sabato, dicembre 11, 2010

Caduta cuori di Massimo Gramellini

Nel bel mezzo della Pianura Padana c'è una città, Milano. Nel bel mezzo di Milano c'è una Galleria. E, nel bel mezzo della Galleria, un ottagono sovrastato da una cupola, bella anch'essa, come tutto ciò che rispetta le leggi dell'armonia. Ma un brutto giorno i passanti guardarono all'insù e scoprirono che nel bel mezzo della cupola erano spuntati degli enormi cuori di legno rivestiti di lustrini e sponsorizzati da una nota marca di cristalli. Le appendici pacchiane penzolavano minacciose sulle teste dei milanesi. Le dimensioni e il luccichio da varietà televisivo della messa in scena producevano una falsa allegria. Più che il salotto di Milano, quei cuori grotteschi ricordavano gli addobbi di una discoteca. Mancava soltanto che qualche cubista ci si appendesse, per oscillare avanti e indietro come su una liana, sorvolando lo sguardo allibito dei giapponesi e quello arreso degli indigeni, ormai assuefatti a qualsiasi bruttura.
Evocati da qualche spirito ribelle, gli angeli precari della bellezza si precipitarono in Galleria, presero la forma del vento e cominciarono a soffiare sempre più forte, fino a quando uno dei maxi-cuori si staccò in un frastuono terribile. Ma gli angeli della bellezza sono spesso distratti e si dimenticarono di avvertire una signora che passava lì sotto. Così il cuore luccicante le cadde in nuca, trasformandola in una martire del cattivo gusto. La signora guarirà presto dal trauma cranico, ci auguriamo. La bellezza invece rimane in prognosi riservata.
da La Stampa de l'11 dicembre

domenica, novembre 28, 2010

L'età berlusconiana'

il libro di Antonio Gibelli: 'Berlusconi passato alla storia'. come in una lezione universitaria spiega ai giovani cosa e perchè quella che stiamo vivendo si potrà definire 'era berlusconiana'. Io spero che questa 'età storica' finisca presto e anzi dai segnali, che mi pare di cogliere, sembra sia al tramonto. Nel libro di Antonio Gibelli, docente di Storia all'Università di Genova, però si manifesta il suo pessimismo di fronte a quanto si vede; anche l'interrogativo dell'ultimo suo capitolo: 'Fine di un'epoca?', pone ulteriori domande per cui oltre a riflettere se è legittimo parlare di età berlusconiana, al pari di molte altre età storiche, si chiede come se ne uscirà? Il degrado sembra non avere fine. Ha ragione? Molto spesso Berlusconi è stato dato per spacciato e invece ha poi trovato la maniera di essere sempre 'in campo'. Quel campo dove giochi, tattiche, falli e tifo la fanno da padroni.
Ricordo che nel 2005 uscì un documentario di Enrico Deaglio dal titolo 'Quando c'era Silvio': era un lungo elenco di gaffe, brutte figure, manie, vizi, segreti che disegnava l'epopea berlusconiana, come il preludio ad un commiato. Tutto sbagliato. Una predizione fallita in pieno: Berlusconi è nuovamente qui.
Poco tempo fa l'abbiamo visto ringalluzzito da don Verzè che gli prevedeva una vita oltre i 150 anni, e ora? Come sostenne una volta Marco Travaglio, c'è il rischio di trovare Mister B. con i capelli a mo' di cresta punk, i tatuaggi e i piercing a raccontarci, sempre da Presidente del Consiglio, nuove barzellette.
Alcuni giorni fa ho letto un articolo della psicanalista Lella Rovasi Bellocchio, 'Il corpo del capo come feticcio' dove con la sua competenza analizza le dinamiche simboliche del potere che esercita mister B. Certo c'è l'ego, la perversione feticistica con gli stati infantili per cui feci e orine sono viste come 'doni' e per questo non c'è per la sofferenza il legno della croce, ma cessi di laspilazzuli e bidet di onice...le masse sono disposte a essere soggiogate.
Io più banalmente, rifacendomi all'analisi transazionale, parlerei per Mister B. di un grandissimo bisogno di carezze. E queste ultime si sa' che con l'esercizio del potere se ne ottengono moltissime. D'altronde 'cummanari è megghiu ca futtere'; lui con l'esercizio del bunga-bunga è un campione. Con tale pratica forse riesce in parte a colmare i grandi vuoti dell'anima.
Poi sempre per l'A.T. Valgono anche le carezze negative per dare al nostro la conferma d'esistenza: allora anche le parolacce, gli insulti, la derisione lo terranno ben forte legato al ruolo che si è costruito.

sabato, novembre 13, 2010

Uccidere Berlusconi

Uccidere Berlusconi è necessario e urgente come uccidere il Buddha.
Questo non è certo un suggerimento da eseguire alla lettera, ma è l'indicazione per far capire che nessuno all'infuori di noi possa essere il nostro padrone.
Per questa affermazione faccio riferimento ad un libro: 'Se incontri il Buddha per strada uccidilo', dello psicoterapeuta Sheldon B. Kopp, uscito nel 1972.
Con quel libro l'autore sosteneva che non ci servono guide, siano esse psicologiche, religiose, filosofiche o politiche perché in buona misura ci basta quel che già sappiamo, basta solo saperlo vedere. Dobbiamo imparare la libertà e la conoscenza di noi stessi e quindi dobbiamo uccidere metaforicamente anche i genitori; soprattutto loro.
L'autonomia psicologica, ancorchè materiale, è un obiettivo fondamentale per sviluppare le proprie potenzialità umane e spirituali; purtroppo questa autonomia non viene insegnata e spesso i comportamenti sociali e culturali della società consumistica rendono tutti sottomessi.
Ora con quanto si è visto, e saputo dalle cronache politiche e no di questi ultimi tempi, penso che Berlusconi possa essere sempre meno considerata una guida o un capo morale di qualcuno o qualcosa, tantomeno di un popolo.
Berlusconi come padrone si è forse ucciso da solo; intendo come padrone spirituale. Come padrone e possessore di beni materiali, no. Come possessore di un potere che incida nella vita degli uomini, spero che abbia capito l'effetto illusorio.
La storia segue sempre un piccolo karma; per chi sa leggere simbolicamente gli accadimenti ha capito che il berlusconismo è giunto alla fase finale. Penso che questo sia necessario anche per uscire dalla crisi economica in modo nuovo e con prospettive diverse. Berlusconi è vecchio come uomo, ma soprattutto rappresenta il vecchio nelle idee e nella visione del mondo.

lunedì, novembre 01, 2010

Elogio al Cav...

Elogio al cav. peccatore da parte di uno dei suoi amanti. Indovinate chi? Non è l'ex comunista Bondi, ma un altro ex comunista.
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Se lo condanniamo per aver aderito ipocritamente alla manifestazione per la famiglia, o per altre prestazioni pubbliche apparentemente prone alle regole della morale cattolica, ma non confermate dai comportamenti privati, non abbiamo capito niente della sua morale personale e della morale cattolica in generale.
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Il Cav. è espansivo fino al più estremo e ludico cerchio del purgatorio della commedia umana. Berlusconi è anche a suo modo quel che si dice bonariamente un puttaniere, un womanizer, un libertino giocoso e gaudente; una parte della sua esistenza l’ha da sempre dedicata a una socievolezza vagamente trasgressiva, il che non gli ha impedito di fare cinque figli, di nutrire del suo affetto due famiglie e due matrimoni, finché sono durati.
...
Credo anche nel piccolo tocco dickensiano dell’uomo di cuore che si preoccupa di affidare a una sua protetta l’amica di qualche notte incorsa in una disavventura, la puttanella di strada con una storia critica alle spalle, e che per farlo rischia quella oscena cosa che è la reputazione inconcussa, tanto diversa dall’onore. Bravo, ha fatto bene a telefonare, a fottersene delle convenzioni, a mandare la Nicole a prendere Ruby in questura, e a spacciarla per la nipote di Mubarak, ciò che solo la sua fantasia e il suo senso del grottesco da commedia all’italiana potevano ideare per cavare d’impiccio quella ragazza di strada che era capitata chissà come a una delle sue feste, a uno dei suoi legittimi e barocchetti intrattenimenti domestici a base di Sanbittér, la bevanda che solo un maturo Ganimede, coppiere degli dei, può offrire a una festa.
...
Il grano è la sua goduria, il complemento decisivo del suo carattere di leader democratico, che piace alla gente di questo basso e meraviglioso mondo del suffragio universale per la sua generosità nello spendere non meno che per la sua abilità nell’acquisire. Fa regali alle ragazze, e questo che vuol dire, cari bigotti? Non è Arpagone, è Berluscone, come dicono a Napoli, e meriterebbe un Molière più che l’ottimo D’Avanzo.


E' senz'altro un'ode all'arcitaliano: peccato che governare l'Italia in tempo di crisi sia poi tutta un'altra storia. Per questo servirebbe un tedesco o semplicemente una persona seria.

venerdì, ottobre 29, 2010

la corte del malaffare

Non c'è limite al peggio. Il nuovo scandalo che investe la persona, Presidente del Consiglio, oltre che segnalare i comportamenti di un vecchio satrapo fa capire come tutta una corte di malaffare e intrallazzi sia legata da doppio filo. Tutto ritorna: i Lele Mora, i Corona, le escort, i Tarantini, le veline, i Putin, i Topolanek portano tutti al 'bunga bunga'; lo squallido ballo dell'affermazione del potere, che ricorda come comandare sia come fottere.
Altro che politica come spirito di servizio: quello diventa lo strumento per soddisfare le pulsioni più malsane.
La tristezza è che gli italiani credano in massa che quell'uomo e i suoi cortigiani siano capaci di amministrare e risolvere i problemi del paese.

giovedì, settembre 23, 2010

Titoli del regime berlusconiano

Potrebbe anche cadere la Cupola di San Pietro in Vaticano o accadere un terremoto in Sicilia ma sicuramente i quotidiani Libero e il Giornale titolerebbero a 9 colonne che la casa di Montecarlo risulta del cognato di Fini. Questo è il livello di certa stampa di regime. I due direttori dei rispettivi organi di stampa sono Maurizio Belpietro e Vittorio Feltri: due 'cani da guardia' contro le malefatte dei politici...di parte; di parte avversa a Berlusconi si intende.
Per chi osa fare battaglie morali o accenna al malcostume del regime berlusconiano ecco che scatta la manovra per fare sapere all'opinione pubblica che il più bravo ha la rogna. Tutti ladri, nessun colpevole: questa è la strategia dei giornali pro Berlusconi.
Nessuno deve parlare: 'chi è senza peccato scagli la prima pietra' e quindi dovrebbero stare tutti zitti. Si è liberi solo di dare addosso al clandestino, al ladro di arance o al 'povero cristo', quello a cui il vero Cristo aggiungeva alla frase di prima: di non guardare la pagliuzza negli occhi degli altri per nascondere la trave nei propri.

martedì, settembre 21, 2010

sondaggi e sondaggi

Guai dire che i sondaggi sono sfavorevoli a Berlusconi; per lui che è alla continua ricerca del consenso segnalare statistiche che lo dicono al ribasso di popolarità è una falsità.
Così capita di vedere Nando Pagnoncelli, dopo aver mostrato i cartelli dei suoi sondaggi ad ogni puntata di Ballarò, venire attaccato come fazioso o non corretto.
Dovrebbero averlo capito tutti gli italiani che Silvio Berlusconi non governa, ma comanda in base alla ricerca del consenso. Governare significa fare scelte difficili, anche impopolari e contro il consenso della maggioranza dei cittadini, ma questo Silvio Berlusconi non lo fa. Per questo si va in malora ugualmente e i cittadini perdono la fiducia in chi guida il governo, ma per Berlusconi non è così: lui è sempre il più amato di tutti e se qualcosa va male la colpa è di altri o di regole che gli impediscono di fare quello che lui vuole. Allora in conclusione i sondaggi, eccetto i suoi che lo vedono sempre in testa al gradimento degli italiani, sono fasulli.
Un'altra storia che si aggiunge alla biografia di un uomo malato di protagonismo che sta portando l'Italia verso il baratro. Lui ha bisogno di sentirsi dire che va tutto bene e grazie a lui tutto è a posto. Ad aggravare la situazione c'è poi una corte che lo circonda e fa scudo nel nascondere il disastro. Quelli non fammo altro che incensarlo e difenderlo sopra ogni realtà. Esempio:manca un ministro da più di 5 mesi e Berlusconi ha preso l'interim; per gli altri ministri va tutto bene, anzi non è mai andato tutto bene come ora che manca il ministro. Cosa dire d'altro?

martedì, settembre 07, 2010

Una destra europea per l'Italia

Ho ascoltato via internet il discorso di Gianfranco Fini a Mirabello e l'ho trovato corretto: un uomo di destra che vuole un partito di destra liberale e europeo. Da sempre in Italia abbiamo avuto una destra illiberale, autoritaria e che cavalca gli umori più retrivi del cittadini. Una destra italiana che Berlusconi ha saputo raggruppare prima in cartello elettorale e poi in un partito, che è a sua immagine e somiglianza.
Gianfranco Fini ha esposto nel suo discorso, in modo pacato, cosa serve per una destra italiana che guardi al futuro e viva anche senza Berlusconi; questo progetto è una cosa a cui guardare con interesse, ma si sa in Italia fare della buona politica con Berlusconi in mezzo è quasi impossibile. Viviamo in un regime per cui o sei con lui o contro; non ci sono alternative.
Ora assistiamo all'ennesimo siparietto di fellonia e di spregio delle regole costituzionali con la richiesta di dimissioni di Fini quale Presidente della Camera dei deputati.
Berlusconi e Bossi appaiono due burattinai in cerca del teatrino per svolgere le loro sgangherate commedie.
L'Italia sta a guardare quando invece avremmo bisogno di sentire forte la voce dell'opposizione.

sabato, agosto 28, 2010

L'Italia divisa

L'Italia berlusconiana è sempre più divisa; da una parte c'è la corte del cavaliere con i suoi soldati mentre dall'altra tutti i suoi avversari e nemici politici, che non riescono a incidere più di tanto nelle malefatte del boss Berlusconi.
In mezzo ai due schieramenti, che caratterizzano l'Italia odierna, c'è una grande maggioranza di cittadini diventati sempre più insensibili e assenti all'impegno civile. Questa è per me l'Italia.
Dispiace vedere che la parte più consistente di giovani è lontana dalla politica e vivendo in una una società fortemente in crisi non cerca di prendere in mano il proprio futuro dando un calcio al sistema berlusconiano fondato sul malaffare e i conflitti d'interesse.
L'Italia avrebbe bisogno di un forte scossone. un moto di ribellione contro una classe politica autonominatasi, chiusa in logiche partitiche e incapace di dare risposte ai problemi quotidiani dei cittadini.
Prima del voto c'era l'emergenza sicurezza riferita agli immigrati e stranieri; dopo leggi severe e l'istituzione di ronde, ora non si è capaci e non si vuole arrestare il malaffare di lorsignori e delle cricche affaristiche che rubano denaro pubblico.
Questa è la vera emergenza sicurezza che mette in crisi la stessa democrazia, ma nessuno interviene: la battaglia tra i politici è quella di rinfacciarsi le ruberie così 'ladri tutti' nessuno è colpevole. In testa a tutti c'è la 'iena ridens'.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa situazione? Io non ne ho idea. Certo è che non bisogna demoralizzarsi e dico a tutti quelli che la pensano come me: 'Teniamo duro e non perdendoci di vista'.

lunedì, agosto 23, 2010

Fine del partito dell'amore

Che l'amore non c'entrasse con la politica era una cosa scontata; solo a Berlusconi poteva venire in mente una cazzata come il 'partito dell'amore', da elevare contro tutti gli altri che odiano.
Ora con quello che è successo nel PdL è chiaro che l'amore non c'entra un fico secco. L'altro fondatore del Popolo della Libertà è stato espulso perchè non la pensava come il capo, l'altro fondatore, che in sostanza è poi l'unico.
In politica, si sa, vale sempre il 'mai dire mai'. Ricordate cosa si dissero Bossi e Berlusconi tra il 1995 e il 1998? Nessuno disse peggio di Berlusconi quanto Bossi. 'Il Berluskaz è il mafioso di Arcore', 'Deve rispondere su dove ha preso tutti i soldi per costruire il suo impero'. Il dito medio alzato e il gesto dell'ombrello da parte di Bossi parevano i gesti più usati per salutare Berlusconi. 'Mai più con Bossi' rispondeva Berlusconi, e proseguiva: 'Bossi è un Giuda che tradisce i suoi elettori che non lo perdoneranno'. 'Neanche un caffè prenderò più con Bossi', disse anche Fini, l'altro alleato.
Dopo essere tornati tutti insieme appassionatamente, ora qualcuno si è stancato. Così finisce il 'partito dell'amore', quell'amore che come sosteneva Aldo Carotenuto, il compianto psicoanalista junghiano, implica sempre il tradimento.
Parlare d'amore è sempre arduo poiché amore è una parola difficile da definire al punto che senza un predicato, che ne precisi il contesto o l'oggetto verso cui è rivolto, non possiamo a priori comprendere di cosa si stia parlando.
Ma partire con un partito politico, che chiede voti per esercitare un potere, per diffondere e rivendicare l'amore, sembra un cercare il tradimento a priori. Infatti quell'amore oggetto di un partito consegna l'altro ad un peccato che non ha commesso e, analogamente, non c'è modo di 'nascere al mondo' se non tradendo.
Detto questo poi la politica è pur sempre un'altra cosa e con l'amore non c'entra niente. Si può fare politica con amore, con passione e poi lasciare che altri dicano se quell'amore c'è.

lunedì, agosto 09, 2010

Berlusconi e le sue battaglie

Di Berlusconi è stato detto tutto e il suo contrario; già questa ambivalenza è un chiaro segnale di come il personaggio possa raffigurare un caso psicoanalitico: un gioco degli specchi dove il servilismo e l'attacco diventano le facce di una stessa medaglia. Si è detto che Berlusconi come politico e personaggio pubblico sa trarre da noi tutti i vizi: invidia, servilismo, piaggeria, risentimenti, ecc...insomma tutto il male nascosto che alberga dentro noi. Un classico.
Ogni volta però le sue parole spiazzano poiché rivolge contro altri affermazioni che sono sue; prendete ad esempio la battaglia contro i personalismi che lancia in questa settimana di ferragosto, come parola d'ordine per gli iscritti del suo partito.
Chi più di lui ha fatto diventare un fatto personale la politica? Ebbene ora manda tutti in giro a denunciare i personalismi. Sarà perchè qualcuno gli fa ombra? I personaggi, con i relativi personalismi, di cui è circondato li vedono tutti: Cicchito, Bondi, Gasparri, Capezzone, La Russa, Brambilla, Santanchè...
Questi sono gli immuni dai vizi; sono ascari, combattenti per la causa comune: il Bene della Patria che ha un solo nome, Berlusconi.
Ma chi saranno gli altri personalismi? Forse Fini. Il coofondatore del partito dell'amore. Accidenti, un'altra parola che cambia significato e senso. L'amore non si fa più in due: contro i personalismi esiste solo un Berlusconi d'amare.

venerdì, luglio 30, 2010

Personaggi estivi e no

Con il caldo riappaiono categorie di persone che sembravano scomparse: l’automobilista con il braccio fuori e l'uomo con la catena d'oro al collo che si trovano in compagnia con i truzzi e le truzze.
L'automobilista con il braccio fuori: l'altro giorno ne ho visto uno fermo davanti a me al semaforo; il braccio era penzoloni fuori dal finestrino e la mano tamburellava contro la portiera. Con l'estate aumenta la presenza di questi personaggi e fino alla fine della stagione calda li troveremo lungo le strade italiche a manifestare questa cattiva abitudine, che sottende un atteggiamento strafottente: sembra dire io me ne frego delle regole, ho caldo e guido anche con una mano sola, senza mettere le frecce; caso mai ti faccio segno con la mano per fermarti che devo svoltare o sorpassare.
Gli uomini con le collane d'oro. Eccoli anche loro puntuali con l'estate esibire sotto le camicie aperte le catene d'oro: sono quasi tutti ultracinquantenni e insieme alla pancetta portano questo tipo di collana a maglie grosse insieme spesso al braccialetto come pendant e gli occhiali da sole rayban.
Il tipo con catena d'oro al collo a cui è appeso molte volte, se non la medaglietta della prima comunione, un crocifisso è solitamente abbronzato, meglio dire 'lampadato'. A vederlo fa quasi tenerezza: ricorda le estati del 'cantagiro'; quelle de 'la cosa più importante per noi...è trovare una ragazza di seeeraaa...con la barba già fatta...soli sul lungomare...non si può neanche cantar...
Il portatore di catene d'oro è in un certo senso il truzzo-tamarro di una volta.
A tale proposito è bene guardarsi dal truzzo-tamarro odierno: questo a sua volta è l'evoluzione del punk di ieri, con l'aggiunta di griffe e lessico caratteristico. Il truzzo-tamarro solitamente gira in automobile con la musica a tutto volume; un segno di riconoscimento è quello di vivere nell'ignoranza più totale di quanto gli succede intorno: il massimo della sua cultura televisiva è Uomini E Donne di Maria De Filippi e la discoteca il suo habitat preferito. Questa categoria di truzzi-tamarri in verità è una fauna che si trova nella giungla cittadina tutto l'anno, è bene tenerla d'occhio poichè non si sa mai in cosa si trasformerà.
Attenzione anche alla versione femminile del truzzo-tamarro: queste hanno un comportamento ossessivo compulsivo nell'abbinare il loro abbigliamento con colori e accessori vari. Con l'estate esplodono: ombretti spalmati a spatola, occhialoni, fiocchetti, luccichii di paillettes...ma l'accessorio più importante è il cellulare dove instancabili continuano a scrivere 'xkè raga stasse nn cvdm???'.
Pericolose? Penso tanto quanto come l'uso esagerato del termine 'assolutamente', usato senza senso, senza il seguito del si e del no.
L'estate è in corso e questa mia piccola guida prendetela come un giro di ventilatore o una spalmata di doposole: dopotutto qualcosa ci trasciniamo sempre dietro.

martedì, luglio 27, 2010

Pensaci, Giacomino!

Allarme sicurezza continua: i ladri, i truffatori, gli affaristi occulti, continuano a rubare e delinquere. Ricordate la campagna contro i clandestini? Erano loro, secondo i politici di destra, a creare un allarme sociale con la delinquenza. Ora non si parla più di quello, però la criminalità continua e i responsabili sono mimetizzati in giacca e cravatta dentro le istituzioni: Partiti, Parlamento, amministrazioni pubbliche, sottogoverno, ecc.
Gianfranco Fini fa bene a pretendere pulizia dentro il suo partito e per chi fa politica; ma non si ricorda che Berlusconi, dopo che ha fondato Forza Italia voleva Di Pietro ministro per il suo primo governo per zittire la magistratura sui suoi loschi affari? Pensaci, Giacomino! Pensaci!

lunedì, luglio 19, 2010

La Destra italiana

La destra politica italiana ha sempre avuto bisogno di un duce, di un condottiero e spesso se ne innamora al di là delle reali capacità politiche. Oggi come ieri la destra italiana che non è mai stata liberale, come ricordava ndro Montanelli, ha trovato in Berlusconi il suo leader e non si preoccupa più di tanto di fare politica e di guardare al futuro. La fede acritica e di delegare ogni decisione al capo è una caratteristica del militante di destra, di chi aspetta un 'che pensi mi' per non prendere la responsabilità del governo.
Le differenze tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini nascono proprio da questo fatto: la costruzione di una destra democratica e liberale. Berlusconi ha dimostrato nei fatti che tra conflitti di interessi, guai giudiziari -che è bene ricordare sono nati antecedentemente alla sua 'discesa in campo'- e aspetti caratteriali di voler più che governare 'comandare' e in fondo agli italiani piace così.
Agli italiani piacciono le 'simpatiche canaglie' e Berlusconi le incarna in tutto: puttaniere, affarista, narciso, barzellettiere, affabulatore...circondandosi poi di una corte di mediocri per risultare il migliore.
Lo scontro tra Berlusconi e Fini è anche sulla gestione di un partito, il PdL nato unendo due anime della destra: una Alleanza Nazionale in evoluzione e l'altra Forza Italia, in sostanza supporter della personalità del leader Berlusconi. Cosa poteva succedere?
E' chiaro che la forma è anche sostanza e attualmente il PdL è un partito che dipende tutto dalle decisioni del capo: non vi è nessuna dialettica politica e senza congressi non si eleggono i dirigenti; vengono solo ordinati da Berlusconi.
La crisi morale e il continuo malaffare di chi si è autoproclamata 'classe dirigente' non fa altro che acuire i problemi.
Io che ho sempre pensato che l'Italia in fondo non è mai stata di destra mi devo ricredere: il popolo italiano è e rimane un bambino con il bisogno di un papà alla Berlusconi, capace di farti promesse di giocattoli mai visti strizzandoti l'occhio quando fai le marachelle.

lunedì, luglio 12, 2010

Un bel desiderio

Un bel desiderio? Vivere un giorno di più di Berlusconi; di colui che ha saputo farmi incazzare moltissimo. D'accordo che dovrei avere compassione di quell'uomo pieno di arroganza, potere e tanto ricco di denaro quanto povero intellettualmente; eppure mi piacerà vederlo finire i suoi giorni e guardare i suoi tanti soldati adoranti, piangerlo attoniti: piangerà anche la 'maggioranza' degli italiani, quella dei suoi quotidiani sondaggi. Io no.
Anagraficamente dovrei riuscire a vedere i funerali di Berlusconi -forse anche in diretta televisiva a reti unificate- ma non è certo: lui ha chiesto a Don Luigi Verzè, fondatore dell’ospedale San Raffaele di Milano, di farlo vivere fino a 150 anni. Don Verzè crede che con la scienza 'torneremo a vivere fino a 120 anni come è stato scritto su Matusalemme. E poi la scienza non la ferma nessuno, nemmeno la Chiesa'. Così anche con le sinapsi in ineluttabile declino, è possibile che Berlusconi proseguirà a governare l'Italia...in fondo lui è un prodotto tutto italiano.
Leggo fra le tante notizie di oggi che Berlusconi nell'incontro con le Regioni per la manovra economica ha detto: 'gli accordi non devono essere rispettati al 100%; siamo in Italia, il nostro paese è sempre andato avanti...'. Capito? Quale altro modo di ragionare è più caratteristico della politica italiana di questo?
Una cosa è certa: comunque andrà io non sopravviverò agli italiani. Intanto tengo duro e cerco di incazzarmi di meno.

giovedì, luglio 01, 2010

Il conflitto di interessi continua

Il conflitto di interessi continua in tutte le forme immaginabili che deteriorano la democrazia italiana. Con l'avvento di Berlusconi in politica si è aperto un periodo buio per la democrazia e le istituzioni repubblicane che fanno capo alla Carta Costituzionale. Nessuno avrebbe potuto dare il mandato di primo ministro a Berlusconi senza che prima non siano stati risolti i suoi contenziosi giudiziari e istituzionali: ossia farsi processare e lasciare le proprietà delle aziende televisive e di informazione.
La decisione di dare l'incarico a formare il governo è ancora nelle mani del Presidente della Repubblica e, sebbene deve ascoltare i partiti vincitori delle elezioni, non esiste al momento nessuna norma che gli imponga di scegliere la persona per fare il Primo Ministro.
Le leggi elettorali non prevedono a tutt'oggi l'elezione diretta del Capo del governo; l'indicazione del capo coalizione nelle schede elettorali non è un obbligo costituzionale a farlo Presidente del Consiglio.
Così continuo a domandarmi, anche alla luce di tutte le presentazioni di Lodi e leggi ad personam, perchè sia stato dato l'incarico a formare un governo a Berlusconi. Vincere le elezioni nella nostra democrazia, regolata dalla attuale Costituzione, non implica l'automatico incarico al capo, in questo caso al boss, della coalizione vincente. Ora si cerca di porre rimedio a questa anomalia inventando leggi ad hoc. Il conflitto di interessi continua e contrasta con quello di tutti i cittadini onesti e democratici.

mercoledì, giugno 30, 2010

Oggi una poesia

Lentamente Muore
di Martha Medeiros
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e’ infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una
splendida felicita’.

venerdì, giugno 18, 2010

Su l'articolo 41...

Articolo 41 della Costituzione italiana: 'L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali'.
Massimo Giannini l'ha già scritto ma è bene ricordare che l'articolo 41 della nostra Carta Costituzionale, che Berlusconi ha definito un 'ferrovecchio cattocomunista', ha garantito fino ad ora la libertà di impresa per chiunque. Non si è mai verificato, in oltre 60 anni di storia repubblicana, un contenzioso su questo articolo. Quindi non ci sarà niente da cambiare; così, al di là della propaganda cui i governi berlusconiani ci hanno invaso, si tratterà solo di integrare o meglio rendere più agevole l'intraprendere una attività economica.
L'articolo 41 della Costituzione verrà così integrato: 'La Repubblica promuove il valore della responsabilità personale in materia di attività economica non finanziaria. Gli interventi regolatori dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali che riguardano le attività economiche e sociali si informano al controllo ex post'.
In sostanza un abbassamento della burocrazia che sempre persiste. Le liberalizzazioni e l'abbattimento delle corporazioni sono tutta un'altra cosa e Berlusconi non è certo la persona che può farle: lui è il leader più sovietico che l'Italia abbia mai avuto; altro che nomenklatura e monopoli.

mercoledì, giugno 09, 2010

Berlusconi e la Costituzione

Dopo quasi 10 anni di governo dell'Italia, Berlusconi dice che non può governare, e quella stessa Costituzione che garantendo la democrazia e gli ha permesso di essere eletto, ora è considerata da lui un 'inferno'.
Si conoscevano già i suoi pensieri da caudillo e niente ci sarebbe di nuovo sui suoi propositi, ma il fatto di vedere questo ometto ogni giorno sbraitare contro i magistrati, i giornalisti, le regole della democrazia parlamentare, contro quella parte di televisione non asservita -che pagano tutti gli italiani, anche quelli che non lo votano e sono la maggioranza della popolazione italiana sebbene lui dica il contrario- fa venire il voltastomaco.
L'ossessione di Berlusconi è il consenso e il fare a dispetto delle regole. Le regole della democrazia non è solo potere della maggioranza, ma anche il rispetto delle minoranze e il governare non significa ricerca del consenso e del piacere personale, ma scelta del bene comune. Lui pensa che governare sia sinonimo di comandare, per questo pensa che con lo spirito dell'im-prenditore gli sia permesso di disporre di dipendenti pronti a esaudire i suoi desideri personali. Dopo oltre 15 anni di politica bisognerebbe che qualcuno gli spieghi qualcosa...magari anche internet.

domenica, maggio 30, 2010

Chi pagherà la crisi continua

Berlusconi dice che nonostante la manovra finanziaria, che farà pagare agli italiani 24 miliardi di euro in 2 anni, ha sempre il gradimento del 60% della popolazione. Si sa' che Berlusconi ha vinto le elezioni perchè l'hanno votato soprattutto i poveri: l'ha votato buona parte di quella metà degli italiani che resta sotto i 15 mila euro di reddito all'anno. In Italia soltanto l' 1% denuncia più di 100 mila euro; mentre dipendenti e pensionati producono l'80% del reddito, pagando l'85% delle tasse pagate allo Stato. Che c''è da dire? Che i poveri, chi paga tutte le tasse, pagherà anche questa manovra e alla fine continuerà ad amare Berlusconi: il più grande imbonitore politico della storia italiana riesce sempre ad incantare il popolo.
Intanto il potere lui dice che non l'ha. Lui vorrebbe averlo per fare tutti ricchi, ma lui non comanda e allora ha bisogno di continuare a stare lì a difendersi cercando quel potere che l'Europa, il Parlamento, i suoi ministri, gli oppositori, i magistrati, la stampa ecc. non gli permettono.
La crisi economica e finanziaria che attanaglia tutto il mondo occidentale non sarà superata fino a quando non cambieremo il nostro modo di pensare. Berlusconi rappresenta tutto il vecchio mondo: il consenso che gode è la prova che non siamo capaci di pensare in modo nuovo. Usciremo dalla crisi solo se sapremo trovare linguaggi e parametri economici diversi dagli attuali.

martedì, maggio 25, 2010

Basta con gli slogan

Basta con lo slogan: 'Nessuno metterà le mani nelle tasche dei cittadini'...ci prendono in giro? Non sanno che le ruberie dei politici corrotti comportano un furto alle tasche di tutti gli italiani? Che l'evasione fiscale fa pagare di più tutti? Che i condoni creano buchi nelle tasche di tutti i cittadini? Che il mancato controllo del Governo sui prezzi e sui cartelli delle corporazioni alla fine sono un altro modo per taglieggiare i cittadini?
Eppure con lo slogan:'Nessuno metterà le mani nelle tasche dei cittadini', si pensa che i cittadini abbocchino. Chi pensano paghi gli sperperi, le ruberie, l'aumento dei costi della politica e dei servizi sociali? Chi non metterà le mani nelle tasche dei cittadini? Pensano di pagare loro? No, loro pensano a salvaguardare la cosiddetta privacy, la loro; quella che nasconde le mani nelle tasche degli italiani.

venerdì, maggio 21, 2010

Potere e legge sulle intercettazioni

Gli stessi che hanno vinto le elezioni attraverso il tema della sicurezza facendo leva sulle paure dei cittadini, dicendo di combattere la criminalità, ora con la legge sulle intercettazioni rende chiara la strumentalità di quelle promesse elettorali: niente più delle intercettazioni riesce a combattere i crimini e dare la sicurezza ai cittadini. Si comprende sempre di più che l'illegalità e il crimine alberga dentro le stesse istituzioni e lo sbandieramento di pericoli procurati da clandestini e da poveracci era uno specchietto per le allodole. I veri ladri di ricchezza e di democrazia sono in giacca e cravatta; sono il frutto di un sistema che rende i ricchi degli intoccabili.
Ora si agita la privacy, la garanzia della riservatezza dei dati personali, ma questo è un falso problema e i social-network su internet lo dimostrano. La maggioranza dei cittadini non avverte nessuna invadenza nella propria riservatezza; questa legge è utile al malaffare del crimine organizzato e colluso con il potere politico e della cosiddetta casta.
E' sempre più chiaro che la nostra democrazia è malata e il 'ritorno del principe' è una realtà: chi ha letto il libro di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato sul tema dei criminali che la politica combatte di giorno e poi alla sera si ritrova nei party a bere e ridere insieme, sa questa verità.

lunedì, maggio 10, 2010

Diventare saggi

Diventare saggi, vecchi da ascoltare, forse è stato un sogno di molti. Io in verità l’ho pensato anche per me: diventare un vecchio saggio. Non so' se invecchiando poi lo sia diventato; certo che ho fatto un passo importante: la pace con il mio passato. Ora ripercorro tutti i miei ricordi senza inciampare in emozioni dolorose.
Un altro requisito che accompagna il saggio è l'amore e questo in verità l'ho sempre coltivato. L'amore è quello che forse, in fondo, conserveremo insieme a tutto ciò che non ci può essere tolto. Infatti noi potremo perdere tutto, perfino il corpo, ma troveremo una strada che porterà ad incontrare la nostra essenza, la parte che chiamiamo anima. Quanto più si è in contatto con noi stessi, tanto più troveremo l’amore rivolto a tante persone. Ma tutto questo è saggezza? Fa saggi?
La saggezza acquista la dimensione di un obiettivo: diventare saggi, si dice. Ecco quello sarebbe un risultato, ma quando si può dire di averlo raggiunto?
La saggezza però si può ascoltare, la saggezza ci parla, in un certo senso è naturale, ci mette in armonia con il mondo che ci circonda; soprattutto ci mette in pace. Già la pace, lo stato di supremo benessere, lo stato di bellezza.
Ma poi bisogna dire in verità che chi è saggio lo è perché i suoi occhi hanno letto il libro della vita; ha conosciuto la ricchezza e la disgrazia, la miseria, la disperazione, la gioia e la felicità. Il saggio sa che cosa è la sete, la fame e la sazietà...infine la saggezza diventa una conquista, l'attraversare molti luoghi e deserti, molti stati e situazioni che insegnano qualcosa.
Ecco, allora quando scoprirai che tutto quello che hai passato lo conoscevi già, sei sopra un asinello che cammina piano ma con passo sicuro; quell'asinello si chiama saggezza.

lunedì, aprile 26, 2010

Nuova epoca

Ho ascoltato l'intervento di Eugenio Scalfari al Festival del Giornalismo di Perugia e concordo con lui sul fatto che siamo alla fine di un'epoca e ne iniziamo un'altra senza la memoria di quella passata: 'C'è un canone estetico ancor prima di quello morale...ma come è possibile essere rappresentati da un signore che tutte le mattine si tinge i capelli e si mette il cerone? Non è possibile!'.
Già, anch'io mi sono chiesto spesso come mai gli italiani diano la fiducia ad un uomo che poteva benissimo essere d'attualità negli anni '20 o ancor prima con tirabaffi e retina per capelli e la fama da 'tombeur de femmes', ma oggi?
Eppure l'attuale premier piace, trova consensi anche se mi è capitato di vedere che nessuno dei suoi sostenitori ricordi che cosa abbia fatto di importante mentre era o è al governo. Il suo cosiddetto 'popolo della libertà' lo ricorda solo come imprenditore palazzinaro e televisivo. Io degli oltre 7 anni di governo, di questo rappresentante del popolo, mi ricordo solo disgrazie: attentati, disastri, guerre, crisi economiche e terremoti.
A mio avviso all'origine di tutto ciò, c'è una informazione viziata, cattiva o distorta: c'è un giornalismo soprattutto televisivo che spettacolarizza e rende 'spot' la politica; là dove ci dovrebbe essere ragionamento, confronto, dibattito, c'è solo merce avariata da vendere a buon mercato. E così paradossalmente la nostra cronaca quotidiana, che dovrebbe diventare storia, diventa pettegolezzo, chiacchiera, propaganda di qualcosa che non c'è. La narrazione della nostra vita collettiva viene svilita in una storiella da bar: sarà per questo che la memoria si rifiuta di crescere?

sabato, aprile 17, 2010

Scontro ideale

Con lo scontro televisivo ad Annozero abbiamo assistito a due modi diversi di intendere il mondo e dare un senso alla propria vita. I due contendenti erano il medico Gino Strada e il politico Ignazio La Russa. Alla fine le due posizioni risultavano complementari e insieme formanti quel paradigma di contraddizioni della natura umana, ma guai a rinnegarne qualcuna. Noi risultiamo quelli.
Un po' uscivano le divisioni ideali che da sempre caratterizzano la Destra e la Sinistra: l'uomo è una cattiva bestia e con lui va usato il bastone oppure l'uomo è un essere fatto per il Bene e se cresciuto in libertà e in un ambiente naturale saprà costruire la sua comunità ideale. Filosoficamente ritornano le due posizioni chiave sostenute da Hobbes e Rousseau.
La guerra e il suo uso risultava infine la discriminante per concepire l'idea del mondo e della sua evoluzione...evoluzione? Forse chi credeva di più in una evoluzione risultava Gino Strada prefigurando e immaginando un mondo senza violenza. Ecco la capacità di immaginare un mondo ideale risulta il motore per crescere e costruirlo davvero; per La Russa invece ancorandosi ad una realtà di violenza rispondeva che per combattere la violenza bisognava opporre una forza dissuadente. In verità da che mondo è mondo, noi abbiamo usato di fronte alla violenza sempre lo stesso comportamento: i risultati sono davanti agli occhi di tutti. Cosa dire? E' difficile dire, poiché l'uomo è ancora un essere con un cervello molto primitivo. Poi da quando ha piantato dei paletti per terra dicendo che fino a lì comandava uno e dall'altra parte poteva comandare un altro...le cose si sono complicate.
Le contraddizioni potrebbero essere sintetizzate anche da posizioni diverse in merito alla discussione scaturita intorno al crocifisso nei luoghi pubblici. Mentre La Russa con il suo solito atteggiamento luciferino e incazzoso dichiarava che mai e poi mai avrebbe tolto il crocifisso, ritenendolo un segno di appartenenza fondante la sua civiltà e cultura; Gino Strada quell'uomo sulla croce lo avrebbe forse adagiato su un lettino per cercare di salvarlo.
Vai a comprendere che quel Gesù avrebbe porto l'altra guancia per uno, e avrebbe considerato la morte come un riscatto e conquistare il vero Regno per l'altro.
L'importante per me è continuare a sognare.

lunedì, aprile 12, 2010

Segnalazione evento artistico

Immagini e Poesia, l'incontro tra un pittore e un poeta in un posto speciale: la Cappellina di San Bartolomeo a Genova Prà
Un pittore Eugenio (Diddi) Bozano e uno scrittore Italo Fiorato danno vita con le loro opere ad un evento culturale: Immagini e Poesia.
Il 17 e 18 aprile 2010 sarà possibile vedere l'installazione artistica dentro un contenitore speciale: la Cappellina di San Bartolomeo in piazza Bignami 4 a Genova Prà.
L'evento artistico sarà una duplice occasione di scoperta: vedere la piccola cappella privata settecentesca e i due artisti che dialogano tramite figure e suoni, colori e scrittura, immagini e poesia...
L'appuntamento con i due autori è per sabato 17 aprile alle ore 17,30 in via Bignami 4 a Genova Prà. Introdurrà Giorgio Boratto.
La Cappellina di San Bartolomeo è sede del Circolo Culturale Praese, a cui si deve l'organizzazione degli incontri ed eventi svolti al suo interno.

Diddi Bozano, genovese, diplomato al Liceo Artistico "Nicolò Barabino" nel 1966, ha iniziato da subito a ricercare nuovi percorsi producendo sculture, fumetti, gioielli, grafiche, acquarelli, ecc.
Una sua iniziale attenzione è stata quella di coniugare immagini e scienza, sperimentando la ricerca cibernetica con la forma geometrica. In ultimo è giunto a proporre figure umane incerte, quasi timide, annegate in una natura esuberante, in cui la melanconia della figura si sposa con la melanconia dell’ambiente. http://www.diddibozano.it/index.asp

Italo Fiorato, genovese, ha collaborato con il con il quotidiano cittadino "Il Lavoro", attuale inserto di "Repubblica", alla fine degli anni Settanta. Nel 1975 alcune sue composizioni poetiche sono state pubblicate sulla collana "I Nuovi Poeti Contemporanei" edita da Il Parnaso. Da più di venticinque anni collabora attivamente con associazioni non governative (ONG) che si occupano di diritti umani ed in particolare dei valori etici che ne costituiscono il presupposto. Ha pubblicato, con l'editore Il Filo, il romanzo: Cronaca di un battito d'ali (qestione immorale). http://ko-kr.facebook.com/profile.php?id=100000317720868

Per ulteriori info: 339 3399517 www.praweb.it - ccpraese@libero.it

domenica, aprile 04, 2010

Pedofilia nella Chiesa cattolica

Lo scandalo dei preti pedofili è legato alla sessuofobia della Chiesa cattolica e dalla cattiva educazione. La teologia di una religione che pretende di delineare i i voleri di Dio a sua discrezione e misura, non aiuta di certo a inquadrare il sesso come importante relazione naturale tra le persone adulte.
Una Chiesa che professa una rigida morale sessuale e chiama peccato l’omosessualità, per poi praticarla troppo spesso dentro le sue mura, mostra il paradosso del suo predicare.
Qualche giorno fa era intervenuto il teologo Hans Küng sostenendo che il celibato dei sacerdoti non è un dogma e il matrimonio avrebbe arginato i comportamenti sessuali deviati come la pedofilia. Sono d'accordo.
Io, da semplice cittadino, dico che mi impressiono nel vedere le assisi o le conferenze della Chiesa cattolica: centinaia di vecchi maschi che impartiscono lezioni su comportamenti sessuali senza mai forse avere amato o conosciuto una donna. Una schiera di uomini anziani con le tonache purpuree non sono un bel vedere neppure estetico: sono forse retaggio di antichi riti tribali dove i vecchi erano considerati saggi...qui paiono solo dei sporcaccioni misogini repressi che covano pensieri indicibili.
Hans Küng poi avanza una accusa a Ratzinger come responsabile del lungo silenzio della Chiesa sui fatti di pedofilia:'Nessun’altra persona nella Chiesa ha visto passare sulla sua scrivania tanti casi di abusi'.
Hans si riferiva ai 24 anni trascorsi da Benedetto XVI alla guida della Congregazione per la dottrina della fede, l’ex Sant’Uffizio. Un luogo strategico, e adatto per lavare i panni sporchi in famiglia nel più assoluto riserbo.
La speranza per chi crede è che qualcosa cambi negli atteggiamenti sul sesso e nei dogmi assurdi di questa fede millenaria: in fondo essere cristiani non vuol dire appartenere a questa Chiesa.

martedì, marzo 30, 2010

La Padania esiste?


E la Padania? Allora esiste? Io che ho sempre pensato alla Padania come una forzatura ideologica, meglio dire una grande balla per far passare una identificazione che non ha basi né culturali né geografiche, ora con questa avanzata politica della Lega Nord dovrò ricredermi? La Padania esiste?
Eppure continuo a considerare la Lega Nord con i suoi protagonisti una iattura.
Continuo a vedere nei personaggi della Lega delle maschere di una commedia tragica e ridicola insieme: il torvo Bossi, Il ghignate Castelli, il rubizzo Calderoli, l'insultante Borghezio, gli sceriffi 'cristiani' Tosi e Gentilini...
Tutti recitano un dramma che non è solo padano, ma è italiano. A fare l'impresario teatrale di questa commedia è un altro padano: un imprenditore che -come sostiene lo storico Antonio Gibelli nel libro: Berlusconi passato alla storia- ha creato uno schieramento, nella somma talora antinomica delle diverse componenti tenute assieme dalla potenza economica e mediatica del leader nonché dalla sua personalità esuberante, ha avuto la capacità di incoraggiare, interpretare e dare uno sbocco agli umori serpeggianti nella società italiana all’uscita del decennio ottanta: una sorte di rivolta dei ceti medi, fatta di antifiscalismo, di modelli di vita edonistici, di antipolitica, di fastidio per le regole, conditi da un anticomunismo archetipico postumo a forte timbro rivendicativo.
Oggi all'indomani delle elezioni regionali devo pensare che Berlusconi passerà alla storia attraverso la dicitura di una 'età berlusconiana'; un'età che sarà di per sé l'età della fine dell'Italia. Rimarrà forte -si fa per dire- allora la Padania.
Con l'antica paura della miseria, che il Veneto ha conosciuto bene, si rischia di perdere la propria storia e l'anima migliore, raccontata da scrittori come Fernando Bandini, Luigi Meneghello, Mario Rigoni Stern e Andrea Zanzotto.

giovedì, marzo 25, 2010

verso il fascismo?

Berlusconi dal palco di piazza San Giovanni, dopo avere detto che il suo governo sconfiggerà il cancro e insultato come sempre avversari e magistrati, ha annunciato grandi riforme. Lui farà le riforme con la gente e che fra tre anni si voteranno insieme alle elezioni politiche. Avremo una nuova e diversa Costituzione.
Articolo uno della nuova Costituzione: l’eletto dal popolo ha tutto il potere. Se l’eletto dal popolo si chiamerà Presidente della Repubblica o Primo ministro a Berlusconi interessa poco. Ha detto che lo farà decidere al popolo dei gazebo, allo stesso modo in cui il popolo si pronunciò sulla scelta 'Popolo o partito della Libertà'. Non è una battuta quella del premier, ci crede davvero che il popolo si consulti e si esprima così.
Articolo due della nuova Costituzione: la grande riforma della Giustizia. Questo è un paese dalla democrazia mutilata, pensate: 'noi facciamo una legge e i giudici la mandano alla Corte Costituzionale e la Corte la boccia'. Per evitare nel futuro simili queste mutilazioni i giudici della Corte non saranno più 'di sinistra'. Soprattutto però non sarà più possibile che il potere politico sia limitato e controllato da altri poteri. Nella grande riforma della Giustizia poi si metterà mano alla 'obbligatorietà della azione penale'. Oggi i magistrati sono almeno in teoria obbligati dalla legge a perseguire ogni tipo e modalità di reato di cui vengono a conoscenza. Domani, con la grande riforma, non sarà più così. I giudici non potranno più scegliere di testa loro, ma riceveranno direttive e indirizzi generali su quali reati perseguire dal Governo.
Ora chiedo agli italiani di buon senso -che so che ci sono- non è che siamo alle soglie di un nuovo fascismo?

martedì, marzo 16, 2010

La crisi non c'è

Si può dire quello che si vuole, ma visto l'aumento di reddito conseguito lo scorso anno del premier, si capisce perchè lui continui a sostenere che la crisi non c'è.
Con ottimismo e buona volontà Berlusconi ha dimostrato che si può arrivare a possedere televisioni, giornali, banche, assicurazioni, radio...
Attenti però poiché insieme bisogna entrare in politica, creare paura dei clandestini, degli immigrati, dei giudici, dello Stato di Polizia, della sinistra, dei comunisti...e parlare d'amore.
Con l'ottimismo bisogna dare anche sicurezza e per questo bisogna far zittire gli oppositori, chiudere le trasmissioni televisive che disturbano e soprattutto invocare la libertà...e parlare d'amore.
Con ottimismo non bisogna dimenticare che: 'Veltroni è un coglione'; 'Bossi è un dissociato mentale'; 'Prodi? Un leader d’accatto' e i farabutti vanno in piazza; naturalmente senza smettere di parlare d'amore.
Per fare tutte queste cose bisogna essere capaci. Io che non sono capace ammetto che per me la crisi c'è; ma si sa non riesco ad essere coerente: per cui la crisi non c'è o almeno c'era ed è già finita. Con l'amore, l'ottimismo e la buona volontà.

sabato, marzo 06, 2010

Il regime

Chi si chiede ancora se siamo in un regime? Nessuno, poiché ci siamo immersi così tanto che nessuno è in grado di vedere fuori.
L'ultima trovata del governo, che con il suo Presidente del Consiglio incarna il regime, è quella di fare decreti per far interpretare le leggi invece che applicarle. Questa iniziativa è solamente una delle tante che attestano la gravità istituzionale che stiamo attraversando.
Un governo dovrebbe essere sopra le parti; anche se espressione di una maggioranza dovrebbe governare per tutti, con senso istituzionale non intervenendo per sostenere gli interessi di una parte contro gli altri.
Invece vediamo che il governo interviene d'urgenza, per 'aiutare' i vituperati giudici che non sono capaci di intepretare le leggi invece di applicarle.
Se il partito escluso fosse stato una piccola formazione di opposizione al governo pensate che si fosse comportato alla stessa maniera? No. Alla faccia della democrazia e dell'uguaglianza dei diritti.
Con la storia di interpretare le leggi invece di applicarle potremo scoprire che rubare non è reato e casomai lo fanno solo i poveri; i ricchi perchè dovrebbero rubare? Hanno già molto e quindi se interpretiamo bene la legge scopriremo che è assurdo condannare un ricco: lui non può rubare...a quale scopo? Le tangenti, gli appalti truccati, il riciclaggio ecc. sono solo scambi di favori che aiutano a lavorare. Chi governa in fondo sono gli uomini del 'fare' e allora lasciamoli fare. Cosa sono queste interferenze indegne? Soprattutto contro uomini così bravi e così ricchi?

giovedì, marzo 04, 2010

politica e regole

Le regole della democrazia sembra non vadano bene al cosiddetto 'popolo della libertà'. Questo partito pensa di essere investito, tramite il suo capo, da un lasciapassare per tutto rilasciato dal voto popolare. Non c'è legge e regola che tenga: qualunque applicazione della legge o del diritto è considerata un affronto, un golpe, una violazione al potere del Re. Ma cosa sono le leggi?
Questo potere rappresentato dalla Destra italiana che invoca e vuole garantire sicurezza, legalità, efficienza, dimostra nei fatti tutto l'opposto. Dimostra che tutto è in funzione della casta, di una èlite di persone che in virtù di un mandato (ancora definito popolare) si arroga il diritto di far carta straccia, del diritto stesso.
Il pasticcio della presentazione delle liste elettorali da parte del PdL -il famoso Popolo della Libertà- al di là dell'incapacità organizzativa che sottende è il segnale dell'insipienza di tutta una classe politica. Non sono capaci di scrivere leggi; non affrontano i problemi veri dei cittadini, si muovono e si azzuffano tra loro; sono i referenti e nello stesso tempo i mandanti di tutti gli scandali italiani. Leggete il libro Il ritorno del Principe' di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato. Scoprirete che criminalità e politica in Italia sono sempre andate a braccetto.

mercoledì, marzo 03, 2010

Luoghi comuni

I luoghi comuni imperversano sempre nella nostre conversazioni e fanno denotare spesso una pigrizia mentale o semplicemente il conformismo nel classificare le cose che ci circondano o in cui ci imbattiamo. Ad esempio sull'immigrazione si sentono frequentemente dei luoghi comuni che vengono spacciati per verità. Solitamente la frase che prelude l'affermazione razzista è: 'Io non sono razzista, ma...'. E dopo ecco le sparate: 'E vengono tutti qui!'. 'Quelli che vengono sono i peggiori...infatti sono tutti in galera'. 'Vengono qui e si fanno curare a nostre spese', 'Ci portano via le nostre donne'. 'Nelle graduatorie per la casa sono favoriti gli stranieri'. 'Non si vogliono integrare'. 'Non gli facciamo costruire le moschee perchè al loro paese non ci fanno costruire le chiese'.
Non vi è un parallelismo tra la presenza di stranieri e il numero dei reati commessi. Circa un terzo della popolazione straniera, senza permesso di soggiorno, ha provenienza asiatica; i dati del Ministero dell’Interno segnalano anche che gli arrestati e denunciati di queste etnie è ridotta. Gli stessi dati del Viminale evidenziano che un’equivalenza fra criminalità ed irregolarità è semplicistica e non rappresentativa del fenomeno criminale.
Non dimentichiamo poi che in Italia esiste il reato di immigrazione clandestina.
Inoltre dobbiamo sapere che: in Europa siamo soltanto al quinto posto di presenze straniere con il 7%; la maggioranza degli stranieri è cristiana, è in regola sul lavoro e paga l'Inps; gli assicurati stranieri sono 2.173.545, pari al 92% di tutta la popolazione straniera regolare censita. Con questo pagano le tasse e contribuiscono a mantenere lo stato sociale italiano, compresa la spesa sanitaria. È evidente che il lavoro nero sarà invece l’unica opzione per gli immigrati senza permesso di soggiorno.
Riguardo al fatto che 'ci portano via le donne', in verità è il cittadino italiano che sposa le cittadine straniere. L’80% dei casi. Gli immigrati presenti in Italia hanno spesso un'istruzione uguale o superiore alla media degli italiani. Un dato dell'associazione NAGA del 2009 che riguarda gli immigrati senza documenti in regola dice che gli analfabeti sono il 4,2%, coloro che hanno un titolo di scuola media superiore sono il 42,8%, mentre i laureati sono il 10,2%.
Per quanto riguarda la richiesta di casa gli stranieri sono quelli che presentano la maggioranza delle domande ai Comuni, ma in nessuno risulta che poi abbiano superato l'8% delle assegnazioni.
Nei paesi islamici ci sono molte chiese cattoliche. Pur essendo in numero esiguo i cristiani nei paesi musulmani hanno i loro luoghi di culto. Poi non si può negare un diritto per il semplice fatto che alcuni immigrati provengano da Paesi dove questi diritti vengono negati.
Infine si dice spesso: 'Aiutiamoli a casa loro'...Bene. L'Italia risulta l'unico paese che ha ridotto gli aiuti allo sviluppo dei paesi poveri.

lunedì, marzo 01, 2010

Niente succede per caso

Niente succede per caso, ed ogni cosa prova che ognuno procede per diventare ciò che è: questo è il senso profondo della nostra vita. Per questo dobbiamo, nel corso della vita, fare i conti con molte cose. Per realizzare quel miracolo di unicità e irripetibilità che ognuno rappresenta dobbiamo misurarci con meccanismi mentali e comportamentali che non ci appartengono.
Niente succede per caso. Se analizziamo gli aspetti simbolici degli accadimenti, vedremo, tra gli alti e i bassi, la totalità e l'integrità dell'esistenza. Vedremo che ogni cosa si inserisce in una trama che pare segreta, ma il percorso labirintico ha un senso: quello di individuarci. Diventare se stessi.
A chi non è mai capitato di trovarsi in un determinato posto in un momento sbagliato? Oppure di incontrare persone che non si avrebbe mai pensato? Ebbene, niente succede per caso. Esiste una forza che fa succedere le cose per una ragione precisa anche se a noi resta sconosciuta.
Per giungere alla conoscenza che oltrepassa l'Io, in quel versante di ombre e di dolore, bisogna tacere; fare silenzio.
Noi siamo gli unici a capire il senso della nostra vita a patto di abbandonarci alla giostra infinita di gioia e dolore, amore e morte. Al termine di ogni giro di giostra abbiamo la possibilità di scoprire che l'intimo scopo della vita è passare dall'inconsapevolezza originaria ad una consapevolezza superiore.
Noi siamo in perenne cammino ma spesso non siamo capaci di avvertire il cambiamento continuo della nostra vita come quello delle nostre cellule. Moriamo e nasciamo sempre. In questa giostra succede di tutto e mai per caso.
Senza consapevolezza facciamo succedere quello che ci capita.
Niente succede per caso.
Chi sa leggere i simboli e le metafore scorge questa verità, riuscendo a comprendere i meccanismi di quello che succede. A ogni livello; anche collettivo.

sabato, febbraio 13, 2010

Bertolaso: lo stupore è infantile, dovremmo indignarci

Da Italians -Rubrica del Corsera Online-
Caro Severgnini,
Leggo le intercettazioni e le notizie sulla questione Bertolaso e poi sento tanta gente che si stupisce. La situazione era stata riportata da vari giornali, dal Corriere come da altri. Ora in tanti si domandano se tutto questo può essere vero. Non lo so con certezza, ma è probabile, in Italia quando crediamo di aver toccato il fondo c'è sempre qualcuno pronto a fornirci di una pala per scavare. Invece di stupirsi, il popolo italiano dovrebbe impararare a INDIGNARSI. Lo stupore è un sentimento infantile, il bambino si stupisce delle cose che non conosce. Nei Paesi maturi, vedi l'Inghilterra con i rimborsi dei loro parlamentari, la gente si indigna, e infatti questi ladri di polli non si ricandidano. Dobbiamo crescere e finalmente imparare l'indignazione, che contrariamente allo stupore, non viene spazzata via dalla prossima notizia su Belen e Corona.
Fabrizio Bartolini , fbarto@gmail.com

Caro Bartolini,
la vicenda degli appalti sessualmente gonfiati mette molta tristezza. Insieme ad altre notizie in arrivo - da Roma, dalla Sardegna, da Venezia, da Milano (arresto in flagranza del presidente della commissione Urbanistica) - spingerebbe a una conclusione antropologica: l'Italia è questa, e lo è sempre stata. Rassegniamoci, non pensiamoci più. Superata la sorpresa delle intercettazioni - grandi dialoghi teatrali, peccato non si fosse a teatro - e in attesa delle sentenze, una cosa però bisogna dirla. L'Italia non è l'unico Paese al mondo dove accadono queste cose. Ma è forse l'unico dove SI PROTESTA PERCHE' VENGONO DENUNCIATE. Questo è il lato surreale delle faccenda. Ieri su "Italians" - luogo aperto a tutte le opinioni - abbiamo pubblicato una lettera dal titolo «Bertoloso è bravo? Giù botte» ( http://www.corriere.it/solferino/severgnini/10-02-12/03.spm). L'autore, Beppe Cardile, è già sicuro di come sono andate le cose. Ciò che ha letto non l'ha insospettito. Non vuole capire di più, sapere come vengono spesi i soldi pubblici. No. Ha già deciso che i magistrati agiscono per strani motivi («Per questo non riusciamo a risolvere i nostri mille problemi, per una sola evidentissima ragione: l'invidia»). Sui media governativi, intanto, è partita la solita canzone: complotto pre-elettorale. Non ricordo chi l'ha detto, ma è vero: l'Italia è l'unico Paese in cui, se il cane da guardia sente gli intrusi e abbaia, picchiamo il cane. Il presidente del Consiglio, saputa la notizia, ha detto: «I magistrati si vergognino». Un'affermazione del genere - pronunciata a caldo, senza conoscere i dettagli e le accuse - è inimmaginabile sulle labbra del capo di governo in un'altra democrazia. Sarebbe l'inizio di una crisi gravissima tra poteri dello Stato, una situazione pre-insurrezionale. In Italia, no. Niente e nessuno viene preso alla lettera. Tutto procede, in un realismo cinico, aspettando la primavera.

giovedì, febbraio 11, 2010

Si continua a fottere

L'Italia dei furbetti, del disprezzo delle regole, dello sperpero e delle ruberie del denaro pubblico continua. Ora con le previste norme di impunità tutto diventa uno status quo, che ritrova in Berlusconi l'emblema, il simbolo e l'icona perfetta.
Come si smentirebbe? A distanza di 18 anni da tangentopoli, dagli scandali delle tangenti ai partiti, della cosiddetta prima Repubblica, si è arrivati, senza soluzioni di continuità, agli scandali degli appalti Grandi Opere ed Emergenze, al ladrocinio del nostro denaro. Ma è possibile che dove gira il denaro, come la Sanità e gli appalti pubblici, ci siano sempre pronti i ladroni e i furbetti? L'occasione fa l'uomo ladro. Che dire?
Ricordo che per Berlusconi si diceva: 'Lui almeno non ruberà, è ricco di suo...'. Come si è visto al denaro è legato il potere che inebria le menti. Altro che spirito di servizio al prossimo. Ricordando un detto siciliano che dice: 'commandare è come fottere'; qui si cerca solo di fotterci in tutti i sensi.
E per il popolo bue con la giustizia e i giudici si impedisce di governare...pardon, comandare. C'è proprio bisogno di una rivoluzione.

mercoledì, gennaio 27, 2010

Differenze

Nel grande albero della vita l'umanità è solo un piccolo ramoscello, situato tra molti altri nel mezzo del cespuglio delle scimmie africane. L'evoluzione umana può essere intesa come un'infantilizzazione: siamo scimmie che sono diventate sessualmente mature, mentre erano ancora morfologicamente giovani.
Con la selezione sessuale, unita all'adattamento con l'ambiente, avviene una grande differenza di tipi umani. Non dimentichiamo che l'uomo è presente in tutte le aree del globo. Pur esistendo una fondamentale unità della nostra specie, abbiamo molte differenze; e la maggior differenza di tipi si ritrovano all'interno di quelle che impropriamente chiamiamo razze.
Gli aspetti morfologici degli umani sono solo una caratteristica in più. C'è più variazione all'interno di una 'razza', che tra queste. Se si annientassero tutte le 'razze' eccetto una, ecco che ugualmente la variazione genetica umana sarebbe preservata. Continueremmo a differenziarci sempre con numerosissimi capricci estetici. Una pelle scura -ad esempio- può proteggere dal cancro alla pelle dove è più forte il sole, mentre una pelle chiara consente la ricezione di raggi benefici dove scarseggia la luce solare.
Per questo motivo le differenze morfologiche degli umani sono simili alle razze canine. Tutti i cani discendono chiaramente dai lupi, ma nel corso di poche centinaia di anni, con l'intervento di allevatori, si è raggiunta una varietà che supera quella dei principali gruppi umani.
Ma quello che più ci divide, e in un certo senso ci uniforma, è l'aspetto culturale che diventa una nuova natura. La cultura sembra il nuovo ingrediente che promuove una selezione naturale di tipo diverso.
All'interno di questo agente agisce la religione. Ecco che l'etichetta principale per distinguerci diventa la religione. Il paradosso è che le tre religioni principali, che condizionano la cosiddetta civiltà umana, chiamano tutte il loro unico Dio, Padre onnipotente; eppure sembra si facciano la guerra per sostenere ognuna una propria verità teologica.
Per quella si cercano adepti, si accettano conversioni, si lanciano proclami, ma in verità questi discrimini sembra nascano ancora una volta dal pregiudizio: dalla lingua diversa, dal colore della pelle, ecc...
Le religioni diventano a loro volta etichette di 'pericolo'. 'Pericolo terrorismo' come l'Islam. Pur essendo in verità a loro volta ognuna pericolosa a suo modo, per l'inculcare credenze fuori da ogni logica di buon senso. Cosa dobbiamo pensare? Forse è in atto una selezione che ci vedrà tutti perdenti.
I primi a perdere saranno certamente i cani rabbiosi.

mercoledì, gennaio 06, 2010

a destra al potere

Ecco un articolo di Giorgio Bocca che illustra bene la situazione attuale con Berlusconi al governo per la terza volta.
Giorgio Bocca a 80 anni ha sempre la lucidità del grande giornalista.

La destra al potere, la borghesia del fare, ha una sua idea della crisi sociale: siamo alla guerra civile, come annuncia drammaticamente il suo instancabile leader. Una guerra civile di nuovo tipo fra i coraggiosi produttori di ricchezza e la casta dei giudici, chiusi a difesa dei loro privilegi, signori di una giurisdizione imposta con il 'tintinnare delle manette'. E poiché il partito del fare è anche padrone della pubblicità e dell'informazione, diventa sempre più difficile e impopolare chiedersi perché mai dei servitori dello Stato come i giudici, degli uomini di legge, dovrebbero perseguire complotti liberticidi.
La risposta del Cavaliere di Arcore è immutabile nei modi e nel tempo: perché sono comunisti. E a chi obietta che i comunisti hanno cessato di esistere anche in Russia e in Cina, Fedele Confalonieri, 'l'amico di una vita' ribatte: sì, ma funziona ottimamente nel mercato della politica, i comunisti non ci sono più ma fanno ancora paura.
Dire che in Italia oggi è in corso una guerra civile può servire a mantenere in vita la grande paura che la rivoluzione di ottobre diffuse nel mondo intero. Quella in corso nel nostro Paese e nel mondo è qualcosa di diverso e di più drammatico, uno scontro per la sopravvivenza. I giudici e quanti vogliono la sopravvivenza dello Stato democratico abusano a volte del loro potere, non pagano per i loro errori? Sì, ma rappresentano quella parte della società che si rende drammaticamente conto che senza il rispetto delle leggi si arriva inevitabilmente al soffocamento progressivo di quella libertà di cui la destra dei produttori anarcoidi parla in continuazione.
Il re dei produttori, l'insonne, l'ubiquo, l'instancabile si proclama ogni giorno salvatore di uno Stato di cui ogni giorno cerca di ignorare le leggi, che esorta i cittadini a ignorare. La criminalità organizzata è una cancrena che sta divorando l'economia e le istituzioni, un nemico mortale che annulla la legalità e normalizza l'illecito? Lui si dice pronto a "strozzare con le sue mani" quanti cercano di spiegare che le mafie esistono e fioriscono. Non è una riedizione del silenzio che la mafia ha sempre cercato di imporre ai grandi media dell'informazione?
Gli Stati più civili del mondo, le grandi democrazie, hanno fatto della tassazione progressiva dei redditi la base di una civile convivenza, l'unico rimedio alle 'inique differenze' di status e di opportunità, lui non perde occasione per ricordare ai cittadini che la tassazione è iniqua, che fanno bene a correggerla.
La sicurezza dei cittadini è uno dei beni più preziosi ed è noto che nella modernità supertecnica i mezzi per violarla si sono moltiplicati, ma se questi mezzi vengono usati per controllare gli abusi del potere, allora diventano barbari, inaccettabili. Le macchine della modernità, computer, copiatrici, calcolatrici, rendono più facile, meno faticoso il lavoro di scrittura e di contabilità, tutto è più comodo, più facile, ma anche più a disposizione dei delinquenti? La società che piace ai produttori anarcoidi difende a spada tratta questo progresso, ma lo combatte come un'empietà se si rivolge contro i suoi soprusi.
A volte la spudoratezza autoritaria del nostro sembra innocente come il capriccio di un bambino, interviene nello scandalo del governatore del Lazio Marrazzo per far sapere che lui lo ha avvertito che dei ricattatori stavano cercando di vendere il filmino dei suoi convegni con i trans, come se fosse morale e meritorio che il capo del governo democratico, difensore delle leggi e della Costituzione, corresse in soccorso di un servitore infedele dello Stato.
(29 dicembre 2009)