le due guerre, definite mondiali, scoppiarono proprio in Europa.
Ora alcune guerre sono sotterranee e si combattono con manovre finanziarie: il mercato ha vinto su tutti i fronti e i combattenti sono diventati nell'occidente i consumatori.
Nelle guerre si consumano, oltre che vite umane, armi e questa lobby industriale non ha mai conosciuto crisi. Il mercato sovrasta ogni idea e diritto; ogni sovranità e politica: l'economia del profitto regna sovrana.
L'umanità a distanza di 70 anni di così tanto orrore continua a interrogarsi sui suoi fini.

giovedì, maggio 07, 2015

Commento alla cronaca politica

Sembra incredibile che si continui a fare politica e a scrivere di quest'ultima come se quello che è successo alle ultime elezioni politiche non fosse avvenuto; non avesse avuto importanza. I politici e i loro commentatori, dopo il primo momento di meraviglia e smarrimento per l'entrata trionfale del M5Stelle nel panorama politico italiano, hanno come sempre cercato di digerire tutto come lo stomaco di struzzo e di quest'ultimo hanno imitato anche quello di nascondersi sotto la sabbia. Insomma non è successo niente!

Sebbene il primo partito è quello dei cittadini che non andranno a votare, la politica continua con i suoi riti di sempre, sia pure con il berlusconismo al tramonto non cambia l'approccio alla politica come casta, come elemento di personalismi, di affarismo, di scelte di segreterie partitiche organizzate come bande e non come crogiolo di ideali...
I commentatori di questo teatrino politico raccontano un mondo avulso ai problemi veri; raccontano di slogan e di annunci come sempre elettoralistici, dove insieme alla banalità viene rivelata l'insipienza di una classe dirigente povera di cultura e di proposte serie.
Si dirà: questo è quello che offre la realtà; questo è quello che abbiamo...ma non si riesce a vedere che tutto questo sta morendo? Si può provare a parlare di politica senza scadere nel pettegolezzo, nel confuso minestrone di cronaca spicciola? Potrebbe risultare che i protagonisti della commedia politica imparino a interrogarsi sulla loro funzione e ritirino le natiche dalla scena: insomma dopo due-tre-quattro mandati istituzionali, quali ricette mediche, se non dettate da insane patologie di protagonismo, possono sostenere nell'essere sempre candidati? Il rinnovamento della politica è duro a praticarsi e il panorama offre poco.

Una grande spallata all'incrostazione della vecchia politica è stato dato senz'altro dal M5Stelle; questo è la conseguenza di oltre 20 anni di malapolitica berlusconiana e no. Anzi ora al governo c'è Renzi, che è un classico alunno- di Berlusconi- che ha superato il maestro. Il vecchio continua incurante a presentarsi. Chi non crede nella possibilità di cambiamento si ritira sconsolato e non vota. Molti tentano ancora con il M5Stelle di Beppe Grillo e cosa resta d'altro? Poco ma a mio avviso c'è ad esempio: il Progetto Altra Liguria (http://www.altraliguria.it/) che si presenta alle elezioni ma è un gruppo politico che ha iniziato un percorso nuovo e al di là dell'appuntamento elettorale continuerà nel suo progetto di cambiamento della politica attuale, per fornire alle persone uno strumento di democrazia partecipata senza segreterie partitiche e personalismi.

Prima le persone, i loro interessi e i loro beni comuni.