lunedì, novembre 21, 2011

ideologie

Non saprei dire se il governo di Mario Monti ce la faccia a raddrizzare la barca Italia, che con Berlusconi non smetteva di imbarcare acqua; oltre all'utilizzo di buone pompe di sentina, servirà poi un buon equipaggio ai remi che di buona lena porti la barca in buone acque...qui sta il difficile.
I rematori dovrebbero essere quei parlamentari che fino a ieri erano divisi in due fazioni a darsi schiaffi. Una delle due fazioni poi era pronta ad ogni prova infingarda: ha votato perfino che la marocchina 'Ruby rubacuori' era la nipote dell'egiziano Mubarak. E ora? Ecco che avanza una componente ideologica, che in barba a quelli che sostengono siano finite le ideologie, dimostra agli stessi quanto questa affermazione sia falsa: il non volere la tassa patrimoniale è quanto di più ideologico ci possa essere.
La destra ideologica berlusconiana è una strana destra, che ha fatto vergognare chi si sente veramente di destra, paurosa di togliere qualcosa ai ricchi nel nome di una fraintesa libertà. Fare una tassa patrimoniale, richiesta anche da molti ricchi, è importante per far tornare i conti e insieme fare un po' di giustizia distributiva aggravata dalla crisi economica finanziaria che ha permesso ai già ricchi di diventare più ricchi.

mercoledì, novembre 16, 2011

12 novembre 2011

data storica. Dopo 19 anni si assiste alla fine politica dell'uomo che ha diviso l'Italia e ha segnato in modo profondo la politica trasformandola in un 'teatrino tragico-comico'; lui che per primo l'aveva definita così.

Spero che con il berlusconismo finisca anche il partito della Lega Nord: un partito xenofobo ed espressione di una sola parte d'Italia. Questo partito dopo avere sostenuto con il voto alcune delle leggi peggiori per l'Italia e le leggi ad personam, ora si defila dal votare provvedimenti severi e necessari per mettere in salvo l'economia italiana.

Trincerandosi dietro il mancato consenso politico suffragato da un voto per negare la fiducia alla creazione di un governo istituzionale d'emergenza, la Lega Nord compie un suicidio politico.

Berlusconi e Bossi erano legati da doppi interessi personali e politici. Molti hanno subodorato che li legasse anche un atto notarile per cui c'erano in gioco molti soldi...ora quell'infausto patto viene a cadere con l'uscita di scena di Berlusconi. Credo che anche Bossi lo dovrebbe seguire. Nel grande degrado della politica Bossi e il suo dito medio sono l'immagine rappresentativa di una casta straffottente e demagogica.
Chi può continuare a pensare che quei due individui avessero a cuore la sorte dell'Italia?

Poi prima di votare si faccia subito una legge elettorale che almeno reintroduca le preferenze. A proposito si tenga bene a memoria le facce che hanno fatto parte della maggioranza di questo Parlamento: spero che nessuno li rivoti; un passo verso il cambiamento passa anche da questa scelta.

giovedì, novembre 10, 2011

La fine...

L'agonia di Berlusconi è durata un anno: dopo il 14 dicembre dello scorso anno, quando fu votata la fiducia al suo governo e la ottenne per soli 2 voti. Erano stati dei 'giuda' -la stessa affermazione che ora viene rivolta a quelli che l'hanno abbandonato- come Scilipoti, Razzi ecc. a salvare una maggioranza che di per sé non esisteva più. Da quella data il governo, dentro una emergenza economica da far tremare i polsi, non ha prodotto nulla. Solo la volontà di rivincita personale di Berlusconi faceva proseguire un governo tra i peggiori della storia repubblicana: rimpasti ministeriali, nuove nomine per accontentare i famelici deputati accorsi in aiuto, gelosie, votazioni per salvare la casta, ecc. In verità qualcosa il governo aveva fatto: delle manovre economiche che parevano volute dal solo ministro Tremonti con l'intento di salvaguardare i conti, fatte di tagli e e riduzioni alle spese. Sembravano misure dettate da una lotta di classe alla rovescio: non sacrifici per i ricchi ma per i poveri. Null'altro. Non una riforma, una liberalizzazione, un rilancio di investimenti...nulla se non la difesa dello status quo. In più la solita campagna di Berlusconi nell'attacco alla magistratura e il continuo susseguirsi di scandali dettati dall'affarismo politico. Un anno perso.
Dovremmo gioire per la fine di 'un uomo solo al comando'; di un 'ghe pensi mi' della peggior specie: l'imbonitore televisivo che metteva tutto su un piano del consenso personale. O con lui o contro di lui. La televisione, la stampa e naturalmente i comunisti erano i responsabili di tutto quello che non andava come diceva lui.
Dovremmo essere felici per la fine di un personaggio squallido che è stato l'interprete di un periodo storico (il berlusconismo) che ha degradato l'intera società italiana. Eppure, pur avendo atteso da molto tempo questo momento non sono contento. Sono in tensione. Attendo colpi di coda dai servi e osannatori di quell'uomo; quelli in varie fasi del 'regime' si erano dimostrati i peggiori. Sto a guardare. Poi sicuramente un moto di libertà e di orgoglio mi farà gridare: E' finita! Era ora! Sursum corda. Giovani, tocca a voi.
L'agonia di Berlusconi è durata un anno: dopo il 14 dicembre dello scorso anno, quando fu votata la fiducia al suo governo e la ottenne per soli 2 voti. Erano stati dei 'giuda' -la stessa affermazione che ora viene rivolta a quelli che l'hanno abbandonato- come Scilipoti, Razzi ecc. a salvare una maggioranza che di per sé non esisteva più. Da quella data il governo, dentro una emergenza economica da far tremare i polsi, non ha prodotto nulla. Solo la volontà di rivincita personale di Berlusconi faceva proseguire un governo tra i peggiori della storia repubblicana: rimpasti ministeriali, nuove nomine per accontentare i famelici deputati accorsi in aiuto, gelosie, votazioni per salvare la casta, ecc. In verità qualcosa il governo aveva fatto: delle manovre economiche che parevano volute dal solo ministro Tremonti con l'intento di salvaguardare i conti, fatte di tagli e e riduzioni alle spese. Sembravano misure dettate da una lotta di classe alla rovescio: non sacrifici per i ricchi ma per i poveri. Null'altro. Non una riforma, una liberalizzazione, un rilancio di investimenti...nulla se non la difesa dello status quo. In più la solita campagna di Berlusconi nell'attacco alla magistratura e il continuo susseguirsi di scandali dettati dall'affarismo politico. Un anno perso.
Dovremmo gioire per la fine di 'un uomo solo al comando'; di un 'ghe pensi mi' della peggior specie: l'imbonitore televisivo che metteva tutto su un piano del consenso personale. O con lui o contro di lui. La televisione, la stampa e naturalmente i comunisti erano i responsabili di tutto quello che non andava come diceva lui.
Dovremmo essere felici per la fine di un personaggio squallido che è stato l'interprete di un periodo storico (il berlusconismo) che ha degradato l'intera società italiana. Eppure, pur avendo atteso da molto tempo questo momento non sono contento. Sono in tensione. Attendo colpi di coda dai servi e osannatori di quell'uomo; quelli in varie fasi del 'regime' si erano dimostrati i peggiori. Sto a guardare. Poi sicuramente un moto di libertà e di orgoglio mi farà gridare: E' finita! Era ora! Sursum corda. Giovani, tocca a voi.

domenica, ottobre 30, 2011

B&B...ma cosa ci si aspetta da questi?

Si dovevano fare riforme strutturali e manovre finanziarie per rilanciare l'economia e la crescita (quel meccanismo a volte perverso che facendo aumentare i consumi invece di creare benessere, spesso fa impoverire le persone creando infelicità), ma il governo berlusconiano ha solo aumentato la libertà di licenziare e posticipato da qui a 15 anni l'innalzamento dell'età pensionistica. Misure senza senso. Misure fatte nel segno e nel nome dello stesso liberismo che ha prodotto la crisi finanziaria mondiale. Una bella pensata.
Questo è un ulteriore motivo per affossare il governo attuale. Ma si pensa davvero che B&B riescano a far fare all'Italia quel salto, quello sforzo economico e morale per uscire dalla crisi? Illusi. Poi uno dei B pensa solo a una parte dell'Italia; una certa Padania che nessuno conosce: un'entità solo nella testa di un partito.

giovedì, ottobre 13, 2011

Ma mi faccia il piacere

Davanti all'aula di Montecitorio vuota per metà, a causa dell'abbandono dell'opposizione al governo presieduto da Berlusconi, lo stesso dice: 'Le istituzioni si difendono con serietà e responsabilità e non facendo perdere tempo al Paese'. Non c'è limite alla 'faccia marcia'. Lui, Berlusconi Silvio, l'affossatore delle istituzioni; colui che ha reso tutto una barzelletta e usa il potere esecutivo per non affrontare i processi che lo vedono coinvolto, parla di 'serietà e responsabilità'.
'Ma mi faccia il piacere!': per dirla alla Totò e con un tocco di eleganza. Ma con che faccia si presenta ai meeting internazionali quando tutti sanno gli epiteti che ha rivolto alla Merkel e le sue passioni orgiastiche da consumare con l'amico Putin- forse l'unico che lo tollera.
L'Italia affonda e il suo unico pensiero è rimanere attaccato ad un potere, che con una legge elettorale voluta da lui, ha reso tutti i componenti della maggioranza e non solo servizievoli esecutori degli ordini di partito...il suo partito, quello fondato da lui solo: 'il ghe pensi mi', che ne ha già pronto un'altro.
Quando Berlusconi Silvio da Arcore finirà troveremo solo delle macerie. E' così: quando finiscono i regimi, rimane tutto da ricostruire...con serietà e responsabilità: quelle vere.

giovedì, ottobre 06, 2011

Steve Jobs e la Mela morsicata


di Giorgio Boratto
Steve Jobs, morto per un tumore al pancreas, un tumore che non perdona, poco tempo fa ha detto che il meglio della Mela deve ancora arrivare. Intanto tutti gli oggetti che ha creato ci hanno proiettati nel futuro.
Grazie a Steve Jobs c'è dal 1976 una Mela che ha trasformato i nostri desideri in prodotti. La Mela che ci ha portati nel futuro: è la Apple, quella dell'azienda di Cupertino in California. Il nome di 'mela' è stato ispirato forse dall'etichetta della casa discografica dei The Beatles, forse per le mele di cui era ghiotto Steve Jobs, fattosta che da allora il nome Apple significa computer...personal computer molto speciali.
Nato nel 1955, come il suo grande antagonista Bill Gates, ha iniziato -anche qui come Bill Gates- nel garage di casa a sperimentare circuiti elettronici.
E' nel 1984 che Steve Jobs con il lancio del primo personal computer ha iniziato la sua avventura. Nel 1986 poi si allontanò dalla sua creatura, per dissapori con l'amministratore delegato dell'epoca, ma con il suo ritorno nel 1997 ecco che mettendo una piccola 'i' davanti al nome dei suoi prodotti Apple diventa l'azienda più quotata nell'Hi-Tech. Quella 'i' iniziale che si può leggere come 'io' nasce con iMac e lo slogan che lo accompagnerà nella pubblicità sarà 'Penso quindi iMac'. Preso dal celebre 'Penso quindi sono' di Cartesio...ecco la 'i'. Era il 1998.
La piccola 'i' seguì dopo l'iMac, con iPod, iPhone, iPad. Con questi prodotti profondamente innovativi la Apple sbaragliava tutti gli avversari...anzi erano costretti ad inseguirla.
Con i prodotti Apple, Steve Jobs forniva un oggetto fisico con l'anima, ovvero l'hardware e il software. Bill Gates, il suo rivale, con la Microsoft si interessava soprattutto di dare un sistema operativo, ossia un software a tutti i computer prodotti dalle altre aziende.
Non saprei dire cosa sarà l'Apple dopo Steve Jobs; non saprei se il meglio della Mela debba ancora arrivare. Certo che la sua guida, la sua volontà, il suo carisma e determinazione mancheranno a tutti.

lunedì, settembre 26, 2011

La recita di B&B

NdA (prima che entri in vigore una ventilata legge contro le intercettazioni che vuole mettere un bavaglio anche ai blog...esprimo una mia opinione:

La foto che mostra Berlusconi che tiene una mano sulla testa di Bossi è emblematica di quanto succeda in questo momento in politica. Ricordo un'altra foto di tantissimi anni fa quando invece Berlusconi camminando nella sua villa di Arcore metteva la mano sulla spalla di Bossi; era il 1996 e di lì a poco il 'mafioso di Arcore', così lo appellò Bossi, perdeva la guida del suo primo governo.
All'ora la Lega Nord perse alcuni personaggi che confluirono in Forza Italia. Berlusconi furioso apostrofò Bossi come un Giuda. Fini disse che con Bossi non avrebbe mai preso neppure un caffè...come si sa in politica mai dire mai. Poi bastò solo qualche anno, con qualche accordo notarile di risoluzione per querele e pagamenti, che ci ritroviamo oggi nel panorama di uno sfascio totale dell'Italia con questi due personaggi a recitare nuovamente la scenetta: Berlusconi che lambisce Bossi, con una faccia da cagnolino ubbidiente. Cosa succederà ora?
Sicuramente la Lega Nord non sarà più quella di prima. Berlusconi a sua volta ha imboccato un viale del tramonto, che speriamo non aggravi di più la situazione italiana ormai allo stremo.
Pagine di storia brutte e tristi. Così festeggiamo i 150 anni dell'unità d'Italia: con due guitti della politica a cui gli italiani hanno creduto potessero cambiare l'Italia in bene. Oggi possiamo dire che si stava meglio quando si stava peggio. Si stava meglio quando c'erano ancora i comunisti; almeno a quei tempi le persone avevano un altro spessore morale e politico.

giovedì, settembre 22, 2011

Il sindaco di Lampedusa

di Tony Troja articolo tratto da Il Fatto Quotidiano
Era il 30 marzo 2011. Berlusconi, giunto a Lampedusa, rassicurava gli abitanti sulla situazione immigrati nell’isola. E come al solito, non aveva perso tempo per mostrare buona parte del suo repertorio di balle spaziali, questa volta ad insulam: “in 48-60 ore, gli immigranti andranno via da Lampedusa”; apriremo un casinò e un campo da golf”; “abbiamo dato incarico a Rai e Mediaset di fare servizi che attirino gli italiani (a Lampedusa)”; “verranno stanziati fondi straordinari per Lampedusa”; “una moratoria fiscale”; “la richiesta all’Unione Europea che l’isola sia zona franca”; “candidiamo Lampedusa al Nobel per la pace”.
E per ultima, perla delle perle: “Mi sono, ieri mattina, domandato: ma incontrando i lampedusani, come posso dargli io la sicurezza che tutti i piani che annuncerò saranno davvero trasformati in realizzazioni concrete? Mi sono detto DEVO DIVENTARE LAMPEDUSANO ANCH’IO! Mi sono attaccato ad internet, ho scovato una casa bellissima di fronte a Cala Francese, si chiama Due Palme… e l’ho comperata! Quindi, adesso, avete, nel governo un interlocutore assolutamente interessato”.
Accanto, Raffaele Lombardo che, come al solito, è presente solo fisicamente (lo sguardo è totalmente assente) e che sbadiglia durante il discorso del premier; il sindaco De Rubeis che si preoccupa che Berlusconi non cada dal muretto dal quale parla (un’altezza vertiginosa di qualche decina di centimetri) e una signora sconosciuta che annuisce per tutto il Berlusconi Show.

domenica, agosto 21, 2011

Lotta di classe

La manovra finanziaria che dovrebbe servire a portare in pareggio il bilancio dello Stato italiano contiene di tutto: tasse, tagli, sanzioni, riduzioni di cariche elettive, regole antievasione fiscale, trasferimento di salari, posticipi di pensioni, tfr, avanzamenti retributivi, aumenti di tariffe, contributi di solidarietà ecc. Tutte misure che nella maggior parte colpiranno ancora i lavoratori e gli strati bassi della società.
La manovra non prevede interventi sui patrimoni mobiliari e immobiliari. Sono misure dettate dalla visione classista della società rovesciata. Sì, perchè in Italia abbiamo la lotta di classe alla rovescio: sono i ricchi che fanno la guerra ai poveri.
Mentre la crisi avanzava e metteva in pericolo l'assetto sociale dello Stato, il nostro Parlamento e il Governo si preoccupava di fare leggi per evitare che si processi il boss della politica italiana.
E' così. La lotta di classe con Berlusconi al potere è stata ribaltata. Cosa credete? Che ad esempio la riforma della Giustizia serva a far processare e condannare chi commette reati? No, serve soprattutto a far evitare condanne e galera al capo e ai politici corrotti. Il processo breve, poi diventato lungo ha lo scopo di salvare i ricchi. Che altro? Salvaguardia del potere costituito non dalla capacità, dalla competenza, dall'onestà e dai valori morali, ma dalla ricchezza, dalla pecunia.
Un risultato lo si vede nell'affollamento delle carceri: sono riempite da poveracci che sono in galera perchè non hanno a disposizione avvocati e leggi ad personam. Per un Alfonso Papa ed un Lele Mora in galera -c'è da giurare usciranno presto- ne marciscono dentro migliaia. In Italia se truffi miliardi o aiuti i mafiosi, farai si e no qualche giorno di arresti ai domiciliari, se non sei con i documenti in regola per l'emigrazione vai nei campi di concentramento chiamati CPT.
Nel grosso problema carcerario italiano abbiamo il 40% dei detenuti rappresentato da extracomunitari, molto spesso clandestini. Anzi, loro in maggior parte sono in carcere proprio perché clandestini.
Le pene alternative, che dovrebbero permettere di scontare le pene fuori dal carcere, sono date a chi ha gli avvocati che fanno richiesta nei tempi giusti; chi ha i soldi ha l'avvocato interessato, gli altri no. Inoltre con l'introduzione dei vari 'pacchetti sicurezza' indipendentemente dalla gravità dei reati: chi ha due stupri o due rapine può restarsene fuori, chi invece ha un furto di provolone, una guida senza patente e una vendita di cd taroccati deve restare dentro.

lunedì, agosto 15, 2011

La crisi economica e la manovra finanziaria

L'attuale crisi mondiale, che ha investito tutti, ha un'origine dentro il sistema capitalistico e un liberismo sfrenato che ha nel mercato il suo Dio. Con la scelta degli strateghi americani di Reagan si è avviata una fase che ha fatto cadere tutti i controlli pubblici e politici sull'economia producendo una finanza speculativa spesso posticcia e senza etica.
Ora si fanno manovre monstre per salvare gli assetti economici e sociali degli Stati ma sempre nell'ottica di riprendere poi il solito cammino di consumi e sperperi, di crescita disordinata e sperequazioni. E' sempre più chiaro che in questo modo avremo un 'cane che si morde la coda'.
In Italia la ricaduta economica è aggrava da un governo di centrodestra che governandone 8 degli ultimi 10 anni, ha acuito il disastro del debito pubblico esercitando una 'lotta di classe' all'incontrario. In Italia paradossalmente ci sono i ricchi che fanno la guerra ai poveri.
Ora pressata dalla comunità europea, con i governi francese e tedesco in primis, l'Italia ha dovuto approvare con un decreto urgente una manovra finanziaria mostruosa: si tratta di ben 45 miliardi di euro per portare a parità il bilancio dello Stato. Miliardi che in parte vanno a sommarsi ad una finanziaria varata appena un mese prima.
Questa manovra contiene di tutto: tasse, tagli, sanzioni, riduzioni di cariche elettive, regole antievasione fiscale, trasferimento di salari, posticipi di pensioni, tfr, avanzamenti retributivi, aumenti di tariffe, contributi di solidarietà ecc. Tutte misure che ancora colpiranno i ceti lavorativi e bassi della società. Ancora misure dettate dalla visione classista rovesciata.
Ma cosa potevamo aspettarci da un governo presieduto da Berlusconi? Dall'uomo più ricco d'Italia? Forse di colpire i ricchi? Altra cosa che abbiamo assistito, con la questione morale, è la difesa di una casta politica che, con quello che si era presentato come l'antipolitico' è diventata più forte e sfrontata.
Cosa succederà ora? Una cosa che per me è certa: dalla crisi non si uscirà se non cambiamo il nostro modo di vivere, legato ai consumi e allo spreco, insieme alla visione del mondo che abbiamo attualmente. Cosa difficile ma necessaria per non spargere sangue.

martedì, luglio 26, 2011

personaggi negativi: Mario Borghezio

Non so da quanti anni la Lega Nord manda al Parlamento Europeo un uomo come Mario Borghezio, un pregiudicato, che in merito alla strage di Oslo compiuta da un fanatico criminale come Anders Breivik afferma: 'Molte sue idee sono buone, alcune ottime. È stato strumentalizzato. È per colpa dell'invasione degli immigrati se poi sono sfociate nella violenza'.
Non capisce che le violenze stanno proprio alla base di quelle idee? Non capisce che il nazismo conteneva le stesse idee? L'odio per il 'diverso', l'esclusione, la separazione, il considerare le proprie idee superiori e uniche in modo da pensare che l'occidente sia una civiltà superiore e tutti gli altri uomini sottospecie, sono gli argomenti che portano – se non lo sono già loro stesse- violenza e omicidio.

venerdì, luglio 15, 2011

Il lusso è un diritto?

Ho visto in questi giorni una pubblicità che diceva: 'il lusso è un diritto'. Era riferito ad un'automobile e chissà cosa volesse sostenere quello slogan che, tra parentesi, è stato fatto da una società pubblicitaria tra le più prestigiose d'Italia, la Armando Testa.
Bisogna ricordare che il lusso è la manifestazione della ricchezza incivile che vuole impressionare chi è rimasto povero. E' la manifestazione dell'importanza che viene data all'esteriorità e rivela la mancanza di interesse per tutto ciò che è elevazione culturale. E' il trionfo dell'apparenza sulla sostanza.
Allora chi comprerà quell'automobile su quali basi si muoverà?
Mi sa che questa volta la Armando Testa abbia preso un granchio...così si dice per chi pesca una cosa sbagliata.

martedì, luglio 12, 2011

La crisi economica...

E' una vita che si parla di crisi economica ed è una vita che io vivo di crisi.
Io ricordo che a vent'anni si parlava di congiuntura, era una fase che preludeva a cambiamenti sociali ed economici che per noi voleva solo dire insicurezza economica: crisi e ancora crisi; poi si arrivò all'inflazione. Arrivò poi il riflusso; quello fu non solo economico ma anche sociale e di conseguenza ci si trovò nella recessione. Con il tempo si parlò di stagnazione, che diventò stagflazione. Sempre per la crisi.
La colpa era sempre degli ultimi della scala sociale: gli operai, i pensionati e i sindacati...'bisogna tagliare il costo del lavoro e lo stato sociale...poi tutto ripartirà'. Così si affermava. Più soldi ai padroni affinchè possano rilanciare l'economia e le imprese. Invece ancora e sempre la crisi. In Italia, come in altri Paesi, si era addirittura messo un 'padrone' al governo: la crisi con quello...puff! Sarebbe sparita.
Oggi con il continuo succedersi di crisi arriviamo alla catastrofe finanziaria mondiale. Siamo alla bancarotta. 'Siamo alla frutta', dicevano quelli che fino a quel momento si erano mangiati tutto. Per ripartire bisogna rilanciare i consumi, far tornare a spendere la gente: questa è la ricetta antica. Quella che dovrebbe far crescere il PIL e che invece fa girare le palle a chi vorrebbe pure spendere e comprare tutto, ma i soldi non li ha.
In ultima analisi c'era e c'è sempre una crisi che incombe e di conseguenza l'economia langue. Vuoi per le finanze, vuoi per il lavoro si continua a soffrire.
Ma pensiamoci bene: chi è che sostiene che l'economia è una scienza? E per di più esatta? Ecco lo sbaglio è quello: l'economia non è una scienza e, seppur ha a che fare con i numeri, non è per niente esatta. L'inganno di sostenere l'economia come una scienza universale è quello che frega tutti.
L'economia è una invenzione umana e come tutte le creazioni mentali dell'uomo è destinata a cambiare e anche a sparire. Sarà che dopo tantissimo tempo stiamo preparando il funerale all'economia? La crisi allora si rivelerà come una definizione all'interno del linguaggio, delle metodologie e della teoria della scienza economica. Sparita quella, chissà che non sparisca anche la crisi.

sabato, luglio 09, 2011

Il cambiamento

Mi sono chiesto spesso come mai molte persone cambino in modo così repentino e soprattutto scegliendo l'opposto di ciò che affermavano con foga fino a qualche tempo prima.
Nella pratica quotidiana cosa succede se un 'baciapile' un bigotto poi me lo ritrovo un ardente ateo e mangiapreti? Oppure che dire all'opposto di marxisti convinti praticanti dell'ortodossia materialistica, scoprirli poi docenti di pratiche spirituali e religiosissimi seminaristi delle chiese più svariate?
Penso subito al percorso dell'Eroe; ovvero il classico percorso personale verso la responsabilità della propria vita che comprende le tre grandi tappe: l’Eden, la Caduta e il Ritorno. Insomma pare che queste persone, in cui vedo i cambiamenti, forse in fondo 'ritornano' a ciò che erano in origine.
Rimango tuttavia perplesso; c'è una componente che rimane in quel cambiamento invariata ed è l'estremismo, il fideistico abbraccio alle visioni del mondo che poi cambiano. Come mai? Ecco non sarà questo modo di vivere acriticamente la loro vita e le loro decisioni che li porta a trasformarsi in potenziali soldati giapponesi pronti sempre alla guerra?
Faccio questa considerazione per spiegarmi i cambi di casacca che spesso avvengono in campo politico: cos'è una maturazione? Certo che in politica può giocare l'opportunismo, l'interesse personale di emergere ricercare consensi e potere fuori da ogni logica di pensiero...ma poi?
Ecco io spero solo che i percorsi personali di certi individui poi non influiscano più di tanto nelle scelte collettive, per cui si salva un governo disastroso o si vota una legge criminale solo per ripetere il viaggio dell'Eroe...
Ma non saremo a nostra volta noi tutti un essere unitario che deve imparare a crescere?

venerdì, giugno 17, 2011

Il vento è girato

Il sito web del quotidiano La Padania della Lega Nord è in manutenzione già da un po' di tempo e non si sa quando sarà nuovamente online. Nel momento di maggiore sofferenza per la maggioranza di governo e in special modo della Lega Nord, i simpatizzanti e iscritti di questo partito non hanno modo di esprimere il loro disagio.
La stessa pagina su internet del partito della Lega Nord non parla minimamente dei referendum appena svolti, che hanno rappresentato un ulteriore schiaffo; neppure si menzionano atti dell'azione di governo dove hanno molti ministri. Volantini di propaganda, dove l'obiettivo sono i clandestini e gli immigrati, la richiesta di sicurezza e pene per chi delinque rappresentano le proposte di un partito che pare all'opposizione.
Intanto il disagio e la protesta dei simpatizzanti e degli iscritti al partito monta di giorno in giorno: chiedono al partito di abbandonare il 'mafioso che parla meneghino'. Sembra di colpo di essere tornati al 1996 quando Bossi attaccava frontalmente Berlusconi -Berluskaz- come un delinquente.
Tutta l'attenzione è ora puntata su il raduno di Pontida dove Bossi parlerà al suo popolo delle strategie per raggiungere gli obiettivi cari ai leghisti padani. Il federalismo dovrebbe essere a buon punto e l'obiettivo di tradurlo in realtà con decreti ad hoc -quali il federalismo fiscale- sembrano arenarsi per le difficoltà economiche. A Berlusconi pare che l'unica riforma che conti sia quella 'epocale' della Giustizia. Proprio lui che interpreta l'ingiustizia sociale più eclatante, l'aspetto dei privilegi più manifesto; l'uomo più ricco e potente d'Italia che non si difende nei processi ma dai processi, parla solo di giudici, pm, magistrati e giustizia. La Lega Nord sosterrà ancora Berlusconi a discapito del mal di pancia del proprio elettorato?
Forse siamo ad una svolta anche del come intendere la politica che gira attorno a persone singole: tutto un delegare a leader come Berlusconi e Bossi che è evidente hanno fatto il loro tempo. La Rete dei cittadini, di chi vuole partecipare alle scelte politiche e vuole essere protagonista responsabile del proprio destino non può continuare a sopportare i 'ghe pensi mi'; i più 'amati' dal popolo...coloro che hanno creato cortigiani, servi e yesman devono andarsene. Qualcosa dice che il vento sta cambiando.

martedì, giugno 14, 2011

quattro poesie


Porco belino porco
'Porco belino porco'...così bestemmiava mio papà.
'Porco di un mondo porco', così inveiva sempre papà.
Ancora 'porca miseria porca' continuava papà.
Nelle dolce litanie a base di porco qui e porco là,
si tirava avanti in miseria e onestà.
Ricordo anche quando vinse alla Sisal...furono solo sessantamilalire,
e allora 'Porca puttana porca', si rise per un po'.
Fu davanti ad una tavola bandita con un porco sopra.
Da quel dì il porco venne rivalutato.
Porco al porco in verità non lo aveva mai detto.
Il porco in questione era destinato ad un destino scritto.
'Porco belino porco' qualche volta scappa anche a me
e di riflesso penso a mio papà.

Nonna Attilia
Mia nonna la vedevo sempre girata
a rimestare una pentola nera sopra il rounfò.
Mia nonna teneva il fuoco acceso con legna e carbone.
Dall'altra parte teneva una gallina sotto il lavandino.
Mia nonna parlava in piemontese e basta.
Parlava così con il nonno e mia mamma...e basta.
Con me però si sforzava a parlare in italiano.
Gliel'avevano imposto: se no va male per l'italiano a scuola.
Povero me. Nel tema: 'cosa fai nel tempo libero',
scrivevo sempre la stessa cosa.
Gioco nella gea e salto in cammalletta;
gioco con la zuiarda e le ciappette
faccio la guerra sparando cannette
se vinco poi mangio ciappellette
qualche volta giasciù u reganizzo

Scrivevo tutto in genovese
e non era per la nonna e il suo piemontese
scrivevo quello che sentivo dire dagli amici nella via
ma ancora penso, era farina mia

Mamma Angiolina
Era bella mamma Angiolina
e chi non la è bella per un figlio?
Era giovane mamma Angiolina
lo era anche quando se ne è andata...
forse è sempre presto per quella partenza disperata
Era Nina per tutti, mamma Angiolina.
Per me era carne, odore e voce
mistero, lacrime e sorrisi...
tutto in un arruffo vitale.
Mamma non trovo più il sale...
Quante minestre ho poi mangiato,
quante polpette ho digerito, cibi di ogni tipo ho assaggiato,
cucine diverse, quelle che ti crescono,
ti fan salire grassi, colesterolo e glicemie
Mamma il tuo cibo mi bastava...
lo dico tardi. Sono le mie anemie

Nonno Pietro
Era bello uscire con mio nonno Pietro
mi raccontava sempre cosa c'era dietro
Dietro ogni cosa, mi spiegava, c'è un significato
e io guardavo tutto, incantato
Vedi il cavallo che tira il carretto
serve all'uomo per lavoro e diletto
Ai suoi tempi c'erano i tram a cavalli
ma lui vedeva lontano e mi diceva: studia, studia...
ma stai attento ai credenti,
sono quelli che studiano per rimanere ignoranti.

lunedì, maggio 30, 2011

Giornate importanti: 29-30 maggio 2011

Forza Milano, forza Napoli...forza Cagliari, Trieste, Novara, Grosseto ce l'abbiamo fatta. Intanto grazie per la scelta. Grazie per aver sconfitto una destra becera che non ha niente di europeo.
C'è da fare ancora un po' di cammino, ma due importanti passi sono stati fatti: due capitali italiane di cultura e bellezza hanno segnato una svolta.
Non si poteva continuare di sentire insultare molti cittadini onesti come senza cervello.
Non si può continuare a vedere lo spettacolo dell'uomo più ricco d'Italia fare la vittima e attaccare i fondamenti della nostra democrazia.
Non si può continuare a osservare un governo che vive e opera solo per difendere un capo. Ministri ridotti a cortigiani o forse meglio dire cortigiani ridotti a ministri. Basta Alfani, Brambille, Santanchè e La Russe.
Questa volta c'è stato qualcosa di particolare: una vittoria nata non rispondendo slogan a slogan; per questo era difficile, da una parte c'erano insulti e semine di paura a cui si è risposto con ironia e pacatezza.
Dopo quasi un ventennio -tanto durano in Italia i regimi- forse stiamo uscendo imboccando una difficile strada di risalita. Abbiamo bisogno di una nuova politica con persone diverse e nuove regole che non permettano più che un ricco proprietario di televisioni, giornali, banche, assicurazioni, case editrici decida su tutto. La democrazia non può tollerare un 'ghe pensi mi'; i nostri problemi dobbiamo risolverli insieme, come comunità, con l'apporto di un dialogo e non con lo scontro.
Spaccare il paese, dividere, insultare, non aiuta a governare. Quando si dice 'senso delle istituzioni' e 'senso dello Stato' si intende che si deve cercare la responsabilità di tutti per tutti, non di rimanendo un capo fazione continuando a offendere chi non la pensa come lui.

giovedì, maggio 19, 2011

Caccia al voto moderato

Sembra che a Milano tutto si giochi nella caccia al voto dei moderati. Gli attacchi a Giuliano Pisapia sono fatti descrivendolo come un estremista, come un poco di buono, come capo di una coalizione che comprende gente che si lava poco, che è per gli zingari, per i centri sociali, contro la sicurezza...
Io mi chiedo ma la Lega Nord è un partito moderato? Bossi, che evoca fucili e dà dello stronzo agli avversari e del matto a Pisapia, è un moderato? Borghezio, che vuole prendere a calci nel culo i musulmani, e Calderoli, che fa pisciare i maiali sul terreno dove si vuole costruire una moschea, sono moderati? La stessa Destra, che sostiene la coalizione della Moratti, è moderata? Ma soprattutto Silvio Berlusconi è un moderato? Lui che fa dell'eccesso uno stile di vita si può ritenere un moderato? Allora chi sono i moderati in Italia?

Morale e Sesso per le religioni

Solitamente, meglio dire quasi sempre, chi professa una religione pensa che nessuna fede meglio della propria trasmetta le virtù dell'amore e del perdono, aiutando a mettersi in contatto con un Dio molto esclusivo.
Per questo fatto i religiosi diventano intolleranti, anzi spesso sfociano nell'odio e trovano proprio nella loro Rivelazione, sia la Bibbia che il Corano i capitoli e i versetti dove si giustificano le nefandezze. Ecco apparire così, alla grande, la morale, la loro morale. Ma come si può sostenere che l'idea morale si fondi sulla religione? Innanzi tutto le religioni non fanno che calarla all'interno delle mutande, cosicché la morale diventa soprattutto un fatto sessuale. Qui le paure sono tantissime; si va contro gli omosessuali, contro le unioni di fatto, contro gli anticoncezionali. Poi si passa all'accanimento terapeutico, per mantenere vite artificiosamente, e poi insieme a benedire eserciti, cannoni e affamare i poveri della Terra. Lasciamo poi stare quando questa morale sostenuta dalla religione lotta contro la scienza come sulla ricerca sulle cellule staminali e certe cure. Tutto questo per dire quanto è pericoloso che la morale religiosa si inserisca nella politica e nelle istituzioni; originando divisioni, conflitti e comunità separate.
L'aspetto sessuofobico delle religioni in generale fa poi aumentare le devianze. Non sarebbe opportuno che anche i preti si sposassero? Senz'altro senza la privazione innaturale del sesso si potrebbe affrontare la tematica di una educazione sessuale in maniera più utile e laica.

lunedì, maggio 09, 2011

Il razzismo in Europa

Il razzismo continua e penso che non finirà mai: come l'ignoranza umana; poiché ogni volta, con la nascita di un uomo, si ricapitola l'intera vicenda umana. Un po' potrebbe essere d'aiuto l'educazione e l'istruzione ma dubito che il razzismo scompaia. Il flusso di immigrati, che nella storia umana non si è mai interrotto, è da sempre un elemento che provoca reazioni razziste. La politica ha nel governo di questo fenomeno una grande responsabilità.
Il 10 maggio verrà presentato a Istanbul, nel corso dell’ultima sessione del Comitato dei Ministri a presidenza turca, un rapporto sulle condizioni degli emigranti e sull’emarginazione e il degrado in cui vivono certe popolazioni nomadi. Questa relazione è stata voluta dal Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland e affidata a un gruppo di nove saggi cui fa parte anche Emma Bonino; gli altri sono: Joschka Fischer, Timothy Garton Ash, Martin Hirsch, Danuta Hübner, Ayse Kadioglu, Sonja Licht, Vladimir Lukin, Javier Solana.
Spero che questa iniziativa sia un'utile risposta politica per affrontare il tema del razzismo.
In questo rapporto dal titolo, 'Conciliare libertà e diversità per vivere assieme nel XXI secolo', verranno proposti 17 principi guida che partono dal presupposto che...la diversità culturale è una caratteristica costante della storia europea. l’Europa sta invecchiando, quindi l’immigrazione serve a ringiovanirla, quindi dovremmo agevolarla. la loro diversità può contribuire alla crescita di cui oggi l’Europa ha più che mai bisogno. Ecco perché il destino dell’Europa è legato alla diversità. Bisogna, quindi, adeguare il nostro futuro al mondo che cambia in maniera sempre più rapida'. Per contro: 'sono in notevole aumento l’intolleranza e la discriminazione, il consenso ai partiti populisti e xenofobi, la presenza di immigrati irregolari e praticamente senza diritti, molte comunità non integrate nella società civile, l’estremismo islamico, la perdita di libertà democratiche, tentativi di ridurre la libertà di espressione nel presunto interesse della libertà di culto.
L'auspicio è che i principi guida del rapporto vengano utilizzati da tutti i cittadini europei come manuale della diversità. Un augurio affinchè l' Unione Europea affronti, con il Consiglio d’Europa, un lavoro assieme su una politica dell’emigrazione globale, coerente e trasparente.

lunedì, aprile 25, 2011

Che fatica essere cattivi

Che fatica essere cattivi. E’ difficile e complicato per l’uomo fare il cattivo. Usare il male richiede uno sforzo davvero immane; continuare ad esercitare odio e malignità non lascia tempo per il sorriso. Usare invece la cortesia, la gentilezza diventa semplice e gratificante. Per questo sono portato a pensare che molti facciano e continuino a fare il male più per ignoranza che per volontà. Anzi, se ci pensiamo un po' scopriamo che spesso il male più grande è stato fatto con l’obiettivo di fare il bene per tutti. Guardate i grandi crimini della storia, dal nazismo, al fascismo, fino al comunismo, volevano costruire società superiori in cui si sarebbe trovata la felicità e invece che disastro! Così sono anche le gabbie delle religioni che schematizzano tutti i comportamenti umani con giudizi, comandamenti e regole molto frequentemente prive di ragionevoli motivi. Tutte per farci trovare il Paradiso, la felicità...di là.
Non c'è il bisogno che le persone diventino musulmane, cattoliche o ebree; abbiamo invece la necessità che ognuno trovi all'interno di sé ciò che è. Abbiamo semplicemente da trovare all’interno di noi ciò che già abbiamo.
Per conoscersi basta guardare le nostre prigioni: riflettono ciò che è la nostra società, forse la nostra anima. Noi non abbiamo bisogno di cose esterne da possedere, ma di trovare relazioni di sincerità, di parità e d’amore, poi potremo offrire cose che a noi sono servite, ci hanno aiutato nei momenti difficili. Il rispetto per gli altri è la condizione prima per stabilire una relazione.
Ogni pensiero, parola e atto è un seme che piantiamo nel mondo. Nelle nostre vite, raccogliamo i frutti di quei semi. Se piantiamo il desiderio, il timore, la rabbia ed il dubbio, quelle cose riempiranno le nostre vite. Piantando l'amore, il coraggio, la comprensione e il buon umore otterremo che quelle cose ci tornino indietro.

mercoledì, aprile 20, 2011

Legge demografica?

La storia del mondo potrebbe leggersi anche come lo spostamento continuo di popolazioni da un luogo all'altro del pianeta Terra in cerca di luoghi dove poter vivere meglio.
Nonostante l'adattabilità della specie animale Uomo, quasi tutta l'umanità vive concentrata su poco più di un sesto delle terre emerse. Così l'uomo per diversi motivi si è sempre concentrato in luoghi particolari: le nazioni ricche e le città sono l'esempio più manifesto di agglomerazione. Nelle zone ricche come l'Europa, la popolazione vive più a lungo e la durata media della vita supera i 70 anni. Questa bassa mortalità dovrebbe provocare un aumento della popolazione; invece nei paesi ricchi non avviene così, perché altri fenomeni contrastano questo aumento: le coppie decidono di avere pochi figli e la fertilità maschile - secondo la Siams (Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità)- ha subito una significativa riduzione negli ultimi 50 anni: la conta degli spermatozoi si sarebbe quasi dimezzata. A pesare sono gli stili di vita, stress compreso, e le condizioni ambientali: anche l'esposizione all'inquinamento prodotto dal traffico urbano agisce negativamente, confermano gli esperti. Per via di questi fattori la situazione demografica potrebbe peggiorare, con una riduzione della popolazione presente sul territorio, dando vita a pericolosi mutamenti sociali ed economici.
Ora avanzo una provocazione: e se l'ondata di migrazione incontrollata che colpisce l'Europa fosse dettata anche da una legge naturale di sopravvivenza del più adatto? O da una legge dinamica della popolazione che riesce a conservare, con l'incremento demografico, anche il suo potere culturale?
Ecco allora che quella valanga di tunisini e nordafricani in genere che arrivano in Europa saranno in grado di incrementare la popolazione e la natalità. Quelli che vediamo arrivare sono tutti giovani, con la voglia di vivere e integrarsi qui in Europa e con questo presupposto salverebbero anche la nostra civiltà.
L'occidente è stato definito il paese della sera; il luogo dove tramonta il sole e insieme dove finisce una lunga civiltà. Il sommovimento migratorio che succede negli USA e ora in Europa forse riuscirà a controvertire la fine della nostra civiltà. Sarà così?

martedì, aprile 12, 2011

Uomo e Natura

Dovremo saperlo che noi, con tutta la nostra prosopopea, non siamo che un tentativo dell’evoluzione della specie. Non si sa neppure se avremo successo.
La Natura prova i progetti e non sceglie al primo tentativo, esplora, riprova, cerca sempre nuove possibilità. Certo, quello che ha portato a noi è un caso, ma per essere proprio un Caso, c'è stata molta intelligenza: c’è stata una lotta con la Materia per fare prevalere lo Spirito o meglio quell’intelligenza che permette non solo di interagire ma anche di controllare l’ambiente circostante.
L’altra dote che abbiamo è di accumulare il passato: il tempo con noi si accresce e forma la coscienza, poiché avvertiamo il passato sempre presente. Diventiamo la sintesi di un cambiamento senza fine.
Henri Bergson considerava il corpo umano come l'anello di congiunzione tra passato e futuro: il nostro corpo è la materia che permette la durata della coscienza, ovvero quel moto della coscienza in divenire che è il nostro presente.
Lo slancio creatore è lo slancio vitale che travolge ogni ostacolo affermando ogni volta la vita che cambia e si tramuta ‘in un processo libero, caotico e assolutamente imprevedibile’…così diceva Henri Bergson.
Ma torniamo a noi, cosa siamo? Siamo forse il primo tentativo di affermazione dello Spirito sulla Materia. Certo che il compito è duro: siamo diventati nel frattempo i più grandi produttori di oggetti, di spazzatura, poiché la materia che facciamo, aggiungiamo alla Natura non serve, anzi l’inquina. Allora dov’è l’intelligenza e lo Spirito? L’intelligenza dovrebbe farci rispettare la Natura, però con le cose che creiamo diamo sbocco a forme di pensiero nuovo: la Natura non è intelligente, spreca, tenta, nel caos e con noi cerca una via diversa. Forse quella via saremo ancora noi… ogni cosa prova che ognuno procede per diventare ciò che è: questo è il senso profondo della nostra vita. Per questo dobbiamo, nel corso della vita, fare i conti con molte cose; dobbiamo misurarci con meccanismi mentali e comportamentali che non ci appartengono, per realizzare quel miracolo di unicità e irripetibilità che ognuno rappresenta. Con noi la specie va avanti. Dovrebbe, si spera.

lunedì, aprile 04, 2011

Ma gli italiani sono così creduloni?

Ma gli italiani ci credono ancora? Molti se domandano nel vedere lo show di mister B. a Lampedusa, dove con la compulsione alle promesse del 'ghe pensi mi' è sparita la dimensione della tragedia. A Lampedusa ha preso corpo lo spettacolo dell'uomo che prospetta scenari da favola: campi da golf, casinò, ritinteggiatura delle case, premi Nobel...tutto condito da sorrisi e battute scherzose.
Ma gli italiani ci credono ancora? Dopo la spazzatura di Napoli, le condizioni del dopo-terremoto all'Aquila, le mancate realizzazioni del programma di governo e la perdita di autorevolezza internazionale, si continua con gli show?
Io ho provato ad immaginare ad esempio se all'opposizione ci fosse stata la Lega Nord e avesse assistito a quanto è successo a Manduria e Mineo con i clandestini che scappano sotto gli occhi della Polizia. Sarebbe successo il finimondo. La Lega avrebbe fatto le barricate chiedendo la testa del capo del Governo e del ministro dell'Interno. Ora naturalmente con la squadra B&B (Berlusconi e Bossi) si gioca a rimpiattino.
Ma gli italiani ci credono ancora? Credono ad un vecchio che contrabbanda come nipote di Mubarak una ragazzina marocchina frequentatrice dei suoi festini e poi imbrogliando sul numero di processi e assoluzioni si dice perseguitato politico dalla magistratura?
Io non ci credo e penso che neppure la maggioranza degli italiani creda ancora a questo guitto della politica. Naturalmente per dimostrare di non credere più dovrà farlo votando. Io spero presto.

giovedì, febbraio 17, 2011

Situazione grave

La lunga frattura che si è costruita tra gli italiani ora è diventata un enorme canyon. Tra i sostenitori di mister B. e chi lo avversa non ci può essere più dialogo. Questo è un grave danno per tutti.
In democrazia e in politica questo produce degenerazioni e anche immobilismo. Non si possono fare riforme istituzionali importanti per il Paese se non c'è condivisione sugli obiettivi. Non si possono fare a maggioranza neppure leggi elettorali; regole che determinano le regole del gioco democratico senza confronti.
Quello cui assistiamo in questi giorni – con il Presidente del Consiglio rinviato a giudizio per due reati gravi – dovrebbe far comprendere che in gioco c'è tutto l'assetto democratico. Ma chi è questo Berlusconi? Non si può continuare a dire che ha vinto le elezioni e che ha i numeri in Parlamento.
La democrazia ha delle regole non scritte, che sono i comportamenti che si ispirano al rispetto dei ruoli, non aggirabili. Vi sembra possibile rimanere in balia ad una corte che ripete a pappagallo che Berlusconi è una vittima di 'toghe rosse' e in fondo non è successo niente? Neppure ai tempi del fascismo e nei paesi comunisti succedevano queste cose.

venerdì, febbraio 11, 2011

Dale Carneige, un genio delle relazioni positive tra persone


Che nella nostra vita si cerchi la gratificazione è una cosa risaputa, anzi si può sostenere che noi viviamo perchè qualcuno ci conferma che siamo vivi e persone relazionabili. Che poi John Dewey, uno dei più profondi filosofi degli Stati Uniti, affermasse che 'il bisogno più sentito della natura umana è il desiderio di essere importanti', diventa conseguente a quello che dicevo. Così una delle virtù più rare, ma più importanti, è proprio quella di saper gratificare la gente.
Eric Berne con 'l'analisi transazionale' in fondo non ha fatto che analizzare e codificare le relazioni tra le persone come transazioni, ovvero scambi di 'carezze': gratificazioni utili al riconoscimento e alle conferme di esistenza.
Siamo proprio degli strani animali. Per sentici vivi abbiamo bisogno che qualcuno ce lo confermi. Il nostro passaggio per diventare esseri sociali, adatti a vivere in comunità, è stato quello di cercare nel prossimo relazioni permanenti e insieme trovare risposte ai nostri quesiti. L'amore e i suoi surrogati come la riconoscenza, la fama, il successo, le lodi sono la risposta a molti nostri bisogni. Imparare a conoscerli e esserne consapevoli è la strada per soddisfarli positivamente.
Un pioniere di questa arte di gratificare e relazionarsi con il prossimo, in modo positivo e soddisfacente, fu Dale Carneige che già nel 1912 iniziò una serie di corsi per insegnare l'oratoria e farsi amico il prossimo. In breve Dale Carneige insegnava a far diventare le persone più socievoli e comunicative.
Dale Carneige potrebbe essere considerato un genio che incarna lo spirito americano: l'uomo di successo.
Attenzione però, relazionarsi con il prossimo per farselo amico non significa compiacerlo, blandirlo o esserne servi, ma semplicemente apprezzare in modo sincero i pregi dell'altro. Niente adulazione, ma riconoscimento dei meriti in modo onesto. La prima regola di Dale Carneige infatti era: 'Non criticate, non condannate, non recriminate'...poi continuava con un lungo elenco di comportamenti e principi che comprendevano l'interessamento verso gli altri, imparando ad essere buoni ascoltatori, il sorriso e il ricordare il nome delle persone. Viene spontaneo allora parlare di cose che interessano agli altri.
Quelle grandi intuizioni di Dale Carneige sono tutt'ora di grande attualità e a distanza di quasi cento anni sono applicate soprattutto dai venditori e propagandisti politici.
In fondo l'insegnamento di Dale Carneige è una rivoluzione delle relazioni umane: diffondere e imparare questo dovrebbe aiutare a migliorare il mondo.
Ecco i titoli dei suoi libri:
Come Parlare in Pubblico e Convincere gli Altri
Come Godersi la Vita e Lavorare Meglio
Come Trattare gli Altri e Farseli Amici
Scopri il leader che è in te
Come vincere lo stress e cominciare a vivere

sabato, febbraio 05, 2011

Il ruolo di internet nelle sommosse in Nord Africa

I giovani della Tunisia, dell'Algeria e dell'Egitto stanno sovvertendo un sistema di potere che è fermo da moltissimi anni. Lo scenario che si apre nessuno sa dove porterà ma sicuramente quello che possiamo affermare niente sarà come prima.
I giovani che si ribellano e scendono nelle strade sfidando una dura repressione sono i giovani che si informano sulla Rete, sono i figli islamici che vanno su internet, frequentando blog e socialnetwork.
Il dibattito è aperto e mentre il blog, 'Scene digitali', di Vittorio Zambardino si interroga sulla reale portata della tecnologia -spenta con un click- nella conquista della democrazia: 'Presto per dire che la Rete ha vinto...', altri come Antonio Ferrari sostengono invece che 'la lunga onda di internet sta liberando il Nord Africa'.
In effetti le rivolte in Tunisia, Egitto e ora anche in Yemen, stanno scatenando il Web. Quello che vediamo e leggiamo, foto, video e opinioni dei diretti interessati, viaggia attualmente sulla Rete. Intanto giornalisti, sociologi e mass-mediologi si interrogano sull'impatto che i social media hanno avuto nelle recenti vicende: è veramente una Twitter revolution?
Ho trovato in proposito un blog Haramlik; il blog di Lia, ovvero di Fulvia Maria De Feo, insegnate che vive a Genova, che ha molti contatti con Il Cairo. Questo è un reportage in italiano che riassume bene ciò che si intende per comunicazione in Rete.
A mio parere la frequentazione della Rete fa nascere una visione del mondo in maniera nuova; nasce un modello olistico, ovvero globale e unitario che si riversa in una percezione diversa dell'esistenza.
Non è un caso se la prima misura repressiva sia stata l'oscuramento delle compagnie internazionali di comunicazione, quelle che permettono l'accesso a internet.
Quello che chiamiamo globalizzazione non fa camminare solo le merci e riduce al basso i diritti, ma può essere occasione per una coscienza planetaria.

martedì, febbraio 01, 2011

La mappa non è il territorio...

Quante volte abbiamo sentito dire che 'la mappa non è il territorio'? Moltissime volte.
Questo principio, reso famoso da Alfred Korzybski, opera a molti livelli e lo possiamo constatare tutti i momenti: dai reality in Tv ai telegiornali, dalla interpretazione di ciò che succede ogni giorno a ciascuno di noi alle opinioni del guru di turno, che diventano vangelo; scambiamo spesso i pensieri soggettivi con la realtà.
Ognuno di noi ha una sua rappresentazione del mondo, una sua realtà e questo contribuisce a creare un modello a cui si rapporta. Quel modello diventa la mappa, da usare come guida per i nostri comportamenti.
Tra i primi che usarono l'asserto, 'la mappa non è il territorio', ci furono John Grinder e Richard Bandler che con il loro primo libro, "La struttura della magia" del 1975, prima che la PNL (Programmazione Neuro Linguistica) si chiamasse in questo modo, analizzarono il comportamento attraverso i vari linguaggi umani.
Gli studi di Grinder e Bandler furono alla base di una sistemazione strutturata delle interazioni umane che dette il via alla programmazione neuro linguistica.
'La mappa non è il territorio' divenne così uno dei presupposti della PNL.
La mappa differisce dal territorio e ognuno ha una sua mappa che si è costruita fin da bambino.
Per gli autori del libro, 'le persone non sono né cattive, né pazze, né malate; costoro operano le migliori scelte di cui possono disporre nel loro particolare modello'. In altre parole, il comportamento degli esseri umani per quanto bizzarro possa sembrare a prima vista ha senso se lo si vede nel contesto delle scelte generate dal loro modello.
La difficoltà non sta nel fatto che essi effettuano la scelta sbagliata, ma che non hanno abbastanza scelte: non hanno un'immagine del mondo messa a fuoco con ricchezza.
Nel libro 'La struttura della magia', vengono spiegati i tre meccanismi: la generalizzazione, la cancellazione e la deformazione, con i quali blocchiamo la nostra crescita e limitiamo le scelte che permettono di dare le giuste risposte ai nostri problemi. Questi tre automatismi diventano i procedimenti del modellamento umano e a grandi linee, sono anche un impedimento al nostro sviluppo.
Quando iniziamo a fare esperienza procediamo con la generalizzazione,
Questo è essenziale per affrontare il mondo: se tocchiamo una stufa e ci bruciamo sappiamo che le stufe bruciano e possiamo evitare una scottatura.
Ma la generalizzazione porta a fare di ogni erba un fascio e quindi a escludere relazioni intime e riconoscere la ricchezza in altre cose.
Poi abbiamo il meccanismo della cancellazione con cui selezioniamo alcune cose, cui prestare attenzione, escludendo le altre.
Questo ci aiuta, poiché in una stanza rumorosa riusciamo a sentire solo alcune voci. La cancellazione però fa perdere molte informazioni e riduce il mondo a pezzettini, dando la sensazione di poterlo maneggiare.
Questo può cancellare anche messaggi d'affetto negando l'amore.
Infine c'è la deformazione che ci permette di operare dei cambiamenti nella nostra esperienza sensoriale: con la fantasia ci prepariamo in anticipo ad esperienze possibili.
La deformazione, che ha reso possibile tutte le creazioni artistiche, può limitare pesantemente il nostro progredire con la deformazione negativa della realtà.
Pensiamoci un po', non sarà che tutta la nostra società, specie il mondo politico, stia operando con una mappa e con automatismi che bloccano la crescita di tutti?
Restando nell'ambito dello studio di Grinder e Bandler, la rappresentazione della nostra realtà avviene con un linguaggio che crea un "metamodello" (un modello del modello linguaggio) che spiega tutto il degrado odierno.
Quale terapeuta sarà utile?
E se iniziassimo a cambiare linguaggio?
Forse cambieremo la mappa e chissà se insieme si trasformerebbe anche il territorio.

lunedì, gennaio 24, 2011

Credenze: dalle origini evolutive a quelle costruttive e distruttive



Due autori: Bruce Lipton e Wolpert Lewis, per due libri sulla forza delle credenze. Il libro di Bruce Lipton è 'Biologia delle credenze', con il quale dimostra che ciò in cui crediamo determina quello che siamo. Secondo Bruce Lipton, non è il patrimonio genetico ereditato a determinare la nostra vita e la nostra salute; nel libro viene dimostrato che l’ambiente, i nostri pensieri e le nostre esperienze determinano ciò che siamo, formano il nostro corpo e ogni aspetto della nostra vita. Si tratta di una rivoluzione della scienza e del pensiero che ci libera dalla prigionia del destino predeterminato dalla genetica.
Con gli studi di Bruce Lipton si rafforza il concetto di epigenetica; ossia lo sviluppo di forme organiche individuali a partire dal non formato, non espresso dai geni. L'educazione e l'ambiente superano il determinismo genetico; pertanto l'essere umano 'è molto più della somma dei suoi geni'. Una nuova concezione della biologia umana che non considera il corpo un mero apparato meccanico, ma ingloba il ruolo della mente e dello spirito. Significativi saranno sempre più i valori etici e culturali della nostra società. Con l'epigenetica si apre una nuova prospettiva che è fondamentale in ogni processo di guarigione, perché riconosce che quando cambiamo la nostra percezione o le nostre credenze, mandiamo messaggi totalmente diversi alle nostre cellule, provocando la loro riprogrammazione.
Bruce Lipton biologo cellulare, ha insegnato Biologia Cellulare presso la facoltà di Medicina dell’Università del Wisconsin dedicandosi in seguito a ricerche pionieristiche alla School of Medicine della Stanford University.
L'altro libro, quello di Wolpert Lewis: 'Sei cose impossibili prima di colazione. Le origini evolutive delle credenze',analizza le credenze che assumiamo in modo automatico e inconscio.
Per Wolpert Lewis le credenze hanno una origine nella storia evolutiva dell'uomo quando ha iniziato a porsi le domande: 'Perché il Sole sorge e tramonta? Perché si nasce e si muore? Perché ci si ammala?'. Questo bisogno innato di trovare sempre una spiegazione ai fenomeni che ci circondano rende molto semplice, quasi automatico, il passaggio verso l’accettazione di credenze ingiustificate e sovrannaturali. Naturale, dunque, che la maggior parte delle persone condividano credenze in cose impossibili, religiose o paranormali che siano: la telepatia e l’oroscopo sono idee demenziali, eppure condivise da molti. C’è chi è convinto di poter parlare coi morti e addirittura il 70% degli americani crede negli angeli.
In fondo, credere è facile. Con la conseguente evoluzione del cervello e lo sviluppo dei concetti di causa ed effetto, la nostra mente è stata 'geneticamente programmata', diventando una vera e propria 'generatrice di credenze', un meccanismo utile ed essenziale per la sopravvivenza della specie. Le credenze fanno così parte della nostra identità.
Infine, se le credenze ci hanno aiutato a superare molti passaggi dell'evoluzione, oggi con l'assunzione della Cultura a nuova Natura corriamo il rischio che le credenze distruggano la nostra vita.
Ad esempio chi ha credenze mistiche fondamentaliste -e li troviamo in tutte le religioni- crede che la vita futura sia più importante di quella presente, per cui a differenza di chi pensa la vita sia tutto ciò che abbiamo e che dovremo godercela aiutando gli altri a godersela, è pronto a far saltare in aria il mondo.
Lewis Wolpert, scrittore, giornalista e professore di biologia applicata nel dipartimento di anatomia e biologia dello sviluppo della University College London in Gran Bretagna. La sua ricerca è centrata sullo studio dei meccanismi di sviluppo dell'embrione.
Due libri che consiglio di leggere per comprendere anche come funzioniamo.

martedì, gennaio 18, 2011

Una storia italiana

'Una storia italiana'...ricordate l'opuscolo che Silvio Berlusconi mandò a tutti gli italiani per raccontare la sua splendida vita? In quel libercolo si leggeva: 'Innanzitutto adora stare in famiglia con Veronica e i suoi figli, a fare il marito e il papà. Sono questi gli autentici momenti di felicità' [...] 'Ci sono poi gli amici di una vita, i compagni d'avventura più cari. Celebri sono le vacanze operose a base di letture antistress. Ogni estate, Silvio Berlusconi raduna i suoi amici e collaboratori alle isole Bermuda: Silvio chiama questi ritiri esercizi spirituali. Sveglia la mattina presto, primo incontro a colazione per commentare le notizie del giorno giunte via fax dall'Italia. Poi lo sport, una, due ore di camminata e di corsa; e poi un pranzo particolare. Come se si fosse in un monastero...'.
Seimila di tonnellate di carta. Due miliardi e mezzo di pagine stampate invasero le case degli italiani, con un costo di diverse decine di miliardi, più spese di spedizione. Era l'aprile del 2001.
Ora a distanza di 10 anni, di cui 8 sono stati governati da Berlusconi, ci troviamo nella triste realtà di un disfacimento civile totale. La favola è finita. Finita male. Oggi c'è la famiglia del bunga-bunga.
Oggi Veronica Lario non è più la moglie. Dopo le sue denunce su 'figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica', e dopo aver detto che non poteva più vivere con un uomo che va con le minorenni, che era malato e doveva essere aiutato, assistiamo alla recrudescenza della patologia.
Altro che successi e miracoli; quello che resta e vediamo è una storia triste: è la parabola di un potente che invecchia male. E' la storia dell'Italia che si è messa nelle mani di un malato e della sua corte.
La sua malattia è anche quella dell'Italia che perde ogni senso di decoro. Altro che vittimismo e colpa della magistratura!

Ancora una volta pare che la realtà superi la fantasia. In queste ore si stanno leggendo i verbali depositati alla Camera dei Deputati e quello che emerge è un vero casino.

domenica, gennaio 16, 2011

Carezze e Vita

di Giorgio Boratto
Nel lungo cammino di consapevolezza si passa dall'accettazione del nostro sé, con la pietà per le nostre debolezze, al riconoscimento delle nostre potenzialità, fino a diventare padre e madre di noi stessi.
Bella a tale proposito, è la storia di Erik Erikson, che senza essere nè medico, nè psicologo, divenne professore ad Harward come studioso delle età evolutive.
Egli in realtà si chiamava Homburger, ma andando in America cambiò nome e cognome di famiglia scegliendo Erikson che vuol dire figlio di Erik; il suo nuovo nome indicava che egli era il padre di se stesso.
Anche Eric Berne, colui che formulò l'Analisi Transazionale, nato in Canadà, cambiò il proprio cognome. In origine il suo nome era Bernstein, ma divenuto cittadino americano nel 1938 si cambiò il nome in Berne.
Proprio all'interno dell'A.T. (Analisi Transazionale) che studia i comportamenti relazionali, parla di carezze come lo strumento per procurarci conferme d'esistenza.
Che strani animali siamo; siamo la sintesi evolutiva della vita sul pianeta Terra, abbiamo sviluppato l'autocoscienza e paradossalmente continuiamo ad aver bisogno che l'altro, il prossimo, ci confermi che ci siamo: che viviamo, siamo qui e comunichiamo. La 'carezza' diventa dunque l'unità di stimolo per la relazione.
Le 'carezze' possono essere di diverso tipo, grado e modalità; possono essere fisiche, verbali, mimiche, mediali, condizionate o incondizionate, distruttive o costruttive, positive o negative.
Questa fame di 'carezze' o di stimoli, che è fame di riconoscimento, è tanto importante come il cibo e l'aria.
Questa fame è così sentita che si preferisce una carezza negativa (es. un rimprovero) piuttosto che l'indifferenza.
In mancanza di queste 'carezze' preferiamo gli schiaffi.
Senza 'carezze' non si vive.
L'amore in sostanza è il più grande e gratuito dispensatore di carezze.
La fame di 'carezze' è diversa in ognuno di noi, c'è a chi non bastano mai e chi riesce a vivere con una 'carezza' al giorno.
Un esempio possono essere i divi dello spettacolo o i personaggi pubblici, cui le 'carezze' ricevute con il successo o la riconoscibilità, pare non gli bastino mai: cadere nella dimenticanza, li fa sprofondare in gravi crisi depressive.
Eric Berne nel libro: "Ciao...e poi?", indica il saluto come la prima carezza che normalmente ci scambiamo.
Per questo io ho sperimentato che salutare le persone molto anziane che incontro nel mio quartiere e quelle che normalmente non si aspettano un saluto (tipo il casellante dell'autostrada) sia una forte e positiva carezza: hanno avuto un riconoscimento che procura piacere; loro ci sono e sono state viste.
Provate anche voi.
Oltre che una forma di educazione con il saluto -conoscendo la teoria delle carezze- si regala vita.

Gestione delle 'carezze' e capacità d'amare di Giorgio Boratto


Secondo Claude Steiner (un allievo di Berne), in occidente, i bambini vengono allevati attraverso la gestione delle 'carezze'.
Questa gestione, per Claude Steiner, è basata su 5 punti:
1) Non chiedere carezze
2) Non dare carezze
3) Non accettare carezze
4) Non rifiutare carezze negative
5) Non accarezzare te stesso.
Chi viene allevato rispettando queste regole, vive cercando beni materiali, si accontenta di essere frustrato, insultato e infine cerca sostitutivi alle carezze, tipo la droga.
Rifiutare invece queste regole dell'educazione occidentale, significa conquistare l'autonomia rifiutando carezze negative.
Come sostenevo nell'articolo su 'Amore e carezze' ci sono molte maniere per ottenere carezze e con l'amore, l'amicizia e le relazioni giuste soddisfiamo quel bisogno di riconoscimento d'esistenza che è alla base dei nostri bisogni intimi.
Nelle relazioni intime ci si apre alla comprensione e alla reale conoscenza; avviene uno scambio che si basa sulla fiducia e libertà.
La critica allontana l'intimità. La tossicomania è per certi versi un surrogato all'intimità.
Vedendo quanta gioventù è in preda alla droga e all'alcol, si può ben desumere quanta sia grande oggigiorno la mancanza di intimità nei rapporti relazionali.
La stessa fisicità dell'oggetto droga è surrogato all'uomo. E' la madre nel cui grembo ci annulla.
E' la pulsione di morte che vince.
La difficoltà di rapporto con la propria sfera emotiva e sentimentale, diventa causa di grande malessere perciò la gestione dei sentimenti, la sua qualità e capacità, sono fonte da cui dipende il modo per affrontare la vita.
L'amore è la relazione più intima che esista ed è la relazione che dovrebbe liberare.
Uso il condizionale poiché spesso il sentimento d'amore produce catene e tramite la gelosia si alimentano paradossalmente delle negatività.
Per Fromm amare è un'arte che si impara e ritiene responsabili dell'incapacità di provare amore, tre pregiudizi:
1) Ritenere che 'amore' è farsi amare
2)Scambiare l'oggetto d'amore per una facoltà. Invece di 'come e quanto' amo, l'amore diventa 'chi e che cosa'.
3) Scambiare l'innamoramento per amore.
Quindi per Fromm, l'amore è una facoltà che va imparata e coltivata: è l'arte della felicità umana.
L'amore, questa relazione così coinvolgente, che affonda la sua origine nel profondo della nostra natura fisica, scatena conflitti di pulsioni ed energia.
Dare sbocco a questa energia ed equilibrarla, dando un senso ideativo alla pulsione, è scaricare il conflitto ed è la via per una armonica estensione del nostro essere. Diversamente nasce la frustrazione.
La coppia, come si è detto, rappresenta, il modo più semplice per assicurare la relazione d'amore.
L'intimità è sempre un incontro a due.
Incontrarsi, conoscersi e riconoscersi, non è mai un caso, ma un inevitabile processo di crescita e comunicazione che fa accadere fatti che appaiono misteriosi e strani.
Intanto cerchiamo 'carezze'...ma in fondo dobbiamo sapere che aneliamo a quella libertà e autonomia che passa ancora e sempre per l'amore.

martedì, gennaio 11, 2011

Articoli pubblicati nel sito Lotustraining


Affermazioni positive di Giorgio Boratto

Con l'epigenetica di Bruce Lipton, abbiamo compreso che noi non siamo vittime dei nostri geni, ma al contrario siamo noi che creiamo la nostra salute o malattia. Modificando le nostre percezioni, noi modifichiamo i nostri geni.
Su questo assunto dovremmo conoscere che anche gli uomini sono cellule di un organismo più grande, che è la società. La nostra umanità si crea con la comprensione che dobbiamo lavorare tutti insieme e in armonia. Solo allora creeremo un livello superiore di evoluzione.
Già Albert Einstein affermava: 'La nostra società oggi è malata poiché buona parte di persone, pur essendo conscia della dipendenza dalla società, non lo vive come un valore positivo, come un legame organico, ma come una minaccia ai suoi diritti e alla sua esistenza economica.
In più, la sua posizione nella società è tale che gli impulsi egoistici della sua formazione si accentuano costantemente, mentre i suoi impulsi sociali, che sono per natura più deboli, si deteriorano progressivamente.
Tutti gli esseri umani, qualunque sia la loro posizione nella società, soffrono per questo processo di deterioramento. Prigionieri inconsapevoli del loro stesso egoismo, si sentono insicuri, soli, e privati di quel godimento naturale, semplice e genuino della vita. L’uomo può trovare il significato della vita, breve e problematica come è, solo dedicando se stesso alla società'.
Questa premessa, cui dovrebbe rispondere adeguatamente tutta la politica, trova invece, nella parte rappresentata dalla Destra ideologica, delle affermazioni negative che vanificano l'evoluzione sociale. Sostenere che gli immigrati fanno aumentare la criminalità, che siamo circondati da banditi e sempre più insicuri, che la magistratura è un cancro e vuole colpire solo qualcuno, vuol dire formare convinzioni limitanti attraverso la negatività.
La società costruisce così tutte le basi per farci vivere infelici.
Proseguendo su questa strada saremo destinati a perdere tutto.
I politici attuali ci rappresentano, ma non sono certo la parte più buona della società.
Cambiare rotta si può e la via passa da ognuno di noi; passa dalla capacità di affermare la positività dando spazio al potere creativo della nostra mente. Noi abbiamo il potere di cambiare e affermare un destino migliore per noi e per la società tutta.

Paul Watzlawick e le istruzioni per renderci infelici di Giorgio Boratto


Paul Watzlawick, ha il cognome che pare uno starnuto e a chi ha letto i suoi libri forse lo ha procurato come un sano scossone al cervello.
Lui è stato lo studioso che ha dimostrato come le nostre idee, quando sono sbagliate, intralciano e complicano la nostra vita rendendola
infelice. Il libro di Paul Watzlawick: 'Istruzioni per rendersi infelici', che l'editore Feltrinelli pubblicò nel 1984, è stato il libro che lo ha reso noto in Italia al grande pubblico.
Con lui si scoprì che non ci sono delle patologie, ma solo delle situazioni patogene. In sostanza i problemi dipendono dai circuiti relazionali e dalle conseguenze di un uso sbagliato del linguaggio, con tutti gli annessi contraddittori e paralizzanti.
Le psicopatologie non si originano nell'individuo isolato, ma nel tipo di
interazione patologica che si instaura tra individui; per cui studiando la comunicazione, si possono individuare le patologie e quindi superarle.
Poiché si tratta di qualcosa di eminentemente comunicativo, è proprio sulla comunicazione che si sono prodigati gli sforzi teorici e clinici degli studiosi di Palo Alto, in primis da Paul Watzlawick che divenne uno dei maggiori studiosi della comunicazione umana.
Per Paul Watzlawick la realtà non verrebbe scoperta ma inventata da ognuno di noi. Da queste invenzioni scaturiscono poi i nostri 'stili di vita', che rendono ciechi non solo gli individui, ma interi sistemi relazionali umani (famiglia, aziende, sistemi sociali e politici) nei confronti di possibilità alternative.
Pragmatica della comunicazione; Di bene in peggio- Istruzioni per un successo catastrofico; America, istruzioni per l'uso; La realtà inventata; La realtà della realtà...e naturalmente, Istruzioni per rendersi infelici, sono alcuni titoli dei libri che Paul Watzlawick ha pubblicato con successo.
Il libro, Istruzioni per rendersi infelici, è un manuale tascabile che raccoglie tutti gli espedienti che quotidianamente mettiamo in atto per evitare di vivere felici. Una divertente carrellata delle ricette da seguire per evitare di riconoscere che la nostra vita è in grado di offrirci, oltre a dosi massicce di infelicità, anche occasioni di felicità. Sappiamo che infelici lo possiamo essere da soli e allora con le relazioni con gli altri riusciamo a creare anche l'inferno.
Ecco di seguito alcune istruzioni per rendersi infelici, tratte dal libro, con poca spesa: Essere fedeli a se stessi; sono quelli che rifiutano ogni cosa perché non rifiutare significherebbe non essere fedeli a se stessi. Decidono loro come deve essere il mondo e lo rifiutano com'è. Ricordare il passato come l'età dell'oro; solo il passato, il già vissuto, è importante: come tutto era più bello quando si era adolescenti. Il tempo passa e non se ne accorgono. Considerarsi vittime; quello che è successo ormai ci ha segnato, dopo lo sbaglio e la colpa, non c'è possibilità di modificare più niente. Oggi così e domani ancora così; la soluzione provata una volta rimarrà sempre la stessa, se ha funzionato una volta deve funzionare ancora...anche se le situazioni cambiano. Poi ancora c'è il Cercare disperatamente di realizzare una meta elevata; lo Spingere le persone con cui siamo in relazione, a scegliere tra due uniche alternative possibili e Credere che la vita sia un gioco a somma zero: ossia per chiunque 'vinca' deve esistere qualcuno che 'perda'.
Interessante è l'aneddoto che racconta che chi aveva smarrito una chiave la cercava solo sotto il lampione...a chi chiedeva come mai non cercasse dappertutto, fu risposto: 'Dalle altre parti non c'è luce, non si vede e allora non ha senso cercare lì la chiave'.
Per concludere nel libro è riportata una frase di Fiodor Dostoevskij, tratta dai Demoni: 'Tutto è buono…Tutto. L’uomo è infelice perché non sa di essere felice. Soltanto per questo. Questo è tutto, tutto! Chi lo comprende sarà subito felice, immediatamente, nello stesso istante….

Ancora Paul Watzalawick di Giorgio Boratto

Ancora Paul Watzalawick, ancora qualcosa di questo straordinario psicoanalista che studiò con Gustav Jung e dette l'avvio alla scuola di Palo Alto dove operarono i maggiori studiosi del linguaggio umano.
Il linguaggio, con la sua preponderanza nella nostra vita fino ad essere creatore dei pensieri e della realtà, provoca disturbi ed è lo stesso che li cura; origina la famosa 'Talking cure', l'elemento psicoanalitico freudiano.
Per Paul Watzalawick tutto ciò che appare immodificabile può essere cambiato. Il linguaggio come mezzo di persuasione e di suggestione ha il potere di originare il cambiamento. I nominalismi, le etichette, gli automatismi mentali condannano al malessere. Come afferma Paul Watzlawick:'Il linguaggio, nelle componenti verbali e non verbali, rivela proprietà che possono essere ritenute terapeutiche in sé e per sé; possono aiutare a cambiare il comportamento umano, non in virtù del loro contenuto, ma in virtù della loro struttura'.
Infatti il linguaggio raggiunge, con la parola, la più grande forma di condizionamento. Per Kant la capacità di illusione è dovuta alla primordiale potenza della parola. 'Un lungo cammino è stato necessario affinché gli uomini capissero che le espressioni verbali, i "flatus vocis" non è detto che siano una realtà'. Ancora oggi non si è modificata la sopravvivenza della superstizione. La parola costruisce insieme l'oggetto della fobia e il pensiero, la malattia e la cura, la prigione e la libertà.
Paul Chauchard dice: 'L'originalità biologica fondamentale dell'uomo è il linguaggio e non il pensiero che da esso deriva'. Il pensiero è infatti l'immagine che costruiamo con le parole. Con la parola soggettiviamo l'oggettivo; con essa si suggerisce, si ordina, si domanda e si prega. La parola diventa potere.
Così forse si spiega il prodigio di esprimere con parole cose che superano la nostra capacità di comprensione e la nostra limitatezza. Così ci nutriamo dell'inesprimibile. Con il linguaggio costruiamo un pensiero che diventa lo strumento per vedere la storia: il passato, il presente e anche il futuro che ci è concesso; la rivelazione. La consapevolezza diventa così quella energia creatrice che costruisce il nostro essere.
L'uomo così immerso nella sua costruzione ne diventa lui stesso prodotto: il prodotto della sua idea. Dal 'penso quindi sono' al 'sono quel che penso'.
L'insight, la consapevolezza, diventa un elemento di scoperta e di straordinaria armonia se sappiamo allenare la mente all'elasticità; se ci si abitua a vedere le cose da prospettive diverse.
Se ci si sforza di usare un linguaggio arricchito da immagini evocative, si alimenta la nostra creatività. In altri termini attraverso l'esercizio dell'arte del dialogo strategico, costruiamo noi stessi sulla forma che è propria al dialogo, quella della collaborazione e dell'accordo.
Chi sa osservare nelle cose e nei fatti il loro aspetto simbolico e nascosto, sa scorgere una sottile realtà che conduce al senso ultimo della natura. Chi sa leggere i simboli prova il piacere di un dono che è concesso a pochi. Scopre che nel linguaggio c'è una relazione con il tutto in una nascosta armonia con l' essere, la sua essenzialità e individualità.

venerdì, gennaio 07, 2011

Il Pensiero Positivo di Giorgio Boratto


Aldo Carotenuto (psicoanalista junghiano, morto nel 2005) diceva che da ogni storia di sofferenza traspare un destino di individuazione.
C'è la trama segreta di un significato che si rivela a chi si abbandona ai suoi percorsi labirintici sino a lasciarsi sconfinare, sino cioè a oltrepassare i confini di un IO incapace di dare risposta ai perché che lo attanagliano, per scendere un altro versante della conoscenza, quel versante di ombre e di dolore di fronte al quale si tace, disorientati.
Ma il disorientamento, la caduta, il contatto con la morte sono passaggi obbligati dell'esistenza, passaggi che però possono sostanziare la possibilità di un riscatto, se riusciamo a patirli e a non subirli, a viverli cioè esercitando una pazienza dell'attesa e una fiducia nelle forze segrete dell'anima che possono venire in nostro aiuto.
L'uomo è il solo a poter carpire il senso, a patto però di accondiscendervi, di abbandonarsi a questa giostra infinita di dolore, amore e morte: al termine del giro potrà forse scoprire che il pericolo estremo contiene le ragioni della salvezza, e che l'intimo scopo della vita consiste nella trasformazione continua dell'umano dalla inconsapevolezza originaria naturale ad una consapevolezza superiore.
Con le tecniche di David Racah questa strada impervia di consapevolezza superiore è ottenibile anche senza dolore. Certo il dolore fa sempre parte della nostra vita e può rappresentare sempre un momento di interrogazione per la consapevolezza: chi soffre tende a rinchiudersi, a isolarsi e questo fatto potrebbe tramutarsi in un momento di forte riflessione; ma viceversa abbiamo tutti la capacità di raggiungere gradi di consapevolezza superiore sfruttando i talenti che tutti disponiamo.
Infatti ognuno di noi ha le potenzialità per creare una vita piena e traboccante di ogni dono e talento, a partire da salute, felicità e amore.
Ecco che compare in questa tappa il pensiero positivo.
David Racah per rafforzare la pratica del pensiero positivo ha creato un corso gratuito per svilupparlo con le tecniche di visualizzazione.
Il pensiero positivo funziona solo se le credenze nel subconscio sono in linea con esso e se siamo completamente attenti a questa armonia.
Cosi con il desiderio di essere positivi e far funzionare le cose, ci accorgeremo quando il nostro subconscio stia facendo andare un nastro e noi possiamo cancellarlo.
Buona parte dei nostri conflitti dipendono da questo: pensare positivo senza essere coscienti e limitando le nostre aspettative.
Con il lavoro costante e le tecniche di David Racah potremo azzerare le convinzioni limitanti e partire con un pensiero assertivo delle nostre possibilità di felicità e amore.

'Adesso basta', un libro per il cambiamento. di Giorgio Boratto


Il mese scorso (8 ottobre 2009) è uscito un libro di Simone Perotti intitolato, 'Adesso basta' (http://www.chiarelettere.it/dettaglio/65786/adesso_basta )
con il sottotitolo: 'Lasciare il lavoro e cambiare vita' che è un manuale del vivere un cambiamento di vita; un cambiamento che fa lasciare la carriera, il lavoro frustrante, per scegliere la libertà.
Il libro di Simone Perotti parla della sua esperienza personale e di downshifting, un neologismo che indica uno stile di vita semplice, vivere un profilo basso.
Per fare downshifter occorrono delle azioni; dei comportamenti che hanno una verità assiomatica: noi siamo i fautori del nostro destino.
Questa è la convinzione originaria da dove parte il cambiamento.
Tutto inizia ponendoci delle domande: Cosa non va della nostra vita? Come possiamo migliorarla? Quali sono i nostri sogni? Cosa fareste se foste liberi?
Le risposte forniranno la chiave o almeno le premesse perchè possa avvenire il cambiamento.
Con il downshifting cercheremo l'essenziale, la sobrietà, coltivando il sogno con costanza, ottimismo e senza paura. I pensieri positivi mettono sulla strada giusta.
Se non si hanno risultati bisognerà rivedere il progetto e non l'idea.
Ogni problema ha una soluzione. In fondo poi bisogna soprattutto allenarsi alla solitudine; sono momenti per noi che ci aiuteranno a trovare il gusto per incontrare l'altro.
'All’ora dell’aperitivo, un po’ dovunque, fioriscono i progetti più straordinari, e l’adrenalina scorre libera e feconda.
Solo qualche anno fa tutti volevano diventare ricchi, e oggi tutti vogliono smettere. Perché? Questo si domanda l'autore ed ecco come il libro affronta questo passaggio non fermandosi a quando l’effetto degli aperitivi sfuma e si va solo a dormire un po’ intronati.
La mattina dopo, tutti tornano a lavorare e si trovano anche qualche frustrazione in più…Simone Perotti ha invece detto 'Adesso basta' e ha cambiato vita davvero.
Ricordate: 'Quando smetterete di lavorare; mentre tutti sono in ufficio voi vi sentirete soli. Vivere la solitudine vi salverà e questo è più importante dei soldi'.
Simone Perotti oggi dice di guadagnare molti meno soldi, ma ha imparato a spenderne meno.
Simone Perotti (http://www.simoneperotti.com/wp/), che nella presentazione del libro dice di vivere tra Milano, La Spezia e il mare, dopo aver fatto il manager per diciannove anni, ha lasciato tutto e oggi si dedica interamente a scrivere e navigare, e a qualche altro lavoro occasionale.
Lui ha un blog dove qualcuno ha scritto: 'Sto leggendo il libro e mi ha colpito moltissimo la parte in cui si parla di Libertà.
Libertà 'da' e libertà 'di'.
Mi sono reso conto che i desideri che ho coltivato finora non sono i miei, ma prevalentemente tentativi di piacere agli altri. I miei quali sono? E’ come se li avessi dimenticati.
Cercherò di tornare all’infanzia per ricordare quali erano. Intanto grazie Simone'. Che dire? Anche noi possiamo associarci ai ringraziamenti, in attesa che il cambiamento per trovare la felicità, trovi spazio in ognuno di noi.

martedì, gennaio 04, 2011

I mei articoli sulla Crescita Personale

Con il nuovo anno 2011, mi propongo di aggiornare più spesso il blog.
Lo farò anche pubblicando gli articoli messi au un sito web dell'amico David Racah che è stato cancellato. Mi dispiace non vedere più in Rete quegli articoli scritti appositamente. Ecco allora ripubblicati qui a scaglioni i miei articoli:

Crescita Personale: un percorso verso il proprio benessere, che è insieme il senso della nostra vita.
Di Giorgio Boratto


Se cercate sui motori di ricerca di internet le parole 'crescita personale' scoprirete che vi sono più di 11 milioni di pagine che recano questa dicitura.
Attenzione, queste solo per quanto riguarda la lingua italiana.
Se invece facessimo una ricerca in inglese (la lingua di internet per eccellenza) scopriremo allora che per 'developmental personality' esistono almeno 226 milioni di pagine; una marea di informazioni che raccontano, spiegano e raccolgono quello che attiene al fattore 'crescita personale', allo sviluppo della nostra personalità, di quello che concerne l'intima attività psicologica.
Dentro questo mare internettiano c'è anche questo sito web, ed è probabile che voi siete arrivati in questo 'porto' digitando le parole magiche citate sopra.
La crescita personale è un percorso che teoricamente non cessa mai; abbiamo la possibilità di imparare per tutta la durata della nostra vita, finché saremo in possesso delle nostre capacità sensoriali.
Noi ogni giorno riceviamo informazioni utili a conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda. La vita si può ritenere uno scambio ininterrotto di comunicazioni, dentro il quale costruiamo le relazioni che organizzano e costruiscono la società umana.
Questo processo vitale si inserisce in un quadro di evoluzione che abbraccia ogni forma vitale delle cosiddette 'macchine di sopravvivenza'; così definite da Richard Dawkins, nel libro 'Il gene egoista'. L'uomo poi in qualità di sintesi e massima espressione della vita fisico animale è anche l'iniziatore dello Spirito e, di questo, la sua evoluzione.
Jung sosteneva che ''Come esiste una evoluzione della materia, così esiste una evoluzione dello Spirito'. In questo senso ogni persona è una via all'evoluzione dello Spirito. Ognuno è portatore di una verità e di un percorso originale di crescita.
Non esistono quindi ricette precostituite o regole fisse per conquistare felicità, successo, salute e soldi. Chi ve le propone sa di mentire.
La proposta di crescita personale che viene indicata, attraverso i corsi di David Racah è essenzialmente una serie di esperienze e tecniche che portano ad assumere una espansione della coscienza e della consapevolezza.
La tecnica messa a punto da David Racah, denominata 'Mindwatching', attraverso anni di esperienze e studio partendo da 'l'osservazione della mente', sviluppa delle utili istruzioni per un arricchimento della nostra consapevolezza interiore.
Poiché 'la nostra mente è allo stesso tempo lo strumento, l’oggetto e il campo d’azione del sentiero spirituale: nella mente possiamo leggere i nostri pensieri e le nostre emozioni e dalla mente scaturisce l’energia creatrice che forgia il nostro destino'.
La mente è senz'altro il campo di ricerca che di più ha interessato la scienza negli ultimi decenni. Biologi, fisici, matematici, psicologi, neurologi, filosofi hanno scandagliato i meccanismi della mente arrivando ad una conclusione condivisa: è la mente a creare la nostra realtà e insieme alle credenze anche il nostro destino.
In questo sito troverete oltre che le tecniche per lo sviluppo personale anche una ricca bibliografia che interessa questo campo. Ecco un altro aspetto serio, aperto e laico della conoscenza che David Racah vuole trasmettere.
La conoscenza e lo sviluppo delle nostre capacità personali non vanno ritenute una modalità esclusiva ma da ampliare con gli apporti di tutti gli studiosi che hanno affrontato questa materia.

Ancora sulla Crescita Personale


Ho definito nell'articolo precedente la crescita personale il senso della vita; ma ne sono tutti consapevoli di questo? La risposta è no.
Chi inizia a porsi le domande fondamentali sulla propria vita tipo: "Perché viviamo?"; "Perché soffriamo?", "Esiste la felicità?", "Chi siamo?" sente l'esigenza di risposte che implicitamente lo mettono sulla via di una crescita...
Certamente sono domande difficili, sulle quali la nostra mente può lavorare anche per lunghi anni senza trovare necessariamente una risposta.
La vera crescita personale inizia quando iniziamo nuovamente a prendere in considerazione queste domande e cerchiamo una risposta.
Così sintetizza bene David Racah nel testo che tratta l'argomento crescita personale: 'La crescita personale è il percorso di conoscenza e di progressivo sviluppo proprio di questa dimensione interiore, intima e personale'.
Il dialogo che abbiamo con noi stessi, la conoscenza di come ci ascoltiamo, parliamo e pensiamo forma la consapevolezza di ciò che avviene dentro di noi.
A questo punto sembrerebbe tutto facile: cosa penso? In che stato emotivo mi trovo? Perchè mi arrabbio? Perchè sono triste? Cosa posso fare per me?
Queste domande sono la premessa di una conoscenza che è già consapevolezza ma non basta; occorre un allenamento, occorre un addestramento a mettere in pratica quello che aiuta a sviluppare una presenza di sé costante.
Ralph Waldo Emerson (1803-1882) diceva: 'Che cos'è la vita se non ciò che un uomo pensa durante il giorno? Questo è il suo fato e il suo padrone'.
Già, nel 1850 R. W. Emerson riconosceva che ancora non confidiamo nei poteri ignoti del pensiero e che i pensieri hanno una vita propria, indipendente dalla nostra volontà: così all'inizio ci possiedono e solo più tardi, se diveniamo consapevoli dei 'fatti spirituali', arriviamo a possederli e a non essere più dei 'bruti ammassi sballottati dal Fato'.
Ancora R.W.Emerson sosteneva: 'Tutti i pensieri di una tartaruga sono tartarughe, e di un coniglio, conigli. Invece un uomo è spaccato e dissipato dall’incostanza della sua volontà; non si getta dentro i suoi giudizi; il suo genio lo guida in una direzione, ma probabilmente il suo commercio o la sua politica in tutt’altra.
Con una mano rema e con l’altra rema alla rovescia, e non conferisce a nessuna maniera di vita la forza della sua costituzione.
Il segreto del potere, intellettuale o fisico, è la concentrazione'.
Ecco la concentrazione, l'allenamento a esercitarla diventa la guida da cui partire.
Gli incontri per intraprendere il percorso di crescita personale proposto da David Racah si articola in 7 appuntamenti dove in ognuno, partendo proprio dall'attenzione ai pensieri e al corpo, sviluppa un tema diverso per arrivare all'essenza del tutto: l'essere liberi.
Ora possiamo dire che oltre fornire un senso alla vita, la propria crescita personale rende liberi.