domenica, febbraio 23, 2014

Un'intera vita - romanzo di Aharon Appelfeld

C'è uno scrittore, Aharon Appelfeld, diventato uno dei maggiori scrittori israeliani e tra i più grandi e letti al mondo- tradotto in più di trenta lingue- che ha praticamente scritto con oltre 9 romanzi la stessa storia: è quella che ha vissuto sulla propria pelle di sopravvissuto alla Shoa.
Il suo è il racconto di sopravvissuto ad uno dei drammi più indicibili della storia umana. Entrando nel mistero dell'uomo, capace di tali crudeltà, egli si sentì di astenersi dal giudizio...dalla perdita del senso del divino che alberga in ognuno.
In quella atroce esperienza, in cui il giovanissimo Appelfeld perse sua madre e i suoi nonni, riuscì a trarre la rievocazione della sua infanzia come un mosaico dove tessere i ricordi con mille voci diverse che raccontano la medesima storia di crudeltà e solitudine.
Per arrivare a ciò è stato necessario ad Appelfeld un lungo periodo di silenzio. Deportato da bambino e sfuggito per miracolo all’inferno del lager, si è rifiutato per tanto tempo di ricordare e di parlare. La scrittura aiuterà Aharon Appelfeld a ricostruire e a raccontare quell'atroce passato.
Approdato in Israele nel 1946 -a 14 anni- imparò l'ebraico e si laureò all'Università di Gerusalemme in letteratura, insegnando poi all'Università Ben Gurion del Negev.
Io ho letto in questi giorni Un'intera vita. In questo libro si racconta il dramma della perdita della madre che lui stesso ha subito a sette anni. In Un'intera vita la protagonista è invece una ragazzina di 13 anni, Helga, che si mette in cammino per trovare la mamma ebrea internata in un campo di lavoro.
I riferimenti biografici sono molti e rimandano allo struggente ricordo della famiglia perduta ed in particolare alla figura della madre.
Il viaggio che compirà Helga (Aharon) in Un'intera vita è un viaggio tra gli uomini sempre capaci di fare del male all'altro, fisicamente e spiritualmente. Molte volte senza ragione. L'assenza di risposta a questo fatto, resta un disperante punto di domanda.
Il periodo vissuto con i criminali fornisce gli strumenti per capire gli esseri umani. Lì ho imparato la generosità, l'odio, la brutalità, tutti i sensi dell'essere umano. Ovviamente questi criminali lo picchiavano, ma Appelfeld ripensandoli prova comunque calore nei loro confronti. Non tutti i criminali sono veri criminali.
Appelfeld giunge ad un conclusione: La bellezza esiste e il reale non è solo il male che ci raggiunge, ma il Mistero di Dio e della storia che si affida al nostro cuore.

sabato, febbraio 15, 2014

Parte seconda del racconto: La mia vita nelle canzoni Amori allo sbaraglio

Parte seconda del racconto:
La mia vita nelle canzoni - Amori allo sbaraglio

Diego ha deciso che stasera verrà a casa mia. Io non sono stato capace di trovare una scusa e dirgli di no. Diego nel volermi aiutare esagera.
Però Diego forse mi conosce meglio delle donne che ho avuto. Mi conosce meglio di Anna. Lui ha quella particolare dote che ti riporta all'essenza. La parte materiale, fisica. So anch'io delle particolari relazioni complementari: se sei un debole, ti metti con un forte; se sei un bambino cerchi la mamma; se sei un masochista trovi un sadico.
Ma no. Io con Anna avevo una relazione vera, alla pari. La cosa più bella era che ridevamo insieme di tante cose. Ecco avevamo quello che si chiamano le affinità elettive. Il sesso con lei diventava un gioco erotico pieno di complicità. Che godute! Solo a pensarla mi affiorano gli orgasmi intensi avuti insieme a lei. Ad ogni maniera...Soli si muore. Cantava così: Patrick Samson

Oh, la voglia di amare mi scoppia nel cuore. Soli si muore. Tu o un altra è lo stesso. Aspettare non posso. Soli si muore, senza un amore. E' l'ultima notte che prego il signore. Fa freddo di notte. Soli si muore, voglio un amore...
Sì. Voglio un amore.

Diego dopo cena ha preso possesso del mio pc e mi ha iscritto su lovepedia.net Ha fatto tutto da solo. Ha inserito la mia mail e mi ha registrato.
-Ecco che sei pronto a trovare altre donne. Donne tutte pronte a farti dimenticare Anna.
-Ma io non voglio dimenticarla. Hai capito?
-Dai, non fare lo scemo. Qui inserisci il tipo di donne che ti interessano e poi una volta aperta la lista, gira. Vedrai quanta figa hai a disposizione. Credimi. Chiodo scaccia chiodo.
-Senti Diego per me non è una questione sessuale. Con Anna era una questione d'amore...
-Va bene. Chiamalo amore. Chiama amore anche queste nuove donne e vedrai che tutto si aggiusta. Mi fai ridere con questo tuo sentimentalismo. -Tu non capisci. Io voglio che Anna ritorni da me. Non voglio mettere degli ostacoli tra noi. Con le tue soluzioni l'allontano.
-Ma lei non c'è già più. Lei si sarà già trovato un altro. Sarà dietro a scoparsi qualche suo collega...
-Sei uno stronzo Diego. Come fai a pensare questo... -Ma va là. Lo stai pensando anche tu. Lei con le gambe aperte ad accogliere un nuovo amore.
-Sei un bastardo Diego. Mi fai soffrire. Altro che aiuto.
-No, Giovanni io ti sto aiutando nella maniera giusta. Ti aiuto ad uscire da questo tuo stato di sofferenza facendoti pensare che tu puoi avere altre donne. Tu puoi trovare un'altra Anna e fregartene di questa. Insomma se la storia è finita, non farne un dramma. E' finita. Basta. Stop. Quello che è stato è stato. Avete chiavato insieme, avete visto anche i tramonti, i paesaggi, avete sognato, mangiato, succhiato, ma ora basta. Se lei volesse tornare con te si farebbe viva. Allora? Io ti aiuto a dimenticarla. Devi continuare a vivere...
-Lasciami stare Diego. Per oggi basta. Finiamo qui la serata. Lasciami solo. -Va bene Paolo. Vedrai che fra qualche giorno con i miei consigli starai meglio. Ti saluto. Ci vediamo domani.

Diego stasera si è rivelato quello che è e ho sempre pensato di lui: un bastardo. Uno senza sentimenti. Bastardo non perché non conosca i suoi genitori, ma perché non capisce che esiste una cosa che si chiama amore. Lui pensa solo a scopare. Per lui è tutto sesso. Lui mi conosce, ma anch'io lo conosco.
Ho messo Diego alla porta. Ora mi gira un po' la testa. Quel bastardo mi ha fatto bere. Un classico. Era arrivato con sottobraccio due bottiglie di vino e ce le siamo scolate tutte. Morale una bottiglia a testa e per me è una cosa eccezionale. Poi è riuscito anche a trovare una bottiglia di limoncello che avevo in un mobile da chissà quanto tempo. Non ricordavo neppure di averla. Abbiamo dato il fondo anche a quella. Per questo ora mi gira la testa. Stanotte forse riuscirò a dormire.
Sono passati 10 giorni senza aver visto Anna. Qualcosa si muove ancora dentro di me. Sembra che il dolore si sia placato. Il tempo è il medico dell'anima...così mi pare reciti un antico proverbio. Non sono sicuro. Diego aveva ragione? No. Ora posso solo dire una cosa: Io non ho paura. Ecco. Io non ho paura come canta Fiorella Mannoia:

Ci penso da lontano da un altro mare un’altra casa che non sai. La chiamano speranza ma a volte è un modo per dire illusione. Ci penso da lontano e ogni volta è come avvicinarti un po'. Per chi ha l’anima tagliata l’amore è sangue, futuro e coraggio. A volte sogni di navigare su campi di grano. E nei ritorni quella bellezza resta in una mano. E adesso che non rispondi fa più rumore nel silenzio il tuo pensiero. E tu da lì mi sentirai se grido. Io non ho paura...

Sì, adesso che non sento Anna, il suo silenzio fa più rumore. La ritrovo dappertutto. Ecco non ho paura di stare solo; non senza di lei. Lei c'è sempre. E' nei miei pensieri.
Ho evitato Diego da giorni. Meno male che ero impegnato fuori dall'azienda. Lui ha provato a cercarmi per telefono ma non ho risposto. Gli ho inviato un sms di risposta: sono impegnato. Ci sentiamo stasera. Stasera però non l'ho chiamato. So che mi avrebbe chiesto della chat. Io la chat non l'ho aperta.
Non è detto però che non la apra. Io non ho paura. Sarebbe meglio dire non devo avere paura. Un po' di paura ce l'ho. Va bene aprirò la chat. La aprirò per chattare online. Solo quello. Scambiare parole. Altro non mi interessa.
Devo capirlo. Sono rimasto solo. Sono uno di quelli restati soli...come Drupi:

E poi si resta soli e non si canta più; qualcuno prende il volo e qualcun altro cade giù. Ma in una notte come questa e' facile sbagliare; meglio aprire un'altra porta e non pensarci più. Soli. Ma come e' grande questo mare da guardare soli. Quante cose da gridare mentre corri fuori. Tra le stelle di una notte senza piu' rumori. Soli...

Stasera dopo diversi giorni ho acceso il pc e aperto la pagina di lovepedia.net
Il sito web ricorda la registrazione che mi aveva fatto Diego. Username: Mandrillo. Password: 696969. Disgraziato. Diego mi ha registrato con questo nikname che vedranno tutti. Io non sono un mandrillo e ora entrare in chat mi imbarazza ulteriormente. Diego si è registrato con il nikname: squarciapassere. Per lui è tutto più semplice. Lui va al sodo. Così mi ha spiegato:

-Così non do alito a malintesi. Così devi fare tu. Ricorda anche di inserire una bella foto. Aiuta. Se vuoi te la scatto io con il telefonino...ma ridi porca puttana. Levati quella faccia triste da sfigato. Fai un bel sorriso.

La foto non l'ha fatta. Ed è stato meglio così.
Appena entro nella pagina iniziale di lovepedia.net mi viene chiesto di completare il mio profilo. Alcune cose le aveva già immesse Diego.
Sesso: Uomo; Mi piacciono: Donne; Sto cercando: Relazioni occasionali, Amicizia; Località: Genova; Età: 40 anni; Segno zodiacale: Cancro. Etnia: Europea; Corporatura: Normale; Stato civile: Single. Fin qui tutto bene.
Diego per questo è stato corretto. Per migliorare il profilo e aumentare i contatti dovrei inserire una foto. Aspetto. Provo ugualmente a fare un giro. Cerco donne senza modificare le date riportate nei due specchietti: 18 – 99. Sono il limite minimo e massimo delle età delle donne che cerco. Dovrei mettere un limite al massimo. Ma perché? Io cerco compagnia. Io ho bisogno che qualcuna abbia voglia di chattare. Nel profilo aggiungo: Italia e per la località: indifferente. Clicco su cerca.
Nelle note in fondo pagina leggo:
Non utilizzare espressioni volgari o che possano violare diritti di terzi o che abbiano carattere diffamatorio, ingiurioso, osceno, offensivo, violento o che incitino alla violenza, politico, razzista o xenofobo e, in genere, contenuti contrari all'oggetto di Lovepedia.net, alle leggi ed alle norme in vigore, ai diritti personali o alla morale. Non comunicare dati sensibili (numeri telefonici, indirizzi, ecc).
In questi giorni mi sono trovato al supermercato del quartiere a parlare della qualità della carta igienica con una vicina di casa; in coda alla cassa poi mi sono sentito osservato da una vecchina che mi sorrideva. Non capivo cosa avesse da ridere. Ho contraccambiato il sorriso. Quando le sono passato accanto mi ha chiesto: dov'è la sua ragazza?
Già, la mia ragazza. E' fuori per lavoro. Così ho risposto.
La casa è diventata un letamaio. Non cucino più ma riesco lo stesso a fare delle pile di piatti sporchi. Appoggio le cose dei vari pacchetti: formaggi, affettati, robe pronte che solo il giorno dopo sono già acide...

martedì, febbraio 11, 2014

La mia vita nelle canzoni - Amori allo sbaraglio Racconto in progress

Ho iniziato a scrivere un lungo racconto che potrebbe essere anche un mio prossimo libro. Mi piacerebbe sapere dagli amici cosa ne pensano.
Intanto se avete tempo e voglia di leggere ecco che potrebbe essere un modo per regalarvi qualche minuto di divertissement. Ne abbiamo bisogno tutti.

La mia vita nelle canzoni - Amori allo sbaraglio

Prima puntata

Cinque giorni che ti ho perso e tu? Come la canzone di Michele Zarrillo:

Cinque giorni che ti ho perso, quanto freddo in questa vita, ma tu... non mi hai cercato più; troppa gente che mi chiede: scava dentro la ferita e in me... non cicatrizzi mai.

Sì, uguale. Ci siamo lasciati e ora io sono perso; perso nel mio dolore. In verità lei mi ha lasciato solo da tre giorni, ma io mi sento come nella canzone:
Amore mio come farò a rassegnarmi a vivere e proprio io che ti amo ti sto implorando: aiutami a distruggerti. Cinque giorni che ti ho perso, mille lacrime cadute ed io, inchiodato a te, tutto e ancora più di tutto per cercare di scappare...

Sì, ancora. Non riesco a rassegnarmi e neppure a distruggerti dai miei pensieri come canta Zarrillo. Ci siamo lasciati, meglio dire mi ha lasciato e ora devo fare qualcosa.
Potrei intanto cantare come Giorgia e Mina: Poche parole. Che altro dire?

Giorgia:
conoscersi confondersi- prova a prendermi - c'è da perdersi - il tempo cura le ferite - ancora io le mie non le ho guarite - prova a credermi - c'è da ridere – e ridendo ti parlo di me - dell'amore - poche parole per te - che sai comprendere quel male - che fa pensare che - io somiglio a te a te
Mina:
conoscersi nascondersi - prova a dirmelo - che sai piangere - il tempo corre con le sue salite - ancora io le mie non le ho finite - prova a spingermi - c'è da vivere - e vivendo ti parlo di me - dell'amore - poche parole - per te che sai comprendere quel male - che fa pensare che - io somiglio a te

Sì, sì è così. Però un'altra canzone di Mina in questo momento mi rappresenta meglio: Città vuota.

Le strade piene, la folla intorno a me - mi parla e ride e nulla sa di te - io vedo intorno a me chi passa e va - ma so che la città - vuota mi sembrerà se non ci sei tu.
Le strade vuote, deserte sempre più - leggo il tuo nome ovunque intorno a me torna da me amor e non sarà più vuota la città - ed io vivrò con te tutti i miei giorni - tutti i miei giorni, tutti i miei giorni.

Ci devo credere? No, devo solo vivere. Vivere con Vivimi di Laura Pausini:

Non ho bisogno più di niente - Adesso che - Mi illumini d'amore immenso fuori e dentro - Credimi se puoi - Credimi se vuoi - Credimi e vedrai non finirà mai Ho desideri scritti in alto che volano - Ogni pensiero è indipendente dal mio corpo - Credimi se puoi - credimi perché - farei del male solo e ancora a me Qui grandi spazi e poi noi - Cieli aperti che ormai - Non si chiudono più - C´è bisogno di vivere da qui - Vivimi senza paura - Che sia una vita o che sia un'ora - Non lasciare libero o disperso - Questo mio spazio adesso aperto ti prego - Vivimi senza vergogna - Anche se hai tutto il mondo contro.

Sono innamorato. Innamorato di Anna Fista. Lavoro da precario presso una piccola azienda di reti informatiche; Anna è invece una giornalista, anch'essa precaria, che collabora ad alcune riviste. Lei scrive su tutto: moda, costume, attualità, cultura, libri, cinema. Scrive su quello che le chiedono e le càpita. Sto soffrendo come una bestia. Non avrei mai creduto di arrivare a questo punto. Le ragazze, con cui ho avuto una relazione seria, nella mia vita sono state quattro. Tutte terminate. Mi sono lasciato quindi 4 volte, ma mai avevo sofferto come ora. Per quelle 4 separazioni, avvenute nel corso dei miei quarant'anni, non saprei dire se sono poche o tante, questa contiene tutto il dolore delle precedenti.
Cammino per la strada come un ebete. E' come se aspettassi che la voce di Anna mi chiamasse di colpo. Così mi guardo in giro sperando di incontrarla. La strada che percorro è la stessa che facevo insieme a lei ogni giorno.
Non so se l'avete capito ma io sono innamorato perso.
Mi interrogo sul perché lei se ne sia andata. Sarà la gelosia? Sì, sono geloso, ma anche lei non scherzava. Il nostro amore si sommava alle nostre gelosie. Troppe. Maledetto cellulare. Lei non doveva guardare gli sms ricevuti da me ed io non dovevo stressarla con le mie telefonate notturne.
L'sms che l'ha fatta infuriare era solo un saluto innocente di una amica che non vedevo da moltissimo tempo. Lei gelosa è subito scattata:
-Maledetto! Cosa mi tieni nascosto? Chi è questa tipa? La conosco?
Dovevo stare più attento e cancellar subito quel messaggino. Lei non avrebbe dovuto fare quella scenata: tirarmi il cellulare in faccia dentro quel ristorante. Una figura di merda di fronte a tutte quelle persone presenti. Manco avessi fatto chissà cosa. D'altronde avremmo dovuto sapere insieme che la gelosia porta solo tempesta. Suo fratello era stato minacciato di morte solo per avere accompagnato a casa una ragazza. Quella era l'ex fidanzata di un calabrese che si diceva facesse parte di una 'ndrina- una famiglia dedita agli affari illegali.
Ora Anna mi ha lasciato. Se n'è andata. Andata via come Lisa, nella canzone di Stefano Sani:
Lisa se n'è andata via, non è più mia. Lisa se n'è andata via, stupida la sua follia libera, dovunque sia, non è più mia. Qualche scusa addosso, brava com'è, si inventerà. La mia Lisa, adesso ma di chi è, di chi sarà. Verso nel bicchiere chiaro vino rosso, lo so già, la mia mente adesso sul soffitto volerà!

Mi manca l'equilibrio. Come in Dica! Così cantava Niccolò Fabi:

Mani nelle tasche e un chiodo nella mente, esco fuori per vedere un po' di gente. Mi manca l'equilibrio e mi appoggio a una vettura, esce il proprietario con la faccia tesa e scura e mi dice: 'Dica...' E non si dice mai 'dica' senza un perché, ma mica avrà capito che mi sono perso per te. Cerco di spiegargli che la vita a volte è dura, che ci sono dei momenti dove tutto fa paura, ti senti vuoto e solo nel grigiore esistenziale, hai bisogno di un sostegno economico e morale, ma dire...'Dica...'

Così sono combattuto tra lo scappare e il rimanere. Però anche in questo mio soffrire canto con Dolcenera: com'è straordinaria la vita.

Ci sono momenti che passano in fretta e il tempo che vola sa di sigaretta. Ci sono momenti che pensi alla vita ed altri in cui credi che è proprio finita. E ti viene da vivere, e ti viene da piangere e ti viene da prendere un treno andare affanculo, lasciare tutto com'è, che qui non è facile, ti senti fragile, qui, dove tutto quello che conta è quello che senti...è sentire com'è... sentire com'è... Com'è straordinaria la vita, com'è, coi suoi segreti, i sorrisi, gli inganni. Com'è straordinaria la vita, che un giorno ti senti come in un sogno e poi ti ritrovi all'inferno. Com'è straordinaria la vita, che non si ferma mai, si, non si ferma mai.

Diego è un amico e collega che mi vuole aiutare ad uscire da questo mio stato penoso. Ha ragione. Io non sono pronto. Lui ha un sacco di ricette. Quella che mi propone di più è la solita chiodo scaccia chiodo, ovvero: Fatti un'altra donna. Non stare a perdere tempo dietro a quella. Non ti merita.
Si fa presto a dire. Diego intanto è sempre stato un single. Lui cambia spesso donne, ma non ha mai avuto una relazione seria. Almeno io penso così. Certo, molte volte sembrava sul punto di fermarsi. Parlava della donna del momento come quella ideale. Quando annunciava quella cosa, poi succedeva che la storia finiva subito lì. Io penso che le responsabilità di vivere un rapporto di coppia vero lo spaventi. Ora vuole darmi consigli. Mi viene da ridere, eppure piango.
-Hai capito Gianni che non devi ridurti in uno zerbino? Devi pensarci prima a frequentare quel tipo di donne. Tu sei intelligente. Ti ammiro; ma scusa ora mi sembri uno stupido. Dammi retta, non cercarla più. Se poi vorrà, ti verrà a cercare lei. 'In amore vince chi fugge'. Non lo sai? A quel momento devi essere spietato: dovrai farle il culo. Lo so tu non sei il tipo. Sei troppo bravo. Il mio è un consiglio per non vederti soffrire. Per il momento hai bisogno di una donna che ti faccia dimenticare Anna. Una che le piaccia trombare senza problemi. Eppoi, con quella gelosia? Ma dove credevate di andare?
Per il chiodo schiaccia chiodo lui usa le chat che trova sul web. Diego per quello è un esperto e mi ha detto che mi darà tutti i ragguagli per non cadere nelle grinfie di donne vampire. Sì, oggi ci sono molte donne vampire. Così dice lui.

-Certe donne ti succhiano tutto. Devi capirlo al volo. Prima di presentargli il cazzo. Per prima cosa se trovi delle donne bellissime devi sapere che molte sono rumene e cercano soldi, è il modo di sistemarsi in Italia. Evita quelle che cercano 'amicizia duratura'. Sono quelle che diventano gelose. Cerca quelle 'medie': né troppo belle e appariscenti. Con quelle inizia a chattare per un po' online. Valuti così se è simpatica e quale Q.I. ha. Scappa anche da quelle che sono molto intelligenti. Ti inculano subito loro. Quando ti senti pronto a incontrarla fisicamente, allora mollale il numero di cellulare. Sei pronto per scopare. Quella è la vera ricetta per dimenticare Anna.

I suoi consigli per trovare donne con le chat, potevano anche essere validi. Ma a me in questo momento non mi interessano. Diego ha un bel dire. Mi fa rabbia. Sembra che non conosca i sentimenti. Vede le donne come vagine con le gambe. Grandi vulve dove tuffarsi dentro. Lui è un tipo Je T'aime, Moi Non Plus
Je t'aime je t'aime Oh oui je t'aime. Moi non plus. Oh mon amour l'amour fhysique est sans issue. Je vais je vais et je viens entre tes reins. Je vais et je viens. Je me retiens. Non! maintenant viens... Io t'amo. Ti amo. Oh si, ti amo. Io non più. Oh amore mio l'amore fisico è senza uscita. Vado e vengo tra i tuoi fianchi. Vado e vengo. Mi trattengo no! Ora vieni...

Io non riesco a fare come lui. Io mi innamoro. Io voglio Anna. Il mio è un grido come quello di Lucio Battisti: Anna

. Hai ragione tu, cosa voglio di più, cosa voglio Anna. Voglio Anna. Non hai mai visto un uomo piangere. Apri bene gli occhi sai perché tu ora lo vedrai. Apri bene gli occhi sai perché tu ora lo vedrai. Se tu...non hai mai visto un uomo piangere. Guardami...guardami...Anna...voglio Anna. Voglio Anna. Voglio Anna.

mercoledì, febbraio 05, 2014

Tempo e Libertà: la Relazione è Vita; la Vita è Relazione

La vita è relazione e la relazione è vita. E' nel rapporto con noi stessi e con gli altri che noi costruiamo la nostra vita. Purtroppo, come vedremo, buona parte delle nostre azioni sono falsate dal condizionamento che riceviamo a vari livelli. Salutiamo, sorridiamo, conversiamo amabilmente o ci mostriamo indignati, molto spesso per convenzione, per ubbidire a regole sociali più che per spontaneità. Il nostro essere che avvertiamo carente, mancante, cerchiamo di riempirlo con l'amore. Da qui l'antinomia di avere o essere, accompagna il cammino dell'uomo.
Ogni essere vivente, porta in se una costitutiva mancanza d'essere: nessun vivente può essere tutto l'Essere. Da questa mancanza, nasce il bisogno di un oggetto altro da se. Ciò si applica sia al bisogno di cibo, sia al bisogno sessuale.
L’uomo è l’essere che fa della relazione l’elemento fondamentale della sua esistenza. Non c’è vita senza relazione. Se poi comprendiamo che non cessiamo mai di comunicare, scopriamo quanto diciamo agli altri di noi, senza che lo sappiamo.
La relazione è causa ed effetto della qualità della nostra vita: è il metro che misura il nostro benessere e malessere. Nel gioco degli specchi con cui riconosciamo e valutiamo i comportamenti e tutte le cose, il rapporto relazionale che abbiamo con noi stessi si riflette nelle relazioni che costruiamo con il prossimo. Un ventaglio ampio di relazioni assertive, positive e paritarie segnano la capacità di vivere e affrontare i problemi quotidiani.

La libertà è quello che ci rende forti nella relazione, poiché possiamo permetterci di accettare gli altri così come sono. Rafforzando la nostra essenza miglioriamo le relazioni; diventiamo padroni del nostro spazio relazionale.
Nessuno insegna o spiega come governare e comprendere i nostri comportamenti. L’educazione così come è intesa oggi, prepara a comportamenti stereotipati, a risposte conformiste, a ragionamenti banali senza far apprendere nuove strategie alla nostra mente in risposta ai problemi; in sintesi a stimolare la mente creatrice. Nuovi pensieri creano nuove sinapsi, nuove realtà, nuove strategie per affrontare la vita e superare il disagio. Il dolore segnala un malessere legato ad una mappa inconscia, ad un fatto traumatico e a credenze sbagliate. Il dolore psichico è una domanda senza risposta.
La relazione interna, che condiziona quelle esterne, è spesso inconsapevole e genera pensieri automatici. Dobbiamo imparare ad ascoltarci e insieme a lasciarci andare nel senso di utilizzare maggiormente l'intelligenza intuitiva, la nostra mente creativa. Con la meditazione riusciamo a fare presenza, ad esercitare la ginnastica del qui e ora.
La qualità della vita dipende dal nostro dialogo interno. L’automatismo spinge l’energia in un certo senso. Con la mente creativa riusciamo ad elaborare il comportamento automatico. Conoscere significa distinguere; le generalizzazioni solitamente fanno emergere una scarsa coscienza, fanno comprendere quanta poca consapevolezza si ha del proprio pensiero.
Fermiamoci un momento.

sabato, febbraio 01, 2014

la vita in un algoritmo: ChoiceMap, l'app che ti dice cosa è giusto fare

Un articolo apparso oggi su la Repubblica.it dice 'Se esiste un'app praticamente per qualsiasi cosa, come ricordava tempo fa lo spot di un gigante dell'hi-tech, perché non dovrebbe essercene una che ti suggerisca qual è la cosa giusta da fare? Certo, l'idea di mettere la propria vita in mano a un algoritmo può apparire una scelta non proprio entusiasmante. Anche se, a pensarci bene, una larga fetta della nostra esistenza è già scandita da programmi e formule automatizzate, dal semaforo alle ricerche su Google'...
Chi conosce l'A.T. l'Analisi Transazionale, quel metodo ideato da Eric Berne per conoscere attraverso il tipo di relazioni che instauriamo con gli altri quale tipo di personalità usiamo, saprà che in fondo i nostri problemi sono solo indecisioni...ecco ora che un'app (una applicazione) ci dice cosa è giusto fare. L'app che si chiama ChoiceMap usa un algoritmo che in teoria va bene per tutto. Per la vita.
L'inventore di questo programmino si chiama Jonathan Jackson e racconta che cambiare casa, città, lavoro o partner ma anche scegliere cosa mangiare per cena è solo un bisogno di chiarire le proprie priorità. Vero.
Ecco che questa app in fondo non fa che metterci di fronte a delle scelte che in effetti sappiamo già. Sì, l'app non fa altro che stimolare la scelta su principi matematici che pescano da tutti quegli elementi responsabili della confusione personale che spesso origina malesseri.
La tecnologia viene in aiuto anche per questo.