sabato, dicembre 29, 2007

Capodanno 2008

Vorrei che il prossimo anno si potesse vivere senza affanno
Camminando piano tenendoci per mano
Vorrei un gennaio gentile, come il mese d’aprile
Oppure un luglio fresco, con il fiore di pesco
Vorrei per tutti un lavoro, che dia ad ognuno decoro
E rifondi speranza anche a chi solitamente non danza
Vorrei giornate serene, passate con chi si vuole bene
Belle chiacchierate con gli amici, in tante serate felici
Vorrei solo notizie belle, da ridere a crepapelle
E se scappa una notizia brutta, sia perché dopo il dolce non c’è la frutta
In conclusione ispirato da Gianni Rodari, mettendomi così in pari:
‘Se voglio troppo non datemi niente, datemi una faccia allegra solamente’.

giovedì, dicembre 27, 2007

Ricordando Gualtiero Schiaffino

Una brutta notizia funesta questo Natale 2007: la morte di Gualtiero Schiaffino, firma storica della satira politica italiana. Gualtiero Schiaffino era un uomo eclettico, un imprenditore culturale dai mille interessi: editore, politico, scrittore, giornalista, disegnatore fumettista, curatore di mostre di grafica, illustrazione, festival dell’umorismo e letteratura per ragazzi; organizzatore di tornei di Ciclo-Tappo (di cui era l’ideatore con la Federazione Italiana Gioco Ciclo-Tappo nata nel 1993). Ex assessore alla Cultura per la Provincia di Genova, Gualtiero Schiaffino era da sempre impegnato nella promozione del libro e della lettura: il premio Andersen, che porta lo stesso nome della rivista di letteratura per ragazzi, è stato creato da lui nel 1982.
Insieme ai vignettisti e cartoonist genovesi, quali Rino D'Anna, Agostino e Franco Origone, Alberto Boccardo e Sergio Fedriani, Gualtiero Schiaffino ha rappresentato la ‘punta’ dell’illustrazione umoristica ligure.
Che dire di più di lui? Per me un amico, un uomo brillante dallo spirito ironico e piacevole. Con Schiaffino tutto ruotava attorno al sorriso e alla sottile sapienza di godere al meglio la vita. Mi mancherà.
Nel dicembre 2004 avevo raccontato della fantasia satirica di Gualtiero Schiaffino sulla politica della nascita dei partiti: una profezia? Ancora mentelocale.it nel marzo del 2005 un articolo aveva descritto gli aspetti creativi di Gualtiero Schiaffino. Rileggendoli rivedo l’amico Gualtiero e la sua verve, la sua vitalità, le sue battute geniali…
Chi non si è imbattuto nei suoi nonsense? Nelle sue freddure, barzellette, vignette e scherzi? Chi non ricorda il suo manuale satirico pubblicato da Zanichelli con successo? Il libro si chiamava ‘Verba Volant - Manuale di brillante conversazione per ben figurare in società, indispensabile al fine dicitore’: un volume di 400 pagine che aiutava a rendere leggeri, a far volare appunto, concetti importanti e pesanti della pubblica amministrazione. Pubblicato nel 1982 da Zanichelli, ora fuori commercio, rimane un libro attualissimo.
Non ho altro da aggiungere. In questo Natale sono un po’ triste per Skiaf –così firmava le sue vignette satiriche sulle importanti riviste del genere. Oggi ho preso uno Skiaf, non uno dei suoi soliti, quelli che allargavano bocca e cervello; oggi ho preso uno Skiaf che stringe il cuore e fa più poveri.

domenica, dicembre 23, 2007

Potere italiano

Non potevo non scrivere niente sulle telefonate intercettate. Così una piccola riflessione la metto su questo blog:
Indubbiamente il contenuto della telefonata tra Berlusconi e Saccà è l’emblema e la conferma di ciò che da sempre pensa la massa degli italiani del potere: un continuo intrallazzo tra chi ha soldi e cariche pubbliche; tra raccomandati, servitori, e politici, trafficanti. In fondo questa è la politica senza un contenuto etico.
Sono passati oltre 15 anni da quando scoppiò in Italia la ventata moralizzatrice di ‘Mani Pulite’; poco è cambiato, forse nulla. Sono entrati in politica i referenti a cui erano asserviti gli scambi di favori, ma non sono cambiati i metodi. Non è cambiato il costume vessatorio, di ricatto, di compra-vendita di voti e consenso soprattutto legato al potere esercitato dalla televisione.
Il campione di questa politica sporca è proprio colui che faceva dell’antipolitica il suo manifesto: il privato che guardava all’interesse della capacità professionale, imprenditoriale del fare e della libertà, ovvero Berlusconi. Bell’esempio.
Le capacità sono quelle di raccomandare bene le persone o di essere raccomandati ad un ente che poi viene condannato perchè assume tutti per raccomandazione. L’imprenditoria e più semplicemente una prenditoria, dove ogni cosa ha un prezzo e basta pagare; per cui libertà o non libertà si può ottenere sempre quello che si vuole. Naturalmente per certi ricchi, per gli altri chi se ne frega; anzi le intercettazioni provocano scandalo non per il contenuto destabilizzante, ma perché sono state rese pubbliche. Meno male che tutti hanno la possibilità di conoscere. A questo serve la democrazia e la libertà: quello di sapere; sapere chi sono i personaggi che si candidano a governarci da sempre. Le solite maschere arlecchino-pulcinellesche.
Questo mio articolo è stato pubblicato oggi 24 dicembre su L'Unità

venerdì, dicembre 21, 2007

il Buon Natale che ho inviato agli amici

Un buon Natale che estendo a tutti i visitatori del mio blog:
Un Buon Natale per non essere banale e non apparire scontato come il telegiornale, che racconta le feste con il solito rituale, deve essere semplice, fuori dallo stress, e dalla corsa al regalo.
Un Buon Natale per essere vero, e ricordarci che siamo in attesa di un evento miracoloso, deve essere silenzioso, ovattato come i passi nella neve che ammanta di bianco ciò che si vede.
Un Buon Natale si deve preparare pensando ad una nascita, come ad una festa; poiché insieme ad un bambino nasciamo tutti, come si nasce, e si muore, ogni giorno e ad ogni ora.
Un Buon Natale si vede nelle opere di bene, nei pensieri buoni, nei visi distesi, nei gesti d’affetto che rammentano, sebbene siamo tutti nati in posti, giorni e anni diversi, che siamo qui insieme a dirci Buon Natale. Buon Natale e ancora Buon Natale.
Noi nasciamo sempre tutti, oggi.

martedì, dicembre 18, 2007

Regalare solidarietà

Una notizia in piccolo su ‘Affari e Finanza’, inserto de La Repubblica, dice che Giorgio Armani regala quest’anno solidarietà. Un semplice biglietto a stampa avverte che la sua maison, per il Natale non manda regali perché i soldi corrispondenti sono stati utilizzati per fare una donazione all’Unicef. ‘Bene, bravo, evviva’, commenta Giuseppe Turani, autore dell’articolo, aggiungendo che il Natale dovrebbe servire proprio ad adoperare i soldi per fare del bene, e non a sprecarli in regali spesso inutili. Allora un plauso a Giorgio Armani, insieme un esempio da imitare, aggiungo io.
Potrebbe essere una bellissima idea regalare un biglietto che testimoni che è stata fatta una donazione. Le associazioni di solidarietà sono tantissime, basterebbe sceglierne una e inviatale una somma, fotocopiata la ricevuta di versamento si potrebbe, dopo averci scritto sopra i nostri auguri di Buon Natale, distribuirla a parenti, amici e conoscenti- a tutte le persone cui si regala qualcosa ogni anno. Sarebbe un Natale fantastico, che forse non accrescerebbe il PIL, il trend dei consumi, ma di sicuro diminuirebbe le spese statali per il cosiddetto welfare e disagio sociale. Una ventata di bontà investirebbe tutti e prenderebbe corpo un significato più vero nel festeggiare la nascita miracolosa.

Pubblicato oggi 19 dicembre su La Repubblica e su Il Secolo XIX

venerdì, dicembre 14, 2007

Fare l'amore

Fare l’amore, così si dice per l’amore tradotto in termini fisici. L’amore sottintende sempre un fare: l’amore va sperimentato. Nella Bibbia fare l’amore, ovvero compiere l’atto sessuale, è il paradigma della conoscenza. Fare l’amore senza penetrazione non è possibile. Allo stesso modo non si può sperimentare la conoscenza senza penetrare nel linguaggio, nel senso delle parole.
Ma come si impara a farlo? Come farlo la prima volta. Come farlo ovunque tranne che a letto. Come farlo in modo ecologico…siamo fuori strada: quelli sono titoli di guide che non aiutano. Considerando l’amore uno scambio sessuale, può succedere di tutto; può succedere ad esempio che ci si rinfacci le prestazioni: l’hai fatto male; pensavi ad un’altra; sei stato troppo svelto…per lui. Per lei invece si può aggiungere: non hai partecipato; avevi paura di far rumore; eri stanca…
Tutti equivoci sull’amore come scambio. Per Erich Fromm l'amore non può essere insegnato, bensì deve essere acquisito tramite uno sforzo continuo, una attenta disciplina e paziente applicazione.
Raggiunto l’amore vero ci accorgeremo che quello è la sola medicina che cura tutti e tutto. L’amore guarisce dalla solitudine e dalle difficoltà dell’esistenza; ma intendiamoci bene, quella medicina, non è ‘fare l’amore’ come equivalenza del ‘fare sesso’. La medicina dell’amore è particolare, fa vivere con l’altro e gli altri in maniera nuova, come sostiene ancora Fromm:’io ti dono qualcosa e tu non mi devi dare nulla; tu mi regali sorrisi e abbracci ed io sono contento. Ci incontriamo ogni giorno su un piccolo sentiero, facciamo dei passi insieme sull’orlo di un burrone, ma non abbiamo paura’.
Tornando al ‘fare sesso’, dovremo essere grati alla Natura per il potere che ci ha dato nel continuare a farlo anche senza lo scopo di scambiarci materiale genetico, né per una pulsione inconscia a spandere i propri geni facendo figli, e così perpetuando la specie, ma per godere dell’orgasmo. Per qualcuno questo potrebbe rappresentare anche l’inesauribile carità di Dio. Poi ci sono anche molti altri motivi, per cui si fa sesso per esibizione, cultura, commercio, passatempo…
In conclusione noi giriamo sempre intorno all’amore e da questo dovremmo dedurre che: il sesso basato sull’ammirazione è un buon sistema per ottenere l’autografo; quello basato sull’affetto è ottimo; quello fatto fra compagni è buono per dividere le spese; quello basato sull’intimità è fantastico, ma è quello basato sull’amore che diventa un cemento che fa crescere persone e bambini.

*Pubblicato da ITALIANS il 30

giovedì, dicembre 13, 2007

Il mercato di Palazzo Madama: dal capocomico alla spalla

Marco Travaglio suul'Unità di oggi
Avrei voluto scrivere qualcosa io su questa ennesima telenovela che ci regala il 'nano', la vera anomalia politica italiana che riassume tutta la cattiva classe dirigente. Ma Marco Travaglio è imbattibile e allora posto il suo articolo:
Il supermarket dei senatori che ha innescato l'ennesima accusa di corruzione a Silvio Berlusconi s'inserisce perfettamente nella nuova stagione politica delle «larghe intese», ultimo approdo della commedia all'italiana, a cura di Castellano & Pipolo. Titolo: «Ok il prezzo è giusto» o «Chi vuol esser milionario». Ecco personaggi e interpreti, in ordine di apparizione.
Berlusconi Silvio, il capocomico. Un tempo si comprava Craxi e quello gli faceva due decreti salva-tv più la legge Mammì. Si comprava il giudice Metta e quello gli regalava la Mondadori. I suoi manager si compravano la Guardia di Finanza (a sua insaputa, s'intende) e quella chiudeva un occhio, anzi due sui bilanci del gruppo. E si compravano pure l'avvocato inglese David Mills (senza dirgli nulla, si capisce) perché testimoniasse il falso nei processi a suo carico. Il grande venditore era anche un formidabile compratore: mostrava il libretto degli assegni, diceva «scriva lei la cifra», e di solito funzionava. Ora, per dire com'è ridotto, telefona ad Agostino Saccà perché «sollevi il morale del Capo» sistemandogli certe «attrici» (ieri l'ometto le ha definite «artiste discriminate perché non di sinistra», insomma ideologhe anticomuniste, un po' come quelle che sedevano sulle sue ginocchia nel parco di Villa Certosa). Una, fra l'altro («la Evelina») sarebbe amica di un senatore dell'Unione «che mi può essere utile per far cadere il governo Prodi». E il governo non cade. Allora corteggia e coccola un senatore dell'Oceania, promettendogli un posto nel suo eventuale, prossimo governo (il famoso «sottosegretariato all'Australia»), e la piazza numero 2 nelle liste nazionali di Forza Italia (o come diavolo si chiama adesso) alle presunte elezioni anticipate. Il tutto con la stessa credibilità con cui Totò vendeva la fontana di Trevi all'italoamericano Decio Cavallo, che lui chiamava Caciocavallo. Solo che, diversamente, da Decio Cavallo, il senatore Randazzo non abbocca e lo manda a stendere, inseguito dal povero Cavaliere che gli promette addirittura «un contratto», millanta «ho con me Dini e i suoi» e lo implora in ginocchio: «Mi basta anche solo una piccola assenza...». Poveretto, come s'offre.
Randazzo Nino, l'antagonista. L'uomo che resiste impavido (e inedito) alle profferte del Grande Compratore è un vecchio giornalista italoaustraliano d'altri tempi, che dinanzi ai contratti e alle promesse risponde: «Sono stato eletto col centrosinistra e dunque resto fedele al centrosinistra perché ho una mia moralità». Alla parola «moralità», il Cavaliere chiama Bonaiuti e chiede un dizionario: dev'essere un termine australiano, comunque arcaico. Poi capisce che non c'è nulla da fare: la lunga permanenza all'estero deve aver guastato il senatore, non troppo aggiornato sulle prassi recenti della nostra politica. Affranto per l'affronto, il Cavaliere ripiega sugli italiani doc.
Nick Scavi, il buttadentro. Imprenditore australiano, si materializza alle spalle di Randazzo un giorno che questo sta passeggiando alla galleria Alberto Sordi, a Roma. Da quel momento diventa il suo angelo custode, gentile omaggio del Cavaliere: «Voglio offrirti la possibilità di diventare milionario», gli dice, e pare gli mostri un assegno in bianco accompagnato dalla frase: «Scrivi tu la cifra, fino a 2 milioni». Il suo ruolo è simile a quello delle ragazze buttadentro che accalappiano i giovanotti davanti alle discoteche. Ma Randazzo, tetragono, resiste anche alle sue sirene.
Saccà Agostino, la spalla. Calabrese, giornalista (chi non lo è?), craxiano, poi forzista, poi dalemiano, poi di nuovo forzista («voto Forza Italia come tutta la mia famiglia»), nel 2002 fu l'esecutore materiale dell'editto bulgaro del Capo contro Biagi, Santoro e Luttazzi. Da allora si garantì una serena vecchiaia. Da direttore generale dovettero cacciarlo perché in un anno la sua Rai aveva perso 4 punti di share su Mediaset: sull'onda dell' entusiasmo, era andato anche oltre il mandato. Ma lo sistemarono a Raifiction, una specie di grotta di Alì Babà piena d'oro, che lui amministra da par suo con gli amici degli amici. Ultimamente, mentre partecipava alla campagna acquisti berlusconiana dei senatori e preparava la fiction sul Barbarossa («Bossi non fa che parlarmene», insisteva il Cavaliere), si spacciava per veltroniano: pare che, per essere credibile, pronunciasse solo parole che iniziano con la w: walter, wafer, water, woobinda, wow, woody allen, watussi, wonderbra. Soprattutto wonderbra.
De Gregorio Sergio, il servo furbo. In controtendenza col proliferare in politica di servi sciocchi, il senatore ex socialista, ex forzista, ex democristiano, ex dipietrista, neo forzista ha recuperato la tradizione plautiana del servo furbo. Eletto nel 2006 con l'Italia dei Valori per nobili motivi ideali -un posto da sottosegretario- fu deluso quando non l'ottenne e cominciò a fare la fronda. Intanto fu indagato a Napoli per certi assegni trovati in mano a un contrabbandiere. E cominciò a votare contro la maggioranza che l'aveva eletto. L'improvvisa sintonia programmatica con la Cdl fu corroborata dalla promessa berlusconiana di finanziare la sua associazione Italiani nel mondo con 5 milioni di euro l'anno. Con tanto di contratto spedito via fax e addirittura firmato - scrive Repubblica - dall'ingenuo Bondi.
Fuda Pietro, servitor di due padroni. Calabrese, già forzista, poi margherito, poi numero 2 del Pdm di Loiero, indagato per storie di 'ndrangheta, balzò alle cronache un anno fa per un comma di poche righe che mandava salvi centinaia di pubblici amministratori nei guai con la Corte dei conti per reati contabili. Saccà, suo conterraneo, lo contatta poi riferisce: «Fuda vuol far sapere al Capo che il suo cuore batte sempre a destra, anche se oggi è costretto a stare a sinistra. Ma se gli toccano gli interessi e le cose sue, darà un aiuto al Cavaliere in Parlamento». Ecco, anche Fuda c'ha le cose sue.
P. S. C'è poi da segnalare Fausto Bertinotti che protesta vibratamente con la Procura di Napoli per la «fuga di notizie» e per eventuali «intercettazioni di parlamentari». Speriamo che il Presidente della Camera trovi anche tempo e modo per allarmarsi della compravendita di senatori in corso nell'altro ramo del Parlamento.

martedì, dicembre 11, 2007

Laicità

La Chiesa non può vantare buone ragioni contro il rispetto della libertà di coscienza. Per quanto riguarda la cosiddetta dittatura del relativismo, cui sempre la Chiesa si scaglia, questa è un’accusa insensata; perché il relativismo non si impone a nessuno. In definitiva: non può esserci, né può venir imposta una verità assoluta. Nessuno detiene il monopolio della verità. Separare lo Stato dalla Chiesa, il diritto dalla morale, i fatti dalle preferenze, rappresenta di per sé un valore; nonché il presupposto per riconoscersi in valori comuni: razionalità, dubbio, diritti umani, pace, giustizia...ecc. Sono regole e insieme valori.
Tutto quanto non può essere soltanto monopolio di una fede religiosa: ebrea, musulmana o cattolica che sia. Ciascuno difenda con coraggio ciò in cui crede, ma poi sia garante degli spazi di dibattito: così potremo essere laici; così insieme yesman e devoti laici che portano lo strascico, demonizzando l’avversario, eviteranno di essere patetici. Tolleranti e devoti, critici e fideisti, devono trovare l’idea di uno spazio neutro, laico e non anticristiano, dentro il quale tutti possono stare, in condizioni di riconoscimento reciproco.
L’uomo ha le possibilità per migliorare la sua vita ed anche delle concezioni arcaiche destinate ogni volta ad essere superate. Quello che la Chiesa condannava, tipo la democrazia o la non centralità della Terra nell’universo, in seguito è stato recuperato e riconosciuto valido.
Dietro il relativismo, ossia dietro la tolleranza e la democrazia che vi si associa, affiora non già un valore debole, bensì assoluto: il valore della compatibilità dei valori. In Occidente, dietro le regole della libertà laica non c’è alcuna indifferenza, ma un insieme di valori risultato di un lungo processo.
Basta seguire l’imperativo kantiano: ‘tratta l’umanità come fine e non come mezzo’. La laicità dovrebbe quindi essere la condizione affinché certe differenze, sul terreno dei valori, restino ‘indifferenti’ e innocue dal punto di vista politico.

domenica, dicembre 09, 2007

Esistono gli angeli

E’ vero amore è vero esistono gli angeli…così cantava Mina. Ed è vero, è vero che gli angeli ci sono: sono nei nostri pensieri. Una volta che i nostri pensieri sono stati creati e proiettati, hanno una loro esistenza materiale: girano, turbinano, vagano, escono e ritornano.
Esaminando i pensieri, è possibile notare come ognuno di questi crei una vera e propria forma mentale-emozionale, che rappresenta le intenzioni del suo creatore.
La nostra vita corrisponde pertanto al modo in cui noi modelliamo i nostri pensieri, unitamente alle condizioni ambientali comuni, di costume e di cultura precedentemente formatesi intorno a noi.
Con i nostri pensieri possiamo così creare le condizioni in noi e le situazioni attorno a noi; condizioni che possono assomigliare al paradiso o all'inferno, o anche essere una via di mezzo: ecco allora gli angeli del bene, del male e gli angeli in divenire…
Se pensiamo male di qualcuno, la forma pensiero raggiunge la persona in oggetto, quindi ritorna al creatore, con forza maggiore. Tale processo crea all'interno dell'atmosfera psichica molta oscurità. Se pensiamo bene una atmosfera di amore e luce ci avvolge, ed i benefici ci ritornano facendoci progredire ed evolvere.
In ogni momento, con la produzione e riproduzione di forme pensiero noi costruiamo e ricostruiamo il nostro ambiente psichico: la nostra personalità. Pertanto possiamo crearci un futuro di salute o malattia, felicità o insoddisfazione, seminare pace o irrequietezza. Per la maggior parte, tale costruzione della personalità avviene in modo subconscio, quando non abbiamo il dovuto controllo sui desideri e sulle emozioni.
La maggioranza delle forme pensiero che dimorano in noi sono intelligenti ed esigenti. Possono costringere la personalità ad agire nel modo adatto al fine di permetterle di soddisfarsi e rinnovarsi. Se ci colmiamo di forme pensiero di bramosia, invidia e odio, tali forme pensiero detteranno alla nostra personalità le azioni e i comportamenti che porteranno a grandi dispiaceri e conflitti: un vero inferno interiore. Se la nostra natura è pacifica e compassionevole, i nostri pensieri ci porteranno in situazioni dove troveremo aiuto e lo potremo diffondere.
Intorno a noi vi sono esseri umani che vivono in totale ignoranza ed oscurità, perciò l'ambiente psico-mentale collettivo è intriso di forme pensiero buone e cattive. Vi sono gli angeli, ma vi sono anche i demoni. Sta a noi creare il polo magnetico che attirerà gli uni e respingerà gli altri.
Come fare? Affidandoci a noi stessi, alla nostra intuitività e lasciandoci vivere. L’angelo del nostro pensiero profondo ci preserverà e soprattutto non ci disturberà il demone della nostra mente che segue gli automatismi di odio e aggressività.

giovedì, dicembre 06, 2007

Berlusputin di Marco Travaglio


Comprensibilmente distratti dagli eventi, giornali e tv hanno purtroppo trascurato la vera svolta della politica italiana: il nuovo look di Bellachioma. Da qualche giorno l’ometto di Stato, come lo chiamava Claudio Rinaldi, se ne va in giro con una t-shirt nera sotto giacca grigia al posto del doppiopetto incamicia to e incravattato. Parrebbe una penosa imitazione di Giorgio Armani, che sposa il nero degli abiti con l’argento della chioma. In realtà lo spirito-guida della new wawe arcoriana viene da lontano, dalla Russia con furore: è Vladimir Putin che sfoggia da sempre un dark look con t-shirt nera sotto giacca nera. Ora, per carità, stendiamo un velo pietoso sulle differenze fra Bellachioma, Armani e Putin. A cominciare da quelle fisiche e pilifere: l’ometto in nero, più che Armani o Putin, ricorda uno scarrafone un po’ sovrappeso, anche per l’abbinamento del nero della t-shirt con quello dell’asfalto che è tornato a coprirgli la capa dacché il trapianto ha fatto una cattiva riuscita.
Ma la svolta, pur fallita sul campo, è interessante almeno per le intenzioni. Che sono tre. 1) Nonno Silvio, 71 anni suonati, nipotini sparsi qua e là e gli ex alleati che gli rinfacciano l’età e persino il conflitto d’interessi, deve apparire più che mai giovanile, atletico, scattante. L’altro giorno il suo Giornale, che dopo Belpietro pare diretto da Antonio Cornacchione, titolava ammirato in prima pagina: «E Silvio corre», magnificandone lo sprint da centometrista che «ha sorpreso gli stessi uomini della scorta» (comparse addestrate a fingersi in affanno quando lui sgambetta per strada). 2) Una questione di marketing: il Partito delle Libertà o come diavolo si chiama stenta ad apparire nuovo, anche perché il leader è quello vecchio: lo stesso che 14 anni fa lanciò Forza Italia in un supermercato di Casalecchio e l’altro giorno l’ha sciolto dal predellino di un’auto in San Babila, salvo precisare che non lo scioglie più, o forse lo fa sciogliere a Dell’Utri, nell’acido. Ma il presunto popolo delle libertà - diversamente da Giovanardi in entrata, da Adornato in uscita, dai leader del Pd sempre pronti ad abboccare e dai giornalisti al seguito sempre pronti a servire - non s’è granché appassionato: ai gazebo di Palermo, che è tutto dire, erano quattro gatti. Così il pover’uomo, non potendo cambiare il brodo, tenta di cambiare pentola. Hai visto mai che chi s’è bevuto di tutto e di più s’accontenti della t-shirt. La terza ragione è subliminale, psicologica e fa quasi tenerezza per il suo aspetto fanciullesco: lui vorrebbe essere Putin, come un bambino vorrebbe essere Totti. E, non potendo (ancora) diventarlo, lo imita nel vestiario. Un oppositore non dialoga? Lui lo fa arrestare. Un imprenditore si mette contro i suoi monopolii? In galera dieci anni. Una giornalista scrive male di lui? Viene trovata morta ammazzata, così non c’è nemmeno bisogno di andare in Bulgaria a chiedere la sua testa. Uno spione parla male di lui? Il polonio 210 fa miracoli. La folla protesta? Lui la fa manganellare e poi arrestare, o arrestare e poi manganellare (ma questo accade anche da noi). Rischia di perdere le elezioni? Scioglie qualche partito avversario, crea un clima di terrore, controlla tv, giornali e istituti di sondaggio, tarocca gli exit poll, organizza brogli in gran stile al punto che se ne accorgono persino l’Ocse e Bush, e alla fine Sarkozy gli telefona per fargli i complimenti. E senza dover sopportare un Bondi, un Cicchitto, una Brambilla. Per questo Putin piace tanto. «Ho parlato con Putin ­ spiegò il 16 marzo 2004 - mi son fatto spiegare come si fa a prendere il 71% alle elezioni». E, a chi ricordava i suoi trascorsi comunisti nel Kgb, rispose sdegnato il 23 dicembre 2005: «Putin è un fiero anticomunista: non era mai stato convinto di quell’ideologia, ha vissuto l’assedio di Stalingrado». Non male per uno nato nel 1952. Per 5 anni lo statista di Milanello ripetè che «la Russia di Putin è matura per entrare nell’Ue». Poi garantì che «in Cecenia non è successo niente, a parte il terrorismo» (e un milione di civili sterminati). Ultimamente ha giurato: «Putin è un sincero democratico, me l’ha detto lui». Ecco: può essere questa un’ottima base per il dialogo sulla riforma elettorale: il modello russo corretto alla cecena. Con t-shirt nera obbligatoria. Per chi ne fosse sprovvisto, è bene accetta la camicia nera. Che si porta su tutto.
da l'Unità

giovedì, novembre 29, 2007

Combinassiun

Hanno ucciso un uomo, è stato un calabrese...combinassiun.
Hanno rubato in un negozio, è stato un napoletano…combinassiun.
Hanno rapinato una banca, è stato un romano…combinassiun.
Hanno sequestrato una ragazza, è stato un sardo…combinassiun.
Hanno violentato una donna, è stato un marocchino…combinassiun.
Hanno costretto a prostituirsi delle bambine, è stato un albanese…combinassiun.
Hanno taccheggiato un supermercato, è stato un rumeno…combinassiun.
Hanno fatto saltare le Twis Tower, sono stati dei terroristi sauditi…combinassiun
Hanno bombardato Baghdad, sono stati degli americani…combinassiun.
Hanno fregato la CEE mettendo letame nei salumi, sono stati degli italiani…combinassium.
Hanno assassinato un magistrato, è stato un mafioso siciliano…combinassiun.
Hanno massacrato i genitori, è stato il figlio…combinassiun.
Hanno ucciso dei figli, è stato il padre…combinassiun.
Hanno ucciso dei bambini, è stata la madre…combinassiun.
Non è intelligente fare di tutta l’erba un fascio…combinassiun.
Fare un fascio…combinassiun.
Fare…combinassiun.
Dire…combinassiun.
Combinassiun.

venerdì, novembre 23, 2007

Uomini e animali

Geoffrey Hodson, ritenuto tra i più grandi chiaroveggenti esistiti nel secolo scorso, considerava il grado di evoluzione umana in rapporto a come ci si comportava con il regno animale in generale: ‘E’ attraverso l’espressione di umanità, intesa come benevolenza, compassione, gentilezza con tutte le creature senzienti, che si percepisce l’ elevazione spirituale dell’uomo’.
Questa verità inserita nella legge cosmica e immutabile di causa ed effetto, fa si che gli sfruttamenti, le torture, il maltrattamento, l’uccisione degli animali da parte dell’uomo, apporti a loro volta all’uomo gli orrori della guerra…ma non solo. Oggi possiamo dire che il consumo alimentare della carne contribuisce con diverse cause, quali il dolore procurato agli animali, l’introduzione nel corpo di sostanze altamente tossiche, putrescenti e per i danni ambientali da essi derivati, ad aggiungere elementi negativi all’umanità.
Alcuni anni fa Jeremy Rifkin, con il libro ‘Ecocidio’, lanciò un appello all'umanità affinché si superasse nel ventunesimo secolo la cultura della bistecca: ‘La specie umana, se vuole salvare se stessa e il pianeta che la ospita, è destinata ad andare oltre la carne’. Il libro uscito sull’onda della ‘mucca pazza’, non trovò però una adeguata attenzione.
Lo smantellamento del complesso bovino globale e l'eliminazione della carne dalla dieta umana, dovrebbe essere un obiettivo fondamentale dei prossimi decenni: così concludeva la riflessione di Jeremy Rifkin.
L'alimentazione carnivora ha provocato ogni sorta di scempio: danni irreparabili all'ambiente, distruzione di ecosistemi millenari, estinzione di animali, sfruttamento dei lavoratori, eccessi moralmente e socialmente scandalosi che significano privazione per altri uomini ed altri esseri viventi.
Per Jeremy Rifkin non si cita mai che la più alta emissione di CO2 (anidride carbonica) nell’aria è dovuta, non già al traffico automobilistico ma, alla catena alimentare della produzione di carne. Il continuo incremento della popolazione bovina sta sconquassando l’ecosistema terrestre, distruggendo l’habitat naturale dei continenti; l’allevamento di bovini è la principale causa della distruzione delle sempre più ridotte aree di foresta pluviale rimaste sulla terra. Le mandrie bovine sono responsabili di gran parte della progressiva desertificazione dell’Africa subsahariana e delle catene montuose occidentali degli Stati Uniti e dell’Australia. Negli Stati Uniti, la maggior fonte di inquinamento organico delle falde acquifere è il materiale organico che esce dalle stalle. I bovini sono anche responsabili di buona parte del riscaldamento globale del pianeta: emettono metano, un potente gas-serra che impedisce al calore di disperdersi fuori dall’atmosfera terrestre.
Ancora una volta cambiando noi stessi e il nostro approccio alla vita, in questo caso una diversa alimentazione, riscopriremo l’umanità, potremo salvarci ed evolvere. Quindi un invito: se non smettete di mangiare carne, almeno riducetene la quantità.
Pubblicato oggi 25 novembre su Italians

mercoledì, novembre 21, 2007

conflitto di interesse continuo

Gli ultimi fatti scaturiti dall’indagine sul fallimento della Hdc (Holding della comunicazione) di Luigi Crespi –sondaggista e inventore del ‘contratto con gli italiani’ mostrato in TV nel 2001 da Silvio Berlusconi- dimostrano quanto sia necessaria e non più prorogabile una legge sul conflitto di interessi.
La nuova legge era stata promessa a Enzo Biagi nel giorno del suo funerale, ora con le intercettazioni dei ‘bravi dirigenti’ di Rai e Mediaset, per concordare le notizie nell’interesse del capo Berlusconi, cosa si aspetta?
Guardate i personaggi coinvolti nell’inciucio Rai-Mediaset: Debora Bergamini segretaria personale di Silvio Berlusconi diventata nel 2002 Direttore Marketing della Rai; Fabrizio Del Noce giornalista Rai, già parlamentare di Forza Italia diventato Direttore programmazione Rai Uno; Clemente Mimum direttore del TG1, già vicedirettore del TG5; il direttore generale della Rai, di allora, Flavio Cattaneo.
Una ragnatela che fa del duopolio Rai-Mediaset, già questo una anomalia della democrazia, una cosa sola al servizio del potente Berlusconi. Cosa aggiungere?
I passaggi per stabilire come informare sulle elezioni regionali del 2005, andate male per il Polo di destra, sono emblematici: sono uno spaccato di che cosa si trama alle spalle dei cittadini, anche in regime di democrazia. Quale libertà c’è se le fonti di informazione sono detenute da un solo padrone? E se poi questo è anche il capo del governo? Incredibile, ma in Italia è successo e per quanto ne sappiamo continua e continuerà a succedere.
Pubblicato oggi 22/11/2007 su Italians e L'Unità

domenica, novembre 18, 2007

Politica e partecipazione democratica

Avete visto come si fa presto a fondare un nuovo partito? Per il PD, il Partito Democratico, c’è stato un percorso travagliato, pieno di dibattiti, confronti, candidati, partecipazione, votazioni…invece Berlusconi una domenica pomeriggio va in piazza e fonda così, d’amblè, un nuovo partito: partito del popolo delle libertà.
Questa è la libertà: si annuncia che si scioglie un partito che confluirà nel nuovo e gli altri seguiranno. E’ o non è il partito del popolo? E allora? Che bisogno c’è di scegliere il capo, i dirigenti e altro? C’è Berlusconi, il campione di libertà, e tutto il resto segue. Infatti da domani, nei gazebo dove hanno firmato in 7 milioni contro Prodi per nuove votazioni, si raccoglieranno le adesioni.
Avete visto come si fa presto a decidere? Che bisogno c’è della politica, della democrazia, dei manifesti ideali e della riflessione? Per fare un nuovo partito basta la parola.
Eppure in Italia noi avremmo bisogno di una nuova Destra politica che, al pari di quella degli altri stati democratici, si misuri civilmente sui problemi economici e sociali non facendo una ininterrotta campagna elettorale pensando di riportare al governo il suo capo, che è responsabile di 5 anni di sfascio. Non dimentichiamo che anche introducendo una legge elettorale truffa, questa Destra ha perso le elezioni e questo dovrebbe aprire lo spazio per un ricambio della gestione politica di questa coalizione. L’Italia è sempre in una continua campagna elettorale, si vorrebbe votare ogni giorno pensando che così si risolvono i problemi. Non è così.
Abbiamo visto che tutte le leggi fatte dalla precedente maggioranza parlamentare, insieme alla porcata elettorale: Costituzione, Scuola, Giustizia, Comunicazione, ecc. senza l’apporto costruttivo dell’opposizione sono destinate a non durare.
Tutte le elezioni servono in sostanza a scaricare la responsabilità su qualcosa d’altro, che non sia la stessa classe politica che in fondo con le regole attuali si autoelegge. Si auotricandida, così come con la nascita del nuovo partito del popolo della libertà…

martedì, novembre 13, 2007

Serata per Melone, ragnorosposerpente

Stasera c’è stata la presentazione presso la Sala Lignea della Biblioteca Berio del libro di Rosa Maria Massari: Melone, ragnorosposerpente. E’ la seconda volta che mi trovo a parlare di questo libro e non ho voluto ripetere le stesse cose, perché rileggendolo mi ha suscitato altri pensieri e altre emozioni.
Rosa Maria Massari con Melone, ragnorosposerpente parla o meglio grida all’amore e all’uomo. Grida anche alla terra, all’humus vitale che impasta i sentimenti e le azioni. Io ho percepito in Rosa Maria Massari un legame profondo con la terra, con le sue langhe. Nel piccolo libro c’è un ininterrotto racconto d’amore: un ispirato monologo di una donna che si rivolge all’uomo Melone, all’uomo rospo poi ragno e ancora serpente. Un amore che trasforma e riesce a liberare chi lo prova, rafforzandolo nell’affrontare altri amori con una nuova consapevolezza.
E’ stata un’altra bella serata che si accompagna con il rammarico della scarsa partecipazione all’evento. Un peccato, poiché la presentazione era uno spettacolo di musica e letture tratte dal libro da parte di due bravi artisti: il musicista Piero Ponzo e l’attrice Francesca Fechino; la loro interpretazione è stata ancora più bella della volta scorsa e grazie al luogo si è potuta gustare meglio. Un peccato davvero. Pazienza. Il pubblico era scarso: 10-12 persone, ma da queste penso sia stato avvertito un privilegio, quello di assistere ad una lunga, tenera, dolce poesia d'amore.
Sì, lo scritto, senza soluzioni di continuità, oltrepassa l’amore come una spada: c’è l’amore che si sogna, quello che illude, quello astratto e quello sanguigno della carne; desideri e realtà, paure e egoismi…insomma tutto quello che cerca di rispondere all’appello fatto da un famoso poeta inglese del ‘900, Wystan Hugh Auden, con la sua raccolta poetica: ‘La verità vi prego sull’amore’.

Questo libro è stato selezionato per la decima edizione (2007-08) dei Primi romanzi italiani Città di Cuneo. Una specie di Grinzane Cavour, dove i romanzi d'esordio in lingua italiana vengono letti da un comitato di lettori che si ritrova a Cuneo e dai lettori della Biblioteca Civica di Cuneo. L'edizione in corso si conclude con la premiazione durante la manifestazione scrittorincittà, nel mese di novembre.

lunedì, novembre 05, 2007

Festival della Scienza di Genova 2007

Domani si conclude il Festival della Scienza di Genova 2007; per me è iniziato con una sorta di febbre: la voglia di partecipare a molti appuntamenti: una serie incredibile di avvenimenti: conferenze, mostre, spettacoli, exhibit, laboratori, mostre, incontri. Contati sono 544 per 13 giorni, fatti i conti vengono fuori circa 42 eventi al giorno. Un numero da febbre da cavallo. Da perdere la testa, in un festival che dovrebbe aiutarci a trovarla, quella testa che ci fa curiosi. E la curiosità è il tema conduttore del festival di quest’anno: il quinto.
Scegliere tra i numerosi appuntamenti è stato difficile; un vero e proprio lavoro di ricerca. La scimmia che tiene l’asterisco rosso, che fa da logo al festival, mi ha rappresentato bene.
Gli appuntamenti sono stati tutti interessanti: naturalmente qualche conferenza ‘pallosa’ mi è capitata ma quello purtroppo è dovuto oltre che per l’argomento anche per la non buona capacità divulgativa dello scienziato. In Italia manca una cultura di divulgazione scientifica e penso che è un vuoto che debba essere colmato.
Il Festival insegna che aumenta la voglia di un sapere che ci rende sempre di più ignoranti…ecco il paradosso della verità: essere consapevoli dei nostri limiti e insieme della grandezza dell’universo cui tendiamo. Un piccolo passo verso l’insù, verso una evoluzione di sapienza e insieme di umiltà.
Dietro gratificanti fatiche, di corse, code e spremitura di meningi, è bello vedere che in questo festival le star non sono quelle dello schermo o della televisione; qui gli acclamati protagonisti sono scienziati, studiosi. Riempie di gioia osservare chiedere autografi a Giorello, Odifreddi, Daverio, Boncinelli…così come ai numerosi premi Nobel arrivati.
Questi sono i link ad alcuni articoli, pubblicati sul quotidiano di cultura online: Mentelocale.it a cui collaboro
Simon Ings al Festival
Serendipità
L'informazione al tempo dei bloggers

domenica, ottobre 28, 2007

Quali santi?

Avremmo più bisogno di guastafeste che di santi, eppure la chiesa cattolica di oggi continua a sfornare a ritmo industriale. Ma a chi servono questi santi? Non già alla fede, né alla carità e forse neppure alla speranza. Sperare di diventarlo noi? No di certo, se ci pensiamo un po’, il paradiso è stato creato per i peccatori e non per i santi. Loro, i santi, sarebbero stati lo stesso vicini a Dio, per gli altri, noi, invece è tutto uno spintonamento, un arrabattarsi nelle difficoltà della vita, tra una bestemmia ed un pateravegloria; un insieme di sputi e preghiere.
Dei guastafeste invece ne sentiremmo il bisogno. Di persone vive, di oggi, che ci spronino a cambiar vita e a vedere cos’è diventata quella che stiamo vivendo senza grazia, ce ne servirebbero. I 498 martiri spagnoli della Guerra Civile, proclamati santi, a noi non servono: di quelli ne abbiamo tanti, i morti della nostra Resistenza e i morti per gli ideali di tutti i colori. I veri santi di oggi, lo sappiamo, continuano a morire in Birmania, in Cina, negli USA, in Africa…sono quelli che muoiono sulle barche o sulle spiagge alla ricerca di una patria che li sfami, sono quelli che cercano la libertà: sono gli ultimi, i più poveri; quelli che la Chiesa, con i paramenti d’oro, forse fra 50 anni farà solenni riti per beatificarli quando li penserà in cielo, in un Paradiso a gironi dove allora potrebbero essere in quelli più alti.
Nella società di oggi non servono stimmate visibili, profumi di mughetto, doni di preveggenza…quelle doti da santi antichi e utili ad un mondo rurale; nella società d’oggi occorrerebbe l’esempio di qualche politico o cardinale che si disfi dei lussi e dei privilegi, per fare il guastafeste alla maniera di Francesco d’Assisi. Oggi di veri santi abbiamo solo quelli che la chiesa cattolica si ostina a non vedere.

giovedì, ottobre 25, 2007

La morte di un fondatore del PD

Alla vigilia della nascita istitutiva del PD, è mancato il Professor Pietro Scoppola, uno dei suoi fondatori. Io ho conosciuto Pietro Scoppola attraverso i suoi numerosi articoli sui quotidiani, e soprattutto durante un convegno a Montecatini nel dicembre del 2004. In quei giorni si celebrava il ritorno alla politica italiana di Romano Prodi e si discuteva come fare diventare soggetto politico l’Ulivo; come dare forza politica ad un progetto che raccoglieva più consensi dei partiti che lo sostenevano. A discuterne era la Rete dei Cittadini per l’Ulivo. In quei giorni gli interventi di Pietro Scoppola furono molto preziosi. Gli vennero chiesti in quell’assise consigli su diversi aspetti organizzativi, e su come arrivare alle primarie per le elezioni politiche del 2006. Le idee erano molto confuse e Pietro Scoppola fornì diversi chiarimenti.
Le Primarie erano considerate un passaggio fondamentale per far crescere il ruolo decisionale dei cittadini nelle scelte dei candidati e nella elaborazione dei programmi, generando un nuovo spirito di coesione ulivista tra gli elettori. Purtroppo una legge elettorale schifosa, fatta dalla sola destra, il cui scopo era di non permettere la scelta dei candidati e di non fare governare con numeri certi chi avesse vinto, vanificò tutto.
Ebbi nelle pause degli interventi modo di scambiare alcune parole con Pietro Scoppola e rimasi impressionato dalla semplicità e nello stesso tempo grandezza del suo pensiero. Egli aveva previsto la crisi dei partiti e auspicava nell’ideale della Costituzione, che si appresta a compiere 60 anni, la possibilità di trovare una sintesi ideale che superasse le divisioni e ricostruisse un tessuto sociale basato sulla solidarietà, la libertà e partecipazione.
Ricordo che nel fermento del dibattito di quei due giorni un pensiero mi attraversò: nei momenti difficili della storia di un paese- e quel periodo con al governo Berlusconi lo era- succede che alcuni uomini vengano chiamati a dare segni di speranza e rinnovamento. Uno di quegli uomini lo ravvisai in Pietro Scoppola. Oggi 25 ottobre con la notizia della morte avvenuta la scorsa notte di Pietro Scoppola sappiamo che non lo avremo più a consigliarci. Aveva 81 anni, spero che i giovani non lo dimentichino.

martedì, ottobre 23, 2007

In caso di crisi di governo

L’Italia è un paese senza memoria. Quelli che mettono in crisi l’attuale governo Prodi dovrebbero ricordare cosa successe nella passata legislatura. Dovrebbero ricordare come si stava quando c’era lui: l’unto del Signore, quello che si proclamava Napoleone e offendeva ogni giorno l’opposizione.
Per questo mi rifarò allo scritto di Nando Dalla Chiesa, che in Parlamento denunciò ogni volta tutte le leggi vergogna e gli inciuci nascenti. Nando Dalla Chiesa con quel proposito ripeteva: ‘Ho visto…ho visto approvare in Parlamento la legge sul falso in bilancio il giorno dopo l'11 settembre; di corsa, per onorare con il nostro lavoro i morti di New York. Ho visto la commissione giustizia del Senato prolungare i suoi lavori dopo la mezzanotte solo per 3 leggi in 5 anni: per il falso in bilancio, per la Cirami, per l'immunità delle più alte cariche dello Stato. Ho visto aprire l'ultima legislatura con una legge ad personam, che abolisce l'imposta di successione sui patrimoni più grandi. E l'ho vista chiudere con una legge ad personam, che abolisce l'appellabilità delle sentenze di assoluzione(…)Ho visto rifare mezza Costituzione come niente, da personaggi senza storia. Ho visto stabilire il tempo massimo di un giorno per discutere in seconda votazione la riforma di mezza Costituzione(…)Ho visto esibire i fazzoletti padani a un metro dal tricolore sulle bare nei funerali di Stato(…)Così ho visto sfregiare, nel mio Paese, il più grande simbolo della democrazia’.
Credevamo di avere toccato il fondo con quel governo e invece oggi assistiamo ad un’altra caduta. In quel tempo c’erano ministri come Giovanardi, Lunardi, Gasparri, Storace…oggi abbiamo Mastella, Di Pietro, Parisi…
E’ vero: la qualità degli uomini è importante; purtroppo questo è quanto disponibile sul mercato politico e umano. Speriamo che alle prossime elezioni sia ridata la possibilità ai cittadini di scegliere tra candidati, che si auspica siano migliori di chi devono rappresentare.

sabato, ottobre 20, 2007

Nuova legge sull'editoria

Ho letto la proposta di legge dell’attuale governo, del 3 agosto 2007, denominata ‘Nuova disciplina dell’editoria’ dove si definiscono prodotti editoriali tutti quelli che non sono ‘destinati alla sola informazione aziendale, sia ad uso interno sia presso il pubblico’…e dopo, all’articolo 6, si trova scritto che ‘Ai fini della tutela della trasparenza, della concorrenza e del pluralismo nel settore editoriale, tutti i soggetti che esercitano l’attività editoriale sono tenuti all’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione, di cui all’articolo 1, comma6, lettera a), numero 5 della legge 31 luglio 1997 n249’…dovremo allora iscriverci tutti?
Io sono editore, un editore di me stesso: lo sono quando parlo, scrivo, mi muovo e gesticolo. Io interagisco con altri milioni di uomini liberi. Io comunico il mio essere in ogni maniera: canto ballo, recito, gioco, suono, parlo, ascolto, cammino, dormo, sto fermo, bevo e mangio.
Io sono editore di me stesso, come lo è ognuno con un mezzo che è Internet o al di là del mezzo. Io mi edito con foto, suoni, parole, immagini. Io comunico. Io, come gli altri, vedo, ascolto, immagino e penso. Io a modo mio. Ognuno a modo suo.
Io faccio tutto questo perché sono libero e continuerò a farlo in libertà.
Io ho un sito web, lo gestisco io. Nessuno mi può dire cosa scriverci. Lì c’è la mia rappresentazione, c’è una parte della mia verità, c’è un pezzetto della mia identità. Io ho un blog, uno spazio con cui interagisco con gli altri esponendo le mie idee, le mie opinioni liberamente. Pochi o tanti vengono a leggermi ed io, poco o tanto, vado a leggere quelli degli altri. Io credo che lo Stato democratico continui a difendere la mia libertà, a difendere le idee di tutti e la libera circolazione delle informazioni e delle opinioni. La Rete con Internet è il più grande spazio di libertà finora utilizzabile da tutti. Spero che il potere politico, quello del controllo, della censura, delle confraternite lobbistiche, non ci metta mai le mani.
Se quel potere per elargire soldi pubblici, che sono quindi nostri, chiede garanzie, prebende, bolli, certificati, regole e controlli, non ha certo bisogno di chi è libero e manifesta pubblicamente le sue idee non chiedendo niente. Non chieda quindi niente lui. Io in quel registro non mi iscriverò. Sono già iscritto all’anagrafe della mia città e questo dovrebbe bastare. Viva la libertà della Rete.

martedì, ottobre 16, 2007

Piccoli nazisti a Dachau

Li abbiamo visti tutti, sui giornali nei giorni scorsi, a Dachau che festeggiavano davanti ai forni crematori. Hanno dai 18 ai 26 anni e del terzo Reich, a cui inneggiavano, non conoscono nulla; però restano una prova che niente è acquisito per sempre La possibilità di regredire, di ritornare a compiere gli orrori del passato è sempre attuale. Quegli imberbi ragazzi altoatesini, seguaci di Hitler, sono la dimostrazione che un ‘piccolo fascista’ alberga sempre nella natura umana. Questo sentimento di fascista-nazista, vive sempre dentro ognuno di noi: è la forza della conservazione, quella che ci tiene legati al sangue, alla tribù, ed è l'ostacolo più forte all'evoluzione umana. L'ingordigia e la violenza dell'uomo delle caverne, che avevano un senso per superare le difficili condizioni di vita di quei tempi, sono giunte fino a noi attraverso il ‘piccolo fascista’, trasformando l’egoismo in crudeltà.
Il fascismo e il nazismo, non sono così soltanto fenomeni politici, ma sono anche il disperato tentativo di fermare la volontà di andare ‘oltre’: prefigurare un mondo migliore. Il fascismo con il nazismo sono in sostanza le più alte forme di disumanità: sono l'affermazione della potenza dello script negativo, ovvero il copione di vita che viene assunto nell’infanzia; più tardi, con il perbenismo, con una certa educazione e nell'assunzione del copione che non ci vuole ne’ soli ne’ adulti, ecco che il perfetto fascista è pronto a svolgere il suo ruolo sociale, a recitare la sua parte. Poi si farà presto a trovare un capro espiatorio utile per addossargli il nostro male: con queste idee nascono i crimini contro l’umanità.
Si può solo sperare che il fenomeno non sfoci in una psicologia di massa. Se succedesse, si troverà sempre un leader pronto a tirare fuori il peggio di ognuno: così nasce il fascismo e il nazismo. Chiameranno duce, padre, guida infallibile, il loro nuovo capo e la storia si ripeterà. Si ripeteranno gli orrori. Per questo consiglierei di tenere d’occhio quei ragazzi. Naturalmente dopo avere dato uno sguardo attento dentro di noi.

lunedì, ottobre 15, 2007

Oggi è nato il PD

Il Partito Democratico è nato. E’ nato con una grande festa di partecipazione. L’immagine più bella a cui ho assistito, nel seggio di via Corsica in Genova Carignano, è stato quando una anziana signora, rivolgendosi a due ragazze poco più di sedicenni, raccontava che avere l’opportunità di votare, di scegliere e di partecipare è da considerarsi sempre una festa. La signora ricordava che nei giorni delle votazioni una volta si indossava l’abito più elegante e ci si avviava al seggio felici di assaporare la libertà: si aveva l’opportunità di esprimere le proprie idee e volontà. Le ragazze la osservavano ridendo e con lo stesso sorriso si sono avviate anch’esse a votare.
Un’altra cosa carina che ho ascoltato, sempre al seggio, è stata la richiesta, subito dopo il voto, per eleggere l’assemblea costituente del Partito Democratico, della tessera: si aspirava ad averla nello stesso giorno della sua nascita e perciò con questa, giustamente, considerarsi tra i fondatori; in verità fondatori lo sono stati tutti gli elettori insieme apponendo una firma e versando minimo un euro di sottoscrizione. In questo momento c’è il manifesto ideale, è stata eletta l’assemblea che eleggerà il segretario, ma non c’è ancora una tessera formale per il Partito Democratico. Penso sia questione di poco tempo. Le aspettative degli elettori è quella di avere una politica nuova; una democrazia partecipata veramente, i cui rappresentanti eletti siano degli attenti servitori utili a risolvere i problemi veri dei cittadini.
Il Partito Democratico ora è realtà. Speriamo che sia una novità salutare per tutta la democrazia italiana e serva a rinnovare gli altri attuali partiti. Potranno questi ultimi superare le oligarchie, che attualmente compongono le segreterie? Se si da ai cittadini la possibilità di partecipare con adeguati strumenti di libertà, ecco che questi rispondono. Walter Veltroni il 24 settembre diceva: ‘Non so quale sarà l'esito della consultazione del 14 ottobre, ma di una cosa sono certo, e la voglio dire sin d'ora perché tutti l'abbiano chiara: il PD sarà un partito che sorprenderà e spiazzerà, perché farà scelte non classificabili secondo i canoni tradizionali della politica italiana’. Oggi 14 settembre notte, possiamo dire che Walter Veltroni aveva ragione: lo stesso Partito Democratico è nato sorprendendoci.

venerdì, ottobre 05, 2007

Ebano- di Ryszard Kapuscinski

Come Tiziano Terzani ha raccontato l’Asia, così Ryszard Kapuscinski ha raccontato l’Africa.
Con il libro Ebano, Ryszard Kapuscinski descrive il continente nero, attraverso molti reportage delle varie realtà che compongono gli stati astratti di questo continente. Stati astratti per quanto riguarda i confini geo-politici, ma profondamente reali per ciò che concerne la natura, quella soprattutto umana, che ci riporta al mito, alle origini della psiche e della società umana.
Nelle varie storie raccontate ci sono le tribù, c’è il senso del vivere uniti, c’è lo spirito di adattamento che richiama la sfida dell’uomo a convivere con situazioni climatiche ed ambientali estreme, c’è l’essenziale e insieme tutti i mali del mondo; la fame, la sete, la miseria, ci sono tanti uomini e donne con la grande illusione dell’umanità: il potere, come rivincita sociale e strada per la felicità. Emblematici per conoscere la natura umana sono le storie della Liberia e dell’Etiopia.
L’Africa raccontata da Kapuscinski ci descrive di quanta cultura e saggezza conserva ancora quel continente troppo grande per poterlo raffigurare tutto.
L’Africa nella sua sconfinata varietà di culture, ognuna originale e unica, ha nel senso di una comunità forte il suo denominatore comune: abitare insieme, vicini, è essenziale. Molti lavori vanno fatti collettivamente, altrimenti non si sopravvive.
Così una caramella si divide come le disgrazie e la fortuna. Così si mangia tutti una sola volta al giorno, alla sera. Poi l’africano nero è pulito, superiore, i neri non avevano mai reso schiavo nessun bianco.
In Africa ci sono luoghi dove si può osservare lo spettacolo incredibile della creazione dell’universo in cui esistono già, cielo, terra, acqua, piante e animali selvatici ma non ancora l’uomo. Non ancora Adamo ed Eva.
L’Africa è il luogo dove Kapuscinski riconosce l’essenzialità delle cose e della vita: un albero e la sua ombra, come l’acqua, sono una ricchezza inestimabile. Dove c’è un albero sotto ci possono sostare gli uomini; può crescere un villaggio: l’ombra è un bene; dove il sole riesce ad uccidere, l’ombra è un nutrimento. Con queste premesse che l’uomo ha dimenticato, possiamo affermare che oltre alla nostra origine, l’Africa può rappresentare anche il nostro futuro.

sabato, settembre 29, 2007

Pietà per loro

Ancora un segnale del decadimento della politica si è avuto con il dibattito in Regione Liguria per la richiesta di dimissioni del Presidente Burlando, perché ha guidato contromano e si è mascherato dietro un tesserino parlamentare scaduto.
La minoranza con Biasotti e Plinio hanno dato fondo a quanto c’è di peggio sul piano politico: gli attacchi personali. Proprio loro che sono sostenitori di un Berlusconi che quanto a comportamenti personali è un vero campione di cattivo gusto, maleducazione, arroganza, cinismo e ridicolaggine. Insomma un ducetto buono per velleitarismi populisti, che non hanno niente di politico: inteso come spirito di servizio per risolvere i problemi reali dei cittadini. Infatti abbiamo visto tutte le leggi ad personam fatte durante il governo di centrodestra, insieme alla legge elettorale che ci ha regalato alla fine legislatura: la porcata, per cui le persone sono queste; quelle che vediamo. Ora gli stessi, chiedono le dimissioni con la stessa logica. In fondo se dovessimo giudicarli tutti sul piano personale ce ne sarebbe per l’asino e per chi lo mena. Ma chi sono Biasotti e Plinio? Ognuno sa trarre le sue conclusioni. Certo è che per le lotte di potere non si escludono colpi bassi; d’altronde la ricerca del potere fine e se stesso da’ questi risultati.
Io credo molto nella legge karmica, dove ad ogni azione corrisponde una reazione; è una legge cosmica che ci insegna che tutto prima o poi si paga. Non ci resta da aspettare e vedremo che presto ci sarà un trapasso di posizioni, e noi con saggezza non dovremo fare altro che dimostrare pietà.
Qualcuno a vaffanculo li ha già mandati tutti.

martedì, settembre 25, 2007

un Vaffan...mirato

Ad essere critici l’abbiamo imparato; dico noi di sinistra. Così fatta l’analisi, dialettica storico materialista, diventa naturale il ‘vaffan…’.
Noi che il potere l’abbiamo identificato da sempre con lo sfruttamento dei ricchi sui poveri, con il fregare il prossimo e farsi gli interessi propri, ecco che alla lotta politica aggiungiamo uno spontaneo ‘vaffan…’.
Non c’entra l’antipolitica e per noi, dico di sinistra, che la politica la mastichiamo come un pane quotidiano, non c’è niente di più politico dell’antipolitica per fare sempre gli interessi dei pochi. La casta, degli attuali parlamentari, per diventare casta ha avuto bisogno dell’antipolitica: ha avuto bisogno di momenti che, oltre a farsi le leggi su misura, si sia accontentato tutti facendo ritenere chi governa degli ‘intoccabili’.
In democrazia, come pensiamo anche nella vita, prima o poi tutto si paga: tutti i nodi vengono al pettine. Così pettinando questi politici dalle folte criniere, finte e soprattutto metaforiche, scopriamo quello che essendo critici, dico noi di sinistra, abbiamo sempre saputo e ci ostiniamo a cambiare: homo homini lupus.
Quindi non Thomas Hobbes ma Jean Jacques Rousseau sarebbe la risposta per l’analisi materialistica storica. E per noi, dico noi di sinistra, diversamente saremmo sempre degli scimpanzè per cui le ragioni dell’altruismo, dell’essere cristiani, come di sinistra, potrebbe terminare con un ‘vaffan…’.
Sappiamo che non è così. Il nostro ‘vaffan…’ è sempre mirato.

sabato, settembre 22, 2007

Il Grillo parlante

Il Grillo parlante, più urlante che mai, ha iniziato l’anno politico con i V-Day dell'8 settembre 2007. Ora non si potrà far finta di niente: all’ordine del giorno c’è sotto accusa tutta la classe politica attuale. Il fatto mediatico più interesante è dovuto al fatto che il successo delle manifestazioni indette è stato fatto tramite il tam-tam di un blog; attraverso l’uso di Internet. Questo dovrebbe far meditare i politici che di questo strumento sono analfabeti. A loro piace esibirsi in televisione, su riviste e quotidiani, ma sulla Rete sono una frana. Grillo attraverso un blog è riuscito a mobilitare tante persone, più di molti partiti. Questo è un fatto nuovo per la nostra democrazia. Internet è una piazza senza barriere e chiunque si può costruire un blog senza spendere niente: ognuno può diventare editore di se stesso, facendo sentire la sua voce alla pari.
Altro fatto importante è che, a seguire Grillo, ci sono ragazzi tra i 18 e i 35 anni che sono assenti dalla nomenklatura dei partiti attuali; ragazzi che avrebbero voglia di far politica, ma sono disgustati da quella di oggi. Questo è un altro segnale del potere di Internet, poiché esso è popolato soprattutto da giovani. Un altro fatto nuovo: il disagio giovanile, pur espresso con a capo un sessantenne, è da tempo che non appariva nelle piazze. Il V-Day non finirà presto e dovrà trovare senz’altro uno sbocco.
Quello che scaturisce dal blog di Grillo non è antipolitica: se si legge attentamente si comprende che considerare i politici nostri dipendenti, da scegliere e controllare nei loro atti, funzioni e carriere (per cui dovrebbe valere il non essere pregiudicati e non fare più di due mandati legislativi) è politica seria. Io penso che, prima o poi, a queste richieste bisognerà dare una risposta, non dimenticando che, sempre prima o poi, tutto si paga.

venerdì, settembre 21, 2007

Pillole di Woody Allen

Le difficoltà sono come la carta igienica: uno ne tira un foglio e ne vengono fuori dieci.
L’ultima volta che sono entrato in una donna e’ stato quando ho visitato la Statua della Libertà.
Due settimane fa sono stato coinvolto in un buon esempio di contraccezione orale. Ho chiesto ad una ragazza di venire a letto con me e lei mi ha detto di no
Oggi sono più conosciuto: faccio cilecca con donne più belle.
Mia moglie e’ una persona veramente immatura. L’altro giorno, per esempio, mentre mi facevo il bagno e’ entrata e, senza motivo, mi ha affondato tutte le ochette!
L'umanità si trova oggi ad un bivio. Una via conduce alla disperazione, l'altra all'estinzione totale. Speriamo di avere la saggezza di scegliere bene!

giovedì, settembre 20, 2007

Da Goldfinger



Goldfinger…22 metri quadrati dove trovare di tutto; tutto quello che vi potrebbe servire per le varie evenienze: un compleanno? Ecco il biglietto d’auguri, la carta per fasciare un regalo e…anche il regalo, perché ci sono molti gadget e prodotti che possono essere regalati. Un sigaro avana autentico? Un gioco per ragazzi? Un profumo? Goldfinger ce l’ha.
I due gestori sono Roberta e Angelo; sorridenti e indaffarati sono pronti a soddisfare ogni tipo d’acquisto, cui vi accorgiate impellente: avete dimenticato lo spago per fasciare un pacco? La busta grande per inserire un libro? I bicchieri o i piatti di plastica per un pasto improvviso in ufficio? Una giocata al lotto sul numero ritardatario? Ecco che nel centro della città c’è questo piccolo negozio: la tabaccheria Goldfinger, in via Fieschi 66 r.
Ho scritto questo per la simpatia che ho dei due amici Roberta e Angelo. Chissà che non capiti anche a voi di passare da questo negozio. Se siete nel centro città e prendete come riferimento il grattacielo di Piazza Dante, Goldfinger, lo troverete subito: attraversate Via Fieschi e ci siete. Poi sicuramente quel giorno avrete dimenticato di comprare qualcosa e lì lo troverete. ‘Ah, i tovaglioli colorati per la cena di stasera con gli amici’…ecco, lì ci sono. Da Goldfinger!

martedì, settembre 11, 2007

Guerre infinite

11 settembre 2001 attacco alle Twin Towers a New York. 7 ottobre 2001 inizio guerra all’Afghanistan; 20 marzo 2003 inizio guerra in Iraq…
Nessuna delle due guerre è terminata. Seppure il divario delle forze in campo era ed è enorme ed anche se si è proclamata ufficialmente la vittoria, da parte delle truppe coalizzate, la guerra continua e non si vede la fine. In pratica le due nazioni colpite ed invase dagli Usa e alleati, non esistono più; sebbene abbiano attuato le elezioni democratiche e abbiano un governo, sono territori incontrollati e soggetti ad una guerra civile infinita. Più passa il tempo e sempre più i soldati vengono considerati invasori, occupanti, invece che liberatori. Di queste due guerre se ne è perso il senso ed insieme la misura.
La guerriglia continua, che ha sostituito il vero e proprio conflitto armato, non accenna a terminare causando con gli attentati sempre più morti civili e militari.
Il meccanismo di dichiarare guerra, è ormai accertato, non fa altro che seminare odio, morte, risentimenti, spirito di vendetta. Tutte le negatività del mondo.
Eppure c’è chi continua a vedere nella guerra il modo per risolvere i conflitti.
La storia poi insegna che chi dichiara la guerra poi ne soffre più di tutti le conseguenze: una sorta di legge karmica, di causa ed effetto, che non lascia scampo. Tutto prima o poi si paga.
Per quanto riguarda poi la misura, sul campo economico, tutte le risorse spese in armamenti, in distruzione di vite, di beni, di ambienti, non saranno mai ripagati: qui la legge dell’entropia, che porta al disordine, si ritorce nelle crisi finanziarie dei cosiddetti paesi ricchi. Cosa stanno combinando gli U.S.A? Vivono sugli sperperi ed il primo di tutti è nel mantenere un esercito a guardia del mondo, per il loro potere. Quanta gente si potrebbe sfamare, aiutare economicamente e culturalmente con i soldi spesi in guerra? Saper vedere queste contraddizioni non aiuta il potere vero: quello del bene, aiuta quello degli stolti: i Bush, gli Osama Bin Laden, ecc…e noi paghiamo anche per loro, o meglio per tutti quelli che li sostengono. Da ambo le parti.

giovedì, settembre 06, 2007

Fermarsi

Come va? Come stai? Domande rituali che si usa rivolgere quando ci si incontra. Proviamo però a rivolgercele a noi. Prendiamoci un momento per pensarci: come sto? Come mi sento? Domande non banali. Spesso non lo sappiamo. Stiamo correndo o stiamo facendo qualcosa che ci fa dimenticare il che cosa e persino il chi siamo e come stiamo.
Corriamo sempre, e correre diventa il nostro modo di vivere. Persi in mille preoccupazioni, rimpianti, paure, sogni a occhi aperti, ci dimentichiamo di guardare e apprezzare le cose che ci circondano, le persone che amiamo, finché non scopriamo che è troppo tardi.
Quello che stiamo vivendo, se ci pensiamo, non è la nostra vita vera: quella appartiene al passato, a quando eravamo giovani, oppure è rimandata a quando avremo più denaro, una posizione migliore, una casa più grande, la laurea, una fidanzata, o un figlio…nel frattempo viviamo come in un'eterna parentesi, immersi in una in una bolla di sofferenza opaca di cui neppure ci rendiamo conto, convinti che le condizioni attuali non ci consentano alcuna vera felicità.
Anche quando abbiamo del tempo libero, non sappiamo come entrare in contatto con ciò che sta succedendo dentro e fuori di noi. Così accendiamo il televisore, prendiamo in mano il telefono, sfogliamo una rivista, apriamo Internet, qualsiasi cosa pur di sfuggire a noi stessi. Combattiamo tutto il tempo, anche durante il sonno. Dentro di noi c'è la guerra, ed è facile che questo faccia scoppiare una guerra con gli altri.
Cambiare questo stato di cose è possibile, se lo vogliamo. La prima cosa che dobbiamo imparare è l'arte di fermarsi: fermare i pensieri, le abitudini, le emozioni forti che ci condizionano. La paura, la disperazione, la rabbia e il desiderio possono essere fermati adottando uno stile di vita più lento, più consapevole. La consapevolezza ci mette in grado di riconoscere la forza dell'abitudine ogni volta che si manifesta. La presenza mentale è l'energia che ci permette di riconoscere la forza delle nostre abitudini e impedisce loro di dominarci e di farci soffrire. Poi basterà entrare in contatto con il momento presente, con la vita che si svolge proprio adesso, piena di bellezze e meraviglie: un neonato, un fiore, una nuvola, una stradina sassosa, il sole che sorge nel cielo…e possiamo essere felici. Sì, se solo siamo consapevoli di ciò che sta davanti a noi, troveremo la gioia. Allora: buona giornata.

venerdì, agosto 31, 2007

Energia senza fili

Leggo che gli scienziati del Massachussets Institute of Technology hanno messo a punto un sistema, chiamato WiTricity in grado di trasmettere energia senza usare i fili, basato sul fenomeno della induzione elettromagnetica scoperto da Faraday nel 1831, lo stesso sulla base del quale i ricercatori dell'Università di Tokyo hanno sviluppato nello scorso maggio un materiale in grado di trasmettere elettricità senza cavi in un piccolo raggio d'azione. Sono i primi passi di un futuro libero dai cavi che si avvicina sempre di più. Di questa possibilità, che ha il sapore della fantascienza, ne aveva già parlato e lo aveva sperimentato, Nikola Tesla, uno scienziato a cui dobbiamo molto per l’utilizzo dell’energia elettrica: è lui l’inventore dei motori a corrente alternata che hanno permesso la seconda rivoluzione industriale. Nikola Tesla è famoso per gli studi sull’induzione elettromagnetica e sulla trasportabilità dell’energia mediante campi elettromagnetici. Le sue idee ci porteranno anche la quarta rivoluzione? Senz’altro è attinente alla quarta dimensione: quella della mente.
Io penso che ci sia già una energia che si trasmette senza fili e si chiama intelligenza: è l’energia del nostro spirito, quella del nostro pensiero, che spinge in là e va oltre quella fisica…ma cos’è quella fisica? Non sarà certo quella dovuta al ristabilimento di uno sbilanciamento indotto, quella che fa accendere le lampadine e girare i motori. Allora?
La nostra energia senza fili crea anch’essa un campo magnetico, è quella stessa espressa dalle telecomunicazioni, ma a differenza di quella elettromagnetica, quella della nostra mente emette elettroni che danno vita a qualcosa che possiamo chiamare senza perifrasi: Spirito. Sono questi elettroni a continuare la vita immortale, sono quelli che ci riportano all’Universo; perché –senza scomodare Parmenide- tutto quello che pensiamo è possibile. Per questo alla fine tutto ciò che è materia si risolve in una manifestazione dello Spirito. Allora possiamo scoprire che c’è un’energia che è sempre stata senza fili: è quella che spinge la legge dell’armonia e dell’universo a ristabilire le giuste condizioni di equilibrio; è una energia che si avverte soprattutto quando si ama. Possiamo allora chiamare questa energia spirituale: amore.
Così, come sempre, non scopriamo mai nulla di nuovo.

martedì, agosto 28, 2007

Fucili e comportamenti

Bossi: ‘Finora gli è andata bene. Noi padani pagavamo e non abbiamo mai tirato fuori il fucile, ma c'è sempre una prima volta’. Per la stupidità, no. Poi vorrei sapere a chi gli è andata bene. A chi? A quelli che sono in Parlamento o è stato ministro come lui? A chi governa, attraverso il suo partito, molte città e comuni d’Italia?
Avrei giurato che il lunedì, dopo essere stato a cena con il suo compagno di merende Berlusconi, tutto rientrava ed infatti anche se il boss non ha deplorato Bossi per la sua uscita, c’è stata immancabile la solita retromarcia con: ‘volevo dire un’altra cosa…’. Ci mancherebbe. Tutto continua con le sceneggiate e le astrusità delle Padanie, dei dio Po, dello stato delinquenziale…che poi tutto si rivela come solo una questione di dane’, di soldi.
Poi lo stato è sempre più ‘Cosa Loro’. Il capo, Berlusconi, lo sa. Bossi non lo aveva aiutato forse a fare le leggi ad personam con il padano Castelli? Forza Bossi, domani tutto passa…e per il fucile se ne riparlerà un’altra volta. In democrazia capita spesso che a governare siano i mediocri, qualche volta gli sciocchi, ma poi non dura. Ma lasciamo perdere le questioni ‘dure’ i leghisti, si sa, in quello sono competenti.
Oggi Bossi è passato a dire che la protesta si ridimensionerà ad uno sciopero delle giocate del Lotto. Sic! Che rivoluzionari! I padani non giocheranno al Lotto per qualche giorno. I fucili possono attendere…chissà se avesse detto questa cosa Caruso. In fondo…ma proprio in fondo, i soggetti politici sono questi: da Berlusconi a Bossi passando per Previti, Dell’Utri, Calderoni, Giovanardi, Bottiglione, Casini tutti difensori della grande famiglia: la loro.

sabato, agosto 25, 2007

Ho imparato…

Molte cose si devono imparare nella vita.
Io nella mia ho imparato che quando vuoi vendicarti di qualcuno, lasci solo che quel qualcuno continui a farti del male.
Ho imparato che il modo più facile per crescere come persone è circondarmi di persone più intelligenti di me.
Ho imparato che ogni persona che conosci merita di essere salutata con un sorriso.
Ho imparato che quando serbi rancore e amarezza, la felicità va da un’altra parte. Ho imparato che un sorriso è un modo economico per migliorare il tuo aspetto. Ho imparato che bisognerebbe sempre usare parole buone, perché domani forse si dovranno rimangiare.
Ho imparato che l’amore e non il tempo guarisce le ferite. Ho imparato che nessuno è perfetto, finché non ti innamori.
Ho imparato che non posso scegliere come mi sento, ma posso sempre farci qualcosa.
Ho imparato che tutti vogliono vivere in cima alla montagna, ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.
Ho imparato che la vita è dura, ma io di più.

lunedì, agosto 20, 2007

Un bicchiere d’acqua di mare

Per un principio omeopatico, possiamo dire che in un bicchiere d’acqua di mare c’è tutto. Un bicchiere d’acqua di mare è la medicina omeopatica più efficace: dentro c’è il mondo, ci sono tutti gli elementi che compongono la Terra; tutte le sostanze del nostro essere. In un bicchiere d’acqua di mare c’è la sostanza vitale, c’è il sale, la sapienza.
Con le diluizioni previste dal manuale omeopatico, in teoria una sostanza gettata in mare a New York la si può raccogliere diluita a Genova, oppure in India. Il fiume sacro Gange che scarica nell’Oceano indiano, tramite il collegamento dei mari, fa che tutte le sue cose arrivino qui; in dosi omeopatiche possiamo allora dire che il nostro ‘tutto’ è qui: è nel nostro mare.
Sarà per questo che il mare è simbolo dell’inconscio. Sarà per questo che ci piace stare in riva al mare.

venerdì, agosto 17, 2007

Assedio alle città

Sempre più assisteremo alla miseria che assedia il nostro mondo, che poi è di tutti. Ricordo le baracche che circondavano, negli anni ’50, Roma: oggi ritornano. Oggi che siamo diventati ricchi, torniamo a vedere lo spettacolo della miseria: sono infatti circa 9.000 i senza fissa dimora nella capitale. Una cifra difficile da stimare con precisione, visto il continuo spostamento dei senza casa alla ricerca di ricoveri dove fermarsi. Sono almeno duemila le persone che vivono all’aperto, per strada o sotto ripari di fortuna, otto o novemila, invece, coloro che vivono in automobili, capanne, grotte, porticati o sotto qualche ponte. Questi sono i dati raccolti dalla comunità di Sant’Egidio e dalla Caritas, che forniscono pasti caldi e qualche vestito.
E Genova? Anche qui nascono veri e propri ostelli della disperazione. Sotto i ponti, a lato dei torrenti, nelle case diroccate, nei manufatti industriali abbandonati sorgono le bidonville: dove materassi, cartoni, stracci testimoniano le notti all’addiaccio di tanti homeless. Anche qui crescono i poveri provenienti dall’estero. E se gli italiani scelgono spesso la vita in solitudine, per questi ultimi prevale la vita di comunità. Così c’è da pensare che gli assedianti aumenteranno; questi si chiamano rom, zingari, rumeni, extracomunitari, ecc. che per raccogliere qualche nostra briciola, perdono la loro dignità Noi invece perdiamo ogni giorno l’umanità. Cosa fare?
Il problema è soprattutto intorno alle città e nelle città: un’altra contraddizione del nostro sviluppo che crea miseria sulla miseria. Ricordo che i nostri paesi, quelli dell’immediato entroterra si sono svuotati negli anni; sappiamo tutti come quelle zone hanno consentito di vivere, con una economia rurale povera ma dignitosa, a molte generazioni dei nostri antenati: perché non recuperare questa economia famigliare, che si reggeva sul bosco e sulla fascia di terra? Sarebbe anche un momento per fare rivivere una terra abbandonata e soggetta alla desertificazione. Una prospettiva ecologica per risanare molte storture con la riscoperta del valore della terra: la madre di tutti.
Invece che le baracche facciamo rivivere i paesi abbandonati. Può essere una proposta fattibile.

martedì, agosto 14, 2007

Vacare

Le città vuote a ferragosto sono le stesse del lontano 1962, epoca del film ‘il Sorpasso’; dove all’inizio si fotografava bene la città di Roma deserta. Allora le città, svuotate per la vacanza d’agosto, rappresentavano un fatto nuovo per l’Italia, erano l’annuncio del boom economico. Di quella realtà, e di quel film, proseguono, insieme ai riti di massa, quali le code sull’autostrada, le resse sulla spiaggia, il pienone nei ristoranti, gli assalti agli autogrill e, ahimé, alla maleducazione stradale, con i conseguenti morti, anche i personaggi interpretati da Vittorio Gassman. Qualcosa sopravvive sempre.
Proseguono i tipi infingardi, individualisti, amorali, ipocriti e bigotti, sono i Bruno Cortona- il protagonista del film- di allora. Questa Italia del dopo Berlusconi, prosegue con le sue maschere tragico-comiche. Infatti, quanti sono i Cosimo Mele? I Fabrizio Corona? I Luciano Moggi? Tutti furbastri che attraversano il tempo di un’italietta difficile da superare.
Torniamo alle città vuote. Oggi 15 agosto la mia città è silenziosa. Potrebbe essere un momento di riflessione. Potrebbe essere utile per ascoltare quelle voci che partono da dentro. Così la vacanza, momento per vacare, potrebbe lasciare la titolarità del mondo esterno per spingerci all’interrogazione: dove andiamo? Domanda retorica: siamo in effetti tutti già partiti. Per dove? Per la vacanza che vuol dire vacuità. Aspettiamoci allora il ritorno delle veline, dei grandi fratelli e i ritorni sull’isola dei famosi…in fondo dove vogliamo andare ci siamo già.

lunedì, agosto 13, 2007

Il '68 in Italia

Il ’68 in Italia in verità è il ’69. Il ’68 o quello che parte in Europa, dalla contestazione studentesca dopo il ’66 nelle università americane, è il maggio del ’68 francese. Nasce da lì: ‘l’immaginazione al potere’.
In Italia avremo il ’69 con ‘l’autunno caldo’ e un altro slogan: ‘Nord e Sud uniti nella lotta’. Il movimento operaio si legherà ai fermenti studenteschi e quelle lotte portarono a due importanti fatti: lo Statuto dei Lavoratori, la legge 300 del 1970, e la Classificazione Unica, ovvero la parità dei diritti tra operai ed impiegati con il superamento della parcellizzazione salariale. Ci furono anche le rivendicazioni del femminismo, che sotto certi aspetti fu l’unica vera rivoluzione di costume, la quale cambiò molto i rapporti tra i sessi in Italia, anche nella legislazione: fu abolito il delitto d’onore per cui uccidere una donna poteva comportare una pena di un massimo di 10 anni. Insieme successero anche posizioni radicali ed estremistiche, che denunciavano un bisogno di rinnovare tutta la società.
Parlare del ’68, a distanza di quasi 40 anni, può essere utile poiché l’Italia è un paese dalla memoria corta. Ora ci troviamo a parlarne per un articolo del deputato di AN Italo Bocchino, sulla rivista CON- conservatori contemporanei. Dire, come fa la rivista: ‘Maledetto ’68. Maledetto l’anno in cui si avviò lo sfascio dell’Italia. Il movimento tanto celebrato per quaranta anni è stato in realtà il peggiore della recente storia nazionale’. Non aiuta la comprensione.
Sappiamo bene che l’autoritarismo, come il fascismo, maschera un conservatorismo italiano sempre pronto ad uscire per ricacciare indietro le conquiste laiche e civili. Non abbiamo bisogno di autoritarismo, ma di autorità e saggezza; di idee illuminate e di etica civile. Questo è quello che manca.
Poi la storia insegna che nulla succede mai per caso, così come con gli eccessi si sconta un karma inevitabile: cicli inarrestabili di una storia di ‘coazioni a ripetere’, perché con il sentito dire non si fa esperienza. E oggi? Oggi ci sarebbe ancora bisogno che la gioventù riprovi a fare le sue battaglie: i temi etici e laici per battersi non mancano certo.

martedì, agosto 07, 2007

Buoni sorrisi a tutti

Lo so per alcuni è difficile e per tutti non è sempre facile, ma sorridere è la cosa più semplice e positiva per ognuno di noi: è la medicina contro tutte le malattie.
Come ogni pensiero crea una energia, che si riflette sulla nostra esistenza materiale, così ogni sorriso genera emozioni positive che ci mantengono nel bene ed in salute.
Noi possiamo sperimentare con i nostri pensieri le condizioni che assomigliano all’inferno e al paradiso. Se pensiamo male di qualcuno, quel pensiero ci ritornerà indietro creando le premesse per una negatività, il cui male colpisce anche noi: è come se mangiassimo del cibo avariato. Instauriamo un circolo negativo. Sorridendo generiamo invece un circolo virtuoso di benessere. Chi sorride produce buone azioni, dimostra di essere in pace con sé e quindi la voglia di trasmetterlo agli altri.
L’ottimismo poi ci salva sempre: è una forza creatrice che fa trovare soluzioni nuove ai problemi. La storiella delle due rane cadute fortuitamente in un secchio di latte insegna: una delle due, pessimista, si deprime e non riuscendo a trovare una via di uscita, pensando di patire una lunga agonia, preferisce morire subito e smettendo di nuotare, annega. L'altra, ottimista, coglie invece il lato positivo della situazione constatando che se dovrà morire non sarà di fame, così viene colta da una grande contentezza e ilarità e si mette a cantare e a ballare. Tanto salta e tanto balla che il latte diventa burro, permettendole così di uscire dal secchio e avere salva la vita. Morale: essere ottimisti conviene sempre, anche quando non sappiamo il perché.
Ora, rilassati ed in vacanza, l’augurio che più mi piace fare è: tanti e buoni sorrisi a tutti.

sabato, agosto 04, 2007

6 giorni a Viganella

Il paese si chiama Viganella ed è diventato famoso per avere installato, sulla montagna che lo sovrasta, uno specchio di circa 40 metri quadrati per portare il sole sulla sua piazza che rimaneva buia dall’11 novembre al 2 febbraio. La trovata è del sindaco del piccolo paese della Val Antrona, (il nome non è un caso) Pierfranco Midali, che con entusiasmo è riuscito a concludere il progetto che ha destato curiosità in tutto il mondo.
Bisogna dire che lo specchio- a 900 metri di distanza dal paese- è programmato da un computer, che seguendo la traiettoria del sole riflette i suoi raggi luminosi sulla piccola piazza del paese. Il progetto è stato seguito dall’ingegnere Barlocco Emilio e dall’architetto Giacomo Bonzani.
Ho incontrato Pierfranco Midali nel suo ufficio e mi ha mostrato la rassegna stampa dell’evento: un volume di oltre 300 pagine con i ritagli di giornali e riviste che parlano di Viganella e il suo specchio riflettente il sole. Da Al Jazira alla BBC, dal quotidiano giapponese al The Times, tutti hanno un articolo ad hoc. E non è ancora finita…oggi 31 luglio 2007, su La Prealpina - un quotidiano locale- si accenna ad un secondo miracolo: ‘Dopo il sole, la luna in piazza’. Ma il sindaco mi spiega che l’esperimento della luna non è proprio riuscito: ‘La luna ha un’altra traiettoria, più breve e più ‘bassa’ per cui lo specchio non riesce a seguire’. Il sindaco poi mi dice che su Cronaca Vera per martedì 7 agosto uscirà un nuovo articolo. Lui stesso si meraviglia: ‘Se avessi pagato tutti gli spazi occupati sui giornali, sarebbe una cifra per costruire altri 2 o tre specchi…’. Auguri sindaco.

Io, in questo paese ho trovato anche un’altra ‘riflessione’; ho provato a riflettere sulla luce della mente superiore, sullo spirito che illumina la nostra anima.
Così ho passato 6 giorni di studio sui meccanismi della nostra mente per imparare ad usare le nostre energie in modo positivo. 6 giorni quindi per trovare una dimensione spirituale autonoma e libera.
Il pensiero rivolto verso una energia meravigliosa che tende al bene è da imparare. La nostra ignoranza, i nostri pensieri negativi; i nostri automatismi quotidiani risucchiano tutte le energie e impediscono di andare verso il senso ultimo della nostra vita: conoscere se stessi e quindi conoscere Dio. Spirito e corpo sono una sola cosa: energia. Questa energia che ci attraversa ha un potere creatore che ci conduce a Dio. Ecco la vera luce: il sole interno…e lo specchio questa volta era il nostro sforzo a orientarci in positivo.
Diventare noi stessi, ossia chi siamo, significa diventare Dio…perché noi siamo cloni di Dio.
Il corso è stato tenuto da David Racah, il quale ha sviluppato in 20 anni di studio, di ricerche ed esperienze, una tecnica per svolgere un percorso di consapevolezza che aiuta a metterci in contatto con la parte spirituale in noi.
Questa mia esperienza del corso di Mindwatching è stata una ulteriore conferma di un mio sentire: la bellezza che ognuno porta in sé, lo spirito divino in noi se viene ascoltato ci porta alla gioia, alla felicità, ci aiuta a crescere.
Le parole in sintesi al lavoro svolto sono: ‘Sii consapevole dell’energia che produci’

sabato, luglio 28, 2007

Vacanza a Viganella



La prossima settimana un breve soggiorno di relax. Sarò in questo agriturismo con l'amico David Racah e la sua famiglia. Insieme cercheremo anche di fare Crescita Personale...ovvero lavoro sullo spirito. La montagna aiuta. Ecco la foto del luogo: Viganella provincia di Verbania nella Val Antrone. Arrisentirci presto

mercoledì, luglio 25, 2007

Conti Correnti Bancari

Avevo la firma per due conti correnti di due associazioni di volontariato culturale, su due diverse banche; ebbene sono finiti in ‘rosso’ in poco tempo perché non avendo depositato nuove somme per rimpinguare il conto, i costi di mantenimento chiesti si sono mangiati tutto quello che c’era depositato e non solo alla fine abbiamo dovuto pagare anche salato per chiuderli: rientrare dal rosso, con interessi che dovrebbero fare arrossire ancora di più.
Quando si va in una banca per aprire un conto corrente ti accolgono sorridenti prospettando molti ‘benefit’, che poi si rivelano niente nei confronti delle spese di gestione, ho notato che minimo sono 14 euro al mese, più tutti gli addebiti che si pagano: ti mandano una lettera? Paghi il bollo; fai un pagamento? Paghi la commissione; fai un versamento? Paghi il servizio…paghi sempre e quello che pensi ti sia dato gratuitamente sono illusioni.
L’Antitrust ci ha da tempo informato che le banche italiane sono le più care d’Europa. Non è una novità. Si sperava che l’ingresso in Italia delle banche straniere calmierasse un po’ la situazione invece? Oggi abbiamo anche la conferma dell’ Adusbef che per le famiglie i costi bancari superano in un anno i 500 euro. L’aumento in due anni e’ del 25%. L’Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finaziari passando in rassegna gli avvisi commerciali delle banche sulla Gazzetta Ufficiale, ha calcolato che un conto con 11 operazioni mensili può arrivare anche a 503 euro di spese. L’Adusbef denuncia un aumento dei tassi attivi e una contemporanea diminuzione dei tassi passivi applicati sui depositi.
Cosa possiamo aspettare ancora?

venerdì, luglio 20, 2007

20 luglio 2007

Reduci? Direi tenaci resistenti nel nome della giustizia e della verità: questi sono i manifestanti che si incontrano alla manifestazione di Piazza Alimonda a Genova il 20 luglio 2007.
Lo scenario è sempre lo stesso da 6 anni e si ripete ancora come un rito fisso; 6 anni a chiedere giustizia e verità. Per questo bisogna dare atto alla tenacia di persone come i genitori di Carlo Giuliani, di Peppino Coscione ed altri del Comitato Piazza Carlo Giuliani.
Dopo il corteo, partito dallo stadio Carlini, i partecipanti si sono radunati in Piazza Alimonda e stesi gli striscioni, nel punto esatto della piazza, dove è stato assassinato Carletto, si è atteso le fatidiche 17,27: ora della sua morte. Due minuti di silenzio interrotti da Haidi Gaggio Giuliani, la madre ora senatrice per il Partito della Rifondazione Comunista, con un discorso breve ma intenso a testimoniare il senso di questa continua manifestazione, nata non solo come ricordo ma anche momento di ricerca di verità delle tante morti che restano senza colpevoli e mandanti. Le ultime morti di giovani rammentate sono quelle di Renato Biagetti e Federico Aldrovandi.
Haidi Giuliani grida: ‘Ya Basta! Fermiamo la spirale perversa della china del mondo. Meno mercato. Basta correre dietro alla ricchezza. Ricchi che vogliono essere ancora più ricchi’.
Subito dopo riprende a cantare Alessio Lega,
che è diventato il cantautore ufficiale della manifestazione. Il palco è un camion della Compagnia Unica portuale, sopra di esso diversi musicisti e cantanti - Casa del Vento, Orchestrina del Suonatore Jones, Cisco, Guido Foddis - hanno fornito la colonna sonora e scandito i tempi del programma. Tutto tranquillo.
Finita la manifestazione, dopo una ‘bella ciao’ cantata da tutta la piazza, un corteo spontaneo e non autorizzato si è diretto verso la Questura centrale di via Diaz. Slogan e richieste di verità e condanna dei comportamenti repressivi della polizia hanno chiuso la parte di questo pomeriggio. La sera di oggi 20 luglio 2007, vedrà altri appuntamenti. Non tutti. Il calendario dura fino a domenica 22 luglio e prevede video, cene, dibattiti, fiaccolata e torneo di calcio…tutto per stare insieme in modo costruttivo e tenace! Si, c’è una sana resistenza che continua.

mercoledì, luglio 18, 2007

Oggetti persi

E’ bastato lanciare, ai lettori di Repubblica online, il messaggio di segnalare gli oggetti introvabili, che in poco tempo sono arrivate più di mille risposte. La rubrica interattiva ‘Oggetti che non si fanno più
è così diventata un resoconto nostalgico di prodotti che mancano, ricordano l’infanzia ed un passato che sembra molto distante, invece per la maggior parte è solo di venti anni fa.
Per la maggior parte gli oggetti segnalati riguardano prodotti di consumo, tipo il ghiacciolo califfo color turchino, quello ‘topless’ alla menta, ripieno di panna e ricoperto di cioccolato. I ghiaccioli segnalati sono un bel numero: ci sono quelli al tamarindo, gli Split alla frutta banana e cocco; i gelati come la Coppa Smeralda o il Camillino dell’Algida. Altri oggetti ricordati sono il Commodore 64, il Sinclair ZX81 e l’Amiga: gli antesignani dei computer odierni. Non si dimenticano, e forse si desidererebbero ancora bere, le bibite del passato: la spuma nera, l’idrolitina, il Chianti Ruffino, ‘capsula blù’, in fiasco da 2 lt, il Rossoantico, il Cambusa One l’amaricante, il Nano ghiacciato (uno spumante in piccole bottiglie), la gassosa –che in verità fanno ancora- e anche tutte quelle bevande con il ‘vuoto’ a rendere. Per le auto, oltre a quelle di color beige, si preferisce ancora la vecchia Fiat ‘500’ alla nuova; altri rivorrebbero la Renault4 o semplicemente auto con i paraurti, per il predellino forse si chiederebbe troppo. In materia di moto si ricorda il Dingo della Guzzi, il Ciao, Il Califfone, che se si fermava sapevi dove mettere le mani…
Per i sentimentali manca il panino in mezzo alla strada di pomeriggio, mentre si giocava a pallone. La Olivetti Studio 44, bella e robusta per scriverci densi romanzi d'avventura: che a differenza della Lettera 22, buona giusto per un curriculum vitae o una letterina di presentazione, andava veloce come un treno, senza finire sul pavimento ad ogni ritorno a capo. L'Eskimo degli anni 70, quello verde che avevano tutti: e' sparito. I reggiseni con lo sgancio facile. Le tessere del partito comunista italiano. E poi la coccoina, quella colla profumatissima nel barattolo di latta col pennellino al centro...Tonino Carino da Ascoli, l'Ercolino sempre in piedi della Galbani e la rivista Cuore di Michele Serra.
C’è una sfilata per i musicanti -tutti scomparsi, come il mangiadischi-: Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, John Lennon, Brian Jones, Syd Barret, Otis Redding, Buddy Holly, Demetrio Stratos, Miles Davis, Kurt Cobain…
A quelli più romantici, in fondo manca solo la mattina di Natale, il congiuntivo, la lingua italiana e il mondo prima di Berlusconi. Ve lo ricordate?
Un capitolo a parte merita lo shampoo, si segnala il DOP all'uovo, che sembrava zabaglione; io rammento lo shampoo alle ortiche o al catrame per capelli grassi, che risolvevano il problema alla radice: non crescevano più. Né grassi né magri. I capelli rimanevano stecchiti. Lo shampoo Rilux della Palmolive, invece faceva luccicare i capelli, ma chissà cosa c'era dentro. Altre teste. Altri tempi…e allora? Niente rimpianti per favore! Ma il mondo è davvero cambiato.

martedì, luglio 17, 2007

Amori e amanti

L’argomento è amori e amanti. Risponde nella videochat del 5 giugno 2007, su Corsera online, Gianna Schelotto;
risponde a ‘farfallina’ e ad ‘io tra di voi’: due casi emblematici della figura di amanti e per ognuna la stessa risposta. Alla base c’è la mancanza di una interrogazione verso di sé, il rispetto di se stessi, l’autostima e l’amore. Masochismo e dipendenza psicologica, difficoltà di emancipazione ed espiazione…sono parole ‘chiave’; si comprende che molti amori si reggono su relazioni complementari, che coprono la difficoltà di dialogo con se stessi. L’autostima poi non si inventa, serve l’introspezione, imparare a porsi domande. Ascoltarsi.
Si prosegue con altre domande: Che differenza c’è tra moglie e amante? Cosa divide questi tipi di amore? Continuano le risposte: Amanti e mogli/mariti si assomigliano molto, così alla fine si ripetono gli stessi modelli. Le dinamiche continuano. Allora cos’è meglio? Sentirsi vivi come amanti o essere relegati in un angolo come mogli/mariti? Anche qui in fondo scopriamo che l’amante vorrebbe essere la moglie o il marito. Storie che si ripetono. Quello del menage a tre è un meccanismo che pare fermare il tempo. Storie simili, sempre uguali anche nelle diverse epoche. E’ possibile che da quelle formule, considerate amore, non si evolva?
Per la psicoterapeuta Gianna Schelotto, i meccanismi psicologici si chiamano: autoaccecamento, assunzione di ruoli di vittime o salvatori. Il bisogno d’amanti è spesso un scorciatoia per trovare una soluzione alla crisi del matrimonio: non si vuole affrontare la crisi. La trasmissione video, di circa mezz’ora, è istruttiva; si comprende che chi scrive sono soprattutto donne, e la parte di amante è sostenuta più da loro. Per i maschi è difficile abbandonare la famiglia, preferiscono trascinare una relazione in crisi e cercare amori esterni. Gli uomini in sostanza si barcamenano meglio, e si interrogano in sostanza sulle donne invece che su di sé.
La donna invece ricerca relazioni più chiare, anche se poi subisce ancora dipendenze umilianti. Chi chiede dei consigli solitamente cerca risposte assolutorie. Mi è piaciuta la risposta, di Gianna Schelotto, alla domanda di perché una donna cerchi sempre uomini sbagliati: ‘Gli uomini sbagliati non si cercano, si trovano’. Questo però è uguale anche per gli uomini in cerca di donne. Che dire: un forum su ‘corsera online’ istruttivo.

lunedì, luglio 16, 2007

Che fatica essere cattivi

E’ difficile e complicato per l’uomo fare il cattivo. Usare il male richiede uno sforzo davvero immane; continuare ad esercitare odio e malignità non lascia tempo per il sorriso. Usando invece la cortesia e la gentilezza, la vita potrebbe diventare semplice e gratificante.
In verità tutte le religioni insegnano il bene e la bontà; quindi a vedere i risultati, noi non ne abbiamo bisogno di nuove: si dovrebbe solo continuare ad insegnare il rispetto e la compassione per gli altri. Su questa base si possono stabilire relazioni con il prossimo che portano all’amicizia e all’aiuto reciproco.
Le relazioni basate sulla sincerità, sulla parità, sull’empatia e forme d’affetto, possono offrire un aiuto che neanche immaginiamo: servono a superare momenti difficili; momenti che anche noi abbiamo attraversato e che abbiamo forse dimenticato. Condividere una esperienza diventa importante.
Pensiamoci. Siamo tutti in un certo senso dei malati terminali, eppure non ci diciamo che potremo vivere bene. Non ci diciamo che ce la faremo a cambiare. Questo lo dobbiamo imparare. Per fare ciò non ci basta la saggezza del mondo: quella racchiusa nelle tradizioni, nelle religioni e negli uomini illuminati.
Noi abbiamo bisogno di trovare dentro di noi quello che abbiamo già. Dobbiamo inoltre ricordarci che non esistono domande stupide, ma solo le risposte sono stupide. Non esistono problemi ma soltanto indecisioni…sì, perché esistono le soluzioni. Insieme si potrebbe aggiungere che non esistono sbagli, ma solo esperienze.
Tutto semplice? Si, le grandi cose, come le grandi scoperte, contengono tutte l’essenza del problema che è sempre a portata di mano…di pensiero. Semplice.

giovedì, luglio 12, 2007

Il berlusconismo continua

Quando si afferma che il berlusconismo non è finito, si dice bene. Non è un caso che Berlusconi ha rischiato di vincere nuovamente. Nella società italiana, dove hanno successo i ‘tronisti’ e le ‘veline’, dove la cronaca giudiziaria si mischia al gossip, con Corona e Lele Mora, il berlusconismo continua. Continua anche senza Berlusconi. E’ chiaro che il ventennio, iniziato con il craxismo e proseguito con gli ‘yuppy’, l’edonismo e il rampatismo affaristico, non è finito.
Giusto 20 anni fa Craxi guidava un governo pentapartito, e per un accordo doveva lasciare la carica di Presidente del Consiglio a favore di De Mita. Ma Craxi non voleva mollare, allora la Democrazia Cristiana gli toglierà la fiducia per cui dopo le pantomime di molti incarichi a formare un nuovo governo, si va alle elezioni a giugno. I risultati indicheranno ancora una situazione paludosa, ma si stanno affacciando sulla scena due partiti di ‘protesta’: la Lega Veneta e quella Lombarda che riesce ad eleggere un senatore, Umberto Bossi. Ci sarà dopo il governo presieduto da uno sconosciuto Giovanni Goria, che sembrava uscito da un cappello a cilindro di prestigiatore.
Il governo in 227 giorni darà tre volte le dimissioni…mentre nelle piazze i pensionati protestavano contro la riforma delle pensioni che prevedeva tagli. (Sic!).
I socialisti continuavano a battibeccare con i democristiani e la politica dei partiti dimostrava tutta l’insipienza possibile. Si diceva che si aveva bisogno di ‘decisionismo’, nel frattempo iniziavano ad esplodere gli scandali delle tangenti: le Carceri d’oro e le Lenzuola d’oro. Intanto si faceva una legge sulle TV, chiamata Mammì, che istituzionalizzava le tre reti televisive di Berlusconi. Dopo poco cadrà il Muro di Berlino, simbolo della guerra fredda e della divisione in due blocchi del mondo. Tutto cambierà. La politica sembrava impazzita e un degrado vistoso la attraversava. Lo scandalo di Tangentopoli ne evidenzierà tutti i mali.
Ed eccoci qua con nuovi partiti e nuovi scandali; per l’Italia continua il degrado della politica, anche con la ‘discesa in campo’, di cosiddetti nuovi protagonisti, che sembrava prendessero in mano direttamente quello che delegavano ai rappresentanti dei vecchi partiti. Cosa ci aspettiamo ora? Semplicemente una riforma della politica con una legge elettorale che aiuti a formare maggioranze chiare, eliminando tutti i partitini che con i loro veti condizionano l’azione di governo. Soprattutto bisognerebbe dare alla politica e ai politici il senso di una funzione di servizio, che garantisca, come in tutti i paesi democratici, un ricambio continuo degli uomini che la svolgono. Può darsi allora che senza vecchi berlusconi, cambino anche i coglioni…