giovedì, aprile 30, 2009

La crisi? Forse non c'è e se c'è non si vede...

La crisi? E' già finita. Questo è quanto dicono alcuni politici, i giornali e i commenti sui rilevamenti di qualche agenzia di sondaggi economici. Ma è vero? D'accordo che l'ottimismo crea circuiti positivi, ma attenzione alle illusioni. Non bastano alcuni dati di ripresa dei consumi a determinare l'uscita dalla attuale crisi che è appena iniziata; ci vorrà tempo e fatica per fare della crisi una vera occasione di crescita. Sì perchè l'etimologia della parola crisi dice 'momento che separa una maniera d'essere, fenomeno decisivo per cambiare'...si percepisce forse che è cambiato qualcosa? Se aumentano i consumi e si riportano dati e comportamenti al passato, vuol dire avere attraversato la crisi?
Ma la crisi c'è ed è accompagnata purtroppo da una caduta verticale del buon gusto e della sobrietà: ne fa da emblema la 'baruffa chiozzotta' tra la signora Miriam Bartolini, alias Veronica Lario e il marito Silvio Berluconi, capo del governo. Sembra una manfrina per tirare fuori colpe della sinistra...
Ma che ruolo la sinistra abbia avuto non si sa. La questione è stata sollevata dalla Fondazione 'Fare Futuro' che fa capo all'attuale Presidente della Camera, Gianfranco Fini, a cui Veronica Lario ha scritto una lettera aperta. Non ci sono stati commenti sulla vicenda che ha riguardato questioni di famiglia. stavolta la sinistra e' stata zitta zitta. Nemmeno Di Pietro ha detto nulla. Eppure guardate se Berlusconi ha risposto a Gianfranco Fini. E' vero, forse la crisi non c'è. E' una invenzione della sinistra.

domenica, aprile 26, 2009

Credere non credere

Nel Salone del Minor Consiglio di Palazzo Ducale c'è stato nei giorni scorsi un interessante incontro, promosso dall'associazione Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), in collaborazione della Fondazione per la Cultura e il Comune di Genova, dal titolo: Liberi di credere, liberi di non credere.. Condotto da Donatella Alfonso -giornalista de La Repubblica- si sono confrontati: Luca Borzani -Presidente della Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale; Raffaele Carcano- segretario nazionale Uaar; Enrico Peyretti- Scrittore cattolico; Telmo Pievani – filosofo della scienza; Andrea Ranieri- Assessore all'innovazine e ai Saperi del Comune di Genova; Husein Salah-Iman di Genova.
L'introduzione di Donatella Alfonso ricorda che a Genova, città laica, il tema su 'credere o non credere' acquista un valore particolare: c'è come arcivescovo Bagnasco presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), c'è in previsione la costruzione della moschea, c'è stata la prima pubblicità in Italia della pubblicità su l'ateismo (osteggiata) e poi arriverà il Gay Pride (la manifestazione nazionale per l'orgoglio omosessuale)...insomma Genova città di confronto per molti motivi. Il tema del credere è diventato un argomento non più personale.
Il primo a intervenire -anche per gli onori di casa- è stato Luca Borzani. 'Credere o non credere' è prima di tutto frutto di una confusione linguistica: la laicità e il suo senso profondo è il tema da definire. Laici lo possono essere i credenti e i non credenti. La voce più forte che hanno acquisito le religioni, dimostrano paradossalmente una posizione più debole. C'è un diverso uso delle convinzioni religiose. Le contraddizioni del potere secolarizzato della chiesa è dovuto, secondo Luca Borzani al vuoto lasciato da politica; alle sue difficoltà nella società odierna.
Enrico Peyretti risponde subito a Borzani: la politica è importante e anche spregiudicata, ma la fede religiosa cerca la sua forza anche politica. Oggi si può credere in tante maniere e in tante cose. C'è la possibilità di arricchimento. Per questo io penso che il colloquio, il parlare insieme, sia proficuo. La vera divisione tra chi crede e chi no, la ricorda bene Norberto Bobbio: 'la differenza è tra chi pensa e chi non pensa ai grandi interrogativi della vita'...
Per Husein Salah l'Islam è sempre stato speculare alla cultura dell'occidente. Nell'ultimo secolo è uscita una confusione nel mondo islamico tra nazione e religione dovuta ai colonialisti che portavano tutti una croce. La fede islamica è segnata dai sei pilastri della religione. Questa fede rimane una scelta di libertà: nessuno può imporre di credere.
Andrea Ranieri spiega la risposta dell'istituzione comunale alla richiesta di costruzione della moschea, con i principi costituzionali della libertà di culto. 'Nessun cattolico, in quanto credente, si è mai opposto a negare la costruzione di un luogo di culto che poi si rivolge ad uno stesso Dio. Il mondo musulmano è pieno di contraddizioni, ma in Europa le religioni devono essere libere di costruire civiltà più avanzate. Per il tema del credere o non credere, da non credente, la pubblicità sugli autobus che dice 'Dio non esiste e tu ne puoi fare a meno' la ritengo tranciante e non riconosce il dubbio. 'Mai dire mai'. Le conquiste civili sono frutto di una espressione dovuta a ragionamenti laici e civili. Accogliere chi non crede come chi crede. La pubblicità po' servire ad interrogarci e continuare a fare cose insieme, ma se ci dividiamo? Come dice Enzo Bianchi, facciamo un piacere al potere. La democrazia è mettere in discussione il potere.
Raffaele Carcano precisa che l'iniziativa dell'associazione Uaar è una risposta alla fede cattolica per cui tutti dovrebbero essere convertiti. L'Uaar si è fatta sentire: ci sono milioni di persone che non credono e queste spesso non si sentono. L'attivismo della Chiesa è un battersi per mantenere le sue prerogative anche economiche. Il Papa Benedetto XVI sostiene sempre che senza Dio la nostra società crolla e allora bisognava rispondere che anche senza credere in Dio si possono costruire società migliori. 'è da augurarsi che la teologia non diventi legge di Stato.
Telmo Pievani chiude il primo ciclo di interventi ricordando che la scienza non è una religione laica; la scienza contiene in sé i fondamenti per escludere questo. La scienza non è un nuovo vangelo, né religione, essa ha un modo di operare sempre criticamente ciò che si presenta: un trovare ragioni diverse. Il credere è un altro argomento. Chi nega un diritto poi deve spiegare il perchè. I sistemi di credenze creano dei sistemi di valori e di conseguenza affermano degli assolutismi: senza quei riferimenti si è fuori dall'umanità. L'argomentazione non c'è più. Non c'è più la filosofia e la scienza, ma la squalifica di chi non crede a quel sistema di credenze sostenuto. Senza fare riferimenti, Telmo Pievani, spiega che da questo fondamento nascono le odierne leggi restrittive...
Una bestemmia è usare il dato biologico naturale come una norma per far discendere le credenze. Vuol dire essere senza argomenti. Occorrerebbe una educazione scientifica diffusa: con ciò si comprenderebbe che la cultura crea una nuova natura.
Il credere cos'è? E' dare fiducia senza prove. Tutti poi in un certo senso crediamo in qualcosa. E' una facoltà che pare innata. Il credere è radicato nel nostro essere ed esce spontaneamente. Anche chi vuole cambiare la società è un credente.
Enrico Peyretti, prende l'interrogativo al volo: 'Cos'è credere? Non è un semplice opinare o sottoscrivere una dottrina o un sapere -nel senso latino di gustare, conoscere un sapore-, si sa che la bellezza profuma, è avvertire un sentimento intimo...il bisogno di una dubitabile chiarezza, così diceva Luigi Firpo'. Quest'ultimo studioso aveva parlato di un Cattolico Critico che non può esistere perché pensa con la testa del Papa; ma il cattolico critico esiste perché il dubbio fa parte della fede: mette in forma interrogativa quello che può essere affermativo. La fede è nell'ordine della qualità e della proprietà. La fiducia è quello che ci tiene insieme, fa nascere e crescere. Credere è fare credito. Dio è un nome generico, non è un nome è una dichiarazione. Il cristiano crede in Cristo e non ai preti, alla chiesa o al Papa. La gerarchia non è la chiesa. Enrico Peyretti prosegue: 'Ora lancio una proposta che può trovarci insieme: essere contro la guerra, perché questa è un cumulo contro l'umanità. La guerra è una divinità da combattere per gli atei e dai credenti come falsa'.
Husein Salah si dice subito d'accordo: 'Contro la guerra per la Pace e la Giustizia. Poi per quanto riguarda la pubblicità degli atei dire che Dio non serve è offensivo'. La moschea, continua Husein, serve per pregare in modo trasparente. Ora si prega negli scantinati, nei fondi dei palazzi e quindi avere la moschea è la maniera di non essere discriminati. I nuovi islamici, quelli di seconda e terza generazione non accettano di essere discriminati. Non si tratta di avere il minareto più o meno alto e bello; si tratta di avere una moschea come luogo anche di incontro per promuovere la reciproca conoscenza.
Andrea Ranieri: 'Il bisogno di spiritualità è un bisogno dei credenti e la risposta dell'amministrazione pubblica si muove con quello espresso da Husein: gli islamici non sono di una sola nazionalità'.
Telmo Pievani: 'Le modalità, il come fare, è importante. Per liberare la scienza dai condizionamenti e farla per la pace e contro la guerra, farla soprattutto in libertà, lo si può fare con il finanziamento pubblico. Dobbiamo trovare poi un altro comune denominatore: l' ambiente. Per l'ambiente trovare l'alleanza tra tutti...
Raffaele Carcano conclude ribadendo nella convinzione di aver fatto bene a fare la pubblicità per gli atei. ' Abbiamo ottenuto visibilità e interessamneto su punti di vista diversi. In Inghilterra la BBC ha dato molto spazio alle nostre posizioni; speriamo che anche in Italia qualcosa si muova: siamo oltre il 15% della popolazione'.
Donatella Alfonso può concludere soddisfatta per la riuscita di un dibattito davvero interessante.

domenica, aprile 19, 2009

Io spero...

Berlusconi durerà fino al 2013, così dice D'Alema. Io spero di durare di più. Ma poi cosa e chi ci sarà? Io spero di durare anche più di Ferrero, Bossi, Calderoli e Gasparri. Una stagione politica squallida, degradante sembra non avere fine: d'altronde i politici in democrazia, e non solo, rispecchiano chi li ha espressi. I governanti non sono certo migliori dei governati. Anche se si auspica il contrario, con una legge elettorale che fa decidere dalle segreterie dei partiti i candidati, c'è poco da sperare.
Si sa che nelle difficoltà e nelle crisi matura sempre qualcosa di nuovo: un nuovo che spesso può risultare peggio del vecchio...dipende sempre. Per gli italiani poi il pericolo è storicamente testimoniato: il fascismo è nella sua biografia -come disse Piero Gobetti. Ma io spero di sopravvivere anche a questo.
In fondo aggiungo che Berlusconi e la politica in generale risultano nella mia vita, penso sia così per tutti, solo pagliuzze e non travi. Si vive un intervallo breve e questo va goduto al massimo delle nostre possibilità: l'esistenza è un soffio e i capelli neri diventano presto bianchi...eccetto quelli di Berlusconi, ma lo sappiamo tutti che quelli sono finti e allora ci rinfranchiamo. Abbiamo tutte le premesse per durare di più ed essere sempre felici.

domenica, aprile 12, 2009

Le tasse oggi

'Le tasse sono bellissime', ricordo la frase di Padoa Schioppa, il ministro del Tesoro del Governo Prodi, ai giornali nell'ottobre del 2007. Quella affermazione fece scalpore e, con una opposizione di destra sempre pronta a polemizzare contro le tasse, fu rintuzzata come rivelatrice della 'visione penitenziale e punitiva del governo di centrosinistra'. Oggi con l'intervento della Protezione Civile Nazionale e gli stanziamenti finanziari d'emergenza per il terremoto in Abruzzo possiamo ribadire che le tasse sono belle e civilissime.
Che cosa succederebbe se non ci fossero i Vigili del Fuoco, i Carabinieri e tutti gli apparati preposti per intervenire in queste aree disastrate? Ecco, domandatevi questo e poi naturalmente fate un gesto di donazione, per un ulteriore contributo, per la ricostruzione delle zone del terremoto. Aumenti la solidarietà per chi soffre.
Ricordo che nel frattempo è cambiato governo per decisione degli italiani.
Ad ogni modo mi pare che stiamo vivendo in un regime e lo si può vedere dalle agenzie di stampa odierne: una sfilza di dichiarazioni tutte di Berlusconi: Non lasceremo nessuno solo. Metto a disposizione tre mie case. Se è il caso sarò qui tutti i giorni. Giovedì riapre la scuola. Tempi rapidi e certi. Vi tireremo fuori dalle tende. Le scosse stanno diminuendo. Fine dell'emergenza. Rifaremo le città.
Insomma, parla solo lui e forse meno male; ma non si sta esagerando? Berlusconi ha messo la divisa della Protezione civile e il casco in testa e mi sembra di vedere Benito.

venerdì, aprile 03, 2009

Berlusconi a Londra

Il video di Berlusconi che grida: 'Mister Obama...Obama!' ed è poi ripreso dalla Regina Elisabetta d'Inghilterra, ha fatto il giro di tutto il mondo; ma se ci fosse stato Bush sarebbe stato uguale: come un bambino, preso dall'entusiasmo di trovarsi con i capi di Stato più importanti, voleva far sapere di esserci al presidente USA. In questi incontri internazionali Berlusconi tira fuori il meglio di sé; diventa il compagnone per barzellette, pranzi e 'ribotte': lui gioca a nascondino, fa le corna, fa battute su ogni argomento e quando deve intervenire per lui va sempre tutto bene. L'Italia con il suo governo gode di buona salute...la crisi è sotto controllo e se bisogna fare qualcosa: 'ci pensi Obama e gli States; la colpa di tutto è loro'. Stranamente però, chissà perché, questa volta invece non ci sono stati gli slogan contro gli USA e non si sono bruciate le bandiere statunitensi. Forse l'effetto Obama fa presa anche sui no-global.
Nei fatti, nei comportamenti, nelle politiche Obama fa tutto l'opposto di Berlusconi, ma quest'ultimo ride e insiste nel voler dare dei consigli o farsi mediatore per il dialogo con Putin. La verità poi è ancora un'altra: al di là della foto con il pollice alzato -come dire 'tuttocchei'- Berlusconi è stato l'unico premier a non avere avuto un incontro con Barak Obama.
Obama a Londra ha avuto un'importante occasione per conoscere Berlusconi: ha capito che va bene per qualche serata di divertimento con l'accompagnamento di Apicella.

mercoledì, aprile 01, 2009

Riecco il 'mariuolo' Mario Chiesa

Il mariuolo Mario Chiesa ha colpito ancora: dopo 17 anni è stato nuovamente beccato a prendere 'mazzette'; lui che aveva dato il via alla stagione di 'Mani Pulite il 17 febbraio1992, si trova oggi 29 marzo 2009 ad essere nuovamente incarcerato, dopo un'inchiesta sul riciclo dei rifiuti a Busto Arsizio in provincia di Varese.
Condannato a 5 anni e 4 mesi, dopo aver restituito oltre sei miliardi di lire e aver passato un periodo in prova ai servizi sociali, occupandosi di assistenza ai disabili, sembrava che dal 2000 fosse uscito di scena e invece...eccolo di nuovo nelle cronache giudiziarie. Indicato da Bettino Craxi come un 'mariuolo isolato', fu proprio lui che raccontò ai giudici del pool 'Mani Pulite' tutto il sistema di tangenti versati ai partiti. Dopo di lui ci fu un vero e proprio 'canto di liberazione'. Non ricordo più quanti mariuoli vennero allo scoperto a raccontare le loro tangenti. Era una specie di confessione che liberava portaborse, politici, amministratori, imprenditori, finanzieri, dal peso delle mazzette. Ogni giorno c'era la fila fuori dall'ufficio della Procura della Repubblica di Milano, di personaggi più o meno famosi in attesa di svelare le loro tangenti. Un peso che aveva contribuito a formare il più grande debito pubblico di uno Stato europeo...l'Italia. Debito che stiamo pagando ancora e chissà per quanto tempo.
Si potrebbe dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio, che in fondo la corruzione politica con il malcostume italiano non è mai cambiata. Ricordo che qualche anno fa i berlusconiani si avventarono contro i magistrati di 'Mani Pulite' dicendo che fu usata la galera come una tortura per estorcere confessioni e punire senza colpa dei galantuomini. Altro che galantuomini; da quello che si vede sembra che non sia cambiato niente. Anzi ora con l'euro sicuramente sono aumentati i tariffari delle tangenti e della concussione. Chissà se ora lo stesso Mario Chiesa avrà ancora qualcosa da raccontarci.