lunedì, marzo 29, 2004

Dedicato a chi si ama

L’ora legale

Caro amore ci hanno rubato un’ora,
l’ora legale ci ha rubato il tempo.
Hanno detto che ci daranno in cambio più luce.
Più tempo per gli acquisti, più tempo per guardare.
Caro amore dimmi che non ho perduto te.
Il tempo verrà poi recuperato…hanno detto che ritornerà.
Ma io ti amo ora, in questo momento, qui e adesso.
Io non aspetterò. Io sono il presente e tu sei ancora.


lunedì, marzo 22, 2004

24 marzo 1944

Sono in fila che attendo il mio turno per essere ammazzato, mi aspetta un colpo di pistola alla testa. Ho paura e grido: "Perché mi uccidete? Pietà. Cos'ho mai fatto?". Sto tremando. Vedere la propria morte arrivare per mano di un altro uomo come me, ma spinto da un "dovere", da un "ordine" che lo paragona ad un Dio crudele, spinge a chiedere pietà, perdono per qualunque peccato possa avere commesso, se l'ho commesso…"Non dovete uccidermi. Io non vi ho mai fatto niente. Perché devo morire?". Davanti a me un giovane piange e un altro uomo sembra inebetito dal grande orrore. Come si può uccidere in questo modo? Il colpo secco di uno sparo segna l'avanzare di un passo verso il luogo dell'esecuzione. E' una agonia bestiale. Lo sparo copre i lamenti per un attimo; poi si riprende ad imprecare, pregare, piangere e morire. Morire perché? La fila si snoda lungo una grotta. C'è odore acre di fumo, di polvere da sparo ma anche un odore dolciastro di sangue. Ecco sono in un macello e sto per essere macellato, finito con un colpo di pistola alla nuca. Di quello sparo per me io non avvertirò il colpo; ora sento quelli che ogni tre secondi circa segnano una morte. Implacabile prosegue l'eccidio. "Pietà, sono un uomo come voi…ho a casa chi mi aspetta…anch'io voglio le vostre stesse cose…non sono un nemico…perché devo morire? Ehi tu che mi guardi impassibile, che non abbassi lo sguardo e impugni quel mitra che pare faccia la differenza; tu che vesti una divisa e sei diventato una comparsa di una recita mortale, tu non sei un uomo come me? Io non ho mai ucciso nessuno. Pietà…per carità, risparmiatemi".
Questa breve storia si è conclusa il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine, dove sono stati trucidati dai nazisti 335 uomini dai 17 ai 70 anni.



domenica, marzo 21, 2004

Il popolo della pace è ritornato

La grande manifestazione del 20 marzo per ricordare l'inizio della guerra irachena e chiederne lo stop, ha visto per le strade di Roma oltre un milione di persone. E' stata la manifestazione mondiale più numerosa, questo deve rappresentare un segnale importante per il governo italiano che continua a sostenere acriticamente la politica di Bush.
C'è stato, lungo il percorso del corteo che andava da Piazza Barberini al Circo Massimo, un'esplosione di colori, di tante diverse e belle persone che mai succede di vedere riunite insieme in un'unica occasione. Certo è poi successo che un piccolo gruppo di "disobbedienti" abbia contestato il leader dei DS, Piero Fassino; ma è solo un episodio marginale nel clima di allegria e vivace partecipazione tra canti, musica e balli.
Oggi in un editoriale sul quotidiano "La Repubblica" E. Scalfari annota che questo popolo della pace può realmente dare una svolta alle scelte future del mondo, alle strategie dei potentati della Terra; dopo i fatti di Spagna sembra che dal terrore, dalla guerra e dalla paura si possa uscire con una nuova volontà di pace che questo grande movimento in piazza sa esprimere. Di questo movimento di pace, di questa marea di persone che sanno esprimere i desideri di pace in modo così civile e festoso qualunque scelta politica ne dovrà tenere conto. In Spagna Aznar è crollato si dice per le bugie sugli attentati dell'11 marzo scorso ma anche soprattutto per il suo allineamento a Bush e nell'alimentare la tensione guerrafondaia nel mondo.

giovedì, marzo 18, 2004

l'Iraq e il terrorismo

Perché non si dice chiaramente che il tiranno Saddam Hussein non c'entrava nulla con l'attacco alle Twin Towers l'11 settembre 2001? Gli americani nella disinformazione totale, secondo alcuni sondaggi, sono arrivati a pensare che Saddam fosse alleato di Osama per quel crimine commesso a New York. Falso.
Saddam Hussein era un nemico di Osama bin Laden e seppure fosse un dittatore sanguinario non era un fondamentalista islamico e assomigliava molto ad altri cari amici dittatori degli USA. L'unica ragione per fare la guerra a Saddam fu quella sostenuta dagli USA che egli nascondeva "armi di distruzione di massa". Intanto, dopo l'invasione dell'Iraq, visto che non sono state trovate le armi di distruzione di massa, si affermò che si era levato un dittatore, questo è un bene, ma se volessero continuare su questa strada allora dovrebbero continuare quella guerra infinita che aveva ipotizzato Bush e che adesso invece spalma a suo piacimento vicino all'Europa.
Ora, per la smania guerrafondaia di Bush e alla sua insipienza politica, ci troviamo ad affrontare una pericolosa stagione di morte e di guerre senza fine. Il terrorismo è aumentato insieme alla sfiducia delle popolazioni nei governi. Spero che a novembre Bush, come Aznar, perda le elezioni almeno si potrà forse costruire una fase nuova per il mondo.

lunedì, marzo 15, 2004

Fuori le bandiere di Pace

Tiriamo fuori di nuovo le bandiere della pace; la manifestazione del 20 marzo è quella vera. Ma le bandiere di pace noi non le abbiamo mai ammainate, le abbiamo listate a lutto, le abbiamo consumate e si sono scolorite un po', ma basterà solo una giornata di sole, basterà il nostro entusiasmo e la determinazione di far vincere la pace, la speranza e la ragione, perché l'arcobaleno risplenda di nuovo.
Tiriamo fuori le nostre bandiere contro la guerra e il terrorismo. Il 20 marzo celebriamo la voglia di pace contro il terrore dei seminatori di morte. I terroristi non prevarranno non perché qualcuno ha armi più dirompenti, armi che fanno più morti, armi invincibili; quelli non prevarranno perché siamo forti del nostro amore per la vita, del rispetto per il prossimo, della consapevolezza che la violenza non genera nulla.

sabato, marzo 13, 2004

Da "Non ti muovere" riflessione sull'amore

"Non ti muovere", avevo letto il libro e mi aveva impressionato soprattutto la storia d'amore vista, stranamente per una scrittrice, dalla parte maschile; si poteva per questo considerare una grande prova di scrittura e maturità artistica: non a caso poi, Margaret Mazzantini con questo libro ha vinto il premio Strega nel 2002. Ora alla prova cinematografica di Sergio Castellito, il regista e marito di M. Mazzantini, ho assistito allo stesso racconto percependo la variazione paradossale con il punto di vista femminile. Strano scambio di visioni eppure la fedeltà al racconto è mantenuta e lo stesso clima intimistico, del vissuto passionale tra amore e morte, c'è dato con la medesima intensità.
Questa mia annotazione penso conferma la diagnosi di G. Jung cui ogni individuo è composto da due parti: l'anima e l'animus, ossia la parte maschile e quella femminile. Mentre l'anima è la parte femminile dell'uomo ovvero ciò che tiene legati ai sentimenti, alla vita intuitiva e non razionale, ciò che unisce, l'animus è all'opposto la parte maschile della donna, l'immagine pensante, discriminatoria che, credendo di unire in forza all'Eros, divide e frammenta.
Per Jung il principio dell'uomo sembra emotivo e quello della donna meditativo: spinto dalla sua anima l'uomo, incapace di relazione, equivoco...tende a cercare il vuoto nella donna; l'animus invece, si rispecchia nelle personalità forti, decise, ben determinate. Per questo gioco di complementarità si assiste così ad un film che perfeziona il racconto originale. Quindi bravi tutti.
La storia scandaglia la nascita di un amore rievocato dal protagonista di fronte alla figlia in coma; una storia d'amore che due canzoni della colonna sonora supportano nelle loro parole: una "Amori" di Cutugno chiede, "Quanti amori? Quali amori?"…l'altra, quella scritta appositamente da Vasco Rossi, dice "Voglio trovare un senso a questa storia…Anche se questa storia un senso non ce l'ha...".
Infatti, quale senso può avere l'amore? Perché l'amore? Perché questo sentimento, che ha fatto chiedere al poeta W. H. Auden: "La verità, vi prego, sull'amore"?
Domanda senza risposta, forse perché l'amore non ha bisogno della verità, l'amore è fallace, in sostanza nasce, vive e muore con noi; è frutto del tempo di ognuno. L'amore ci unisce in una strana e misteriosa alchimia, non ha bisogno della bellezza, della ricchezza o della gioventù; l'amore è a disposizione di tutti.
Il film, come il libro da cui è tratto ce lo confermano: l'amore è andare insieme verso il buio, è un conoscere e conoscersi diversi.. Non è forse l'amore la follia riservata a tutti?



il terrorismo non si vince con la guerra


Il terrorismo non si vince con la guerra. Il terrorismo si alimenta della guerra, vive nella guerra e prelude a nuove guerre. L'impeto che crea il terrorismo, la sua vigliacca e criminale distruzione di vite e cose, è di vendetta, di reazione violenta, di nuovo odio. Certo che gli animali che compiono attentati nascondendosi dietro a sigle, hanno storicamente sempre perso poiché portatori di valori di morte e di sopraffazione per quelli che considerano i nemici politici, che poi in sostanza sono sempre gli onesti avversari e gli inermi cittadini.
In Italia abbiamo conosciuto il terrorismo delle BR, dei NAR, dei gruppi fascisti e golpisti: criminali che ora possiamo vedere scontare pene accessorie in associazioni di volontariato…Solo la pietà e la speranza di ritrovare un'umanità offuscata dal fanatismo può salvarci ogni volta tutti. Tutti insieme.
Perciò ancora e sempre un dialogo mai interrotto può farci conoscere e, guardandoci negli occhi, credere che la vita ogni volta ha un senso superiore alle nostre piccole e limitate visioni cui noi diamo un valore assoluto.
Ecco allora, con la forza della nostra unità nel ribadire pace e umanità, i corvi non prevarranno: la loro miseria e morte rimarranno per loro solo.


mercoledì, marzo 10, 2004

Oggi è mancata Rosy

Oggi 10 marzo 2004 la nostra gattina Rosy ci ha lasciato per sempre. Abbiamo vissuto insieme 20 anni, abbiamo attraversato un tempo lunghissimo della nostra vita condividendo gioie e tristezze, momenti dolci e malinconici. Oggi per noi è un giorno triste, Rosy ci mancherà.
Rosetta è stata una presenza importante nella nostra famiglia; ad ogni nostro ritorno a casa bastava trovarla accovacciata sul divano o sulla sedia per renderci contenti. Poi dopo essersi stiracchiata e lavata, Rosy ci concedeva il tempo delle coccole che contraccambiava con un felice "trenino": così ci sembravano le sue fusa. I suoi miagolii erano sempre un interloquire autorevole: per lo più erano richieste perentorie di cibo, qualche altra volta richiesta d'aiuto (qualche gatto più grosso aveva invaso il suo territorio e allora io come "capobranco" o "capogatto" dovevo intervenire) ma sempre più spesso domande di carezze…una testatina nelle gambe era un segnale inequivocabile.
Gli ultimi 5 giorni sono stati per Rosy una crudele agonia: non riusciva più a deglutire; così abbiamo deciso di fargli, d'accordo con il veterinario, una puntura finale. Io, mia moglie Anna e mia figlia Chiara eravamo muti e commossi nell'assisterla nel momento del trapasso…Sì, si trapassa, si va via da qualche altra parte e rimane solo un corpo di ossicini e peli. Per noi umani, ci sono giustamente riti e lutti più manifesti e partecipati ma anche la fine di una gattina di famiglia sento che abbisogna di una sua parte. Rosy, non so' se ci sia anche per gli animali un'altra vita come è supposta per noi umani, ma sappi che se c'è di sicuro saremo di nuovo insieme e il tuo "trenino" sarà anche nostro.

lunedì, marzo 08, 2004

Specifico biologico femminile...

C'è uno specifico biologico femminile che è composto dalla capacità di procreare; quello che succede nel corpo della donna per dare la vita ad un altro essere è straordinario: è qualcosa che non finisce mai di stupire. Dal menarca, la prima mestruazione, all'estrogeno, dall'aumento adiposo alla gonadotropina c'è tutto un microcosmo meraviglioso che ci permette di raddoppiarci, di progredire, di garantirci l'evoluzione…Ma poi c'è uno specifico spirituale femminile che spinge oltre.
Sì, esiste uno specifico spirituale femminile che ci accompagna alla trascendenza, ad elevare il pensiero. Poi non nascono donne ma femmine e questo è sempre meno destino, più progetto, ed anche qualcosa di più. La coscienza di essere donna, ovvero persona di genere femminile della specie umana, è un fatto non solo ormonale ma culturale, di protocollo, di comportamenti acquisiti; insomma, infilare i collants o lucidarsi le labbra non è dovuto all'avere XX invece che un XY: è qualcosa di più.
Sì, essere donna vuol dire avere principalmente sentimenti per costruire e non per distruggere; vuol dire cercare la pace e non avere mani adatte a lanciare bombe o impugnare picconi. Essere donna è formare uomini, è dotare intelligenze; è in sintesi rinascere. Che altro ricordare per l'otto marzo?

domenica, marzo 07, 2004

Valeria Valerina


Valeria (una mia nipote) è stata sottoposta due volte ad un intervento chirurgico d'urgenza per una malattia grave. Valeria piange ed io vorrei "tirarla" su…
Valeria Valerina che sei diventata piccolina. Ti ricordo rannicchiata sul divano a farti boccoli con le dita tra i capelli. Allora eri piccina per l'età e le coccole che chiedevi poi le trasportavi nei farballà del tuo vestitino.
Valeria Valerina ora sei una dolcissima mammina di due bellissimi bimbi che sono come te. Ma ora un "inciampo" che sempre ci riserva la vita, ti ha allontanato per un po’ da tutti noi.
Valeria Valerina ora hai bisogno di ritrovare le forze e i sogni di quella bambina che eri. Guarda un po' bene quanto amore hai; cerca un po' bene quanta forza hai…
Valeria Valerina non vergognarti a chiedere ancora le coccole poiché sono la medicina principale dell'anima e del corpo, sono quello che chiedono tutti.
Le chiedono Rebecca e Federico, le aspettano Stefano e gli amici; poi le pensano la mamma Elena, il papà Lello, la sorella Stefania, il fratello Lorenzo e la zia Anna…poi ancora io, Chiara, cognata, suoceri e non sai quanti ancora...e tutti poi ora sono pronti a farle a te tifando Valeria Valerina all'unisono.
Valeria Valerina sei bellissima e sei la più cara bambina diventata grande: una grandissima mammina che torna presto da tutti noi.

sabato, marzo 06, 2004

Agata e la tempesta…di femminilità


di Elisabetta Pagani

Le mie lodi all’humor inglese hanno solleticato alcuni lettori della mia precedente recensione che mi hanno accusata di essere troppo dura con la commedia italiana. Chiedo venia e, con piena soddisfazione, ammetto che nel panorama italiano abbiamo anche ottimi registi e sceneggiatori, soprattutto fra i giovani, che fanno sorridere e divertire senza il quadrinomio latino di cui parlavo. Non poteva sfuggirmi, e ve lo consiglio, “Agata e la tempesta” di Silvio Soldini con Licia Maglietta, musa ispiratrice, che già ci aveva deliziato in “Pane e tulipani”. Chiudete gli occhi e immaginate una donna, non più giovane, che appare naturalmente invecchiata all’inizio del film: viso leggermente cadente, qualche accenno di ruga e una pienezza non tonica; gradatamente, nel corso della storia, la vedrete rifiorire per quella alchimia segreta che è l’innamoramento. Agata riempie la scena: i suoi sorrisi, le sue paure, le sue metafisiche calamità, la sua sensualità di donna non liftata, carnale e passionale ci trascinano all’interno di una trama ben costruita, in una narrazione tra l’ironico e il farsesco, con tutti gli ingredienti di una storia vera. E, proprio perché vera, anche drammatica. Fratelli che si incontrano e si perdono per la naturale leggerezza della vita, amanti che non possono lasciarsi e coniugi che scivolano nell’oblio. Padri che si uniscono ai figli e colleghi che si cercano. E poi Genova con i suoi colori e la campagna emiliana che non si scorda più. Colori vivaci nei vestiti demodé che uniscono la famiglia e la distinguono. Colori anche sulle porte, sui balconi, sui muri e sugli sguardi. Progetti incompiuti e sogni realizzati. E poi le musiche e le inquadrature che danzano. Le risate vengono alternate a momenti di drammaticità e le antipatie si sciolgono attraverso la comprensione dell’altro. Ho invidiato Licia Maglietta per la sua bellezza fuori dai canoni moderni, per il suo sorriso senza età, a ricordarci che la femminilità è qualcosa che hai dentro e che nessuna perfezione può garantire.
Non tiratemi più le orecchie.

venerdì, marzo 05, 2004

Le tempeste d'amore di Agata e i suoi fratelli


Agata e la tempesta: è il film che segna il ritorno di Silvio Soldini e Licia Maglietta dopo Pani e Tulipani. Con questo nuovo film S. Soldini ricostruisce una commedia dove l'atmosfera leggera, ironica, che ruota attorno all'amore e alle sue trame imprevedibili è nuovamente al centro del racconto cinematografico. Così in questo bel film che definirei d'atmosfera e di sentimenti, si snoda una trama che potrebbe ricordare forse un Almodovar "all'acqua di rose". Scusate, ma quella Giselda Volodi che interpreta Maria libera e Carla Astolfi (il geometra Mirabassi) non ricordano le interpreti preferite di Almodovar? Ma Soldini non trasgredisce, non ha eccessi e le sue idee e bizzarrie si compongono in un delicato canto corale di una divertente e delicata commedia dove non mancano annotazioni amare e surreali.
Il racconto ha diversi personaggi: Romeo, Gustavo e naturalmente lei, Agata che con la sua carica vitale, la sua energia inespressa arriva a fulminare le lampadine. Questo è in fondo il leit motiv della commedia…l'amore che Agata non riesce a fermare, non riesce a raggiungere, fa cortocircuitare l'energia; tutto tornerà a posto quando trovato finalmente l'amore, la lampadina si spegnerà per effetto della sua volontà.
Così, con Agata, possiamo pensare che quando qualcosa non va sono segnali di un imminente cambiamento. Dopo avere scoperto di far "saltare" le lampadine, ad Agata e a chi le vive vicino succederà di tutto. Cambierà tutto: saprà che il fratello non è suo fratello, che chi la corteggia è sposato e ognuno ha dei problemi mai affrontati. Queste sono le premesse per un tourbillon di scenette dolci e tristi, gaudenti e malinconiche. Se c'è qualcosa da criticare sono le contorsioni per arrivare al finale: qualche lungaggine di troppo…Ma è tutto perdonato poiché la bravura degli attori fa scorrere il tempo piacevolmente.
Nel finale c'è una morte ma insieme il trovato amore dei due protagonisti rimasti e soprattutto il messaggio di continuare a volare a occhi chiusi nella bellezza della vita. Non a caso si è su un aereo. Così si esce dalla sala contenti di avere respirato un po’ della magia di suoni, colori e umori di un film sull'amore e la vita.

martedì, marzo 02, 2004

Marguerite Young, ossia giovani della pratolina

Leggendo il Diario di Anais Nin (il volume sesto, l'ultimo) mi sono incuriosito per le lodi entusiastiche che l'autrice dedica a Marguerite Young, una scrittrice a me sconosciuta. Quello che di lei, Anais Nin scrive è davvero notevole: "Marguerite Young sarà per l'America quello che Cervantes fu per la Spagna e Joyce fu per l'Irlanda. Un giorno sarà studiata, analizzata, interpretata e commentata come quest'ultimo…Con i suoi personaggi apre nuovi territori, nuove visioni, una nuova archeologia dell'anima…Qualcuno ha scritto che il sogno distintivo della mente creativa è la sua capacità di creare nuove connessioni, nuovi rapporti mai creati prima. Questa è Marguerite Young". Mi sono messo subito alla ricerca su Internet per conoscere meglio il personaggio ed i suoi libri e per far presto sono ricorso al motore di Google ed al suo traduttore incorporato.
Ecco cosa è uscito: Marguerite Young è diventata Giovani Della Pratolina e quel "Marguerite Young was born in Indianapolis and authored Angel in the Forest, a book about the two utopias of New Harmony, Indiana", è divenuto "Il giovane della pratolina è stato sopportato a Indianapolis e l'angelo creato nella foresta, un libro sui due utopias di nuova armonia, Indiana". Letterale. Tremendo; se non lo traducevo da me ne sapevo ancora meno.
Ho poi cercato invano dei libri di Marguerite Young tradotti in italiano, ma non ho trovato nulla; lo stesso motore di ricerca Google (questa volta con la ricerca in italiano) mi ha segnalato Marguerite Yourcenar…Duras…Young è solo e ancora "giovane". C'è qualcuno che sa di più?

lunedì, marzo 01, 2004

Previsione

Provo a fare una previsione: Bossi alle prossime elezioni europee non riuscirà a portare nessun Borghezio al parlamento europeo, forse neanche un parlamentare qualunque; Forza Italia, perderà molti consensi arrivando a dimezzare i voti tanto da far diventare "forza Italia" una pia esortazione per una patria che è sempre meno forte e ricca. Infine A.N. e l'UdC raccoglieranno solo le briciole dei primi due. A quel punto, pensate che il governo regga? No, il secondo governo Berlusconi cadrà. Si andrà presto ad elezioni anticipate.
Bossi a quel punto sparerà le più grandi cazzate che la politica italiana abbia mai sentito, ne avrà per tutti: chiesa, comunisti, democristiani da fucilare, mafiosi di Arcore e di Roma ladrona. Fini e Follini chiederanno nuove verifiche a Berlusconi che si ripresenterà sorridente con i nuovi manifesti di metri 4X10: "Un impegno concreto: ricchezza per tutti". L'italiano voterà e chi vincerà?…La previsione qui si ferma. Questo lo saprete solo voi.