Mia recensione.
Già la prefazione del libro nell'edizione italiana, ad opera dell'autore, risponde a molti interrogativi che l'indagine sulla psiche di una nazione -in questo caso gli USA- solleva.
Perché la democrazia occidentale più avanzata ha affidato a una personalità tanto poco specchiata il suo destino? Perché milioni di elettori hanno creduto alle sue menzogne e lo hanno ritenuto in grado di diventare il comandante in capo dell’esercito più potente del mondo?
'Trump è uno che ha portato il livello di stupidità dei padri oltre ogni immaginabile altezza. Le sue bizzarre teorie complottiste, il suo comportamento imprevedibile, la retorica infiammatoria, le politiche mutevoli, i tweet di mezzanotte e il suo costante profluvio di menzogne sono cose che hanno portato molti a considerarlo un pazzo.'.
Le risposte sgombrano subito il campo di una presunta o meno sanità mentale di Donald Trump. Allen Frances dice subito che Trump potrà anche essere un cattivo presidente, ma non è sicuramente pazzo; la vera questione con cui confrontarci è come noi, come paese, abbiamo potuto sceglierlo come nostro capo. Il prologo riporta come titolo: “Non è Trump a essere pazzo. Siamo noi”. Sì è facile e consolante ritenere Trump un pazzo. L'analisi di Frances è impietosa e ogni Stato che si è trovato ad affrontare il fenomeno populista ha messo in crisi il suo sistema democratico.
Come non credere a Allen Frances? Lui è Professore Emerito presso il Dipartimento di Psichiatria e Scienze comportamentali della Duke University School of Medicine di Durham, Carolina del Nord, che ha diretto per molti anni. Lui mette sotto indagine non Trump, ma la psiche di una nazione, un lavoro essenziale per comprendere la crisi dello spirito democratico in questo inizio di secolo. Nella prefazione la conclusione testuale è: ...'Quando gli Stati Uniti starnutiscono tutto il mondo prende l’influenza; quando noi facciamo qualcosa di stupido chiunque sul pianeta ne soffre, direttamente o indirettamente. Un sciocco tweet di Trump propaga le sue vibrazioni negative ovunque in pochi secondi e le forze responsabili dell’incredibile ascesa al potere di Trump stanno minando l’ordine ovunque. La nostra follia sociale è una pandemia diffusa e può essere curata solo con la collaborazione di tutto il mondo. Il tribalismo e il nazionalismo sono segnali della prolungata adolescenza della nostra specie: diventiamo adulti in fretta o potremmo non diventare adulti mai più.'
.
Una volta si diceva: Beata ignoranza...ora questo non vale più. Quello che ignoriamo può ritorcerci contro. Oggi a maggior ragione di ieri. Nell'età di internet paradossalmente aumenta l'ignoranza e così il popolo statunitense si trova a seguire questo clownesco pifferaio magico che è Trump. Le illusioni sono dure a morire. Il libro fa un elenco delle molte illusioni che il popolo statunitense è vittima...l'autore le chiama deliri; io che tempo fa avevo letto il libro di Luigi Zoja: 'Paranoia. La follia che fa la storia' le chiamerei semplicemente paranoie. Nel libro di Luigi Zoja -uno psicoanalista italiano- si descriveva bene il meccanismo che fa trasferire una paranoia dal leader al popolo e viceversa. E' sempre più chiaro che Trump di paranoie ne ha parecchie.
Una paranoia molto importante è quella che dichiara che la questione ambientale non esiste. Gli Stati Uniti possono pure continuare a usare carbone, depauperare terreni con le coltivazioni intensive di foraggio per gli animali da trasformare i bistecche e hamburger, produrre quantità di CO2 ecc.
il consigliere James Inhofe di Trump sul clima afferma:“Il 97 per cento degli scienziati del clima sostiene cose senza senso». «Il riscaldamento globale è la più grande bufala che sia mai stata spacciata al popolo americano». «Aumenti delle temperature globali possono avere effetti positivi sulle nostre vite». «Il mio punto è che lassù c’è ancora Dio. L’arroganza della gente che pensa che noi, esseri umani, siamo in grado di cambiare quanto Lui sta facendo riguardo al clima è profondamente offensiva per me».” .Insomma dietro allo slogan american first c'è il rifiuto di abbandonare lo stile di vita americano, anzi c'è il suo rilancio.
Altro punto è quello che fa scattare la paranoia a Trump ricco, fuor di misura, tra i ricchi la continua antica solfa per cui aumentare la ricchezza dei già ricchi fa diventare ricchi anche gli altri. Questo invece nella realtà crea e aumenta le diseguaglianze.
“La ricchezza segue le leggi della gravità economica – i soldi portano soldi; il ricco diventa più ricco e il povero diventa più povero, e le diseguaglianze crescono in modo esponenziale. Le concentrazioni di denaro attraggono il potere politico e il potere politico asseconda le concentrazioni di denaro per renderle ancora più consistenti, in un circolo vizioso senza fine.”.
Il libro è una disanima molto articolata sul personaggio di Donald Trump e di quanto sia riuscito a destabilizzare gli Stati Uniti con parole d'ordine e slogan che hanno fatto presa sui cittadini. In sostanza il libro 'Il crepuscolo di una nazione. L'America di Trump all'esame di uno psichiatra' afferma che 'Con Trump abbiamo toccato il fondo di tutti i deliri collettivi; c’è da sperare che riusciremo a darci una scrollata per arrivare a una presa più salda sulla realtà e a un rinnovato impulso nel plasmarla per garantirci un futuro migliore. Dubito fortemente che potremo mai tornare allo status quo dell’era pre-Trump – molto più probabilmente sprofonderemo in un’era ancora più buia di tirannide e ignoranza, oppure riemergeremo più forti, più saggi e meno inclini ai deliri collettivi su cui ha prosperato e che sta facendo prosperare Trump.'. Sì c'è da augurarsi che alla fine prevalga la saggezza. Il libro riporta molte buone pratiche e buone filosofie per uscire dallo stato presente. Uno stato che ricerchi il tasso interno di felicità e la saggezza; Trump deve essere di contro una persona poco saggia e infelice. Quindi da Epicuro ad Aristotele; da Confucio a Gandhi e altri pensatori del passato possono aiutarci nel presente. Aiutarci a non perdere la sfida democratica del benessere collettivo.