martedì, aprile 29, 2014

Cosa vuol dire No Euro?

I politici di questa scassata Italia perchè parlano per slogan? Cosa succederebbe se abbandonassimo l'Euro? Con la campagna elettorale si sentiranno molti slogan e tra questi il No Euro, come se la colpa dei nostri mali fosse da addebitare all'Euro.
In Europa ad ogni modo c'è molta insofferenza alla moneta unica e il fronte Neuro - che significa No Euro - è sempre più forte tra gli Stati dell'Unione. Insieme a questa richiesta c'è l'antieuropeismo; la voglia di uscire da vincoli e politiche comuni che sono vissute come un male.
La verità è che le istituzioni comunitarie, a cominciare dalla Commissione Europea, sono complesse e in larga parte sconosciute dai cittadini; sfornano regole sempre più difficili da comprendere, perfino per gli addetti ai lavori (si pensi alle regole sulla finanza pubblica: fiscal compact, two-pack, six-pack, semestre europeo, etc.).
Bisogna fare un enorme sforzo per avvicinare le istituzioni europee ai cittadini: semplificarle e legittimarle democraticamente. Se i leader politici europei non sapranno investire in questa direzione, anche vincendo la prevedibile resistenza della burocrazia di Bruxelles, sarà difficile averla vinta sul populismo anti-europeo.
Ma succederà veramente che l'Italia esca dall'Euro e dall'Europa oppure la propaganda finirà con il giorno delle elezioni? Dalla Sinistra critica antiliberista ai grillini, dalle destre dei Fratelli d'Italia, alla Lega Nord e larga parte di Forza Italia il coro è unanime: questa unione monetaria non va.
Ma cosa succederebbe se abbandonassimo l'Euro e insieme l'Europa? Cosa accadrebbe se tornassimo alla Lira?
Se tornassimo alla Lira ci sarebbe semplicemente per l'Italia una bancarotta economica. La Lira non reggerebbe il confronto con le cosiddette monete forti come l'Euro e il Dollaro e in breve la Lira seguirebbe il percorso delle monete africane: non avrebbe nessun valore per gli scambi internazionali e pertanto avremo enormi difficoltà ad importare i beni che ci servono. Riusciremo invece ad esportare moltissimo, ma sarà comunque un saldo impari. Guadagnerebbero certi produttori di beni ma il guadagno non compenserebbe quello che siamo destinati ad importare e oggi importiamo tantissimo.
La svalutazione della lira partirebbe subito con il 50% per arrivare al 100% in brevissimo tempo. Con questa prospettiva un Dollaro e un Euro costerebbero circa 4000 nuove lire. Chi guadagnava 1500 euro al mese si troverà ad avere il valore dello stipendio decurtato della metà. Ma il fatto è che con quei soldi non riuscirà a comprare nulla. La benzina schizzerebbe a circa 10 mila lire al litro e l'elettricità, che importiamo anch'essa, seguirebbe un'impennata di prezzi che non si osa quantificare.
Non parliamo poi dei risparmi e dei mutui: i risparmi non avrebbero più un valore certo -l'inflazione galoppante li dimezzerebbe- e i mutui impazzirebbero. Insieme fallirebbero banche, assicurazioni e imprese. L'inflazione potrebbe arrivare al 200% come in Argentina nel 2001; certo che per gli argentini ci fu poi una rinegoziazione del debito che consentì un processo di stabilizzazione e dopo molti anni di enormi sacrifici una ripresa dell'economia. Il ritiro dell'Italia dall'Euro invece innescherebbe una destabilizzazione dell'Europa tale da farci trovare in un regime di economia di guerra. Non si saprebbe poi con chi si dovrebbe rinegoziare i nostri debiti.
Non si parla poi di come avverrebbe la transizione dall'Euro alla Lira: con che strumenti tecnici e politici si attuerebbe? Questa fase sarebbe molto difficile da gestire e rischiosissima: in previsione dell’uscita dall’Euro, vi sarebbero forti spinte alla fuga di capitali all’estero, dettate dal timore di vedere i propri risparmi convertiti in una moneta destinata a svalutarsi. Per gestire la situazione occorrerebbe introdurre vincoli ai movimenti di capitale e probabilmente anche alla possibilità di ritirare denaro dalle banche. Questi vincoli dovrebbero durare per tutto il periodo necessario a convertire i sistemi informativi e contabili delle banche alla nuova Lira: una moneta che dovrebbe essere ristampata. Ricordiamoci che l’euro è stato introdotto con un periodo di transizione di tre anni (1999-2001), durante il quale vi è stata una sorta di doppia circolazione di euro e lira, per quanto riguardava la moneta bancaria (in pratica per tutti i tipi di pagamenti tranne le banconote e le monete, che sono state introdotte all’inizio del 2002).
Con il ritorno alla nuova Lira non dovrebbe esistere questa doppia circolazione: non avrebbe senso uscirne e mantenerne la validità. L'Euro sarebbe trattato al pari del Dollaro ora: come una moneta estera, straniera.
La cosa migliore sarebbe decretare la fine dell'Euro in una sola notte, così all'improvviso per evitare speculazioni e manovre finanziarie che farebbero scappare tutti all'estero. Ma chi deciderebbe questo stop all'Euro? Ci sarebbe il rischio che i realizzatori del progetto della fine dell'Euro siano poi linciati dal popolo inferocito...lo farebbe Grillo? Salvini? Chi? E nessuno si nascondi dietro a referendum popolari. La verità bisogna dirla tutta.

domenica, aprile 13, 2014

Fine di un'epoca

Con il ritorno nella politica del partito di Forza Italia e l'arresto del cofondatore del partito originale, Marcello Dell'Utri, si conclude paradossalmente una parabola di un'epoca che vedeva con Berlusconi un modo per raccogliere pubblicità e consenso.
Sono passati 20 anni da quando il partito di Forza Italia nato da una costola della Fininvest, quella che non a caso si chiamava Publitalia e vedeva appunto Marcello Dell'Utri al comando, oggi possiamo dire che tutto è cambiato.
Sono passati 20 anni e sull'onda di una rivoluzione elettronica-informatica è cambiato il mondo. Oggi c'è la Rete di internet e la stessa televisione non è più la stessa di 20 anni fa. La televisione allora era il veicolo più importante per informare e formare le opinioni dei cittadini. Seguivano radio e giornali ma certo che la televisione rimaneva lo strumento che serviva a vendere e insieme a influenzare la popolazione.
La televisione ha ancora una forte influenza nel formare le opinioni, ma certo oggi i cittadini hanno anche altri modi per verificarne la veridicità e capirne i meccanismi.

Gli scandali con l'insipienza e la mancanza di etica di una classe politica cresciuta sull'onda della 'discesa in campo' di Berlusconi, hanno in buona misura creato disincanto verso gli imbonitori televisivi.
Quelli che credevano che l'uomo più ricco d'Italia avrebbe reso ricchi tutti hanno toccato con mano quanta miseria è stata creata: miseria oltre che monetaria anche morale. Tutti hanno visto, quale morale, quale cultura e capacità intellettuali avesse il boss; tutti hanno visto quali amicizie e compagnie prediligeva il 'ricco': escort, soubrette, magnaccia, affaristi, indagati, arrivisti, favoreggiatori di mafia, servi e ruffiani. D'altronde lui stesso è un frodatore fiscale. Allora? C'è solo da meravigliarci che in molti lo voterebbero ancora.
Poi c'è qualcuno che si ricordi di qualcosa d'importante fatta dai suoi governi? Io non ricordo niente. Ricordo la depenalizzazione del falso in bilancio e di altri reati amministrativi, i condoni, le amnistie; poi so di molte leggi che sono state rigettate dalla Corte Costituzionale e abrogate. Molte leggi scritte male e difficili da interpretare. Ricordo molta demagogia, tipo i falò di leggi inutili che non hanno intaccato minimamente la burocrazia. L'annunciato federalismo raggiunto con la farsa dell'apertura di ministeri al nord. Insomma quante prese in giro...e le agognate riforme? Sono ancora da fare.

giovedì, aprile 10, 2014

Recensione al libro: Il gesto di Orfeo di Barbara de Miro d'Ajeta

Questa è la recensione al libro Il gesto di Orfeo presentato ieri sera insieme all'autrice e a Roberto Guida Farnesi.

Molti anni fa raccolsi in un piccolo libro poesie e scritti vari intitolandolo La poesia come un accidente... Sì, ho sempre pensato e vissuto la poesia come un accidente, una cosa che capita (in questo caso benevolmente) improvvisa e non mediata. Certo che poi quell'afflato emotivo, che rimanda a parole che diventano musica, va poi coltivato; va ripensato. Va corretto. Anche la poesia ha bisogno di regole: sottili filature capaci di reggere un pentagramma di parole.
Questo ultimo libro Gesto di Orfeo di Barbara de Miro mi riporta a quel fatto accidentale; allo scaturire del sentimento poetico coltivato a lungo e poi uscito di colpo inconsciamente. Sì, il titolo di questa raccolta poetica esprime bene l'origine della poesia: l'apparire del ricordo quale molla per un salto nella trascendenza; nel suono di una lingua universale qual'è la poesia quando è vera. C'è poesia quando si riesce a toccare in ognuno le corde più intime, innescando un sublime atto di condivisione.
Nella poesia di Barbara ci sono ricordi struggenti; c'è una memoria che come dice tiene in vita i morti e dico io anche qualcosa di più: c'è una malinconia pura che sa elevare la vita.
La poesia per la sua immediatezza nel parlare ai sentimenti, viene introiettata da ognuno a cui ha toccato le corde intime; per questo è capace di far poeti chi sa ascoltare e quindi creare catene virtuose.
Il filo conduttore di tutte le poesie raccolte in questa silloge è per me l'amore. In fondo il Gesto di Orfeo è un gesto d'amore e le poesie di questo libro sono alcune delle infinite sfaccettature dell'amore; sono liriche che aprono a questo sentimento che ha radici misteriose.
Ad esempio poi l'amore agognato, mancato, perduto; l'amore sognato, amato e cantato diventa fornace dove lievita la poesia più struggente...l'amore che conserva quel mistero da far esclamare: La verità vi prego sull'amore; come la celebre poesia di W. Hugh Auden.
Leggendo il libro si entra nelle emozioni molto intime di Barbara, per poi d'incanto sentirci accomunati nel condividere con le sue parole gli stessi stati dell'anima. Affiorano con lei ricordi, oggetti, passioni.
Questa è la poesia. Questo è il gesto di Orfeo che continua.

lunedì, aprile 07, 2014

La netiquette: neologismo derivato da Net- Rete- con Etiquette-Galateo

Io sono un vecchio -in tutti i sensi -frequentatore del web e da oltre 15 anni uso la Rete: ho un sito da 13 anni e questo mio blog ha compiuto 11 anni. Ho letto in un articolo -su la Repubblica di ieri- che ricordava come all'inizio, tra i nuovi accoliti del web, si rispettava una netiquette (un galateo internettiano che suggeriva comportamenti e regole di convivenza civile) e invece oggi con il crescere degli utenti è saltata. L'uso della netiquette è stata dimenticata.
Con l'avvento dei social-network, specie Facebook, si sono moltiplicati i frequentatori della Rete e devo dire che in tanti la febbre da connessione è sorta proprio con l'uso di questo ultimo strumento social; così oggi assistiamo a veri e propri usi impropri dei mezzi di comunicazione. Aumentano gli insulti, le parolacce, le invasioni di campo e la cosiddetta comunicazione assertiva -quella che conserva costruttività e positività- è andata smarrita.
Io scrissi molti anni fa un articolo per mentelocale.it che riportava le regole della netiquette.
Oggi bisognerebbe rispolverare la netiquette, aggiornarla per i social-network e diffonderla. Sempre più si stanno perdendo regole basilari che se recuperate penso possano aiutare la comunicazione e a rendere l'uso di internet più piacevole.

Ad esempio per i social-network si dovrebbe subito dire che non andrebbero postati video volgari; taggare gli amici con foto impietose; rendere pubblici messaggi personali (esiste per questo su Fb l'apposita soluzione); il 'diffondi per favore' che potrebbe essere ispirato da moltissime buone ragioni non deve far diventare la bacheca degli amici una grancassa del vostro attivismo.
E' chiaro, girando per i social-network, quanto la privacy sia per tantissimi un falso problema, però evitare di aggiornare lo status con messaggi che lascino intendere quanto la vostra vita è pazzesca, divertente e sempre al limite dell'eccesso...siete sicuri che agli altri interessi?; le notizie importanti, magari relative alla nascita o alla morte di una persona, devono poi essere diffuse con chiamate personali. In ultimo specie per Facebook bisognerebbe sapere aggiungere gli 'amici', non solo per far numero per sembrare più belli e ricercati.
Ancora da ricordare che gli invii e-mail che contengano molti indirizzi siano messi in Cnn (ovvero nascosti).

Buona netiquette a tutti

sabato, aprile 05, 2014

Notizia di oggi su diversi quotidiani online: Eva Braun avrebbe avuto origini ebree

Eva Braun avrebbe avuto origini ebree. Lo rivelerebbero le ultime analisi del DNA della compagna e poi moglie di Adolf Hitler, ottenute grazie al ritrovamento di una spazzola da capelli a Berghof, la residenza bavarese del Führer, dove la Braun trascorse gran parte della Seconda guerra mondiale.
Su questi capelli i ricercatori avrebbero trovato una sequenza specifica di DNA fortemente associata agli ebrei aschenaziti (discendenti delle comunità ebraiche medievali della Valle del Reno).
Fortemente associata, cosa vuol dire? Tutto e niente. Questa via del DNA, per determinare una origine religiosa mi lascia molto perplesso. Addirittura si vuol risalire a discendenze di comunità ebraiche vissute nel medioevo...ma dal test del DNA si possono trarre molte informazioni: quella di scoprire l'identità religiosa mi sembra proprio una boutade...una bufala.
L'analisi del DNA fornisce proprio una sequenza, da cui si possono trarre alcune informazioni: si può capire quali geni possiede una persona; questo può essere importante, perché alcuni geni predispongono a determinate malattie piuttosto che ad altre; altri geni invece sono proprio la causa di malattie. La sequenza del DNA è unica per ogni persona, e avendo la sequenza si può stabilire se esiste una relazione di parentela tra due persone, sulla base delle omologie tra le due sequenze - almeno fino a un certo punto. Poi ad esempio: se si ritrova una macchia di sangue sulla scena di un delitto (o di sperma, o di altro materiale da cui si possa estrarre il DNA), è possibile confrontare la sequenza estratta con quella dei sospettati e della vittima per capire a chi appartiene.
Per altre questioni il DNA scientificamente aiuta ben poco: potrebbe individuare caratteristiche genetiche sessuali...ma poi c'è tutta la questione del sesso psicologico. Nell'uomo ci sono diversi tipi di sessualità, quindi la questione è complessa.
I geni possono stabilire un range, una gamma di valori possibili, per l'altezza fisica: stabiliscono una altezza massima potenziale e una altezza minima. Cos'è però che determina, in questo range di valori, quale sia l'altezza effettiva è difficile da stabilirsi. Fattori ambientali (per esempio, quanto mangi) e anche fattori interni, come per esempio l'interazione con altri geni, non direttamente correlati all'altezza, ma che la influenzano in qualche modo: tipo, avere dei geni che potenzialmente renderebbero alti, ma se non funziona il gene per l'ormone della crescita non si diventerà mai alti.
Anche questa notizia alla fine diventa una delle tante sbandierate ogni tanto tipo: scoperto il gene dell'infedeltà...scoperto il gene della timidezza, della paura, dell'obesità, ecc. Tutte cose da non credere.

P. S. Si deve poi ricordare che anche Adolf Hitler era considerato di origini ebraiche. Questo perché il cognome della nonna paterna di Hitler, Maria Anna Schicklgruber (che vuol dire tagliatore di siepi), è stato pensato di origine ebraica, sebbene gli storici abbiano smentito tale pretesa. fonte Wikipedia

giovedì, aprile 03, 2014

Spaccato dell'Italia attraverso i commenti di una notizia tragico-comica

Letti i commenti delle varie testate giornalistiche online, con la notizia degli arresti dei 24 cospiratori per l'indipendenza del Veneto: davvero illuminanti e divertenti. Uno spaccato dell'Italia che con la sua classe dirigente ha perso ogni vergogna. Resiste l'ironia e la perspicacia di un popolo che pur con poca memoria le ha viste tutte!

Ecco Il Secolo XIX online:
Volevano la secessione del Veneto, 24 arrestati nella notte
alcuni commenti:
Sabry2013
Branca branca branca, leon leon leon. Gli hanno raccontato che una volta diventati uno Stato "libero" non ci sarebbero più tasse.E come pensano di mantenerlo lo Stato? Rapinando banche? Ma sti veneti mi sono comunque simpatici. Non i guerrafondai neh.
giacomoalvaro
Vorrei sapere da Salvini che connessione c’è tra i clandestini ed il carrarmato.  Magari il carrarmato serve ad inseguire e combattere i clandestini con una bella mutanda verde issata sul cannone
sweetilli
come pena iscrizione e frequentazione della scuola dell'obbligo per almeno otto anni e divieto di consumo del prosecco
liguria50
Quando non c'è memoria, diventa un grosso guaio.Novembre 1951, alluvione del Polesine che che colpì le province di Rovigo e di Venezia fu una catastrofe con morti e feriti e senza casa.Gli Italiani mostrarono pur avendo poche risorse (la guerra era finita da poco )una solidarietà in soldi,indumenti,generi alimentari,tutto quello che potevano,i miei contribuirono con vestiario da neonato e altra biancheria,certe persone non avendo soldi hanno venduto rottami di rame raccimolare moneta da mandare

Il fatto quotidiano
Veneto, secessionisti arrestati: “Una parte delle forze dell’ordine starà con gli insorti”
Nelle intercettazioni contenute nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti delle persone finite in carcere, è chiaro l'intento militare e la sfiducia nella politica

alcuni commenti:
luciusinfabulae
Da veneto mi hanno sempre molto incuriosito questi personaggi che fanno colazione con la grappa Nardini e le flebo con in pinot grigio riesling chardonnay.
Ma dove erano tutti questi personaggi, fautori del grado alcolico associato all'autodeterminazione dei popoli quando gli yankee ci hanno piazzato a Vicenza il secondo Dal Molin; americani notoriamente fautori dell'indipendenza delle nazioni? Mi chiedo: perchè il Kosovo no e il Veneto si?
E siccome la storia dovrà pur insegnare qualcosa e da che mondo è mondo tutte le guerre sono combattute da sfigati contro altri sfigati per gli interessi dei padroni, che si chiamino chiesa, nobiltà o alta borghesia, sia ben chiaro che io in guerra per difendere i privilegi dei figli di papà veneti che a vent'anni viaggiano in bmw, beh manco per il c....
cirneco
Qui ci vuole il dottore, mica i carabinieri.
clamor
una carnevalata che viene strumentalizzata dai sinistroidi. PS è impossibile che la polizia fosse con loro, sono tuti made in sud e con mentalità di aumma aumma
leonard
se ti scippano, ti derubano la casa o altro non li chiami quelli del sud aumma aumma ;) ?
jack600
Dite agli indepentisti veneti "Fuckyou and join mother fucking russia with the fucking crimean"
JEN
Usciamo dall'Euro, pagheremo il petrolio con il coltivato della fattoria del Trota!

Corriere.it
Indipendentisti, blitz all'alba: 24 arresti. Sequestrato 'tanko', in manette Rocchetta. Sedici in Veneto, accusati di terrorismo ed eversione. «Epicentro» nel Padovano. Pronto un blitz in piazza San Marco.

alcuni commenti:
mariadomenica
… accidenti. Dovrò chiedere alla Farnesina a quali rischi vado incontro per il week end programmato a fine mese a Venezia.
francofabbrica
Ombre sul veneto o i soliti veneti da "ombre"?
Gary 52
nelle rivolte di popolo la storia ci dice che vennero usate armi di ogni tipo, anche ridicole... A parte sassi lanciati dai vari Balilla, persino stampelle alla Enrico Toti! Noi veneti "anzianotti" lanceremo persino le nostre dentiere. Presa in un occhio fa male, lo sappia già!
Lettore_9976305
La Svizzera è una confederazione, con tre gruppi etnici, che va bene. In Italia si arrestano 24 persone, dicono per eversione. Nel resto dell'Italia vi sono gruppi armati che minacciano la nostra società, ma loro sono solo sfiorati dalla legalità. Salvini sta abbaiando alla luna, ma io sono convinto che fra vent'anni ci sarà la confederazione del nord est: Austria, Slovenia e Veneto, con un forte tasso di sviluppo: " così è.." Pirandello
1948
Ma avete visto bene il 'carrarmato' che stavano costruendo ? Non sono stato in grado di capire se fosse un bulldozer lamierato od un carro per il carnevale di Viareggio. Tutto fa notizia contro il Veneto anche un trattore scudato presentato come un Leopard.
W. Ockham
Il "clamoroso eco mediatico" è venuto fuori perché la votazione era una buffonata in pieno stile lega: 1 votante su 10 era connesso da Santiago del Cile.. Neanche un decimo dei voti sono validi.
Ale_sun
Peccato che il referendum per la secessione fosse totalmente falsato. Come ampiamente dimostrato. Voti dal Cile e da altri paesi non proprio facenti parte della Repubblica della Serenissima. Bot votanti e similia...una tristezza infinita!
contessina
Non avete visto il "tanko" ! Terrificante. Presto ! Urgono gli F35
Barret09
Chissà le risate degli stranieri quando vedranno la foto della ruspa "corazzata" detta "tanko". E con questa carnevalata vorrebbero accreditarsi come nuova nazione? Ancora sto a ride!

Repubblica.it
Sgominata organizzazione denominata 'L'Alleanza'. Sequestrato anche carro armato artigianale attrezzato con un cannoncino. L'operazione, ordinata dalla procura di Brescia, coinvolge 51 indagati: tra loro, anche l'ex deputato Rocchetta ora in custodia cautelare. Ipotizzati i reati di terrorismo e fabbricazione di munizioni da guerra. L'ira di Bossi e di Salvini: "Arresti bluff". Ma il Gip: "Disegno eversivo, pronti a deriva violenta per una rivolta popolare in armi". L'intercettazione: "Caricare i candelotti di dinamite"

alcuni commenti:
nata52
Impara a scrivere: l'ha costruita. In Veneto non conoscete l'italiano perchè ve l'hanno insegnato i maestri meridionali?

E' già accaduto, ora si ripetono poi Salvini dirà che erano solo dei PIRLA!!!!! Considerata la "viabilità" a Venezia due sono le cose: un "carro armato" anfibio oppure un carrarmatino tascabile. Ma sempre da PIRLA.
Ahhhh!!! Altro che Peppone e Don Camillo!!! Ma il loro carrarmato cosa spara? Cazzate??!!??

mercoledì, aprile 02, 2014

Il cibo e la sua cultura

Il cibo, l'alimentazione e la sua cultura, sembra abbia preso il sopravvento su qualsiasi forma di relazione artistico culturale. Pare che non si parli d'altro che di cibo. In Tv, nei quotidiani, sulle riviste c'è sempre in primo piano il cibo. Prossimamente a Milano avremo l'Expo 2015 che sarà dedicata all'alimentazione e a Palazzo Ducale di Genova per la rassegna La Storia in Piazza l'edizione di quest'anno è dedicata a I Tempi del Cibo.
Ricordando la celebre frase di Feuerbach: 'L'uomo è ciò che mangia' potremo pensare che oggi è quello che è perchè mangia male? Chissà. Mi piacerebbe poi affrontare il tema delle diete...
Tornando al cibo, sul piano culturale io ricordo un libro 'Il riposo della polpetta (e altre storie intorno al cibo)', una raccolta di molti articoli pubblicati dall'autore Massimo Montanari, che offre spunti di riflessione raccordando il passato con il presente. L'autore Massimo Montanari, che ha scritto anche molti altri libri- 'Il cibo come cultura';'Il formaggio con le pere- La storia di un proverbio';'L'identità italiana in cucina';'La fame e l'abbondanza. Storia dell'alimentazione in Europa';'L'alimentazione contadina nell'alto Medioevo';'Campagne medievali';'Gusti del Medioevo. I prodotti, la cucina, la tavola'...ecc.- è uno storico medievalista e docente di Storia dell’Alimentazione all’Università di Bologna, questo fa sì che ci aiuti a scoprire molte curiosità e soprattutto a capovolgere i luoghi comuni; in fondo lo storico servirebbe a quello.
Nel libro vengono esaminati dai proverbi ai modi di dire, come girare la frittata o farsi infinocchiare fino alla nascita delle tecniche di conservazione dei cibi con un susseguirsi di percorsi storici, culturali e sociali. Perché il barbecue è prerogativa maschile? Dove nascono le patatine fritte? Siamo sicuri che l’arancione sia il colore originale delle carote? E se vi dicessi che il bell’arancio che oggi appare normale sarebbe stato ottenuto attraverso le selezioni operate nel diciassettesimo secolo dagli orticoltori olandesi, in onore della famiglia reale (gli Orange appunto), mi credereste? Quando la cioccolata diventò dolce?
Tutti interrogativi a cui Massimo Montanari risponde dettagliatamente.
In una presentazione l'autore spiega: 'Il titolo Il riposo della polpetta è nato come un un gioco e come tutti i giochi è una cosa seria. Lo scopo è fare divulgazione di cultura alimentare in modo intelligente e se possibile divertente. Il cibo, con la cucina, contiene tutto quello che gli gira intorno: argomenti importanti. Tutto è iniziato un giorno in cucina con mia moglie nel fare le polpette. Dopo averle preparate mia moglie mi disse ora le facciamo riposare, perchè poi saranno più saporite. Un pensiero che mi colpì. Ecco far riposare mi piacque; la stessa cosa succede per i pensieri che se aspetti un po' poi vengono fuori meglio. Se una cosa funziona nel preparare i cibi poi dovrebbe funzionare anche per altre cose. Nel libro ci sono molte ricette di polpette...'. Ricchi di curiosità sono i capitoli dedicati a lenticchie, patate, salsicce, ecc.
Il libro quindi tocca diversi temi e questioni più generali avendo come base sempre la cucina e il cibo. Nella storia dell'alimentazione esce fuori lo scambio, la contaminazione delle culture e il cibo come segno di identità. L'espressione alimentare come sintesi di ogni gruppo umano. Oggi questo elemento ha assunto nuove connotazioni, per un verso angosciante...
La storia dimostra che la costruzione dell'identità è in continua modificazione; è in continuo movimento. Si tratta di gestire questi incontri-scontri. La pasta sembra fatta apposta per significare, in metafora, l'unità e la varietà degli stili alimentari italiani. Così gli Spaghetti al pomodoro, cibo che identifica l'italianità, è frutto di una riuscita contaminazione tra due prodotti che non sono italiani ma che indicano una buona prova di nuova identità. Il cibo è cultura perché ha inventato e trasformato il mondo. È cultura quando si produce, quando si prepara, quando si consuma. È il frutto della nostra identità e uno strumento per esprimerla e comunicarla.
Il libro è così una interessante opera ricca di curiosità e divertenti annotazioni da parte di uno degli attuali massimi storici dell'alimentazione.
A proposito bisogna ricordare che ieri 1 aprile è morto il francese Jacques Le Goff che come storico medievalista- tra i più autorevoli -ha trattato anch'esso il cibo. Insieme a Jean Ferniot scrisse il libro: La cucina e la tavola -Storia di 5000 anni di gastronomia