sabato, agosto 28, 2004

Il Cavaliere a due punte

Si chiama Ghedini, ma non è l’avvocato di Berlusconi, non è Niccolò Ghedini, l’onorevole di milionario di Forza Italia, è Rudi un giovane scrittore bolognese che ha già pubblicato un romanzo, un saggio e diversi racconti ed oggi ha presentato, nello spazio intitolato a Giacomo Matteotti alla Festa Nazionale dell’Unità di Genova, il suo nuovo libro: Il Cavaliere a due punte.
Con questo piccolo pamphlet, Rudi Ghedini illustra con ironia ed intelligenza, un importante capitolo della biografia di Berlusconi: quello del Milan e del calcio; lo sport della pedata come metafora del successo.
Non è un caso che Berlusconi quando decise di fare politica “scese in campo” e dopo di lui furono in molti che decisero di diventare presidenti di squadre di calcio, di utilizzare lo sport calcistico come trampolino di lancio. Insomma Berlusconi è quello che ha “calcistizzato” la politica. Il mondo del pallone dentro la politica e la politica è andata nel pallone.
Così come Inzaghi non è mai fuori gioco, così non lo è Berlusconi: il conflitto di interessi non esiste. Il libro spiega bene attraverso gli undici capitoli (come i giocatori di una squadra di calcio) come lo sport pedatorio sia diventato con Berlusconi lo specchio, il paradigma della politica.
Per chi è amante del calcio, ne è tifoso, nel libro troverà molti spunti storici per riassumere in breve la situazione in cui versa il calcio odierno: i dieci anni che sconvolsero il calcio e si potrebbe aggiungere l’Italia.
Un capitolo divertente del libro è poi dedicato al tifoso milanista di sinistra: un personaggio schizofrenico, facente parte di una categoria masochista e da compatire, come dice Ghedini che è interista e vuole rappresentare l’altro mondo…
L’aneddotica sull’argomento trattato è grande ed anche difficile da ordinare, ma Rudi Ghedini ci riesce bene, poiché Berlusconi con il Milan, il Berlusconi sportivo e tifoso, il Berlusconi politico e capo del governo, sono legati da un filo comune: l’essere ridicolo. L’autore però rimarca come quest’ultimo aspetto non venga fatto emergere dalla sinistra che anzi avvalora e segue pedissequamente tutte le trovate, le sparate e pagliacciate del Cavaliere milanista. Berlusconi detta, con le formazioni calcistiche, anche i tempi delle uscite di quel “teatrino della politica” cui è divenuto la marionetta principale.
Il piccolo libro, “Il Cavaliere a due punte” si legge in un baleno e dopo molte risate amare alla fine si riescono a comprendere molte cose; come quella di avere semplificato la politica trasformando il paese in un’orda di tifosi. Come afferma Ghedini nelle pagine conclusive: “La scommessa è che sia questo ciò che gli italiani inconsciamente desiderano: qualcuno semplifichi la complessità sociale e la fatica della democrazia, a cui affidare una delega in bianco…”. Perfetto. Certo non è la politica adatta a risolvere i problemi di convivenza pacifica dei cittadini. Io aggiungerei l’Italia in gradinata, l’Italia divisa in due fazioni dove alla fine tutti perdono. Chissà se l’illusione del potere verrà ancora una volta smascherato con le guerre.
In chiusura della presentazione del libro, svolta con un’introduzione di Renzo Parodi del Secolo XIX, è intervenuto un partecipante che ha ricordato come il berlusconismo vincente ha trovato nel mondo dei tifosi il proprio humus; la cultura che permette questa storia e anche questo titolo: Il Cavaliere a due punte.
Renzo Parodi ha infine concluso con una breve e interessante diagnosi sociologica e di costume: sì, il calcio è un particolare elemento che scatena in Italia passioni ed i tifosi sono interclassisti, sono portatori di fedi spesso pericolose.
Si può proprio dire che niente è più serio del gioco.

Il Cavaliere a due punte
di Rudi Ghedini
Edizioni Fratelli Frilli Editori
Euro 6,50…in tutte le librerie.

giovedì, agosto 26, 2004

Popoli in cammino

A me piace il titolo della Festa Nazionale dell'Unità 2004: "Popoli in cammino". I popoli in cammino sono i popoli dei migranti; sono gli uomini e le donne che cercano di migliorare le loro condizioni di vita. I popoli in cammino sono in fondo tutti i popoli della Terra che aspirano al progresso umano. Poi leggo nell'ultimo libro di T. Terzani: "Non c'è felicità per chi non viaggia…i piedi del viandante diventano fiori". Pensando che qualcuno si illude di poterli fermare, vuole usare la forza contro questi popoli in cammino disarmati, mi fa arrabbiare. Ma non c'è da disperare. Guardateli bene quegli uomini arroganti, quelli che dicono no, perché ci sono ragioni di pulizia, di tradizione, di difesa; sono uomini bianco latte, tendente al rosa suino, hanno già perso, hanno una strana malattia: ci sono dei globuli fermi, paralizzati in prossimità dei glutei che pesano, pesano a reclamare sedili. Guardateli bene quegli uomini, hanno già perso. I popoli in cammino si curano dai vizi, spazzati via dalla fatica del viaggiare. I popoli in cammino si formano con il pensiero di cambiare, insieme a se stessi, il mondo.

svelato il mistero

Una cara amica mi ha scritto; svelato il mistero della bandana di berlusconi: è stato circonciso.

mercoledì, agosto 25, 2004

Logo Festa Unità

Di rielaborazioni dell’opera di Polizza da Volpedo, Quarto Stato, se ne sono viste molte; io ricordo ultimamente quella usata per la pubblicità di una macchina da caffè e quella per la Benetton, questa usata come logo della Festa Nazionale dell’Unità di Genova 2004, ricorda quella della Benetton. Ma si potrebbe soprassedere davanti al bel titolo che l’accompagna: “Popoli in Cammino”. Però poi, guardando il “popolo” raffigurato, mi coglie un po’ di sconforto: ma chi sono quei disgraziati?
Chi è quel tipo sorridente che si regge la pancetta e indossa le bermuda con le infradito? Ma chi sono questi simil giovani ritratti in trasferta dall’“after hour”? Potrebbero essere un popolo in cammino, ma dove va così conciato? Domande impertinenti? Forse.
Tra di loro ci hanno aggiunto uno che potrebbe essere un ultrasessantenne: è con la barba, indietro ma al centro; dovrebbe essere un pensionato che di strada ne dovrà fare poca. Forse anche per questo è l’unico e guarda a destra…la luce del sole questa volta non arriva diritta, di fronte, come nel quadro originale e il fondo non è neppure la notte della storia, ma un bianco diffuso. Anche le ombre spariscono.
Comunque il messaggio di un popolo in cammino, antirazzista e per la pace, arriva; arriva per lo straniero (colored) al centro e per il bimbo avvolto nella bandiera arcobaleno. E’ intanto però solo un “popolo”; per “popoli” forse bisognava aggiungere qualche straniero, colore e costume in più. Bisognava cogliere quel melting pot (mistura etnica) cui la società mondiale si avvia.
Ma rimaniamo fiduciosi. In fondo quel popolo ritratto, tipo “quarto stato”, dopo un iniziale sbandamento, comunica ottimismo: abbiamo bisogno di sorrisi. In fondo poi si pubblicizza una festa. Allora tanti auguri. Buona festa dell’Unità 2004.

martedì, agosto 17, 2004

Vacare


Andare in vacanza, il vacare, ha una serie di implicazioni che ricordano la diserzione, l'esilio temporaneo, l'abdicare a qualche facoltà, il liberarsi da qualche cosa, come metafora dello "staccare la spina". Il vacuum che richiama la vacanza, ovvero il vuoto, l'assenza, la sospensione, anche di un esercizio, è una forma di latitanza. Ecco si ha bisogno di questo, di una pratica che è forse anche voglia di trasgressione…chissà. Sarà il caldo?
Forse sì, sarà per quello che il “cavalier banana” è uscito per ferragosto dalla sua divisa ufficiale, il doppiopetto grigio o blu, e ha indossato la bandana. Da oggi sarà il “cavalier bandana”. Così il rappresentante del governo, l’uomo che incarna il “fare”, il fare soprattutto soldi, oggi ha fatto il suo spettacolo. Uno spettacolo, a dire il vero, triste. Si è assistito ad una trasgressione in linea con la sua banalità: accogliere ospiti importanti in privato, si pensava nella dovuta riservatezza, con il fazzoletto in testa come il giardiniere o la donna che si appresta a fare le pulizie con il codazzo di giornalisti al seguito.
Intriso in tanta bandalità, il cavaliere rideva divertito, gli ospiti si vedeva che contraccambiavano l’ilarità…ma eravano sulla costa Smeralda mentre un po’ più in là e più in giù, a Nassirya, qualcuno giocava alla guerra. Alla guerra vera.
Così quel vacare ferragostano 2004, di questo critico governo, a me pare un andare semplicemente in vacca.


venerdì, agosto 13, 2004

Amore

Un solo pezzo di te: una gamba, una mano o il seno…basta a cucinare lavoglia d'amarti.
Sì, è come un banchetto appetitoso avvicinarti con la bocca.
Ci siamo mai chiesti cosa rappresenta un bacio?Ti mangerei e mi fermo qua, a sfiorarti con la bocca.
Ti mangerei per diventare te.Così si nutre l'amore, si nutre di baci.Poi c'è lo sfregarsi, c'è da mettere in circolazione elettroni, sangue, effusioni;
c'è da scambiare emozioni, umori e sensazioni.
La ripetizione continua di gesti universali che dicono sempre la stessa identica cosa: "Ti amo".Dobbiamo toccarci, non basta scriverci o parlarci; dobbiamo stringerci, non basta vederci o sospirare.
Dobbiamo conoscerci con la pelle e poi ci potremo anche lasciare ma con la promessa tattile di frizionarci ancora.Allora con questo desiderio l'amore continuerà.
Continuerà anche senza incontrarci mai più.

lunedì, agosto 02, 2004

Serata magica:la festa di "urban night"

Serata magica quella di sabato 31 luglio; una serata di mezza estate da ricordare: la Festa Urban Night.
Con un ricco menù di animazioni, nelle piazzette e nei vicoli, si è festeggiata l’apertura del Museo del Mare: l’intervento più importante del programma di Urban2 che con il suo intervento di qualificazione urbana ha investito complessivamente circa 30 milioni di Euro, di cui 11 milioni a carico della Comunità Europea. Ma la festa è stata anche l’occasione per gustare la città notturna e i genovesi hanno risposto alla grande.
Io ho iniziato la serata di festa in Piazza Lavagna dove Federico Siriani, con le sue canzoni, dalle ore 21 ha deliziato i presenti seduti ai dehors di Caos e Exultate. Un prosecco, due stuzzichini e poi via lungo i vicoli, verso il Galata. Solo pochi metri e incontro una prima banda di dixieland, i suoni trasmettono una naturale allegria, incoraggiano anche il ritmo della passeggiata. Altra constatazione, le luci dei negozi e caffé aperti; solitamente a quest’ora nei vicoli c’è solo la luce delle lampare. Evviva anche i commercianti rispondono all’evento spettacolare.
La folla più ci si avvicina alla Darsena, più cresce. La musica di un tango attrae tutti in un punto particolare: è a due passi da una lunga coda di persone in attesa di entrare al Museo del Mare. Cosa fare? Fermarsi a gustare la musica e godersi le evoluzioni dei ballerini o aumentare la coda? L’affluenza all’inaugurazione è eccezionale, non solo per la curiosità e perché “agratis” –come si dice a Genova - ma, per l’interesse che i genovesi riservano alle navi, alla sua cultura, alla vita di mare.
La sosta per la musica argentina è d’obbligo ma poi vedendo un movimento “avanti tutta” della coda…eccomi. Pochi minuti e sono dentro; dentro il Museo del Mare che Giulio Nepi ed uno slideshow illustrano bene su Mentelocale.it.

Il viaggio nel viaggio di mare è iniziato ed ora c’è il tempo di tante soste per tante emozioni: carte, modelli, mappe, navi, immagini, cinema, suoni, luci, documenti…tutto sopra il mare. E per il sotto? Cento metri indietro e c’è l’Acquario. Insomma a Genova c’è tutto il mare: da conoscere, amare e rispettare.

Genova ha concentrato gli sforzi per racchiudere il suo sapere marinaro e la sua ragione in questo Museo del Mare. Costruito nell’ambito di GeNova 2004 rimarrà come segno permanente a ricordarci quest’evento e insieme per rimarcare la sua vocazione, se ancora ce ne fosse bisogno, di continuare la sua vita per il mare.

Le emozioni di questa bellissima serata non sono ancora finite, all’uscita del Museo del Mare mi ritrovo in Via del Campo e nella piazzetta Vittorio De Scalzi, dei New Trolls, sta cantando una canzone di Faber De Andrè. Era appena finita l’esecuzione di “Quella carezza della sera…” che De Scalzi concluderà il ricordo di De Andrè, con l’amico Gianni Tassio, riproponendo “Via del Campo”. Tutti i presenti cantano insieme e il momento è fantastico. Raggiunta via Garibaldi ormai è mezzanotte ed i Black Fusion in Piazza della Meridiana hanno appena messo via gli strumenti; la via però è animata come fosse di giorno, anzi di più, ma non erano partiti tutti con il week end del primo agosto? Speriamo che una serata così si ripeta. Sarebbe un sogno farla diventare l’estate genovese?