martedì, novembre 30, 2004

Invasioni

Dati raccolti da fonti internazionali sull'emigrazione prevedono che, a causa di guerre, fame, miseria e carestie, nei prossimi anni si sposteranno dai loro paesi oltre un miliardo di persone. Un esercito di disgraziati, la cui vera religione è la sopravvivenza, marcerà verso i paesi più ricchi. Quello che oggi qualcuno chiama invasione di extracomunitari, sarà una cosa ridicola in confronto a ciò che avverrà. Allora sì che ci sarà una invasione senza precedenti. Non serviranno allora le leggi tipo Bossi-Fini a garantirci legalità o diritti di cittadinanza.
Contro la fame e la miseria non ci sono leggi, codici o armi; serve invece una politica internazionale che aiuti le persone a vivere nei loro paesi d'origine. Serve una attenzione economica per dare possibilità di vita alle persone che abitano le zone povere della Terra. Questa è la sola maniera per prevenire una invasione che metterà in serio pericolo gli equilibri mondiali.
Ricordiamoci che ciò che chiamiamo 'equilibri mondiali', sono condizioni che garantiscono al momento, ad una minoranza della popolazione, di consumare risorse spropositate a danno di una maggioranza affamata.
Con questa consapevolezza bisognerebbe dirottare ricchezze, conoscenze, tecnologie e lavoro nelle parti del mondo più povere. Bisognerebbe, da subito, fare una nuova distribuzione delle ricchezze; ma tutto questo sarà difficile poiché non riusciamo neppure a farla in casa nostra, dove la destra abbassa le tasse a chi non ha problemi economici tagliando servizi ai poveri. Una brutta prospettiva davvero per i nostri figli.

sabato, novembre 27, 2004

Nonno Gaspare

Nonno Gaspare dovrebbe essere contento della riduzione delle tasse; stamane Pippo, che legge Il Giornale, gli ha detto forte: "allora Gaspa sei contento? Ora avrai dei soldini in più". Gaspa non l'ha degnato di risposta. Pippo era da tempo che aspettava questo giorno e felice rideva a tutti. Finalmente Berlusconi ha fatto vedere di che pasta è: un vero imprenditore…altro che prenditore, come sostenevano tutti gli altri pensionati del circolo. Ridurre lo Stato, questa è la libertà; sosteneva pure Pippo.
In quello stesso giorno la Lega dei padani aveva messo una taglia per prendere chi aveva ucciso un padano, uno di loro. Chissà se sarà padano anche l'assassino.
Ad ogni buon conto Gaspare aspetterà gennaio prossimo per vedere quanti 'soldini' si troverà in più sulla pensione. Lui pensionato a 876,43 euro al mese quanto ci guadagnerà? Un giornale sul tavolo riporta delle tabelle irpef, che diventeranno ire, ma le tabelle che vorrebbe vedere sempre sono quelle dei prezzi del pane, del latte, del gas, del bus e di quel gotto di vino che ora si è vuotato. Quel gotto di vino è il suo consumo voluttuario: quei soldini in più sulla pensione dovrebbero rilanciare l'economia con i consumi…riuscirà Gaspa ad ubriacarsi?
Pippo intanto è sulla porta del locale che fuma; lui riuscirà a calmierare il prezzo delle sigarette al pacchetto? Nel mentre passa Ginetto il nipotino di Gaspa: "Ciao nonno, la mamma mi ha detto che a Natale sei a pranzo da noi. Lo sai che pensiamo di adottarti?". Ecco per quest'anno abbiamo risolto il problema dei regali- pensò Gaspa. Forza Gaspa, tieni duro e spera: non hai forse la stessa età del cavaliere?

venerdì, novembre 26, 2004

Scrittura e conoscenza e il blog?

Deena Metzger è una poetessa che ha dedicato alla scrittura profonde riflessioni. Nel suo libro Scrivere per crescere, dimostra come scrivere per gli scrittori, sia per chi non ha mai provato a scrivere nulla, sia un aiuto a esplorare noi stessi e la nostra creatività con diari, autobiografie, racconti, fiabe, sogni e miti, e ci propone le sue storie e numerosi esercizi, dimostrando come scrivere dia forma e significato alla vita, mentre il silenzio ci blocca nella sofferenza. E il blog? Il blog aiuta.
Inoltre, Deena Metzger come terapeuta, affronta con lo stesso libro, l’aspetto creativo e d’ispirazione che diventa una guida per i mondi interiori. Deena Metzger, dedica un bellissimo capitolo alla paura di dar voce alla creatività: "Abbiamo paura di fallire, abbiamo paura di non aver nulla da dire, abbiamo paura che possa danneggiarci, abbiamo paura che possa essere una menzogna, abbiamo paura che possa essere la verità, abbiamo paura di dover cambiare la nostra vita…".
Qui di seguito riporto una poesia di Deena Metzger che operata al seno, attaccato da un tumore, descrive la sua ferita come un monito di speranza e rinata bellezza:
“Non ho paura degli specchi…/ Vi era una sottile linea rossa che attraversava il mio torace / lì dove era entrato un coltello / adesso un ramo circonda la cicatrice / e si porta dal braccio al cuore / Un ramo coperto di verdi foglie dove appesa è l’uva e vi appare un uccello / … / Ho disegnato il mio torace con la cura riservata ad un manoscritto miniato / Non mi vergogno più di fare l’amore. L’amore è una battaglia che posso vincere / Ho il corpo di un guerriero che non uccide né ferisce / Sul libro del mio corpo per sempre ho inciso un albero".

domenica, novembre 21, 2004

La Fine

Pensavo che la caduta di Berlusconi avvenisse con un bel capitombolo improvviso e devastante, così come è solito a tutti i personaggi che hanno come caratteristica l'eccesso. Invece la caduta è iniziata lentamente da qualche mese; da quando ha perso le elezioni amministrative. Dopo aver indossato la bandana, per ricevere Blair, e dopo il riapparire di una folta peluria sulla testa (come esuli pensieri, nel vespero migrar), ecco che Berlusconi si è aggrappato alla riduzione delle tasse come ad una cima gettata al naufrago.
Berlusconi pensa che la riduzione delle tasse sia ormai l'unico strumento per riconquistare la fiducia come persona e risolvere insieme i problemi economici degli italiani.
Ha ragione Giorgio Bocca a definirlo sovversivo: Berlusconi non ha a cuore l'interesse del Paese; quel "Forza Italia", che titola il suo partito, altro non è che il frutto di un sondaggio di mercato, il parallelo di una fazione sportiva, come "forza Milan".
Infatti l'Italia non è mai stata tanto divisa: con le riforme, con la scuola, con la distribuzione della ricchezza…la riduzione delle tasse forse accomuna tutti.
Allora 'per un pugno di dollari', si sta ricreando un western che decreterà, con lui, la fine di tutto? Non stiamo a guardare. La fine del 'sovversivo' non sia la fine di tutto.

venerdì, novembre 19, 2004

The Village

Ho letto in una recensione che The Village, il film di M. Night Shyamalan, è una metafora dell’America di oggi dominata dalla paura. In parte potrebbe esserlo, ma il film per me dice molte cose insieme. Una, che mi è parsa di cogliere, è che mentre la vita spinge all’amore come via di salvezza, quindi anche al superamento del limite, le persone spesso questo limite non lo vogliono superare. Così The Village è anche una metafora cupa sul confine e la condizione dell’umanità nella ricerca della sicurezza e della felicità.
Il film racconta di un villaggio, Covington in Pennsylvania, che vive isolato e circondato da un bosco, popolato da creature misteriose e innominabili, che nessuno deve attraversare pena la perdita della tranquillità e apparente felicità in cui vive.
La storia raccontata dal film The Village, con atmosfere alla Kubrik, pone molti interrogativi: basta non nominare alcune cose e chiudersi in un villaggio per trovare la felicità? Si può costruire un mondo diverso attenendosi a certe semplici regole? E’ solo la paura a tenere insieme una comunità? Potrà una bugia difendere il villaggio? Il film è ricco di molte implicazioni: c’è l’amore, l’innocenza, il sentimento negativo della gelosia, la cecità come handicap fisico e valore morale, ci sono molti spunti cui ognuno potrà leggerci qualcosa.
La metafora come si vede diventa complessa scontando contraddizioni e ambiguità proprie di ogni forma di linguaggio. All’inizio la metafora potrebbe essere quella del dolore e della speranza: si saprà nel corso della storia che a dare vita al villaggio sono stati dei superstiti o familiari vittime di crimini orrendi; poi assume nel finale il senso di un potere che esiste perchè sa gestire la paura degli altri. E’ così l’America e il mondo di oggi? A voi la riflessione e…la risposta.

In attesa che il governo cada; qualche battuta di Woody Allen


Recentemente ho letto la Bibbia. Non male, ma il personaggio principale
e' poco credibile
Il mio grado nell'esercito? Ostaggio, in caso di guerra.
I politici hanno una loro etica. Tutta loro. Ed e' una tacca piu' sotto
di quella di un maniaco sessuale.
Mia moglie e' una persona veramente immatura. L'altro giorno, per
esempio, mentre mi facevo il bagno e' entrata e, senza motivo, mi ha affondato
tutte le ochette!
Non credo in una vita ultraterrena. Comunque porto sempre con me la
biancheria di ricambio.

domenica, novembre 14, 2004

Lettera ai musulmani

La bella e semplice lettera di Dionigi Tettamanzi ai musulmani per la fine del mese del Ramadan, riportata ieri sul quotidiano L’Unità, mi ha aperto il cuore. Chiamando in causa i giovani e i bambini come “dono di Dio per il futuro dell'umanità”, il Cardinale di Milano è andato al nocciolo della questione per superare l’odio e la visione catastrofica di scontro di civiltà che molti politici non solo prevedono ma auspicano.
Il sentimento religioso, di qualunque religione sia, in questo caso dello specifico monoteismo, ha in sé l’amore di Dio e di riflesso l’amore per il prossimo. Le preghiere e i luoghi di culto dovrebbero sempre avvicinare le persone; chi prega dovrebbe conoscere la pietas e sperimentare insieme il limite e l’amore umano. Questo è di tutti. Pur nelle differenze di culto e di tradizioni, non dovrebbe mai mancare ai bambini la gioia di crescere insieme. Il mondo sarà loro. Se nelle nostre città, paesi, scuole, comunità, i bambini sperimenteranno il dialogo, la cooperazione e l’amicizia, nelle loro mani la pace diventerà una realtà. La civiltà allora sarà unica, quella dell’umanità.

giovedì, novembre 11, 2004

Il caso Lampis- un giallo di M. Carloni e A. Perria

Martedì 9 novembre ho presentato insieme a uno dei due autori, Massimo Carloni (l'altro - Antonio Perria - purtroppo è mancato nel gennaio di quest'anno), presso la libreria Portoanticolibri il libro Il caso Lampis, edito da Fratelli Frilli Editori.

All'inizio pensavo fosse difficile presentare Massimo Carloni. Perché? Ha scritto una cinquantina di saggi sul giallo italiano, tra cui L'Italia in giallo (Diabasis, 1994) e il recentissimo Dizionario delle opere e dei personaggi di Loriano Macchiavelli (Pirani, 2004), più una dozzina di racconti il commissario Chiara de Salle come protagonista. Poi tutto è andato per il meglio, ed è stato un piacere conoscerlo meglio.

Per Massimo Carloni questo è il secondo libro scritto in tandem con Antonio Perria. Il primo - Il caso Degortes - è stato vincitore del Premio Alberto Tedeschi ed ha visto l'esordio del personaggio Marianna Montanari, il tenente dei Carabinieri che ha anticipato la figura di Manuela Arcuri della nota serie televisiva.

Nel Caso Lampis, il lettore viaggia attraverso tre città - Cagliari, Perugia e Reggio Emilia - con altrettanti ispettori-indagatori: la già citata Marianna Montanari; Antenore Crivelli, capitano dell'Arma e Chiara de Salle, commissario della Polizia di Stato. Non manca, per chiudere in bellezza, l'intervento di Saro Madonna, questore a riposo della questura di Milano; quest'ultimo è il protagonista di molte avventure di Antonio Perria.

Il racconto si snoda in modo corale, con l'originalità di tre investigatori che indagano su due delitti uniti da uno stesso filo conduttore.
Le indagini sull'assassinio di Federico Lampis, produttore di vini sardi ucciso in Umbria, prendono una strada inaspettata: si scopre l'esistenza di un separatismo sardo speculare a quello siciliano o meglio corso; un indipendentismo che ha contatti con quello dei paesi baschi e con le organizzazioni clandestine dell'ETA. Una pista politica, dunque. Ma non si può dire oltre.

A me è piaciuto molto il personaggio, nuovo per gli autori, di Antenore Crivelli, capitano della stazione dei carabinieri di Perugia. Insieme al caso d'omicidio, affronta anche la sua separazione dalla moglie, con i problemi conseguenti di riordinare la sua vita pratica e sentimentale.
La conclusione del caso lascia però qualcosa in sospeso tra i veri protagonisti che sono Antenore Crivelli e Marianna Montanari.
Proprio nel rapporto tra di loro, una simpatia affettuosa che potrebbe trasformarsi in qualcosa di più, si dovrà ricercare forse un seguito...forse un altro libro?

lunedì, novembre 08, 2004

CircoScienza:ridere ed imparare

Contaminazioni? Qualche giorno fa si è affrontato in questo stesso luogo il tema delle contaminazioni, della frammistione di saperi diversi, e oggi 7 novembre, qui nel Complesso di Sant’Ignazio, con l’incontro tra uno scienziato ed un artista, può accadere che il trucco, la magia, con lo spettacolo si aiuti la divulgazione della scienza.
Così succede, per il ciclo di eventi promossi con l’associazione Culturale Sarabanda, denominato CircoScienza, che si sia parlato di illusioni ottiche con l’aiuto di un illusionista e giocoliere; si sono incontrati Giberto Chirico –docente universitario del dipartimento di Fisica dell’Università di Milano e Ray Grahame - giocoliere prestigiatore, raccontandoci con due linguaggi diversi cosa succede ai nostri occhi e alla mente guardando certe figure o nel caso certi ‘giochi di prestigio’.
Per le illusioni ottiche, come per un gioco di magia, c’è un sapere che è scientifico oltre che ricco di spettacolarità; per questo oggi c’erano presenti molti bambini con i genitori tutti attenti e interessati a quello che succedeva davanti ai loro occhi. Prima verità: è bene sapere che non sempre le cose sono come appaiono.
Ray Graham si presenta con il primo gioco divertente: fa tagliare le estremità, i due capi di una corda ad un bambino e quindi annuncia: «Ecco ora ho una corda senza estremità!». Chirico invece invita i bambini in prima fila a vedere cosa c’è sotto una vaschetta trasparente ricolma d’acqua. Non bisogna toccarla e stare attenti a non farla debordare. Cosa si vede? Qualcuno azzarda una risposta.; ma non si dovrebbe vedere nulla poiché la luce non attraversa l’acqua. Lo stesso principio che non ci permette di vedere oltre l’acqua quando siamo immersi: abbiamo un effetto specchio e, se non la chiglia di una barca che attraversa la superficie d’acqua, noi non vediamo oltre. La risposta era un disegno di una bottiglia.
Dopo un esperimento con la luce dentro un tubo; un uovo che entra in una bottiglia; l’acqua in un bicchiere rovesciato non cade…una cannuccia, in un sacchetto di carta, che diventa un tubo, ecco la considerazione di poter passare, con la magia, in breve da professore a ciarlatano. Sì, basta che per un nonnulla anche un esperimento, provato numerose volte, non riesca e toh, si ha perso la faccia.
Oggi si capisce come molte illusioni ottiche siano illusioni mentali; noi vediamo con il cervello ed i meccanismi di banalizzare le cose, di conformare la vista ad una ragione stereotipata, ci fanno vedere cose inesistenti.
Sullo schermo viene proiettata una sequenza di immagini che vengono viste come non sono: ognuno vede curve inesistenti, punti che appaiono e scompaiono, quadrati ovali e rette flessuose. Tutto affascinante.
Il fenomeno del miraggio spiegato all’ultimo è invece prodotto della rifrazione della luce. Giberto Chirico aveva preparato tutto per bene; aveva sciolto un kg di zucchero in poca acqua e poi illuminando un oggetto sopra alla stessa acqua avrebbe dovuto ottenere un immagine riflessa sul muro di fronte…niente. Il rischio dello scienziato illustrato prima che perde la faccia. Ma no, il fenomeno sicuramente lo hanno già visto tutti, magari su una strada asfaltata d’estate che appare come uno specchio. Chirico è salvo.
Più tardi alle 18, ci sarà altro appuntamento con Ulk, artista di strada, su Velocità e Motori: questa volta botti, scoppi, eliche e vortici illustrati da Giulio Manuzio, docente di Fisica medica. Allora oggi la scienza è davvero festiva, giocosa, sottolineata da applausi e risa. Arrivederci ancora.


sabato, novembre 06, 2004

stiamoci vicini

“Per favore, non generalizzate su "gli americani", e non ci abbandonate. Grazie”.
Così scrive David N. Welton, su Italians del 5 novembre. Ha ragione David non dobbiamo generalizzare, anche se mi sono convinto che per realizzare un grande cambiamento sia necessario per il popolo americano andare fino in fondo. Intendo dire andare a fondo, ovvero scendere in quell’inferno cui il loro american way of life li condanna e indirettamente condanna anche noi.
Quel modo di vivere, che gli americani non vogliono abbandonare, e che è pagato dalla popolazione di tutto il mondo, è una delle ragioni principali della loro resistenza al cambiamento. Quell’America che ha vinto ancora è l’america della bistecca e dell’hamburger; è l’america del business e del consumismo esasperato che Jeremy Rifkin ha chiamato ecocidio.
Sta proprio nella cultura della bistecca, in quell’esasperato consumo di carne; sta nell’esorcizzare la morte degli animali, riducendoli in un trito confezionato, la loro forza e insieme la debolezza: quella cultura distruggerà la vita e la Terra.
Il senso di insicurezza che accompagna poi la vita degli americani, che li porta nuovamente a infilarsi il cappello da cow boy e sfoderare la pistola come nel Far West, è la paura di perdere quello stile di vita consolidato dalla ricchezza.
Kerry aveva questa consapevolezza? Forse no. Certo è che Bush, come in Italia Berlusconi, come succede nelle democrazie è il prodotto di una volontà e di un’idea che spesso risultano una malattia o altre volte una cura. Ma chi può dirlo? Allora dico stiamoci vicini.


venerdì, novembre 05, 2004

Contaminazioni Feconde

Presso il complesso di Sant'Ignazio ieri sera, martedì 2 novembre alle ore 17, si sono confrontati in una conferenza dal titolo Contaminazioni feconde: Alain Cohen, Professore di Comparative Literature and Film Studies all'Università della California di San Diego, Giulio Giorello, filosofo e matematico, Vittorio Gregotti, architetto, Lorena Preta, psicoanalista e direttrice della rivista Psiche, coordinati da Cosimo Schinania, psicoanalista e psichiatra.

Alain Cohen ha affrontato il tema dell'immagine come metafora e portatrice di nuovi significati nel cinema. Le parole per spiegare la contaminazione concettuale sono molte, però la metafora e l'analogia restano per la semantica psicologica le più pregnanti.

Cohen ci ha parlato, attraverso il commento di immagini tratte da film cult, quali Tron, Terminator 2, Matrix, I.A. e Minority Report, della trasformazione dell'immagine umana negli ultimi anni. La sovrapposizione di immagine analogica e digitale nella sequenza di Terminator 2, in cui l'attuale governatore della California dopo avere distrutto un robot-clone umano pronuncia la frase: "Hasta la vista baby", è quella di un addio anche alla vecchia immagine. Poi nascerà, con la ricomposizione della figura umana, l'immagine digitale: per Cohen è un addio anche al Rinascimento, alla figura di De Chirico, di Segal, forse anche di Brancusi.

L'uomo diventa un prodotto informatico e la sequenza dell'operazione sul bambino robot in I.A., di Spielberg, diventa il paradigma degli effetti speciali e di una nuova vita. Poi c'è Minority Report, ancora di Spielberg, dove si mostra ancora il corpo disteso ma questa volta con il rimando al crimine.

Vittorio Gregotti spiega che la sua contaminazione è più fisica, è riferita al suo lavoro di architetto. Il lavoro di architetto è contaminazione per antonomasia: unire i materiali diversi, in luoghi diversi con persone diverse non è solo trasferimento ma confronto con culture diverse. La diversità è elemento di ricchezza, senza dimenticare i conflitti.

Nel suo intervento Giulio Giorello ci anticipa che, avendo lui origini liguri ponentine, si considera frutto della contaminazione poiché ricorda che l'invasione in quella zona di musulmani fece salire la popolazione.
Le contaminazioni sono utili: è questo che sostiene Giorello ricordando cosa successe alla matematica quando si rinnovò con l'algebra e la geometria. La logica matematica è un esempio di contaminazione, è quella che ci ha portato alla realtà virtuale. Giorello poi affronta la scienza psicoanalitica e la sua resistenza alla contaminazione: «Si ritiene che la contaminazione apporti alla psicoanalisi un riduzionismo; la neurobiologia o la neurofisica sembrano ridurre la portata del sapere psicoanalitico ma la scienza chimica ha dimostrato come la riduzione, la traduzione, l'abbia arricchita. Non bisogna avere paura del riduzionismo. Ben venga anch'esso».

Risponderà e concluderà, l'interessantissimo dibattito, Lorena Preta ricordando che la psicoanalisi è nata dalle contaminazioni di scienze mediche con la letteratura, con l'arte e la mitologia. Anzi con il mito di Edipo si è conosciuto il paradigma dello sviluppo psicologico dell'umanità.

Per Preta si comprende come la neurologia e la biologia hanno iniziato un percorso che porterà grandissimi contributi, ma bisogna riconoscere che la psicoanalisi come scienza, come 'disciplina' che contatta senza pensare di governare o definire l'inconscio, è ancora il solo mezzo, tramite quello che chiamiamo erotismo, cerca di unire e mischiare le cose.


lunedì, novembre 01, 2004

Gary Marcus e una speranza


Non è che mi dispiaccia ma alla conferenza di Gary Marcus, che presentava il suo lavoro, «La nascita della mente», scopro che non avrò mai un clone.
Evviva! Nell’esposizione del suo trattato di genetica, biologica e comportamentale, in una diapositiva appare la pecora Dolly, la famosa pecora clonata, e Gary Marcus in persona ci dice che viene meglio clonare una carota nell’orto.
Il perché è presto detto; noi siamo frutto del lavoro di soli 25.000 geni ma anche dell’ambiente, dagli stimoli ricevuti da quest’ultimo, e da una serie di If–Se e Then-Allora che in un percorso ad ostacoli portano tutti e sempre a risultati diversi. Si, mi pare di aver capito che per arrivare a costruire la nostra mente, c’è un lavoro di tipo binario, così come funziona il nostro personal computer, per cui basta una piccolissima variazione, una infinitesimale modificazione anche ambientale e toh, il gioco di avere un individuo unico, irriproducibile e diverso quali noi siamo, è fatto. Un po’ come quel battito d’ali che diventa un uragano da qualche altra parte del mondo. E’ così un altro gioco della meccanica quantistica? Uno scherzo? Chissà. La legge della relatività rimane in fondo ancora quella che ci spiega meglio.
Evviva, i 25.000 geni determinano lo sviluppo delle proteine e hanno l’incredibile potere di darci l’aspetto fisiologico, ma il comportamento è sviluppato dai neuroni e dagli aspetti adattativi del genoma, che bisogna ricordare è simile a quello dello scimpanzè. Ecco allora che questo continuo lavoro in progress dei geni, porta ai geni (intesi come uomini superintelligenti) e ad ignoranti (come potrebbe essere il sottoscritto).
Ma non dobbiamo disperare poiché l’ambiente ha una bella responsabilità. Oltre ai IF- Se e agli Then’s-Allora ci sono, come in un programma software, le sub-routine, gli algoritmi che costruiscono con i geni, un essere con un occhio o un orecchio in più ma quanto più intelligente sia non si saprebbe. Il nostro cervello allora registra tutto: suoni, temperature, emozioni, paura e amore.
Esperienza e organizzazione danno al cervello il ruolo di centro del pensiero e i geni poi cablano e ricablano…in certa maniera questa conferenza si ricollega a quella su Cervello e Linguaggio; infatti è ancora la parola ed il suo uso ad avere un ruolo importante.
Alla fine, qui nell’aula polivalente di San Salvatore, dal pubblico viene fatta una bella domanda: La Cultura modifica i geni? La risposta di Marcus è interessantissima: i geni non cambiano nel tempo, ma cambiano come si esprimono all’interno dell’organismo modificandone alcuni aspetti della specie. La cultura non cambia il gene ma il loro lavoro. Esempio: per chi sa pensare brillantemente può succedere, con la legge del miglior adattamento, di sopravvivere più a lungo.
Evviva! Riusciremo a sconvolgere l’attuale natura e accadrà che i cretini muoiano prima? Fantastica prospettiva genica.
Ora Gary Marcus giovanissimo studioso americano può ritornare nel suo paese per votare il presidente degli States. Noi restiamo qui con un po’ di speranza…