sabato, agosto 30, 2003

PROMEMORIA


Ho terminato di leggere il libro di Corrado Stajano: "Promemoria. Uno straniero in patria tra Campo dè Fiori e Palazzo Madama. Il libro ci racconta l'esperienza dell'autore da senatore, nella XII legislatura: soprattutto l'anno 1994, quello dell'inizio dell'era Berlusconi.
Nelle pagine finali Stajano si chiede che cosa abbia importanza in politica e riflette: "Non la capacità di fare, di portare a compimento un progetto, di coinvolgere gli altri in un'azione socialmente utile. La politica, così come viene intesa, è un dono metafisico staccato dalle miserie del mondo. La qualità non pesa. Ne nasce una ipervalutazione di alcuni e la sottovalutazione di altri che dovrebbero avere responsabilità più alte". Questo è vero soprattutto all'interno delle strutture di partito e allora ancora una volta la politica, quella funzione che dovrebbe aiutarci a risolvere i problemi di convivenza in un quadro di civiltà e cultura in evoluzione, diventa un esercizio di potere e appagamento di ambizioni personali al di là delle proprie reali capacità.
Oggi, a distanza di circa 10 anni, la politica continua il balletto degli interessi partitici e personali. Un segnale di cambiamento potrebbe essere la proposta di Prodi, e accolta dalla sinistra, per un nuovo soggetto politico dove fare emergere gli interessi della società. Io spero sia un successo: potrebbe anche essere un momento di svolta per dare slancio ad un nuovo modo per fare e intendere la politica.

mercoledì, agosto 27, 2003

VALORI CRISTIANI


Si parla molto dei valori cristiani, da inserire nell'atto costitutivo dell'unione europea, come elementi fondanti. Non ci sarebbe nessun problema a scriverli, non ci sarebbe opposizione a riconoscerli, salvo poi considerare la storia di questo continente come generatore in antitesi del male più sconvolgente dell'umanità: l'olocausto.
Nel nome di Cristo e della sua croce si sono commesse molte nefandezze e, nonostante i riconoscimenti papali, ancora se ne commettono. Si tratterebbe allora di inserire nel nome di quei valori fondanti, non solo di una nazione, di un continente, di una filosofia, di una religione, ma dell'essenza dell'uomo stesso comportamenti e leggi conseguenti. Esempio il ripudio della guerra, la scelta di stare con i poveri, gli emarginati e gli ultimi: difenderne i diritti e costruire condizioni per l'emancipazione, quindi intendere l'impresa come motore di crescita sociale e non finanziaria; promuovere l'accesso gratuito all'istruzione e ai mezzi di comunicazione…Si potrebbe continuare ancora. Certo è che per quei valori il cammino è ancora lungo e per questo continente, denominato anche vecchio, il cosiddetto progresso con l'avvicinamento al Dio cristiano è non solo lontano ma perso. Ha senso allora storicizzare in un nome "cristiano" un altro possibile fallimento?

lunedì, agosto 25, 2003

CUCINA TRASH


L'altra sera alla festa dell'Unità, un compagno si è prestato a fare un piatto di spaghetti per i volontari impegnati nel ristorante La Grigliata che aveva esaurito tutto in cucina. Questo piatto mi ha fatto pensare ad un tipo di cucina di menù, da nouvelle cuisine, nascosta ma praticata molto. Si può chiamare cucina trash o da cantiere, è la cucina che prepara piatti improvvisati durante la pausa pranzo degli operai addetti a lavori pesanti.
L'occorrente per questa cucina è un fornelletto ad alcool, ma alla bisogna va bene qualunque cosa infiammabile da accendere sotto ad una pentola d'alluminio buggerata e mancante di solito di una maniglia di bronzo. Altro arnese di questa batteria utile a cuocere, è una grossa padella nera con varie deformazioni ed una strisciata di colore cangiante quale ricordo di una scaldata di fiamma ossidrica o acetilene di un giorno lontano, fatta per scaldare qualche avanzo per "cuccureddu", carpentiere sardo e tifoso juventino.
I piatti tipici di questa dieta underground sono pochi e semplici: spaghetti aglio, olio e peeroncino; pasta ai quattro formaggi: gorgonzola, gorgonzola, gorgonzola con una punta di pecorino sardo, sostanzialmente solo due ingredienti più il peperoncino; tonno, fagioli (in scatola anch'essi), uova sode, cipolline e ancora peperoncino. Quest'ultimo è un piatto freddo che si accompagna con il panino con mortadella e sottilletta di formaggio senza nome, anche qui due o tre tocchetti di peperoncino rosso non mancano.
La composizione di questa dieta è il sapore forte, strong per dirlo in uno slang che originariamente è sardo-calabrese.
Il peperoncino è dunque l'elemento base, il "fil rouge" piccante che uniforma gli avventori trasformandoli il tanti "grisù (draghetto sputafuoco) umani.
Buon appetito. Mi sarebbe gradito conoscere altre ricette di questa formidabile ricca cucina proletaria. Scrivetemi.

sabato, agosto 23, 2003

LEGGI COSTITUZIONALI


Cosa ci stanno preparando i "saggi" riuniti in Cadore a Lorenzago? Si dice un super quadro normativo cui adeguare le nuove leggi e istituzioni; una nuova "magna carta" per tutti i cittadini italiani…Ammazzate oh! Così mi viene da pensare di fronte poi alla statura intellettual-culturale dei "saggi": Calderoli, D'Onofrio, Brancher, Nania più Bossi e Tremonti. Io ci aggiungerei C'è, Borghezio, Schifani e Bondi, chissà cosa ne scaturirebbe; forse una semplice legge che dice: ognuno faccia quello che vuole ma chi comanda deve avere tre televisioni, alcuni giornali, una casa editrice e qualche finanziaria; che sia poi basso e pelato potrà essere un optional (esiste la chirurgia estetica per diventarlo).
Il nuovo regime ci sta così preparando a maggioranza parlamentare (non del paese) una legge principe e lo fa riunendo in un paesino a 880 metri sul livello del mare alcuni personaggi politici; ma viste le premesse non c'è da preoccuparsi più di tanto: quando scenderanno a livello del mare si ricrederanno. Qui c'è un calore di passioni e voglia di partecipare anche affrontando i marosi che non gli lascerà scampo. Ai cosiddetti saggi.


venerdì, agosto 22, 2003

FESTA DELL'UNITA'




Da questa sera, 22 Agsto, sarò apprendista cameriere alla festa dell'Unità genovese. Partecipo come volontario dando una mano al ristorante "La Grigliata". A tale proposito se qualche blogger leggesse e passasse dalla festa si faccia riconoscere…Io sono quello che ha messo la faccia qui a fianco.
E' ormai da molti anni che partecipo a questo appuntamento che per Genova è anche un momento di divertimento e importante evento culturale. Dico questo al mio blog che forse trascurerò o forse invece incalzerò di nuovi messaggi, sollecitati da immancabili incontri e occasioni di discussione che tutti gli anni rappresenta la festa per me. Allora a risentirci presto e "buona festa a tutti". Per questo ho inviato al SecoloXIX questo pezzo:

Quest'anno la festa dell'Unità genovese è veramente un ricco appuntamento culturale; degno assaggio per il prossimo anno quando ci sarà la festa nazionale mancante dal 1989, in concomitanza con Genova 2004, Capitale Europea della Cultura.
Allora diamo un benvenuto alla festa che ci farà discutere, divertire, ascoltare buona musica, gustare piatti tipici e vedere momenti di bel cinema legato al lavoro. Era da tempo che il cinema alla festa non aveva spazio e questo lo considero un gradito ritorno.
Con due dibattiti al giorno, alle 18 e alle 21, la festa toccherà poi tutti gli argomenti politici del nostro stare insieme: lavoro, città, pace, tasse, leggi, istituzioni e democrazia. Gli interventi dei massimi esperti, sulle diverse questioni affrontate saranno numerosissimi, quindi un momento anche per incalzarli e farli rispondere alle nostre domande, alle nostre aspettative sempre per l'aria; alle nostre passioni che ci sorreggono nonostante tutto, alla nostra voglia di esserci ancora.
Poi ci sarà anche il modo di essere protagonisti anche soltanto come apprendisti camerieri, volontari sguatteri per un giorno: ossia il dare una mano per la riuscita di tutto. Perché in fondo il segreto di questa grande festa è tutto qui, sapere partecipare.

martedì, agosto 19, 2003

IL MONDO DEL CALCIO


Il mondo del calcio è per me la faccia di questa "nuova" classe dirigente che vuole cambiare l'Italia. E' il nuovo o forse vecchio modo di intendere il potere, di gestirlo, inseguirlo; è il modo di trovare con pacchi di soldi riconoscimenti personali, alle ambizioni spesso frustrate da malesseri esistenziali più grandi.
Per questo stiamo assistendo al caos che investe ogni cosa.
I nuovi personaggi che dirigono le istituzioni calcistiche sono in verità tanto distanti dallo spirito sportivo, quanto più vicini agli interessi corporativi, di bottega e personali. Dico "nuovi", virgolettato, poiché come si fa a chiamare nuovi Mattarese, Carraro e lo stesso Galliani? Sono tutti di una stessa combriccola forzaitaliota, che non a caso fa capo ad un presidente che è sceso in "campo" soprattutto per difendere i suoi interessi privati.
Si parla tanto di riforme pensionistiche, per questi ci sarebbe bisogno di un pensionamento senza versargli alcun tfr (trattamento fine rapporto): se lo sono già preso. Attorno a questi ultimi ruota poi un manipolo di nuovi ricchi che sulle orme del "cavaliere" assaltano fortini di pseudo rispettabilità al suono di acquisti incauti di calciatori e allenatori. D'altronde è lo spirito agonistico che anima il mercato capitalista. Ma è un capitale falsato da truffe, falsi in bilancio e non sorretto da nessuna moralità. Non servono quindi decreti per fare iniziare i giochi; quei giochi che, sosteneva Freud, essere molto seri. Serissimi.

lunedì, agosto 18, 2003

EVVIVA IL BOOKCROSSING


Oggi devo ringraziare Daniela Carucci che con un bell'articolo su mentelocale.it, mi ha fatto conoscere la realtà del Bookcrossing. Per Genova sarà un gradito avvenimento; trovare un libro etichettato con la dicitura: "Ciao, bentrovato. Io sono un libro molto speciale: non mi piace stare chiuso in una libreria. Desidero essere letto e poi lasciato libero, perché altre persone possano leggermi…", sarà fantastico. I potenziali lettori "aggratis" ci sono tutti, bisognerà trovare a Genova gli etichettattori, i booklanciatori. Bisogna però ringraziare Mentelocale cafè poiché ha messo a disposizione uno spazio per favorire questa pratica e conoscenza. Io certamente, un qualche martedì primo del mese, passerò di lì con qualche libro pronto ad essere liberato: penso che questo sia un atto d'amore per la cultura e per il prossimo. Brava Daniela e nuovamente grazie.

domenica, agosto 17, 2003

PARLARNE ANCORA CON MODERAZIONE


Vorrei riuscire a non parlare più di Berlusconi; bisognerebbe anche ignorarlo, non vederlo più, non sentirlo né parlare né cantare. Occorrerebbe forse andare all'estero ma io vedo che anche lì non c'è tregua: se ne parla e scrive. Proserpina me lo conferma: Berlusconi è diventato il sinonimo dell'italianità caciarona, improvvisatrice e soprattutto barzellettiera; infatti dopo il suo nome ecco sentire: ah ah ah. Cosa fare? Evitare tv e giornali? Evitare partiti, piazze e bar? Chiudersi in convento di clausura? Andare in Patagonia o su qualche isola deserta della Polinesia? Forse basterebbe far finta di niente, continuare a vivere come se non ci fosse. "Berlusconi chi? Forse si riferisce al signor Sarchiapone?". Questa potrebbe essere una risposta. E se qualcuno insiste: "Berlusconi il presidente, il magnate, il cavaliere…". "Ecco, non lo conosco, non frequento certe compagnie, la mia educazione e buon gusto me lo impedisce"…
Purtroppo non ce la farò: milioni di italiani l'hanno scelto anche per me; è la democrazia che m'impone l'inguardabile: per me una specie di "puzzone ignorante", ma tant'è devo accettare le regole della maggioranza che vince e per un tot di tempo ci prova a farmi contento…Ci prova con tutto ed io mi incazzo invece sempre di più. Calma è solo questione di tempo e poi di Andreotti c'è n'è stato uno solo perché c'era la DC che sopravviveva a tutto, ora Forza Italia vivrà in proporzione solo il tempo di una partita allo stadio con i supplementari, seppur appena nata ha già quasi settant'anni, l'età del capo. Fra poco ci sarà il fischio di chiusura. Allora coraggio parliamone con moderazione e un po' di rispetto come si addice alle persone anziane. Fra poco non lo vedremo più.

venerdì, agosto 15, 2003

La Meglio Gioventu'


In questi giorni ferragostani, ho visto il film di Marco Tullio Giordana: "La meglio gioventù"- prima e seconda parte- e devo dire che mi è piaciuto molto. Il film è il lungo racconto della storia di due fratelli, attraverso varie vicissitudini delle cronache italiane che vanno dagli anni '60 ad oggi. In pratica da "A chi…" a "A chi…". Per dire niente, sembra...Eppure c'è tutto. Per dire tanto: dei sentimenti, degli ideali, delle paure e del coraggio, delle conquiste e delle rinunce. Per dire con semplicità di noi. Tutti. Innanzi tutto c'è la bravura degli interpreti; considero Luigi Lo Cascio un Dustin Hoffman e Alessio Boni un Brad Pitt italiani. Per non parlare dell'interpretazione di Jasmine Trinca e Maya Sansa, bravissime. Sarebbe un torto però dimenticare gli altri: Adriana Asti ecc. Poi dico cronache invece di storia poiché il film non vuole raccontare la storia attraverso la cronaca familiare più minuta; per me è l'opposto è la storia familiare che in questo caso si circonda della cronaca pubblica: una storia minore che più di ogni altro avvenimento ci fa riconoscere, il resto è sfondo, contesto, invasione, occasione o combinazione.
Questo è un film che senza retorica recupera memoria, racconto e vita da conoscere con il sentimento di farci ritrovare un'umanità sempre pronta a ricominciare. In autunno il film si potrà vedere sulle reti Rai a puntate: mi auguro che se ne parli ed io spero sia un successo.

lunedì, agosto 11, 2003

MEGASTORE


I Megastore, i grandi centri commerciali, sono il paradiso del rito dell'acquisto dove si può dare sfogo all'irrefrenabile piacere di comprare le cose più strabilianti e inutili.
Se si guardasse la fauna dei megastore con gli occhi di un entomologo, si noterebbero delle alterazioni della specie. Capiterebbe anche di assistere a questi dialoghi:
- Scusi avete autoradio per auto?
- Sono nello scaffale in fondo a destra...Dove ci sono i televisori a 18 cavalli con tubi cattolici.
- Volevo dire con la placenta...
- Quelle non sono ancora arrivate. Ce ne sono d'altri tipi: stereo o con l'aids elle.
- Avete Stereo? Non Sony?
- Scusi avete anche i telefonini vegetali a GPL con fibrillazione?
- Lei parla di quelli cromati?
- Il mio è guasto: è saltato il fusillo a 5 volts...
- Scusi c'è scritto SCART, è uno scarto?
- No, vuol dire che ha una presa apposita.
- Ah, per vedere la candid- camera?
- No, serve per il videoregistratore.
- Ho capito, quello per impressionare le cassette.
- Posso pagare con il Bancomarket o con le dilatazioni?
Dialoghi da marziani? La constatazione è che aumentano i prodotti, aumenta la tecnologia, regredisce il lessico, la comunicazione. Nei megastore, nei nonluoghi, negli spazi fisici indefiniti, ci alieniamo in nome di una funzionalità: diventiamo inconsapevoli consumatori. Forse dei nuovi analfabeti.

venerdì, agosto 08, 2003

Parlerò d'amore

Per non rimanere chiuso nelle morse di una politica che vorrebbe scrivere la storia e invece racconta il suo malessere, parlerò d'amore.
Sì, perché l'amore fa la storia e la nostra storia è soprattutto amore.
E' per l'incontro di due individui che noi esistiamo ed è per questi due che poi abbiamo imparato una lingua e a trasmettere un sapere che è qualcosa di più che imitazione, conoscenza, esperienza o studio, è amore.
E' per l'amore che esistono madri, padri e figli, che vivono persone tra le più varie e per questo che continuiamo la nostra storia. Tutto nasce da un magico incontro, da sorrisi e lacrime, dalla tenerezza di abbracci e coccole, dallo scambiarsi emozioni dolcissime tenendoci per mano.
E' così che tutto continua, e se qualche volta si perde la strada, ci si dimentica o non ci si riconosce più; se succede che finisce l'amore tra due persone, tra una coppia, non è che l'amore cessa d'esistere. L'amore si trasforma e ci cambia: ci vuole pronti ad iniziare sempre la vita e non a trascinarla nel rancore e nel ricordo di ciò che era…
Ecco parlerò d'amore, di quell'amore che c'è nella mia vita e lo vivrò ancora se ne parlerò…Parlerò dell'amore che ancora ci sarà.

giovedì, agosto 07, 2003


Filosofia del bagnasciuga


L'estate è iniziata. Arriva al mare con palletta, secchiello, formine, braccioli, squalo di gomma, Big Jim, pistola ad acqua, pallone e disgraziatamente con la mamma e il papà: è il bimbo da spiaggia che fa l'animazione. L'urlo di gioia del bambino è però soffocato dai genitori. "Attento Paolino, vieni qui!". "Non bagnarti!; "Attento a non buttare la sabbia al signore"; "Non muoverti"; "Te lo dico per l'ultima volta. Guarda che andiamo via!". Magari, pensano tutti gli avventori appostati nelle vicinanze. "Guarda qui, guarda che bello, c'è il secchiello, ora ti prendo l'acqua"; "Guarda quel bimbo che bravo!". Questo è il papà un po’ più conciliante, diplomatico. Intanto il bimbo è smarrito nei suoi pensieri, tra i corpi nudi e immobili e dalla sua principale attrazione: il bagnasciuga.
Il bagnasciuga è misteriosamente il posto più ambito; è il più affollato e la conquista sta nel mettere i piedi a bagno. Chissà, penso, forse proprio qui lo scimmione nostro antenato, scendendo dall'albero si fermò verso sera a guardare la luna e le stelle. Questo limite tra terra e mare deve essere il luogo della nascita. Eravamo anfibi, foche, leoni marini, poi le pinne per alcuni diventarono ali e per noi braccia con all'estremità la radice delle mani. Radice degli u-mani. Sicché l'anello mancante tra lo scimmione e l'uomo siamo noi, sono i bambini che vogliono tornare a mirare il mare-madre…ma non quella che continua a gridare: "Paolino, vieni via di lì".
(scritto pubblicatomi da Il SecoloXIX qualche anno fa, ma oggi con il blog l'ho riscoperto)

lunedì, agosto 04, 2003


Caro Indro


Caro Indro, lo abbiamo provato o meglio lo stiamo provando secondo il tuo consiglio: per levarcelo d'attorno, basta metterlo alla prova. Infatti, il megalomane, continua a parlare di miracoli ed i suoi alleati sono dei ragazzi che hanno bisogno di sfogarsi un po’, mentre lui lavora come un tedesco tipo kapò, forse anche comunista, ma sicuramente più vicino a Milano che a Roma restata sempre ladrona; come sostiene il compagno di cene del lunedì, rubate all'amore con la Bartolini proprietaria di un Foglio fiancheggiatore con un Giornale cognato, (te lo ricordi?) unici esempi di stampa non in mano alla sinistra giustizialista, collusa con una magistratura diventata un cancro da estirpare e quindi prima riforma da fare, dopo quella della scuola già fatta, e dopo alcune leggi tipo depenalizzazione del falso in bilancio, rogatorie internazionali e lodo schifani per garantirsi l'impunità.
Ora in ballo c'è anche la riforma dell'informazione televisiva, che come si sa' gira intorno ai soldi della pubblicità che resterà in mano salda a Pubblitalia, cioè a lui, per un po' di anni in attesa di comprarsi poi quello che resta e avanza alla faccia di tutti.
Gli italiani forse iniziano a prendere le distanze dall'imbonitore e a comprendere che non sempre il più ricco e il più furbo, è anche il più bravo.
Scusa Indro, ma non sarà che gli italiani siano solo quelli di Fucecchio?

domenica, agosto 03, 2003

Odio per Castelli


Il ministro della Giustizia, sostiene che c'è troppo odio: "Si prepara un autunno bestiale... In Senato ho visto l’odio negli sguardi di Brutti e Calvi, ho ritrovato questo livore negli articoli di Giorgio Bocca". Lo dice un appartenente alla Lega che fa il diavolo a quattro contro un indultino, che rifiuta di firmare domande di grazia. Lo dice un compagno di partito di Gentilini, di Borghezio, quello che usa epiteti crudeli contro gli islamici; lo stesso partito pronto a sparare sulle navi dei clandestini e fare la devolution con i "fuciletti". Lui il ministro che è stato definito saggio per la giustizia da Berlusconi, ma non sa interpretare la sua legge; lui che sostiene di essere per il dialogo civile con la magistratura milanese e gli invia ispettori a raffica, accusandoli di tutto. Lui dice che c'è odio. Lui che fa l'ironico con il suo viceministro Vietti: mai visto i democristiani dimettersi, e trova la giusta controreplica: neanche i leghisti; come pensa che reagisca l'opposizione? Come minimo lo attacca contestandolo in maniera ferma e decisa.
Ma non c'è a parer mio odio, c'è semmai mancanza di carità, c'è crisi morale, c'è incongruenza tra il dire e il fare e così tutto diventa sproporzionato. C'è nel frattempo un'aspirazione incondizionata alla sicurezza, alla difesa dei potenti, all'uso della forza con chi la dura la vince, mostra una forza che "al bene anela e sempre il male crea". Ecco cosa c'è. Ci sono i padroni, ci sono gli impuniti potenti, c'è una legge che non è uguale per tutti…altro che odio.

sabato, agosto 02, 2003

Buone vacanze...per chi parte



Con agosto l'italiano tradizionale scende in ferie e sale sul pattino; prende l'auto e fa la coda per un posto qualunque che lo porti fuori: fuori dalle sue abitudini.
In agosto si sa finisce l'anno perché a settembre tutto ricomincia: le sceneggiate della tv e della politica; le comiche di Berlusconi con il suo teatrino. Poi inizia la scuola, riaprono le fabbriche con la produzione che cerca di ripartire mentre va sempre più giù…Ma prima di andare in ferie l'italiano si deve sorbire le ultime barzellette, tipo i miracoli del governo annunciati dal premier o le sue smentite controsmentite dal mentitore stesso; insomma ci vediamo a settembre ma io non smonto: il blog è sempre aperto e soprattutto UBW continua a riallacciare fili e a tessere la trama della notizia che diventa la piccola cronaca di una storia grande.
Molto grande. (A proposito grazie a Pino Scaccia per i suoi ultimi invii). La nostra storia che, a scapito del presidente del consiglio che continua a lavorare per noi, è fatta da allegri fannulloni, affabili conversatori bevitori, appagati oziosi, divertiti nuotatori, giocatori di biliardo e scopone che se ne fregano delle sue tv, guidatori beati che invitano alla calma e soprattutto persone, tanto intente a curarsi l'anima, che non si sentono distratti dalla furia di certe affermazioni. Se lo guardiamo in prospettiva e un po’ da lontano, il mondo è bello e continua ad esserlo malgrado loro (quelli che si credono i padroni). Allora per chi parte buone vacanze.