mercoledì, aprile 24, 2019

Fascismo e antifascismo

Con la liberazione d'Italia dal governo fascista di Salò e dall'occupazione nazista nel 1945, si scoprì che il nazifascismo era una malattia dell'uomo; era soprattutto una condizione psicologica, uno stato dell'anima.
Già il fondatore Benito Mussolini e il suo filosofo Giovanni Gentile sostennero che il fascismo era in campo politico qualcosa di nuovo e mai sperimentato...infatti quel fascismo, che poi fu faro per il nazismo, era qualcosa che andava oltre la politica; era appunto uno stato dell'anima. Filosoficamente fu Benedetto Croce che per primo avvertì che il fascismo per la sua peculiarità era soprattutto una malattia morale; un malessere che è uno smarrimento di coscienza, una depressione civile e una ubriacatura, prodotta dalla guerra. Fu poi Piero Gobetti con la sua definizione quale 'il fascismo biografia degli italiani' a calarlo ulteriormente nella storia.

Per Erik Berne, psicologo canadese e creatore dell'Analisi Transazionale, esiste un 'Piccolo fascista' che vive dentro di noi e rappresenta la forza della conservazione, quella che ci tiene legati al sangue, alla tribù, ed è l'ostacolo più forte all'evoluzione umana. Il fascismo, che etimologicamente significa legare, unire, ripete l'istanza sovrana di concentrare l’autorità militare e l’autorità religiosa per realizzare un dominio totale. Non è un caso che il valore del capo politico diventi anche un valore religioso e questo è realmente il valore fondamentale - se non formale - del fascismo. Da qui è facile affermare che il fascismo con il nazismo sono in sostanza le più alte forme di disumanità.

Per questo l'antifascismo diventa una prerogativa sempre attuale. Il fascismo come il nazismo albergando in ognuno di noi troverà sempre qualche leader politico capace di estrarlo da noi facendogli svolgere il suo ruolo per ripetere la storia degli orrori passati. L'antifascismo serve quindi a tenerci desti facendo attenzione a chi si professa guida infallibile, leader insostituibile, duce...tutto naturalmente dopo aver dato uno sguardo attento dentro di noi. Poi succede anche che chi si professa politicamente antifascista cada in azioni e comportamenti fascisti poiché prevale quello spirito tribale, quel fanatismo di gruppo o di branco che oscura le coscienze.

Citando George Bataille dal libro: 'La struttura psicologica del fascismo', anche negli aspetti esteriori il fascismo fa notare la sua vera natura che mutua l’organizzazione dell’esercito (la disciplina, la gerarchia) costituendo una sorta di società nobile per eccellenza – vedi la costituzione delle milizie. Evidentemente quella è la nobiltà delle armi che suppone in primo luogo una eterogeneità; solo il sangue versato, la carneficina, la morte rispondono, alla base, della natura delle armi.
Testuale: “Degli esseri umani inquadrati in un esercito non sono che degli elementi negati, negati con una sorta di rabbia, di sadismo, che si manifesta nel tono di ciascun comando, negati nella parata, negati dall’uniforme e dalla perfetta geometria dei movimenti cadenzati. Il capo militare, in quanto imperativo, è l’incarnazione di questa negazione violenta. La sua natura intima, la natura della sua gloria, si costituisce nell’atto imperativo che annienta il popolaccio infame che costituisce l’esercito, allo steso modo in cui annulla il macello come tale.”

Voglio concludere questo mio pensiero sul fascismo ricordando un intervento di Umberto Eco raccolto nel piccolo libro: 'Cinque scritti morali' dove parla del fascismo eterno; quello che chiama l' Ur-Fascismo.

Sul fascismo eterno Umberto Eco elenca diverse caratteristiche utili ad individuarlo: il culto della tradizione. Il rifiuto dello spirito critico, per il fascismo il disaccordo è tradimento; il disaccordo è inoltre un segno di diversità e per questo alimenta la naturale paura della differenza. Il fascismo quindi non tollera gli intrusi per cui è razzista per definizione. Il fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale e fa appello alle classi medie frustrate. A coloro che sono privi di una qualunque identità sociale il fascismo dice che il loro privilegio è di essere nati nello stesso paese. E' questa l'origine del nazionalismo. A proposito:'Prima gli italiani' ricorda qualcosa?. Ancora per il fascismo non c'è lotta per la vita, ma piuttosto vita per la lotta. Il pacifismo è allora collusione col nemico; il pacifismo è cattivo perché la vita è una guerra permanente. Infine la retorica sul nemico, spesso troppo forte o troppo debole, condanna sempre il fascismo a perdere le guerre e gli elitismi aristocratici e militaristici hanno sempre implicato il disprezzo per i deboli.

Così Umberto Eco nel libro scrive: 'L'Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: 'Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!' Ahimè, la vita non è così facile. L'Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l'indice su ognuna delle sue nuove forme - ogni giorno, in ogni parte del mondo'.

Così bisogna ancora ribadire che essere antifascisti è sempre d'attualità.

lunedì, aprile 22, 2019

Stan & Ollie

il film diretto da Jon S. Baird, vede protagonista il duo comico più celebre della storia del cinema, ovvero Stan Laurel (Steve Coogan) e Oliver Hardy (John C. Reilly).

Chi non conosce Stanlio e Ollio? In Italia erano famosi anche come Cric e Croc. Quante risate hanno fatto fare al cinema. La loro comicità era irresistibile; si basava su canoni semplici: una gestualità accompagnata da sguardi dentro la cinepresa che voleva dire interagire direttamente con il pubblico per trovare un coinvolgimento alle loro 'malefatte'; al loro potere distruttivo. Quelli della mia generazione li hanno visti prima al cinema e poi in televisione...ed era divertimento assicurato. Ora Il film si concentra sull'ultimo tour in Inghilterra di Stanlio e Ollio, all'inizio degli anni Cinquanta: nonostante Hardy avesse sofferto di un infarto durante l'iniziativa, questo non impedì ai due leggendari comici di congedarsi dal pubblico nel migliore dei modi.

Il film fornisce anche l'occasione per raccontarci la storia di una amicizia che va oltre le scene. Storia di un sodalizio artistico e di sentimenti che travalica il rapporto dello show business per essere qualcosa di profondamente umano. Non poteva essere d'altronde così: non si può condividere quella fonte di divertita comunicazione e restare refrattari all'amicizia più vera. Non può finire un percorso di coppia professionale e artistico senza diventare una coppia di fatto. Il film biografico Stan & Ollie riesce bene a raccontarci questo senza essere patetico. I due interpreti Steve Coogan e John C. Reill risultano eccezionali.

Il copione del film riprende il libro Laurel and Hardy British Tour, -Blackpool, 1993- dell'autrice "AJ" Marriot che è il resoconto documentato dello straordinario tour che la coppia di comici fece in Inghilterra negli anni '50. Nel libro vengono riportati gli impegni di ogni singola data, un lavoro minuzioso che comprende anche le recensioni critiche al momento. Ogni impegno teatrale e ogni atto con cui hanno lavorato viene registrato: un resoconto completo del loro viaggio, degli alberghi in cui hanno soggiornato, delle persone che hanno incontrato e delle visite di Stan ai suoi ex case e teatri ha giocato da giovanile...ricca è poi la documentazione fotografica. Insomma tutto un buon supporto al film.

I due lottarono contro le proprie condizioni fisiche per salutare un'ultima volta il pubblico che li aveva resi delle icone: Hardy nel 1956 avrebbe subito un ictus che lo fece ritirare definitivamente dalle scene, poco prima della sua morte avvenuta nell'agosto del 1957, a 65 anni. Laurel gli sopravvisse diversi anni, morendo nel 1965, ma si rifiutò di tornare a recitare senza l'amico. La loro carriera in tandem era cominciata non ufficialmente nel 1921 per mano del geniale producer Hal Roach, anche se non diventarono un brand "garanzia di risata" fino al 1927.

Il film sarà visibile nelle sale italiane dal 1 maggio di quest'anno.
Io l'ho visto in streaming al seguente indirizzo:
https://www.tantifilm.cafe/guarda/stan-ollie-sub-ita-2018-streaming/