martedì, dicembre 22, 2009

I dieci comandamenti

I dieci comandamenti dettati da quel Dio vendicativo, crudele e guerrafondaio del Vecchio Testamento possono essere tranquillamente aggiornati e riformulati per questo terzo millennio.
Ricordiamo che quel Dio invisibile, che ragiona come un uomo severo e autoritario, se si infrange anche solo uno di quei dieci comandamenti ci manda a soffrire e bruciare nelle fiamme dell'inferno per i secoli dei secoli...senza dimenticare che lui ci ama. Per questo motivo ho pensato a comandamenti che superino la fede in un Dio, in qualunque modo si chiami (Javhet, Cristo o Allah), e siano utili a tutti. Io li ho individuati in questa maniera:
1)Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.
2)Non danneggiare nessuno e tratta tutti gli esseri viventi con onestà e rispetto.
3)Non tollerare il male, non sottrarti alla Giustizia e sii pronto a perdonare le offese ogniqualvolta che chi le ha recate sia sinceramente pentito.
4)Vivi ogni giorno, ogni istante con gioia e meraviglia cercando sempre di imparare qualcosa.
5)Sottoponi le tue idee a verifica, non censurare e respingere a priori le idee diverse dalle tue, rispettando sempre gli altri a dissentire.
6)Forma le tue opinioni non lasciandoti trascinare dagli altri. Metti tutto in discussione.
7)Godi della vita sessuale senza danneggiare nessuno e lascia che gli altri godano della loro propria, quali che siano le loro inclinazioni.
8)Non discriminare nessuno.
9)Insegna ai figli a pensare liberamente con la loro testa.
10) Rispetta l'ambiente dove vivi, non inquinare e pensa ad un futuro più lungo della tua vita.
Che ne dite? Forse potrebbero essere un elemento di evoluzione. Intanto io cerco di rispettare questi.

martedì, dicembre 01, 2009

Chi siamo?

Chi siamo veramente? Da un punto di vista fisico siamo frutto di una mitosi: un processo di 50 o 60 suddivisioni cellulari, attraverso 5 fasi, con cui cresciamo, aumentiamo e cambiamo nel corso della vita da quell'ovulo che eravamo.
La mitosi è un processo complicato e ancora poco conosciuto a livello molecolare. È di vitale importanza che le cellule si dividano in modo corretto, perché un errore in questa fase può favorire i tumori, portare alla sterilità e causare ritardi mentali.
Un'altra cosa interessante è che la parola mitosi ha un riferimento onomatopeico e deriva dal greco mitos, che indica 'filo', nome dovuto all'aspetto filiforme dei cromosomi durante la metafase, ma il mito è anche quello che ci accompagna dalla nascita del pensiero. Per Maria Zambrano ogni nostra azione non può prescindere dal mito. Ora scopriamo che anche la nostra crescita fisica ha nel mito un riferimento.
Nella mitosi avviene uno sdoppiamento dei cromosomi con un processo straordinario e molto complicato che genera cellule figlie identiche della madre. Poi abbiamo i 'salti quantici' ossia variazioni misurabili solo con la meccanica quantistica. Poi entriamo in gioco noi: noi esseri specchianti; osservatori osservati. Per antonomasia noi siamo il riflesso di una intelligenza che si riflette nelle sue parole, idee e pensieri per cui la coscienza è scienza del sé. Lo stesso procedimento della mitosi è lo specchiarsi cellulare, un riprodursi identico che genera nuova identità.
La riflessione è un esercizio del pensare che ci permette di guardare dall'esterno ciò che avviene all'interno. Tutto in fondo si riflette, rimbalza, ripercorre, attraversa e quello specchio concavo del cielo stellato entra in noi rivelandoci di che materia siamo fatti: polvere di stelle.
Pensiamo ad esempio quante cose ci avvolgono, legano, ingarbugliano; quale incredibile matassa di fili invisibili ci circonda: le onde elettromagnetiche, i campi radio, le cellule di telefonia mobile, le immagini criptate di segni luminosi, i suoni ultra e infrarossi, flussi di segnali bip e bit…
Ecco noi siamo questo: polvere di stelle che si auto-osserva.
* Pubblicato sulla mia pagina nel sito di David Racah

mercoledì, novembre 25, 2009

Illegalità e potere

In Italia quando l'avviso di reato colpisce un politico si studia subito una legge per derubricare il reato o non considerarlo più tale. Falso in bilancio? Non è più reato. Reato di corruzione? Prescrizione per quella semplice sempre garantita. Concussione? Spirito affaristico di nessuna importanza...quando la esercitano i politici, poiché per loro la Giustizia non è più giusta se tocca loro. Bancarotta fraudolenta? Non è più reato. I defraudati poi chi sono? Ora si sta pensando di cancellare il concorso di mafia. Dell'Utri, Cuffaro, Berlusconi...insomma, ma chi sono i mafiosi? La devastazione del concetto di Giustizia continua. In fondo poi in galera ci vanno sempre i miserabili; coloro che non hanno soldi abbastanza per arrivare alla prescrizione o il potere di cancellare i reati. Ora con l'istituzione del processo breve forse avremo la prescrizione anche per i poveracci, in barba anche alla 'certezza della pena' che dovrebbe accompagnare sempre il concetto di Giustizia.
I veri reati rimangono quelli di clandestinità (illegalità riservata agli stranieri); masterizzare un cd; consumare droga...se poi sono i politici, anche qui un velo pietoso sopra.
Certo è che per arrestare questo andamento sarebbe necessaria una battaglia nutrita di un alimento etico-politico e da un adeguato sostegno dello spirito pubblico. In realtà scopriamo che l'illegalità diffusa è prima di tutto l'illegalità degli italiani in generale. Un modus vivendi che giustifica tutto e trova negli interessi di parte la sua applicazione comportamentale. Così l'Italia resta il paese del G8 a maggior tasso di delinquenza e il minor tasso di legalità.

mercoledì, novembre 18, 2009

Crisi e lavoro

Yamaha -Valentino aiutaci tu-, Alfa Romeo di Arese -Alta tensione a Milano: oggi la Fiat potrebbe decidere la fine dell’Alfa Roneo di Arese- e il gruppo Omega, con in testa i licenziati di Agile-Eutelia, -improvvisato sit-in sotto Palazzo Chigi per chiedere chiedere garanzia al governo- sono le tre notizie che di seguito aprono le notizie sul quotidiano L'Unità di oggi 18 novembre 2009.
Il lavoro è sempre al centro della crisi e questi tre casi sono emblematici dello stato generale che attraversa tutta l'occupazione italiana. Qui non ci sono solo aziende che hanno perso commesse o sono in crisi, ma c'è anche la volontà della aziende di speculare per questioni finanziarie, traslocando lavorazioni o cedendo rami della produzione.
Un'altra notizia avverte che sono diminuiti i morti e gli incidenti sul lavoro anche per l'aumento della disoccupazione. Ci sono sempre meno occupati.
E' certo che la crisi che viviamo non finirà certo con qualche punto percentuale positivo di PIL, ma si avrà quando inizierà un nuovo modo di creare occupazione con l'attenzione per quei beni durevoli e importanti che non sono misurabili con il PIL (il Prodotto Interno Lordo).
I cosiddetti consumi creati ad arte e di per sé artificiosi finiscono per impoverire anziché arricchire la società. Oggi si parla anche di privatizzazione dell'acqua aprendo alle società private le aziende che gestiscono gli acquedotti pubblici. Un altro segnale dell'incapacità del mondo politico di governare i beni pubblici. Sembra che in Italia si trovino oggi gli alfieri delle politiche di Margaret Thatcher, mentre nel mondo si cambia strategia. Il berlusconismo avanza invece di retrocedere. Cosa dovrà succedere affinchè gli elettori rinsaviscano?

giovedì, novembre 12, 2009

Questo processo non s'ha da fare

Questo processo non s'ha da fare, né domani né mai. E i 'bravi' si sono messi subito al lavoro. Ghedini, Pecorella, Alfano e tutta l'armata compatta dei soldati parlamentari sono all'opera per trovare gli escamotages per far sì che il processo Mills non abbia luogo.
Quando un potente, un padrone ordina ecco che i servitori ben renumerati si mettono a disposizione e non serve che si tradiscano i principi generali, le norme etiche e di uso comune; quello che importa è ribadire che l'uomo ricco e potente non è un semplice cittadino è il domino su cui deve girare il mondo.
Quale senso ha l'accelerazione di decreti legge e riscrittura di norme legislative se non quella di fermare la giustizia?
Sarebbe meglio scrivere una postilla che quel tale signore che si chiama 'nome e cognome' non è soggetto alle leggi normali. Questo sarebbe il modo per salvare il diritto uguale per tutti. Se si stabilisse che non vale solo per uno, almeno sappiamo che per tutti gli altri vale. Così quando finirà il passaggio terreno per quel signore tutto ritornerà normale e funzionante.
Diversamente come trovare altri bravi e soldati parlamentari pronti a riscrivere in pochi giorni tutto in termini diversi? Uguali a quelli già esistenti?

domenica, novembre 08, 2009

Aggiornamenti lenti

Il blog lo sto aggiornando con ritmi lenti. Questo non è buona cosa per i lettori e per ottenere visitatori. Si sa' che gli internauti se non trovano post recenti poi ti abbandonano. Pazienza. Cercherò di recuperare i contatti persi in seguito. Non è che i visitatori siano molti. Il 'contatore' qui a fianco segna quanti sono stati a visitare il sito e giornalmente risultano davvero pochi. Non fa niente. Si scrive principalmente per se' e se poi si riesce a condividere emozioni, opinioni, stati d'animo va sempre bene.
Nel frattempo continuo a scrivere su mentelocale.it; su Agendacomunicazione.it e ora anche sul sito web di David Racah:
www.lotustraining.org
Bene. Se passate di qui cliccate sopra gli indirizzi segnalati.

sabato, ottobre 31, 2009

Siamo alla farsa

Bella faccia tosta dire che se anche condannato rimarrà al suo posto per difendere la democrazia e lo stato di diritto. Farebbe l'opposto di quello che si dovrebbe in uno stato di diritto sovvertendone il senso. Purtroppo stiamo assistendo al teatro dell'assurdo. Una persona si erge a paladino del diritto e della democrazia assumendo l'intoccabilità e il ruolo di monarca assoluto.
E' chiaro che chi parla non ha chiaro il concetto di democrazia e Stato di Diritto. Una questione personale è diventata con l'esercizio del potere un questione simbolica di autarchia. Tutto viene riferito al Capo, al Condottiero, a colui che regge le sorti del destino di un popolo intero.
In una Europa unita questa posizione assume il carattere della farsa.

mercoledì, ottobre 07, 2009

Bocciato il Lodo Alfano

Bella notizia stasera riguardo alla libertà, che deriva dall'uguaglianza dei diritti di tutti i cittadini. La notizia è che è stata respinta una legge che bloccava i processi per alcune cariche dello Stato. Ma perchè Berlusconi si scalda tanto contro la bocciatura del cosiddetto Lodo Alfano? Ho sentito il suo ministro Bondi dire che questa legge non è stata fatta per Berlusconi, ma è una garanzia per le prime 4 cariche dello Stato e allora? Forse che Bondi non sapeva dei processi di Berlusconi? Perchè è stata fatta in un mese e mezzo, a tempo di record?
Ma perchè Berlusconi tuona contro la Corte Costituzionale? E le altre tre cariche istituzionali comprese nella salvaguardia giudiziaria perchè stanno zitte? Ma occupare uno di quei 4 ruoli istituzionali non è mica una prescrizione medica. Uno sta fermo un giro, poi fatti i processi se è assolto ritorna. Che scandalo c'è?
Un altro aspetto da considerare è che nessuna di quelle cariche -indicate dal Lodo Alfano- è investita direttamente dal voto popolare. Non siamo in una Repubblica presidenziale e il Presidente del Consiglio viene indicato dalla coalizione dei partiti vincitori delle elezioni. Questi potrebbero indicare anche un altro candidato premier in caso di impossibilità da quello indicato prima. Tanto rumore per nulla. Non sarà allora il casino di un regime che non riesce a radicarsi come pensava?

lunedì, settembre 14, 2009

Cosa leggeremo fra qualche decennio?

Solitamente le analisi storiche si fanno dopo alcuni decenni. Si sa che per inquadrare una cosa occorre un punto di vista ampio e delle coordinate esterne che solo la distanza garantisce. Questo non toglie la possibilità di formulare qualche pensiero sul periodo storico attuale, con l'intuizione e il distacco dal quotidiano che ci sommerge.
Saper leggere i simboli e conoscere le metafore, ci aiuta a osservare questo momento storico come un tipico regime antidemocratico: lo scontro politico, come l'incontro, verte su una singola persona. In Italia pare tutto deciso da una sola mente: un autocrate che è riuscito a condensare il potere economico e politico in lui medesimo. L'uomo più ricco del paese Italia è anche il detentore del maggior potere politico in qualità di Presidente del Consiglio; insieme poi detiene la maggioranza delle fonti di informazione attraverso la proprietà di case editrici e televisioni. La parte di informazione non controllata, ovvero la stampa quotidiana, è messa sotto accusa da lui stesso che è a suo dire il detentore della verità. A suo dire: 'Solo le televisioni dicono la verità, i giornali mistificano le parole', salvo poi precisare che quello ascoltato è sempre stato frainteso...
Parlare di un nuovo fascismo forse è eccessivo, ma certo viviamo in una democrazia limitata, un confronto politico viziato da una tracotanza di poteri sbilanciati, in un contesto dove 'tutto quanto fa spettacolo' e non informazione.
Cosa scriveranno i nostri posteri del periodo che viviamo? Io provo ad immaginarmelo. Ecco leggeremo che questo è stato uno dei periodi più bui della giovane democrazia italiana...sì perchè in sostanza noi siamo una nazione giovane e con i suoi quasi 150 anni di storia non siamo ancora usciti dalla biografia del fascismo.

domenica, agosto 30, 2009

Moralisti e stronzi

Nella guerra al massacro per far vedere chi è più stronzo tra gli stronzi, ecco che non si salva più nessuno. Vittorio Feltri, chiamato a dirigere il quotidiano 'il Giornale' di Berlusconi, accusa i moralisti che fanno la morale a Berlusconi di essere dei falsi moralisti. Uno su tutti è il direttore dell'Avvenire, Dino Boffo; per Feltri è un molestatore sessuale, essendo stato condannato per questo reato dal tribunale di Terni, e per questo non si accettano da lui le prediche. Bene. Come se non sapessimo che c'è una gara a far vedere che gli altri sono tutti più stronzi del capo del governo. La caccia agli stronzi di regime è partita e conoscendo gli italiani chissà dove approderà.
In fondo Vittorio Feltri è stato chiamato a dirigere il Giornale proprio per fare questa guerra: per difendere il grande capo dagli accusatori: tutti più stronzi di lui. Questa è l'Italia oggi. Questa è la classe dirigente e questa è la politica del regime berlusconiano.
Aveva iniziato proprio Berlusconi a mischiare il privato con il politico spedendo a milioni di famiglie il libretto con la sua biografia tutta 'rose e fiori'. L'Italia nel frattempo è sprofondata nel baratro e la sua biografia andrebbe riscritta alla luce di quanto è successo negli ultimi mesi: festini, servitori, conflitti e propaganda.
Questa forse è un'altra morale. Questa è l'amara constatazione di quanto sia stronzo in fondo tutto il popolo italiano, nel dare la fiducia, di volta in volta, ai personaggi più squallidi della sua storia.

venerdì, agosto 28, 2009

Attendo denuncia

''L'Italia è l'unico paese nel quale un giornale viene denunciato perchè fa le domande. speriamo che almeno il presidente voglia dichiarare la sua disponibilità a presentarsi in aula e a rispondere almeno alle domande dei giudici''. Io invito tutti gli organi di informazione, compresi i blog e i socialnetwork come Facebook, a pubblicare le dieci domande 'diffamatorie'.
Ecco le domande:

1) Signor presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia?
2) Nel corso di questa amicizia, quante volte vi siete incontrari e dove?
3) Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia, il padre di Noemi?
4) Perché ha discusso delle candidature europee con Letizia, che non è neanche iscritto al Pdl?
5) Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
6) Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove?
7) Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?
8) E' vero che lei ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo e in politica?
9) Veronica Lario ha detto che lei "frequenta minorenni". Ce ne sono altre che incontra o "alleva"?
10) Sua moglie dice che lei "non sta bene" e che andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?

Attendo denuncia...

martedì, agosto 25, 2009

Rimbalza il clandestino

Oggi sul 'Decimonono' il quotidiano il SecoloXIX, Bruno Vespa chiede a Bossi Junior di levare il gioco sui clandestini, oltre che da FaceBook, anche dal suo pc. Il gioco 'Rimbalza il Clandestino' è un videogame dove con il mouse bisogna affondare delle barche con gli immigrati. Ma non si rende conto Bruno Vespa che per cambiare un comportamento o una cultura (se di cultura possiamo parlare) bisogna partire da un diverso sentire? Da un diverso modo di essere? Il gioco in fondo non è che il riaffiorare di un pensiero che pervade tutto un mondo, uno stato del concepire la vita e di conseguenza la relazione con il prossimo.
I percorsi di crescita personale sono sempre lunghi e a volte dolorosi, e non si fanno certamente eliminando un giochino dal computer personale...anzi quel computer è lo specchio di una mente che porta a spasso assenze, ovvero inconsapevolezze.
Bossi Junior ha pronta la carriera politica inseguendo l'ideologia paterna. Farà un suo tragitto di esperienze personali che mi auguro positive, certo è che parte da presupposti difficili: chiudersi a difesa, alzare muri, fa perdere prima di iniziare. A rimbalzare in questo caso sono altre cose e non dei disgraziati. Scommetto che con quel giochino, Renzo Bossi, riusciva invece a vincere.

mercoledì, agosto 19, 2009

La terra ai giovani- di Carlo Petrini


La vera terra dei contadini ... "La terra ai giovani" delle idee guida che nel caldo ferragostano la Lega lancia nello stagno della politica nazionale, questa è forse la più suggestiva. I nostri nonni libertari gridavano "La terra a chi la lavora" oppure "Terra e libertà".
Programmi ambiziosi per teste calde, sappiamo tutti come è andata a finire. Eppure mai come in questo momento la terra è diventata bene raro e prezioso, concentrata nelle mani di pochi, oggetto di speculazione nei paesi ricchi e di dominio nei paesi poveri. Mai come in questo momento il suo scopo primario, produrre cibo, va perdendo terreno, e non è un bisticcio, per lasciare spazio al cemento o ad impianti e coltivazioni per nuove fonti di energia. I contadini nei paesi industrializzati sono ormai una esigua minoranza, i giovani scappano dalle campagne del sud del mondo, in qualsiasi angolo del pianeta se chiedete ad un giovane qual è la sua ambizione lavorativa la percentuale che sceglie un lavoro agricolo è meno che modesta. Malgrado l’Unione europea per anni abbia dispensato ingenti somme per la politica agricola, solo nell’ultimo periodo sembra orientata ad invertire una logica che ha favorito maggiormente l’agroindustria e i grandi proprietari terrieri rispetto ai piccoli coltivatori. I politici di Bruxelles come quelli di Roma sono in larga parte incompetenti sulle questioni agricole e alimentari, per non parlare ,delle segreterie che se ne fregano con assoluta noncuranza. C’è qualche iscritto al Partito democratico che si ricorda il nome del ministro ombra dell’Agricoltura? Nessun problema tanto non gliene importa niente a nessuno. Non è vero che dinanzi a progetti seri e concreti non si possa stimolare l’interesse e la passione dei giovani, ma la politica deve fare la sua parte, deve costruire nuove opportunità, facilitare le condizioni per dare smalto a questo settore. Torniamo allora allo slogan: la terra ai giovani. Pare che Umberto Bossi abbia rilanciato l’idea dei ministri Zaia e Tremonti per l’utilizzo di terre demaniali da affidare ai giovani agricoltori. Sono tre ministri della Repubblica e se vogliono realizzare questo progetto anche in tempi brevi questo è possibile; ma mi dispiace per loro perché questa bella idea senza il supporto di altre disposizioni che debbono avvenire contestualmente sarà aria fritta, perché non troveranno un giovane che è uno in qualsiasi contrada d’Italia disposto a fare il contadino per vivere le attuali frustrazioni di chi lavora la terra, anche se questa gli è stata donata dal demanio sperando che sia fertile. Allora cari Zaia e Tremonti, visto che non appartenete a quella Roma ladrona che tanto spende e spande accogliete quattro importanti consigli che costano veramente poco o nulla se volete che l’idea della terra ai giovani non sia una fanfaluca. Primo: riducete drasticamente le procedure burocratiche che costringono migliaia di contadini a passare più tempo per accudire ad una modulistica obsoleta e inutile rispetto alla produzione dei terreni o all’allevamento animale. Anche le associazioni di categoria riducano questa mole di lavoro e impieghino il loro personale per operazioni di sostegno politico e culturale. Secondo punto: lavorate perché le banche aprano conti agevolati a questi giovani che non abbiano l’assillo dei primi anni di lavoro. Ma vegliate su queste agevolazioni perché siano vere e non fasulle, i soldi prestati ai contadini sono un investimento serio. Terzo punto: mobilitate il sistema universitario perché si metta al servizio dell’agricoltura di piccola scala e non solo dell’agroindustria. Ultimo consiglio: mercati di contadini in ogni città d’Italia sollecitate i comuni perché diventino parte attiva per essere al duplice servizio dei produttori e dei cittadini. Quattro cose che costano poco o nulla, quattro idee che se realizzate rendono il progetto credibile; diversamente con questo caldo oltre agli elmi e agli scudi della Lega lombarda potete anche rilanciare il sombrero di Emiliano Zapata almeno ci ripara dai colpi di sole.

*Pubblicato da La Repubblica il 18 agosto 2009

sabato, agosto 08, 2009

Il regime berlusconiano

Da tempo molti si domandano se stiamo vivendo già dentro un regime. La risposta, basta saperla vedere, è sì; sì, stiamo vivendo in un regime. Qualcuno chiama questo regime: 'dittatura della maggioranza'; la democrazia intesa come libertà di chi vince le elezioni di fare quello che vuole, senza confrontarsi con l'opposizione. Il Parlamento infatti è stato svuotato dalla funzione legislativa ed è diventato solo lo strumento per votare gli ordini del giorno governativi. Qualcuno dice che viviamo una sorta di fascismo mascherato da democrazia con l'informazione a senso unico e soggetta alle segreterie dei partiti.
Ma l'anomalia a mio parere è nel comunismo di Berlusconi. Lui che gridava la parola 'Libertà' nei comizi è il più illiberale dei protagonisti politici che ha avuto l'Italia nel dopoguerra. Berlusconi è in fondo un comunista: adora il culto della personalità, tipo Mao e Stalin; è un accentratore dei poteri; in economia è un monopolista(in campo editoriale possiede oltre il 50% dei media e usa l'intimidazione per zittire quello che non controlla); non tollera il dissenso. Chi è più bolscevico di Berlusconi?
Elencare tutte le storture, gli arbitrii, i danni, le sparate, gli strappi avvenuti in tutti questi anni, dalla 'discesa in campo' del 'presidente puttaniere', è un'impresa ardua. I regimi in Italia solitamente durano un ventennio; al termine di questa legislatura ci saremo. Cosa succederà? Non oso pensarlo vestito da rockettaro, con l'orecchino e la cresta da punk a impartire nuove mode e costumi: il regime continuerà.

martedì, luglio 28, 2009

Regressione antifemminista

In occasione della presentazione della rivista 'Leggendaria', al femminile, avvenuta qualche tempo fa, si è parlato della condizione femminile in questo momento in Italia, anche in riferimento alle vicende delle ragazze escort. A una denuncia di Silvia Neonato sul silenzio della stampa e della televisione, e soprattutto degli uomini sullo scandaloso comportamento del premier Berlusconi, che ha evidenziato la regressione della nostra società in senso antifemminista, rispondeva Donatella Alfonso sostenendo che chi ha parlato fin'ora sono state donne, donne importanti, autorevoli come quelle citate da Silvia Neonato, ma ahimè rivolte solo ad un pubblico selezionato e già orientato come i lettori di 'la Repubblica' o dell'Unità'.
E' vero stiamo assistendo nella nostra società ad una regressione in senso antifemminista. Sembra che tutte le conquiste importanti sul piano dei diritti e sui comportamenti culturali nelle relazioni intersessuali siano ricacciate indietro. Viviamo in Italia uno strano momento di maschilismo. Il nostro premier che rispolvera prima la figura latin lover e del puttaniere poi, dimostra il ritorno ad una cultura che pareva essere superata. Le donne intanto eccetto poche eccezioni stanno zitte.
Il linguaggio della politica, con il degrado che la accompagna, usa toni che offendono le donne offrendo l'immagine di donne disposte a tutto pur di arrivare al successo e fare carriera.
Un altro momento significativo del clima che si sta vivendo è dato con l'approvazione da parte della maggioranza di governo, più l’Udc, alla Camera della mozione Buttiglione che impegna il governo a promuovere una risoluzione delle Nazioni Unite che 'condanni l’uso dell’aborto come strumento di controllo demografico ed affermi il diritto di ogni donna a non essere costretta ad abortire'. Fin qui non ci sarebbe niente da obiettare se non il fatto che tale passo nasconda un attacco alla legge 194, che non costringe certamente le donne ad abortire e pone precisi limiti all’aborto fatto all'interno delle strutture pubbliche e con tutte le garanzie medico-legali necessarie.
Interessante quello che Monica Lanfranco denuncia sul sito web:
http://www.womenews.net/spip3/ 'Insomma, da qualunque parte la si guardi una donna è sempre una minus abens, e il paradosso è che su questo sono tutti d’accordo, i poteri secolari così come i poteri spirituali, che le vogliono fattrici a tutti i costi. In Italia, però, si ammette che le giovanissime ‘studino’ da escort alla nuova scuola della tv e, che, di conseguenza, date le priorità formative, i frutti già si vedono: si sta allevando una generazione della quale andare davvero fieri. Secondo i risultati freschissimi di un sondaggio della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia su 1200 ragazzi italiani la metà ritiene l’educazione sessuale ‘inutile’ e per due su tre la protezione nei confronti di gravidanze indesiderate è ‘roba da femmine’.
Andiamo su questo fronte davvero male.

mercoledì, luglio 22, 2009

Il presidente puttaniere

L'aveva sostenuto lui stesso qualche tempo fa per la serie, il 'presidente tutto': operaio, ferroviere, muratore, napoletano...che quello che preferisce è il 'presidente puttaniere' e ora finalmente lo può dire a tutti e non solo in privato come fece già. Finalmente! Ma ci voleva tanto? E' o non è l'italiano medio? A parte la ricchezza Berlusconi è il giusto interprete dell'Italia, quella che va a puttane. Lui a sua volta è stato sputtanato, perchè non ha pagato una prestazione: la escort allora, per vendetta, ha reso pubbliche le registrazioni che aveva effettuato di nascosto...ma guarda un po', chi lo direbbe che tutto succedeva per un mancato pagamento? Lui, che regala gioielli e mini mirror.
Ma a me interessa poco dei suoi affari privati, delle sue frequentazioni sessuali, quello che non digerisco sono le sue bugie, le sue posizioni sulla famiglia- ve lo ricordate al corteo del 'family day'?-, i rapporti con le minorenni, quella faccia da sepolcro imbiancato...pardon! Lui è sempre abbronzato, diciamo allora quella faccia di bronzo, che si ritrova nel prendere in giro tutti.
Poi agli italiani va bene pure così. Si dimenticano di tutto e fra qualche mese lo vedremo baciare l'anello di qualche cardinale e fare le leggi, con la Carfagna, contro la prostituzione, contro le 'case d'appuntamento'; intanto lui le ricevere direttamente a casa sua. Insieme a Putin. Per strizzare l'occhio alla Chiesa farà anche le leggi contro le coppie di fatto e il testamento biologico. Per quest'ultimo lui ha anche un'altra chance: è immortale.

mercoledì, luglio 15, 2009

Leggi dure e crude...fino a che...

Proseguo il ragionamento sul post precedente, di qualche giorno fa, per commentare la notizia fresca di oggi che sarà fatto un emendamento per consentire di regolarizzare colf e badanti...
Leggi dure? Leggi crude? Leggi all'italiana, leggi fatte dalla destra.
C'è il rischio del carcere- da 1 a 6 anni- per chi dichiara il falso per la regolarizzazione di colf e badanti, ma come si diceva la sanatoria passava. Diversamente si creava un danno economico all'Italia. E' stato inutile che Bossi, Calderoli e compagnia facessero i duri; sotto sotto si lavorava per riparare una legge fatta male. Vedrete che poi andranno avanti a regolarizzare anche tutti gli stranieri che oggi lavorano e sono senza permesso. Mi sembra ovvio.
La regolarizzazione di questo tipo di lavoratori sarà possibile con un emendamento (a firma dei ministri Maroni e Sacconi) inserito nel decreto anti-crisi, in discussione nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. L'emendamento, che disciplina la 'dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno delle famiglie' così si chiama, consentirà con il costo di 500 euro per lavoratore di mettere in regola circa 500 mila stranieri. Che dire? Che chi fa la faccia da cattivo poi dimostra di arrendersi alla realtà.
Non sarà anche questo il motivo che ha spinto il Quirinale a manifestare perplessità sulla legge cosiddetta 'sicurezza'? Clandestini criminali o semplicemente lavoratori in nero per gli italiani? Leggi che si accumulano senza un disegno chiaro. Intanto inizieranno a girare le ronde...

domenica, luglio 05, 2009

Leggi e incompetenza

L'articolo di Repubblica di ieri 4 luglio, in cui si domandava come si poteva interpretare la legge sul reato di clandestinità escludendo chi lavora come badante in nero, ha forse i suoi effetti. Oggi il sottosegretario Carlo Giovanardi chiede la regolarizzazione di 'colf e badanti' o sarebbe meglio dire tutti quegli immigrati senza permesso di soggiorno che attualmente hanno già un lavoro. La legge votata dalla destra al governo per combattere chi entra clandestinamente in Italia si trasformerà forse ancora in una grande sanatoria. Ancora una volta chi grida contro gli immigrati finisce per accettarli con un buonismo becero che attribuiva agli avversari politici.
Come nel 2002, quando vi fu una sanatoria che regolarizzò oltre 700 mila irregolari, ora si sanerebbero oltre 500 mila persone che lavorano in clandestinità in Italia. Allora, nel 2002, si provvedette a quella decisione per l'entrata in vigore della Bossi-Fini; oggi invece tutto sottende una ragione di ordine economico sociale: senza quella massa di lavoratori in nero si darebbe una mazzata all'economia italiana. Alla faccia dei leghisti e fautori della sicurezza unidirezionale: solo contro gli immigrati. Ancora una volta i legislatori leghisti e di destra hanno dimostrato che non sono capaci di scrivere le leggi. Poi staremo a vedere i risultati di quella sulle intercettazioni e altre in programma. Un vero disastro. Si sarebbe dovuto fare prima una regolarizzazione di chi lavora attraverso una verifica dei flussi e poi una legge severa e attenta senza inserirla in pacchetti sicurezza, come se i crimini commessi in Italia fossero tutti amputabili ai clandestini o agli immigrati. Ruba di più chi è in 'giacca e cravatta' ed è secondo la destra regolare. Senza pensare che per quantità ed efferatezza i maggiori crimini avvengono all'interno delle famiglie...anche queste regolari.

giovedì, luglio 02, 2009

Credenze e Sicurezza

Tema sicurezza, ecco un argomento che si presta bene per analizzare le nostre 'credenze'; quello che noi percepiamo come realtà e invece è solo un sentimento irrazionale indotto da informazioni errate. La nostra valutazione personale è poi legata alla capacità di formulare giudizi sensati, e qui 'casca l'asino' poiché noi non siamo in grado di essere sensati. La mole di dati che ci travolge è fatta ad arte per indurci ad accettare quello che vuole il potere politico.
La legge chiamata 'pacchetto sicurezza', è un altro aspetto delle credenze di cui siamo capaci. Si pensa che questa legge votata con la fiducia, ovvero senza dibattito parlamentare, risolva molte questioni in termine di criminalità. Tutto falso: aumenteranno invece automaticamente i reati poiché è stata dichiarata reato la clandestinità, ovvero il fatto di non avere i documenti di soggiorno e di permanenza in regola -prima era solo un illecito amministrativo. Aumenteranno le malattie, i dormitori abusivi e le stesse ronde faranno aumentare lo stato ansiogeno dei cittadini invece che tranquillizzarli.
Prima delle ultime elezioni non passava giorno senza che i telegiornali soffiassero sul fuoco della cronaca nera, quella che racconta di stupri, rapine, violenze. Gli stessi sbarchi a Lampedusa erano in diretta...ora seppur continuano, l'ultimo di 89 clandestini c'è stato ieri, nessuno ne parla. Ecco un bell'esempio di come si costruiscono le credenze.
Come dobbiamo interpretare le sconcertanti credenze sugli immigrati? Essi sono diventati i responsabili di ogni nostro malessere: loro rubano, sono arroganti, sono gli sporchi, brutti e cattivi che immaginiamo spesso dell'altro.
l'Italia sembra sia stata investita da un'ondata di panico verso lo straniero, come quando si diffonde qualche malattia sconosciuta per cui cresce l'ansia e le paura immotivata. Così è apparsa la minaccia proveniente da persone che secondo noi agiscono in modo immorale e inaccettabile alla nostra convivenza. I marocchini spacciano, gli albanesi sfruttano le donne, i romeni rubano e stuprano, i sudamericani si ubriacano e via discorrendo...con gli stereotipi del pensiero creiamo una società conformista non più in grado di pensare. Mentre in realtà ci sono molto più delinquenti in giacca e cravatta che raggirano i cittadini con 'falsi in bilancio' e truffe. Avvengono molti più crimini tra le mura domestiche che in strada: stupri, violenze sulle donne, sopraffazioni, sfruttamento. Gli incidenti stradali sono la causa prima di morte, insieme alle cure sbagliate dei medici, e nessuno lo dice. La sicurezza è rivolta guardando solo da una parte e nel frattempo esplodono vagoni ferroviari, muoiono sul lavoro operai, di fronte ad ogni evento climatico e naturale: abbiamo sempre più tragedie per come abbiamo ridotto l'ambiente...
Quale altra nuova palla ci faranno credere i politici al governo? A proposito perché nessuno dice che stiamo andando incontro alla bancarotta dei conti statali?

domenica, giugno 21, 2009

I giochi del potere

Silvio Berlusconi che ha bisogno di pagarsi un pubblico di belle ragazze per raccontare le sue barzellette, far vedere le foto della sua famiglia, delle sue ville, i suoi successi, con i video dei suoi interventi e poi fare anche un suo piccolo comizio è davvero patetico. Ma in fondo è l'ulteriore conferma che il bisogno di essere riconosciuto, amato, vezzeggiato, adulato per un uomo di potere non ha mai fine. Conoscendo questo 'gioco', a cui poi si potrà aggiungere qualche pruriginosa variante, scopriamo un segnale: chi prima lo circondava festante si è stufato di ascoltare le stesse cose, le solite storielle; il suo compiaciuto auto-osannarsi con le continue smancerie hanno stancato la sua corte.
Sembra poi che nel 'gioco' dell'incontro-festino, con la trentina di ragazze che lo chiamano 'papi', si nasconda anche quello di trovare quali sono le ragazze escort inserite nel gruppo. Trovata la farà accomodare nel 'letto grande'...qui poi andrà pure bene il 'cummanari è megghiu ca futtiri', 'comandare è meglio che fottere', ma ogni tanto anche il potente ha bisogno di fottere. Ma che male c'è? Niente. Per carità. Il 75% dei consensi li ha. Il popolo lo ha incoronato. Ricco è ricco. La famiglia è cresciuta ed è bella. La politica come servizio agli altri? Lui lavora per il bene di tutti. Allora? Lasciatelo in pace. Sta svolgendo semplicemente il suo karma: la vita precedente era orfano, povero, emigrante ed era stato fottuto.

giovedì, giugno 18, 2009

terremotati e potere

Il terremoto e il G8 da svolgere in quelle stesse zone, dove ha creato morti e distruzione, si rivelano per Berlusconi un accidente. L'aspetto propagandistico e di immagine ottenuto con molte promesse gli si ritorce contro. Gli aquilani hanno protestato ieri a Roma davanti a Montecitorio e oggi la visita di Berlusconi all'Aquila li ha evitati; come ha dribblato i giornalisti.
I terremotati dell'Aquila stanno osservando come procedono spediti i lavori per la preparazione del summit del G8, mentre i lavori di ricostruzione vanno a rilento. Quello che hanno sotto gli occhi i terremotati d'Abruzzo è la metafora del potere. Per i potenti di casa nostra e della Terra non ci sono ostacoli, non ci sono freni: tutto diventa possibile, mentre per i semplici cittadini rimangono promesse e vincoli di spesa, di permessi, di ordinaria burocrazia.
Le promesse fatte in campagna elettorale ai terremotati non hanno la copertura finanziaria assicurata e così sale la protesta. Sotto i loro occhi i costosi lavori di costruzione degli spazi utili alla manifestazione del G8 invece sono pagati. Berlusconi confida in aiuti esteri, lotterie e introiti futuri...al momento soldi per garantire i terremotati non ce ne sono.

sabato, giugno 06, 2009

Il partito dell'amore di Marco Travaglio


Pubblicato oggi sul quotidiano L'Unità
Siccome l’Italia non è un regime, tre giorni fa accadono due stupri a Roma: uno consumato, l’altro sventato per miracolo. Ma la questura non dice niente: vedi mai che qualche elettore patito della «sicurezza» capisca che la destra ha tradito anche quella promessa. La notizia esce perché un giornalista, avvertito da un amico poliziotto, la mette su facebook. Allora la questura è costretta a sputare il rospo. Sempre tre giorni fa, siccome l’Italia non è un regime, arriva alla Rai, in viale Mazzini a Roma, una lettera con un proiettile per Michele Santoro. L’ufficio posta la trasmette al posto di polizia. Ma nessuno avverte il destinatario, cioè Santoro. Silenzio di tomba per due giorni, dalla Rai e dalla polizia. Così chi l’ha minacciato di morte ha la conferma di quanto già sapeva: Santoro è isolato persino nella sua azienda. Ieri la lettera viene aperta: una foto di Santoro, la scritta «Morirai» e una cartuccia Winchester inertizzata. Intanto un’altra busta con proiettile arriva a Di Pietro. Il senso è chiaro: chi si mette di traverso sulla strada del padrone d’Italia deve morire. Era già accaduto in un’altra campagna elettorale al calor bianco, quella del 2001: Indro Montanelli ricevette alcune telefonate mute sul suo telefono privato, trovò una lettera minatoria sul tavolo del ristorante dove pranzava e la Digos gli intimò di cancellare le iniziali I.M. dal citofono di casa sua. «Il berlusconismo ­ commentò il vecchio Indro ­ è la feccia che risale il pozzo. Questa è la peggior Italia che abbia mai visto. Peggio di quella fascista». E non aveva visto quella di oggi.

martedì, giugno 02, 2009

In ricordo dell'amico Mauro Bocci

Articolo di Giuliano Galletta
di Giuliano Galletta
Genova. L’amico e collega Mauro Bocci, giornalista, scrittore, critico - morto improvvisamente ieri nella sua casa di Certosa a 57 anni - aveva avuto molte grandi passioni. Il cinema, l’arte, la letteratura, la storia e anche la politica.
Quando era studente al liceo D’Oria si faceva chiamare Carlo in onore di Marx e, appena sedicenne, fece parte attiva nel movimento del ‘68. Il suo interesse per i problemi politici del mondo ebbe poi uno sviluppo professionale nel giornalismo e Bocci fu per molti anni responsabile delle pagine Esteri del Secolo XIX commentando con equilibrio e intelligenza tutti grandi eventi degli anni Ottanta/Novanta, dalla caduta del Muro alla Guerra nel Golfo. Ma sulle colonne del Secolo XIX aveva scritto anche di cultura e in particolare di arte contemporanea, tema di cui si occupava sempre in modo anticonvenzionale. Ma probabilmente le sue passioni più vere e profonde erano due, il cinema e Genova. All’inizio degli anni Settanta aveva fondato, con Enrico Ghezzi e Marco Giusti, la rivista di cinema “Il Falcone Maltese”, vera fucina della cinefilia italiana e fu uno dei primi critici a sdoganare il cinema horror. Memorabile una sua intervista a Vincent Price, vera e propria icona delle produzioni Hammer, che Bocci incontrò all’hotel Colombia davanti alla stazione Principe.
All’altro suo amore, Genova, Bocci aveva dedicato la sua unica, ma del tutto matura, prova letteraria, “Il mare in piazza. Un sogno genovese” , una raccolta di racconti in cui esibisce una scrittura raffinata, consapevole di tutte le grandi lezioni novecentesche ma autonoma. «In una di quelle immobili ore d’autunno - scriveva Bocci - che precedono pioggia e notte e portano odore di rifrenscume e presagio d’altre giornate inconcludenti, Genova è una monade bianca e grigia, un attimo lattiginoso che tergiversa e si consuma su un dosso, al santuario della Madonnetta». E ancora, citando Caproni: “Sparire/come il giorno che muore/ dietro i vetri.../il mare.../il mare/il mare in luogo della storia.”
Con Bocci se ne va uno di quegli intellettuali genovesi un po’ eccentrici che sfidano il provincialismo con la loro cultura e disprezzano il piccolo cabotaggio di tanto establishment cittadino all’affannosa rincorsa di qualche “identità”, purchessia. Nel 2000 Bocci si era dimesso dal Secolo XIX per dedicarsi alla scrittura e aveva prodotto diversi volumi di divulgazione storica per la Rusconi: “Storia dei Papi”, “Attila”, “Gengis Khan”, “Alessandro Magno” e ancora un notevole libro sulla storia della sua città “L’identità genovese” (De Ferrari).
Era da tempo gravemente malato ma stava seguendo le cure e nulla avrebbe lasciato presagire un esito così repentino. Mauro Bocci lascia la moglie Janet e il figlio Giorgio di 7 anni. Alla famiglia le condoglianze di tutto Il Secolo XIX e dei colleghi di tutto il giornalismo ligure

domenica, maggio 17, 2009

Viaggio in Senegal


Il viaggio in Senegal è finito da qualche giorno e per questo il blog è rimasto fermo; non l'ho più aggiornato. Per i visitatori elenco qui sotto gli articoli fatti per raccontare il breve viaggio. Sono in totale 5, poi seguirà un altro articolo di ringraziamento a una donna speciale: Vanna Vallino, è lei che mi ha ospitato nella sua bella casa: un'oasi di tranquillità tra manghi e fiori.

Parte 1
parte 2
parte 3
parte 4
parte 5

giovedì, aprile 30, 2009

La crisi? Forse non c'è e se c'è non si vede...

La crisi? E' già finita. Questo è quanto dicono alcuni politici, i giornali e i commenti sui rilevamenti di qualche agenzia di sondaggi economici. Ma è vero? D'accordo che l'ottimismo crea circuiti positivi, ma attenzione alle illusioni. Non bastano alcuni dati di ripresa dei consumi a determinare l'uscita dalla attuale crisi che è appena iniziata; ci vorrà tempo e fatica per fare della crisi una vera occasione di crescita. Sì perchè l'etimologia della parola crisi dice 'momento che separa una maniera d'essere, fenomeno decisivo per cambiare'...si percepisce forse che è cambiato qualcosa? Se aumentano i consumi e si riportano dati e comportamenti al passato, vuol dire avere attraversato la crisi?
Ma la crisi c'è ed è accompagnata purtroppo da una caduta verticale del buon gusto e della sobrietà: ne fa da emblema la 'baruffa chiozzotta' tra la signora Miriam Bartolini, alias Veronica Lario e il marito Silvio Berluconi, capo del governo. Sembra una manfrina per tirare fuori colpe della sinistra...
Ma che ruolo la sinistra abbia avuto non si sa. La questione è stata sollevata dalla Fondazione 'Fare Futuro' che fa capo all'attuale Presidente della Camera, Gianfranco Fini, a cui Veronica Lario ha scritto una lettera aperta. Non ci sono stati commenti sulla vicenda che ha riguardato questioni di famiglia. stavolta la sinistra e' stata zitta zitta. Nemmeno Di Pietro ha detto nulla. Eppure guardate se Berlusconi ha risposto a Gianfranco Fini. E' vero, forse la crisi non c'è. E' una invenzione della sinistra.

domenica, aprile 26, 2009

Credere non credere

Nel Salone del Minor Consiglio di Palazzo Ducale c'è stato nei giorni scorsi un interessante incontro, promosso dall'associazione Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), in collaborazione della Fondazione per la Cultura e il Comune di Genova, dal titolo: Liberi di credere, liberi di non credere.. Condotto da Donatella Alfonso -giornalista de La Repubblica- si sono confrontati: Luca Borzani -Presidente della Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale; Raffaele Carcano- segretario nazionale Uaar; Enrico Peyretti- Scrittore cattolico; Telmo Pievani – filosofo della scienza; Andrea Ranieri- Assessore all'innovazine e ai Saperi del Comune di Genova; Husein Salah-Iman di Genova.
L'introduzione di Donatella Alfonso ricorda che a Genova, città laica, il tema su 'credere o non credere' acquista un valore particolare: c'è come arcivescovo Bagnasco presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), c'è in previsione la costruzione della moschea, c'è stata la prima pubblicità in Italia della pubblicità su l'ateismo (osteggiata) e poi arriverà il Gay Pride (la manifestazione nazionale per l'orgoglio omosessuale)...insomma Genova città di confronto per molti motivi. Il tema del credere è diventato un argomento non più personale.
Il primo a intervenire -anche per gli onori di casa- è stato Luca Borzani. 'Credere o non credere' è prima di tutto frutto di una confusione linguistica: la laicità e il suo senso profondo è il tema da definire. Laici lo possono essere i credenti e i non credenti. La voce più forte che hanno acquisito le religioni, dimostrano paradossalmente una posizione più debole. C'è un diverso uso delle convinzioni religiose. Le contraddizioni del potere secolarizzato della chiesa è dovuto, secondo Luca Borzani al vuoto lasciato da politica; alle sue difficoltà nella società odierna.
Enrico Peyretti risponde subito a Borzani: la politica è importante e anche spregiudicata, ma la fede religiosa cerca la sua forza anche politica. Oggi si può credere in tante maniere e in tante cose. C'è la possibilità di arricchimento. Per questo io penso che il colloquio, il parlare insieme, sia proficuo. La vera divisione tra chi crede e chi no, la ricorda bene Norberto Bobbio: 'la differenza è tra chi pensa e chi non pensa ai grandi interrogativi della vita'...
Per Husein Salah l'Islam è sempre stato speculare alla cultura dell'occidente. Nell'ultimo secolo è uscita una confusione nel mondo islamico tra nazione e religione dovuta ai colonialisti che portavano tutti una croce. La fede islamica è segnata dai sei pilastri della religione. Questa fede rimane una scelta di libertà: nessuno può imporre di credere.
Andrea Ranieri spiega la risposta dell'istituzione comunale alla richiesta di costruzione della moschea, con i principi costituzionali della libertà di culto. 'Nessun cattolico, in quanto credente, si è mai opposto a negare la costruzione di un luogo di culto che poi si rivolge ad uno stesso Dio. Il mondo musulmano è pieno di contraddizioni, ma in Europa le religioni devono essere libere di costruire civiltà più avanzate. Per il tema del credere o non credere, da non credente, la pubblicità sugli autobus che dice 'Dio non esiste e tu ne puoi fare a meno' la ritengo tranciante e non riconosce il dubbio. 'Mai dire mai'. Le conquiste civili sono frutto di una espressione dovuta a ragionamenti laici e civili. Accogliere chi non crede come chi crede. La pubblicità po' servire ad interrogarci e continuare a fare cose insieme, ma se ci dividiamo? Come dice Enzo Bianchi, facciamo un piacere al potere. La democrazia è mettere in discussione il potere.
Raffaele Carcano precisa che l'iniziativa dell'associazione Uaar è una risposta alla fede cattolica per cui tutti dovrebbero essere convertiti. L'Uaar si è fatta sentire: ci sono milioni di persone che non credono e queste spesso non si sentono. L'attivismo della Chiesa è un battersi per mantenere le sue prerogative anche economiche. Il Papa Benedetto XVI sostiene sempre che senza Dio la nostra società crolla e allora bisognava rispondere che anche senza credere in Dio si possono costruire società migliori. 'è da augurarsi che la teologia non diventi legge di Stato.
Telmo Pievani chiude il primo ciclo di interventi ricordando che la scienza non è una religione laica; la scienza contiene in sé i fondamenti per escludere questo. La scienza non è un nuovo vangelo, né religione, essa ha un modo di operare sempre criticamente ciò che si presenta: un trovare ragioni diverse. Il credere è un altro argomento. Chi nega un diritto poi deve spiegare il perchè. I sistemi di credenze creano dei sistemi di valori e di conseguenza affermano degli assolutismi: senza quei riferimenti si è fuori dall'umanità. L'argomentazione non c'è più. Non c'è più la filosofia e la scienza, ma la squalifica di chi non crede a quel sistema di credenze sostenuto. Senza fare riferimenti, Telmo Pievani, spiega che da questo fondamento nascono le odierne leggi restrittive...
Una bestemmia è usare il dato biologico naturale come una norma per far discendere le credenze. Vuol dire essere senza argomenti. Occorrerebbe una educazione scientifica diffusa: con ciò si comprenderebbe che la cultura crea una nuova natura.
Il credere cos'è? E' dare fiducia senza prove. Tutti poi in un certo senso crediamo in qualcosa. E' una facoltà che pare innata. Il credere è radicato nel nostro essere ed esce spontaneamente. Anche chi vuole cambiare la società è un credente.
Enrico Peyretti, prende l'interrogativo al volo: 'Cos'è credere? Non è un semplice opinare o sottoscrivere una dottrina o un sapere -nel senso latino di gustare, conoscere un sapore-, si sa che la bellezza profuma, è avvertire un sentimento intimo...il bisogno di una dubitabile chiarezza, così diceva Luigi Firpo'. Quest'ultimo studioso aveva parlato di un Cattolico Critico che non può esistere perché pensa con la testa del Papa; ma il cattolico critico esiste perché il dubbio fa parte della fede: mette in forma interrogativa quello che può essere affermativo. La fede è nell'ordine della qualità e della proprietà. La fiducia è quello che ci tiene insieme, fa nascere e crescere. Credere è fare credito. Dio è un nome generico, non è un nome è una dichiarazione. Il cristiano crede in Cristo e non ai preti, alla chiesa o al Papa. La gerarchia non è la chiesa. Enrico Peyretti prosegue: 'Ora lancio una proposta che può trovarci insieme: essere contro la guerra, perché questa è un cumulo contro l'umanità. La guerra è una divinità da combattere per gli atei e dai credenti come falsa'.
Husein Salah si dice subito d'accordo: 'Contro la guerra per la Pace e la Giustizia. Poi per quanto riguarda la pubblicità degli atei dire che Dio non serve è offensivo'. La moschea, continua Husein, serve per pregare in modo trasparente. Ora si prega negli scantinati, nei fondi dei palazzi e quindi avere la moschea è la maniera di non essere discriminati. I nuovi islamici, quelli di seconda e terza generazione non accettano di essere discriminati. Non si tratta di avere il minareto più o meno alto e bello; si tratta di avere una moschea come luogo anche di incontro per promuovere la reciproca conoscenza.
Andrea Ranieri: 'Il bisogno di spiritualità è un bisogno dei credenti e la risposta dell'amministrazione pubblica si muove con quello espresso da Husein: gli islamici non sono di una sola nazionalità'.
Telmo Pievani: 'Le modalità, il come fare, è importante. Per liberare la scienza dai condizionamenti e farla per la pace e contro la guerra, farla soprattutto in libertà, lo si può fare con il finanziamento pubblico. Dobbiamo trovare poi un altro comune denominatore: l' ambiente. Per l'ambiente trovare l'alleanza tra tutti...
Raffaele Carcano conclude ribadendo nella convinzione di aver fatto bene a fare la pubblicità per gli atei. ' Abbiamo ottenuto visibilità e interessamneto su punti di vista diversi. In Inghilterra la BBC ha dato molto spazio alle nostre posizioni; speriamo che anche in Italia qualcosa si muova: siamo oltre il 15% della popolazione'.
Donatella Alfonso può concludere soddisfatta per la riuscita di un dibattito davvero interessante.

domenica, aprile 19, 2009

Io spero...

Berlusconi durerà fino al 2013, così dice D'Alema. Io spero di durare di più. Ma poi cosa e chi ci sarà? Io spero di durare anche più di Ferrero, Bossi, Calderoli e Gasparri. Una stagione politica squallida, degradante sembra non avere fine: d'altronde i politici in democrazia, e non solo, rispecchiano chi li ha espressi. I governanti non sono certo migliori dei governati. Anche se si auspica il contrario, con una legge elettorale che fa decidere dalle segreterie dei partiti i candidati, c'è poco da sperare.
Si sa che nelle difficoltà e nelle crisi matura sempre qualcosa di nuovo: un nuovo che spesso può risultare peggio del vecchio...dipende sempre. Per gli italiani poi il pericolo è storicamente testimoniato: il fascismo è nella sua biografia -come disse Piero Gobetti. Ma io spero di sopravvivere anche a questo.
In fondo aggiungo che Berlusconi e la politica in generale risultano nella mia vita, penso sia così per tutti, solo pagliuzze e non travi. Si vive un intervallo breve e questo va goduto al massimo delle nostre possibilità: l'esistenza è un soffio e i capelli neri diventano presto bianchi...eccetto quelli di Berlusconi, ma lo sappiamo tutti che quelli sono finti e allora ci rinfranchiamo. Abbiamo tutte le premesse per durare di più ed essere sempre felici.

domenica, aprile 12, 2009

Le tasse oggi

'Le tasse sono bellissime', ricordo la frase di Padoa Schioppa, il ministro del Tesoro del Governo Prodi, ai giornali nell'ottobre del 2007. Quella affermazione fece scalpore e, con una opposizione di destra sempre pronta a polemizzare contro le tasse, fu rintuzzata come rivelatrice della 'visione penitenziale e punitiva del governo di centrosinistra'. Oggi con l'intervento della Protezione Civile Nazionale e gli stanziamenti finanziari d'emergenza per il terremoto in Abruzzo possiamo ribadire che le tasse sono belle e civilissime.
Che cosa succederebbe se non ci fossero i Vigili del Fuoco, i Carabinieri e tutti gli apparati preposti per intervenire in queste aree disastrate? Ecco, domandatevi questo e poi naturalmente fate un gesto di donazione, per un ulteriore contributo, per la ricostruzione delle zone del terremoto. Aumenti la solidarietà per chi soffre.
Ricordo che nel frattempo è cambiato governo per decisione degli italiani.
Ad ogni modo mi pare che stiamo vivendo in un regime e lo si può vedere dalle agenzie di stampa odierne: una sfilza di dichiarazioni tutte di Berlusconi: Non lasceremo nessuno solo. Metto a disposizione tre mie case. Se è il caso sarò qui tutti i giorni. Giovedì riapre la scuola. Tempi rapidi e certi. Vi tireremo fuori dalle tende. Le scosse stanno diminuendo. Fine dell'emergenza. Rifaremo le città.
Insomma, parla solo lui e forse meno male; ma non si sta esagerando? Berlusconi ha messo la divisa della Protezione civile e il casco in testa e mi sembra di vedere Benito.

venerdì, aprile 03, 2009

Berlusconi a Londra

Il video di Berlusconi che grida: 'Mister Obama...Obama!' ed è poi ripreso dalla Regina Elisabetta d'Inghilterra, ha fatto il giro di tutto il mondo; ma se ci fosse stato Bush sarebbe stato uguale: come un bambino, preso dall'entusiasmo di trovarsi con i capi di Stato più importanti, voleva far sapere di esserci al presidente USA. In questi incontri internazionali Berlusconi tira fuori il meglio di sé; diventa il compagnone per barzellette, pranzi e 'ribotte': lui gioca a nascondino, fa le corna, fa battute su ogni argomento e quando deve intervenire per lui va sempre tutto bene. L'Italia con il suo governo gode di buona salute...la crisi è sotto controllo e se bisogna fare qualcosa: 'ci pensi Obama e gli States; la colpa di tutto è loro'. Stranamente però, chissà perché, questa volta invece non ci sono stati gli slogan contro gli USA e non si sono bruciate le bandiere statunitensi. Forse l'effetto Obama fa presa anche sui no-global.
Nei fatti, nei comportamenti, nelle politiche Obama fa tutto l'opposto di Berlusconi, ma quest'ultimo ride e insiste nel voler dare dei consigli o farsi mediatore per il dialogo con Putin. La verità poi è ancora un'altra: al di là della foto con il pollice alzato -come dire 'tuttocchei'- Berlusconi è stato l'unico premier a non avere avuto un incontro con Barak Obama.
Obama a Londra ha avuto un'importante occasione per conoscere Berlusconi: ha capito che va bene per qualche serata di divertimento con l'accompagnamento di Apicella.

mercoledì, aprile 01, 2009

Riecco il 'mariuolo' Mario Chiesa

Il mariuolo Mario Chiesa ha colpito ancora: dopo 17 anni è stato nuovamente beccato a prendere 'mazzette'; lui che aveva dato il via alla stagione di 'Mani Pulite il 17 febbraio1992, si trova oggi 29 marzo 2009 ad essere nuovamente incarcerato, dopo un'inchiesta sul riciclo dei rifiuti a Busto Arsizio in provincia di Varese.
Condannato a 5 anni e 4 mesi, dopo aver restituito oltre sei miliardi di lire e aver passato un periodo in prova ai servizi sociali, occupandosi di assistenza ai disabili, sembrava che dal 2000 fosse uscito di scena e invece...eccolo di nuovo nelle cronache giudiziarie. Indicato da Bettino Craxi come un 'mariuolo isolato', fu proprio lui che raccontò ai giudici del pool 'Mani Pulite' tutto il sistema di tangenti versati ai partiti. Dopo di lui ci fu un vero e proprio 'canto di liberazione'. Non ricordo più quanti mariuoli vennero allo scoperto a raccontare le loro tangenti. Era una specie di confessione che liberava portaborse, politici, amministratori, imprenditori, finanzieri, dal peso delle mazzette. Ogni giorno c'era la fila fuori dall'ufficio della Procura della Repubblica di Milano, di personaggi più o meno famosi in attesa di svelare le loro tangenti. Un peso che aveva contribuito a formare il più grande debito pubblico di uno Stato europeo...l'Italia. Debito che stiamo pagando ancora e chissà per quanto tempo.
Si potrebbe dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio, che in fondo la corruzione politica con il malcostume italiano non è mai cambiata. Ricordo che qualche anno fa i berlusconiani si avventarono contro i magistrati di 'Mani Pulite' dicendo che fu usata la galera come una tortura per estorcere confessioni e punire senza colpa dei galantuomini. Altro che galantuomini; da quello che si vede sembra che non sia cambiato niente. Anzi ora con l'euro sicuramente sono aumentati i tariffari delle tangenti e della concussione. Chissà se ora lo stesso Mario Chiesa avrà ancora qualcosa da raccontarci.

martedì, marzo 31, 2009

I tormentoni linguistici

I tormentoni linguistici, da molto tempo, accompagnano i nostri discorsi. Sono mode, manie che non si capisce bene come nascano, ma usate in maniera smodata. Alcune di questi intercalari fortunatamente passano di moda e cadono in disuso. Io ne ricordo alcuni: 'a livello di', 'nel momento in cui', 'di base'. Oggi invece va di moda: 'voglio dire', 'un attimino', 'piuttosto che', 'quant'altro', 'assolutamente si' o solo 'assolutamente'...quasi tutte le persone sembrano assuefatte nell'infarcire i loro discorsi con queste brevi locuzioni.
L'uso frequente dell’avverbio: 'assolutamente' è molto significativo. Avete sentito come e quanto viene usato? Ultimamente si sente spesso dire ‘assolutamente si’, ‘assolutamente no’ o ancora ‘assolutamente’ e basta. Così, da solo, che non vuol dire nulla. Questo avverbio diventa l’elemento di camuffamento delle nostre debolezze…abbiamo sempre meno certezze, eppure vogliamo far sapere che assolutamente noi siamo quello che dichiariamo –magari dopo un ‘voglio dire’- ma ahimè, senza alcuna consapevolezza.
Ci sono poi persone che riescono ad inserire nelle frasi quei modi di dire in quantità esagerata, dimenticando tutte le varie possibilità che la nostra lingua italiana offre.
Eppure la ricchezza del linguaggio è quello che ci contraddistingue dagli altri animali. Pensate che il linguaggio umano, così vario e complesso, è capace di creare la nostra realtà. Purtroppo in questo momento storico ci troviamo nel 'piuttosto che' e nel 'quant’altro', frasi che vorrebbero far intendere quanto sappiamo di sapere, e che in realtà è davvero altro.

giovedì, marzo 19, 2009

La crisi del Capo

Non serviva sentire da lui stesso dire che il lavoro che fa gli fa schifo ed è disperato... lo si capisce da come svolge quel lavoro, che poi è quello del capo del Governo, che è schifato. Anche il fatto che si interessa tanto al bene degli italiani, sperando che di me non si preoccupi e mi escluda dai suoi pensieri, che si sente disperato...si sa che governare gli italiani non è difficile è soltanto inutile. Il fatto che quest'uomo è schiavo di se stesso, è quello che lo rende infelice. Lui è infelice perché si sente schifato, ed è schifato perché il fondo quando si prende una pausa per divertirsi, e si ritrova nel foyer di un teatro, lo assillano le riflessioni sulla sua condizione...deve correre subito a lavorare se no si mette a pensare! Allora sono guai: si scopre un poverino, un ometto che ha bisogno di comprensione e di pietà. Meglio lo schifo del suo lavoro, della disperazione di non godersi le sue ricchezze che sentirsi solo e inutile.
E' in sostanza il destino dei piccoli uomini che vollero farsi Re. A loro non bastava l'amore di una donna, dei figli, loro volevano l'amore di un popolo; a loro non bastava leggere un libro e avere il necessario per vivere, loro volevano potere e ricchezze smisurate...tutto per allontanare la vecchiaia e la morte. A queste ultime non si scappa.

mercoledì, marzo 18, 2009

Aids e sesso

'E l'Aids non si vince con preservativi'...a dirlo è un Papa; ma chi ha mai detto che l'Aids si vince con i preservativi? Con questi ultimi si argina, si contrasta, si evita di uccidere delle persone, di contagiare bambini e bambine. Con i preservativi si fa quello che dice la parola stessa: si preserva la vita. E' proprio vero che le religioni (tutte) sono sempre più gabbie ideologiche che non aiutano a far evolvere l'uomo, a liberarlo dalle credenze che lo rendono infelice...anzi, speso le religioni sono strumenti belli e pronti per costruire l'infelicità.
A pensare che il cristianesimo è stato una tappa importante per la liberazione dell'umanità e per la conquista della felicità. Questo naturalmente all'inizio, poi una croce ne è diventata il simbolo e la valle di lacrime continua, in una coazione a ripetere, a ricordarci che per essere felici dobbiamo morire tutti in santità...magari come larve, ma casti. Perché la sessualità continua così tanto a far paura alla Chiesa cattolica? Perché tutto il senso di colpa e del peccato è stato racchiuso dentro le mutande?
Perché Dio ci ha fatto mammiferi? Forse ha mancato di fantasia e gli organi della riproduzione poteva inventarseli diversamente: metterli in cima alla testa oppure sulla faccia...sarebbe stato tutto più semplice.

lunedì, marzo 16, 2009

Che fatica essere cattivi

E’ difficile e complicato per l’uomo fare il cattivo. Usare il male richiede uno sforzo davvero immane; continuare ad esercitare odio e malignità non lascia tempo per il sorriso. Usare invece la cortesia, la gentilezza diventa semplice e gratificante. Per questo sono portato a pensare che molti facciano e continuino a fare il male più per ignoranza che per volontà. Anzi, se ci pensiamo un po' scopriamo che spesso il male più grande è stato fatto con l’obiettivo di fare il bene per tutti. Guardate i grandi crimini della storia, dal nazismo, al fascismo, fino al comunismo, si voleva costruire società superiori in cui si sarebbe trovata la felicità e invece che disastro! Così sono anche le gabbie delle religioni che schematizzano tutti i comportamenti umani con giudizi, comandamenti e regole molto frequentemente prive di ragionevoli motivi. Tutte per farci trovare il Paradiso, la felicità...di là. Se ci pensate noi non abbiamo certo bisogno che le persone diventino musulmane, cattoliche o ebree; abbiamo invece la necessità che ognuno trovi all'interno di sé ciò che è. Per conoscerci basta guardare le nostre prigioni: riflettono ciò che è la nostra società, forse la nostra anima. Noi non abbiamo bisogno di cose esterne da possedere, ma di trovare relazioni di sincerità, di parità e d’amore…poi potremo offrire cose che a noi sono servite, ci hanno aiutato nei momenti difficili. Il rispetto per gli altri è la condizione prima per stabilire una relazione.
Ogni pensiero, parola e atto è un seme che piantiamo nel mondo. Nelle nostre vite, raccogliamo i frutti di quei semi. Se piantiamo il desiderio, il timore, la rabbia ed il dubbio, quelle cose riempiranno le nostre vite. Piantando l'amore, il coraggio, la comprensione e il buon umore otterremo che quelle cose ci tornino indietro.

venerdì, marzo 13, 2009

Il regime del Capo

C'è un semplice segnale che dovrebbe far capire a tutti che viviamo dentro un regime: quello dell'insostituibilità del capo. Infatti per questo regime, quello che stiamo subendo attualmente, Berlusconi, quale capo, se cade lui cade il regime. Voi vedete qualcuno che sia in grado di prenderne il suo posto o il ruolo? No; ecco l'argomento principe per capire come la democrazia italiana sia viziata.
E' uscito in questi giorni un libro: 'Il corpo del Capo', edito da Guanda e scritto da Marco Belpoliti, che descrive bene come il corpo dell'uomo Silvio, diventi un simulacro di qualcosa che va oltre la sua stessa realtà: è l'immagine mitopoietica, ovvero un mito autocreato. Il libro descrive bene alcune caratteristiche delle proiezioni, dei segnali, che attraversano il nostro vivere. L'autore Marco Belpoliti, da laureato in semiologia, considerando tutti i segni come elementi che i generale ci rinviano a qualcos'altro, traccia un quadro davvero interessante sulla fenomenologia berlusconiana: è così che l'effimero, il sogno di diventare ricchi e rimanere sempre giovani diventa possibile. La morte sembra assente dal nostro orizzonte, non si muore più...però, io aggiungo e penso, che invece si può scomparire e allora statene certi che con la scomparsa del corpo del Capo, scompare con lui tutto un mondo autoriflettente: il suo regime.

giovedì, marzo 05, 2009

Serata emozionante

Oggi ho presentato il libro di Deborah Riccelli: Nessuno mai potrà + udire la mia voce'. E' stata una serata ricca di emozioni poiché il libro descrive una realtà che ultimamente è sempre più alla ribalta della cronaca quotidiana: la violenza sulle donne. Le offese subite da giovani ragazze, a cui paradossalmente viene tolto il diritto di giustizia proporzionalmente al diritto di difesa dell'imputato, aumentano il dolore e la violenza.
Il breve racconto-saggio pieno di interrogativi e pensieri dà corpo ad un libro diverso e originale; un'opera che fa rivivere il dramma nella sua interezza.
Il tema della violenza sulle donne è affrontato da Deborah Riccelli con un taglio intimista e la denuncia prende forza con il rimarcare i pensieri d'amore e di dolcezza della stessa vittima.
Alla presentazione del libro ha partecipato Clementina Ianniello madre di Veronica Abbate, (http://www.veronicaabbate.it/ ) una bellissima ragazza di quasi vent'anni uccisa il 2 settembre 2006 da l'ex fidanzato. La tragedia di questa madre ha ispirato il racconto del libro ed io ho assistito al loro incontro carico di emozioni. Deborah e Clementina si incontravano fisicamente per la prima volta e un lungo abbraccio ha suggellato un sentimento di vicinanza forte. Altre cose sono successe rendendo la serata molto piena di pathos: Deborah che racconta come è nato il libro, e Clementina che ci informa della sua rabbia per le ingiustizie che vive e nello stesso tempo comunica l'energia di donna fiera nel condurre una battaglia che le fa conoscere sempre più persone solidali. Clementina ha costituito una associazione, V.E.R.I. che è l'acronimo di parole profonde che sono alla radice del nostro stare insieme: Verità, Emancipazione, Rispetto, Impegno...che è anche il diminutivo di Veronica. VERI è una associazione che promuove diverse manifestazioni culturali, didattiche e filantropiche e soprattutto di dare voce alle vittime della violenza.

La presentazione del libro è anche un modo per celebrare l'8 marzo- la Giornata Internazionale della Donna.

mercoledì, marzo 04, 2009

Succede a Genova

Costruire luoghi di culto per pregare uno stesso Dio diventa, in una città come Genova abituata a dialogare con tutto il mondo, strumento di battaglia e divisione. Questo perché si fa leva su sentimenti di paura e di rifiuto dell'altro. A fare questo sono la Lega Nord e la destra politica che sanno bene come far affiorare le parti più becere e arcaiche che ognuno ha nella pancia.
Durante il Consiglio comunale dove si discuteva della costruzione di una moschea, si è assistito, da parte di chi si definisce 'moderato', ad una gazzarra indescrivibile: urla, lancio di lettere e insulti...e io dovrei avere paura dei musulmani? Io ho paura di questi.
Che la nostra società si viva una regressione morale, politica, civile ed economica è ormai sotto gli occhi di tutti. Non è un caso che siedano al governo i personaggi che vediamo. In democrazia tutto è conseguente: chi governa non è certo migliore di chi è governato, anche se si auspicherebbe il contrario. Così le risposte ai problemi dei cittadini sono quelle del far west: ronde, medici sceriffi, manganelli, giustizia fai da te...e poi tutti insieme si proclamano credenti e sostenitori dei valori cristiani. Beh, io di questi ho paura. Forse questi ultimi sarebbero pronti nuovamente per altre crociate utili a costruire chiese con la forza delle armi. C'è nella religiosità qualcosa che non va: ma come si fa a pregare in sinagoghe, cattedrali, moschee uno stesso Dio e poi farsi la guerra? Non sarebbe meglio professarsi atei?

venerdì, febbraio 27, 2009

I nomi, prime ingiunzioni

Il nome è la prima ingiunzione genitoriale che viene data nella vita di ogni persona; viene formulata ancora prima che si nasca e ad essa si legano molti fattori. Il nome viene normalmente scelto attraverso le tradizioni famigliari, che richiamano persone della storia famigliare, esempio: il nome del nonno, dello zio, ecc. Vogliono tramandare la continuità della famiglia. Altre scelte sono le tradizioni religiose, nomi scelti con la credenza mistica per avere protezione e augurio: il nome dei santi, dei patroni, della tradizione paesana. Le tradizioni politiche, per cui si scelgono nomi di leader politici legati all'ideologia, sottintendono far proseguire al figlio una immaginaria rivoluzione o aspirazione politica; in questo caso spesso è come tramandare un'illusione. Poi c’è anche un aspetto dettato dalla moda che porta a far chiamare i figli come il divo o l'artista del momento, un auspicio di successo si direbbe, salvo poi scoprire che raramente il successo porta lo stesso nome. A questo proposito abbiamo le Rosselle, i Valentino, le Raffaelle, ecc.
Comunque il nome rimane il primo segno di riconoscimento sociale. Ancora prima del volto, dell'aspetto fisico, impariamo con il nome che ci viene imposto ad essere un suono. A questo suono ci si affeziona, a volte si detesta, si cambia, si modifica con altri, ma tutti hanno una loro intrinseca forza di condizionamento: questo suono parla di noi.
Ora nel merito della proibizione di far chiamare Venerdì il proprio figlio a dei genitori da parte della Corte d’Appello di Genova (successa alcuni mesi fa), si crea un precedente: cos’è un intervento di medicina preventiva? D’accordo che c’è la legge, scritta per evitare appellativi ridicoli, vergognosi precludenti serene relazioni interpersonali, ma allora ha ragione l’avvocato della coppia: Domenico, Sabato, Sabatino, Secondo, Ultimo, Lupo, Genuflessa, Crocefissa, Addolorata, Incatenata...non sono anch’essi nomi che si prestano a dinamiche negative?

giovedì, febbraio 19, 2009

Volontà coscienti

Niente succede per caso. Ci sono intrecci, relazioni che fanno scaturire energie che investono tutti, sono coincidenze significative utili a riportarci alla verità della storia: la ragione del nostro essere. Dopo l'eclatante caso Eluana, amplificato dalla televisione e dai giornali, si è innestato un processo che porterà ognuno ad un cambiamento; ad una coerenza con l'evoluzione spirituale.
Ogni trama segreta, nel suo labirintico percorso, ha come destino l'individuazione. Per giungere a questa conoscenza, in quel versante di ombre e di dolore, bisogna tacere; fare silenzio.
Per questo, nel segno della mia libertà individuale per la dignità della mia vita, vita vissuta nella consapevolezza e nel rispetto dei miei valori spirituali e della mia etica, chiedo che se per incidente o malattia, perdessi coscienza e le facoltà del mio pensiero libero e personale, che rende l'affetto e l'amore una relazione di scambio vero, ossia io continui ad amare chi mi ama, non si continui nessuna terapia, alimentazione o ossigenazione che mi faccia sopravvivere come un vegetale.
Non voglio permettere a nessuno di giocare con i miei sentimenti. Non voglio che politici, magistrati, partiti, religioni, istituzioni varie sollevino principi ideologici che niente hanno a che fare con i miei inalienabili diritti di persona: uno per tutti il conseguimento nella mia vita della felicità.

*Che dite? Bisognerà lo stesso andare dal notaio? Potrà bastare un blog?
*Aggiungo questa postilla dopo aver letto il disegno legge sul Testamento biologico.

sabato, febbraio 14, 2009

Linguaggio e malattia

Che viviamo un brutto momento ne siamo consapevoli in molti. Sta succedendo quello che Wllelhm Reich aveva definito peste emozionale: 'Una malattia che rischiamo di curare con il manganello della polizia anziché con l'educazione. Tipico di questa 'peste' rendere necessario il randello e in questo modo riprodurla'.
La peste emozionale che viviamo è in sostanza una costrizione inconscia che genera la tendenza a scaricare sulla società e sugli altri le proprie insoddisfazioni vitali. L'individuo colpito dalla ‘peste emozionale’, diventa violento e l'energia che scaturisce dai suoi piaceri insoddisfatti viene usata per lottare contro gli altri, in genere quelli che non vivono e pensano come lui.
Oggi si dovrebbe recuperare la consapevolezza che quello che costruiamo, quello che genera i nostri pensieri, sono la causa dei nostri problemi. Il nostro equilibrio e il nostro benessere dipendono da come sono le nostre relazioni con gli altri: ci portiamo dentro i conflitti irrisolti, i rancori, i brutti ricordi delle nostre relazioni.
Per contro, se i nostri rapporti con gli altri sono sereni e armoniosi, ci sentiremo molto meglio anche noi. L'amore, la gentilezza, la serenità, l'apertura e altre qualità interpersonali ci aiutano a realizzare noi stessi.
Il linguaggio, con cui ci relazioniamo costruisce la realtà. Con un determinato uso del linguaggio ci ammaliamo e sempre con questo possiamo anche guarirci: con la comunicazione assertiva possiamo migliorare la qualità della nostra vita. Sembra una cosa da poco e invece è molto. Dire grazie, fare agli altri quello che ci aspettiamo, usare le parole giuste, sono alcuni consigli che innestano catene di positività.
I politici hanno molta responsabilità sull'uso del linguaggio, anche se loro sono uno specchio di questo nostro mondo malato: i lamenti rabbiosi, le bugie e gli insulti denotano una cattiva condizione di salute. Gesti e parole volgari rivelano uno stato di sofferenza che pervade tutto e fa da cappa al nostro stare insieme male. I politici potrebbero manifestare i loro pensieri e idee in altri mille modi, ma si sa, il modello è oggi il premier con offese e smentite...non perdiamo la speranza e continuiamo a pensare il bene. Il bene per tutti. Qualcosa cambierà.

mercoledì, febbraio 11, 2009

Pensieri sull'amore

Ditemi la verità, vi prego, sull'amore, scriveva il poeta W.H. Auden e ancora nessuno l'ha raccontata. Così l'amore rimane un mistero. Dell’amore siamo analfabeti. Dell’amore ci piace sapere tanto e vorremmo conoscere tutto, ma quando lo troviamo l’unica cosa che veniamo a conoscere è la nostra fragilità, la nostra inadeguatezza. E non siamo più competenti di niente; non siamo né professori, né scienziati, ma quali studiosi, esperti o peggio santi…siamo semplicemente degli idioti, idioti naturali.
Innanzi tutto noi cerchiamo nell’altro, quello che ci piacerebbe amare, tutte le doti che non abbiamo, per scoprire poi che è pieno di difetti; tanti quanti ne abbiamo noi. Gli stessi difetti scopriremo che sono la parte di ognuno che ci contraddistingue e che in fondo poi amiamo di più.
Il mistero continua quando arriviamo a sapere che potremo perdere chi amiamo e potremo morire senza lasciarlo mai. Questa verità, mi pare scorgerla a proposito di non lasciare mai chi amiamo: ognuno diventa un po’ l’altro, assomiglia a quello che ama. Oggi ad esempio mi accorgo che io sono diventato un po' la mia lei, che amo, e lei è divenuta un po' me. Ecco allora che il mistero della diversità viene risolto con un amore che crea un’altra storia. Un’altra verità: chi si ama non muore mai.
Giriamo intorno ad un sogno che ricompare ogni volta. Se c’è qualcosa che ci fa eterni è l’amore. Con questo girare ci troviamo sempre nello stesso posto. Forse con diverse età; ma che importa, l’amore cancella il tempo.
E' dall'incontro di due individui che noi esistiamo, ed è per l’amore tra questi che poi impariamo una lingua e trasmettiamo un sapere che è qualcosa di più che imitazione, conoscenza o esperienza: è amore.
Tutto nasce da un magico incontro. Tutto nasce da sorrisi e lacrime, da teneri baci ed abbracci; dallo scambio d’emozioni dolcissime e qualche dolore.
E' così che tutto continua, e se qualche volta si perde la strada, ci si dimentica o non ci si riconosce più; se succede che finisce l'amore tra le persone, tra una coppia, l'amore non cessa d'esistere.
L'amore si trasforma e ci cambia: ci vuole pronti ad iniziare sempre la vita e non a trascinarla nel rancore e nel ricordo di ciò che era. L’amore continua.

lunedì, febbraio 09, 2009

Pensieri sulla solitudine

Ogni persona sperimenta nella sua vita la solitudine, si potrebbe affermare che è la condizione intima di tutti: nasciamo e moriamo soli; così si dice, ed è una verità. Se dovessimo poi chiedere ad ognuno di descriverci la propria solitudine si scoprirebbe che non ne esiste una sola, ma moltissime.
Ognuno ha un proprio modo di vivere e di immaginare la propria solitudine; la spiegazione non è semplice: sarà perché non troviamo facilmente quello che cerchiamo? A pensare che intorno a noi abbiamo tantissime cose che riempirebbero qualunque universo. Allora? Forse è bene così, perché è solo con la solitudine che possiamo intraprendere il viaggio che porta al centro di noi stessi; porta all’integrità e all’autonomia. La solitudine è così, la condizione primaria per la ricerca interiore. Poi stiamone certi che imparando a vedere gli aspetti positivi della solitudine, si scoprirà quanto è facile stare con gli altri in modo sereno e vero instaurando relazioni che ci arricchiscono. Io i miei momenti di solitudine li vivo abbastanza bene. Spesso ricerco la solitudine nella stessa maniera con cui cerco la compagnia, gli amici, sento che le due fasi sono necessarie; è un andamento naturale come il respiro. Prima solo e poi unito agli altri per condividere quello che è maturato in solitudine; poi ancora nuovamente solo a riflettermi in me stesso, per riuscire poi a non perdermi negli altri…e ancora via. Via come le onde del mare in eterni riflussi.
Una volta mi venne chiesto di descrivere la mia solitudine e la immaginai con me in attesa, in piena notte, ad una fermata dell’autobus in attesa che arrivi quel bus che mi riporti a casa. C’era l’angoscia dell’attesa, della solitudine eppure mi sosteneva il pensiero che da qualche parte c’era un luogo e un’altra persona, un’altra solitudine, che mi aspettava. Con quella solitudine ho scoperto la potenza dell’amore: quel sentimento che riesce a farci vivere lontani, riesce a tenerci legati e vivi anche solo con il pensiero. Che strano, è la solitudine che rende grande l’amore.

venerdì, febbraio 06, 2009

Eluana

Eluana...Eluana, quante parole su Eluana. Eluana è diventata una bandiera per parti avverse e la sua foto di bella ragazza sorridente -continuamente sbattuta in prima pagina da tutti i quotidiani- non aiuta a comprendere la pietà di un gesto profondamente cristiano, quale quello di staccare la 'spina'; in questo caso i tubicini dell'alimentazione forzata.
Eluana Englaro senza il clamore delle istituzioni, della chiesa, dei bigotti, dei giornali e televisioni, forse significherebbe pace, silenzio, intimo rispetto per chi le vuole e le ha voluto bene davvero. Oggi l'intervento del Governo, che blocca una sentenza giudiziaria, lo si potrebbe leggere come un atto totalitario; qualcosa degno delle dittature fasciste e comuniste: a decidere della nostra vita dalla culla alla bara è un consiglio dei ministri.
Ma io credo che una legge di causa-effetto, che chiamiamo anche di 'contrappasso', riesca a far rinsavire, o meglio comprendere il rispetto a chi si accanisce contro lo staccare l'alimentazione forzata a Eluana. Credo che quelle persone dovranno conoscere la pena, il dolore e la pietà di chi ama una figlia in quelle condizioni. Chi emette sentenze e si scaglia contro un atto d'amore estremo, non ha sicuramente vissuto quei sentimenti. Diversamente ci sarebbe da costoro il silenzio e la pietà.

giovedì, febbraio 05, 2009

Cattiva Italia

Io non so' quanto sia buonista o dedito all'illegalità? Sicuramente non riesco ad essere cattivo come Maroni. Ma non era lui che cantava, nel gruppo rock Distretto51, queste parole? Noi, perdenti e persi/noi, lontani e soli/noi, ancora di corsa/sempre di corsa/Ferma il treno, voglio respirare/guardare due stazioni più in là/Corre troppo in fretta l’orizzonte/per gente che binari non ha...forse ha dimenticato tutto, come il suo passato in 'democrazia proletaria'.
Io conosco diversi immigrati irregolari, cosiddetti clandestini, e mi sembra naturale, come esseri umani, aiutarli. Qualcuno per Natale l'ho invitato a pranzo e qualche volta gli ho dato dei soldi; ieri invece ho dato alcune 'aspirine' ad uno di questi: dormendo all'aperto si è preso nei giorni scorsi febbre e tosse. Io un immigrato non lo denuncerei mai. Compio un reato? E' come non denunciare chi non ti rilascia lo scontrino fiscale e non usa la tara sulla bilancia? Magari quelli sono infrazioni ammesse, si sa in Italia siamo cattivi soprattutto con i deboli, con gli ultimi.
Per i potenti e chi ci governa siamo sempre disposti a chiudere tutti e due gli occhi. Ma rimaniamo tranquilli: ora il governo si interesserà di prolungare il coma irreversibile di Eluana, mentre per tutti gli altri uomini e donne, solo perchè stranieri irregolari, sembra pronta l'eutanasia.

venerdì, gennaio 30, 2009

Giustizia e giustizie

La Giustizia è diventata sempre più uno strumento di classe: a pagare sono sempre i più deboli. La stessa lungaggine dei processi e i costi che si devono sostenere, per avere giustizia, sono un grave danno ai cittadini; sono il primo atto di ingiustizia. La legge si dice è uguale per tutti, ma tutti sanno che in galera ci vanno solo i poveri, gli immigrati, gli invisibili. La cosiddetta 'gogna mediatica', evocata dal ministro della Giustizia Alfano, è pensata solo per i politici e i personaggi famosi; come si deve considerare quella nei riguardi degli stupratori romeni? Non è stata anch'essa una gogna mediatica? Come le foto: sono sbattuti in prima pagina solo i semplici cittadini indagati; per questi vale solo un grado di giudizio...per tutti gli altri bisogna aspettare tutti i tre gradi di giudizio.
Ricordo quando l'avvocato Alfredo Biondi, di Forza Italia, querelò un giornalista perché definì assassino un suo cliente che aveva ucciso, sparando ad un ragazzo in faccia, perché non era ancora stato processato in Cassazione.
A proposito di intercettazioni, se non fossero effettuate moltissimi crimini, non ultimo quello dello stupro a Guidonia, rimarrebbero impuniti. In attesa del più 'grande scandalo della Repubblica', denunciato da Berlusconi per cancellarle, e che lo farà andare via dall'Italia, sarà bene mantenerle. Bisogna ricordare che quelle finite sui giornali sono state rese pubbliche dagli stessi avvocati delle parti avverse. Allora? Ci sono molte strade per non rendere giustamente pubbliche le intercettazioni telefoniche, ma nessuna che consigli di non effettuarle per perseguire i crimini. Qualunque essi siano.

giovedì, gennaio 29, 2009

venerdì 30 gennaio 2009- Riprende il CafèPhilo


Venerdì 30 gennaio riprende, dopo la pausa di dicembre, il Cafè Philo l'iniziativa promossa da Giorgio Boratto, con l'associazione degli Psicofilosofi italiani.
'Una filosofia che non si traduce in un modo di vivere diventa un astratto edificio concettuale privo di qualsiasi rapporto con la vita e con l'esperienza umana': queste parole del filosofo Pierre Hadot, trovano nel Cafè Philo una giusta dimensione quotidiana. Prendere la vita con filosofia, come prendere un caffè è forse la maniera più semplice per non dimenticarci di vivere e diventare saggi.
Il tema del prossimo Cafè Philo sarà la felicità. Cos'è la felicità? E' una utopia? Come conquistarla? Poi ancora, esiste una ricetta della felicità?
A volte si pensa a formule già precostituite. Tipo: 100 grammi di comprensione, 250 grammi di pazienza, 350 grammi di dolcezza. Mescolare a lungo: aggiungere un pizzico di allegria. Cucinare a fuoco moderato per tutta la vita…troppo facile.
In altri casi troviamo consigli come: accettazione di sé, per riuscire a dare e a ricevere amore; adattamento ai cambiamenti della vita, per metabolizzare le tossine del vivere quotidiano con la realizzazione personale attraverso un’attività lavorativa gratificante, insieme ad un ridimensionamento dell’attaccamento ai beni materiali…troppo elaborato. Allora? Parliamone tra noi e chissà che la felicità non riesca a comparire come la costruzione comune da trovare dentro di noi.
Per questo siete tutti invitati al Cafè Philo di venerdì 30 gennaio 2009, presso Oltreconfine cafè, in piazza San Lorenzo 10 a Genova - dalle ore 19 alle ore 20. Questo prossimo incontro avrà come filosofa facilitatrice, Vesna Bijelic: Vicepresidente dell’Associazione Italiana Psicofilosofi e direttrice dei corsi di Consulenza Filosofica e di Counseling ad Indirizzo Psicofilosofico del Centro di Formazione Psicofilosofica di Genova.

lunedì, gennaio 26, 2009

Ancora polemiche: inutili. Per l'ennesima volta, questa volta per gli stupri alle donne, si costruiscono polemiche e dibattiti sulle parole di Berlusconi; sembra impossibile che a distanza di oltre 15 anni non si è ancora compreso il linguaggio di quest'uomo. Berlusconi è un uomo di oltre 72 anni, che ha di quell'età soprattutto il cervello: è lo stereotipo di pensieri automatici accumulati nel corso di esperienze culturali molto comuni. Cosa c'è da meravigliarci? Non si parla forse come lui nei bar sport, nei caffè, negli autogrill o nei cappanelli davanti alle edicole nelle piazze di paese?
Per Berlusconi dovrebbe valere in larga parte il testo scritto da Umberto Eco: Fenomenologia di Mike Bongiorno. Infatti lui, Berlusconi, è il Mike Bongiorno della politica italiana. Frutto anch'esso della televisione, la stessa che ha creato, vive e trova successo nel conformismo più becero. La società italiana degli ultimi anni è stata costruita culturalmente con la televisione berlusconiana: non c'è da stupirci allora che l'italiano, trasformato in consumatore passivo di prodotti audiovisivi, diventi un fans di questo personaggio che ne incarna, come un novello Alberto Sordi, vizi e virtù.
Ecco un campionario di video che testimonia la sua personalità.





martedì, gennaio 20, 2009

Il discorso di Barak Obama

Gli Stati Uniti d’America sono una nazione che con George W. Bush ha avuto una pessima reputazione nel mondo. Ora l’era Bush è veramente finita. Con Barak Obama si apre veramente una nuova era. Il discorso appena ascoltato per l'insediamento presidenziale di Obama conferma quello che molta parte del mondo si aspetta. Per me sentirlo è stato come rivivere alcuni discorsi di Robert Kennedi: quello sul PIL, che non misura la vera ricchezza, quello sul ritorno ai principi fondanti la nazione statunitense; quello sull'uguaglianza, sulla libertà e il diritto alla felicità, da costruire con l'impegno costante del lavoro e la dedizione al bene comune.
In breve strumenti nuovi per valori antichi, veri reali; quelli che son stati il motore della storia degli USA. La vera forza è quella morale, quella del messaggio di libertà e dello spirito del bene. La sfida che ha lanciato Barak Obama è la giusta risposta per rispondere alla crisi attuale: cambiare lo sviluppo; cambiare vuol dire dare un giusto ruolo alla scienza, alla salute, all'ambiente. Inoltre Barak Obama ha ricordato che la ricchezza è anche quella compassionevole. Lo sguardo verso gli ultimi i meno fortunati è l'elemento che crea quell'unione di sentimenti che fa vincere le sfide più difficili. Dio benedica davvero la nazione nordamericana.

lunedì, gennaio 19, 2009

Il consigliori di Obama

Da quando Silvio Berlusconi è sceso in campo, l’Italia e il mondo non hanno avuto più pace. Viviamo questo periodo, a cavallo tra il secondo e il terzo millennio, come uno tra i più tragici della storia italiana. Subentrato ai referenti politici, cui aveva delegato i suoi interessi economici- Craxi e Forlani- spazzati via dagli scandali delle tangenti e ruberie varie, ora Berlusconi si trova alla guida del Paese per la terza volta per fronteggiare una delle peggiori crisi economiche mondiali.
Lui intanto, che si era proposto a Barak Obama come più esperto e pronto a dargli dei consigli, nel giorno dell'insediamento non ci sarà. Sono certo che Obama, non avrebbe ascoltato minimamente il suo ‘pari’ più ‘esperto’; magari gli avrebbe raccontato qualche barzelletta per divertirlo e gli avrebbe fatto qualche ricco regalo per blandirlo, ma di consigli per superare la crisi, quelli è meglio che li tenga per sé e li propini agli italiani che lo hanno votato. Questa crisi spazzerà via molte illusioni e modi di fare politica: prima di tutto il vecchiume dalle teorie di un liberismo di mercato rappresentato da Berlusconi; poi purtroppo attraverso grandi patimenti, e speriamo niente lutti, troveremo come gli statunitensi qualche uomo nuovo che catalizzi le energie giovani per altre prospettive di società più giusta.

venerdì, gennaio 16, 2009

Sull'esistenza di Dio

Tanto rumore per nulla, così si potrebbe definire la diatriba sulla pubblicità che annuncia l'inesistenza di Dio, messa in giro dall'associazione degli Atei italiani. Questo non perché Dio è anche il nulla, ma per il fattore rumore che ha dato al caso più rilevanza di due bus circolanti...insomma alla fine quello che si rimarca è che in Italia è impossibile essere laici.
Per questo, più che annunciare l'inesistenza di Dio per il quale occorrerebbero la stessa quantità di argomentazioni per sostenerne l'esistenza, si può confermare tranquillamente che Dio è morto. Come sostiene il filosofo Umberto Galimberti, riprendendo Nietzsche, 'è morto il Dio trino e vive il Dio quattrino.
Poi si sa, gli uomini sono sempre disposti a credere a tutto; credono alle cose più improbabili e in Italia credono perfino a Berlusconi. Per assurdo, citando Ludwig Wittgenstein, possiamo dire che non si può negare una cosa che non esiste: il solo fatto di pensarla per assioma esiste; ma poi ancora, si sa che nelle forme di ragionamento logiche deduttive una cosa non può essere e contemporaneamente non essere. Albert Einstein per formulare la teoria generale della relatività uscì giustamente da questo schema.
Dio, per la nostra limitatezza, non può essere racchiuso in formule per quanto complesse sempre modeste; perciò mettiamoci tuti il cuore in pace: se Dio esiste non sarà certo come quello disegnato da chi ci crede, e se Dio non esiste, non esisterà sicuramente per la asserzione di chi non ci crede.

giovedì, gennaio 15, 2009

Il Coltan cattivo

Coltan, nome strano e sconosciuto, l’ho sentito nominare da Serge Latouche, l’economista della decrescita felice, mentre interveniva alla presentazione qualche tempo fa del libro di Giovanna Sissa: ‘Il computer sostenibile –riduzione dei rifiuti elettronici, riuso dei pc e open source’.
Serge Latouche sosteneva che il pc non è cattivo e che circa il riutilizzo del pc Serge Latouche lo ha visto fare in Africa dove si sono specializzati a riciclare gli scarti, tutti gli scarti del pianeta. ‘I miei colleghi si riempiono la bocca di immateriale, ed io ho scoperto che un microchip ha un impatto terrificante con la natura: molte navi scaricano in Nigeria migliaia di computer rifiuto. Una soluzione sarebbe il tecno-digiuno, non perché i pc siano cattivi in sé…solo il cellulare con il Coltan è cattivo; con il tecno-digiuno dovremo dimostrare la nostra capacità a fare a meno di certe tecnologie: una forma di liberazione. Non è solo il pc da rendere sostenibile, ma tutto il mondo.
Ecco il Coltan che rende cattivo il cellulare mi ha subito interessato.
La ricerca su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Columbite-tantalite spiega che ‘Il termine coltan ha ottenuto un particolare riscontro da parte dei mass media per le implicazioni sociali, etiche e politiche che assume, nell’Africa congolese e in Rwanda, l’estrazione e la vendita para-legale e non controllata di columbo-tantalite (coltan è la contrazione dei due termini, utilizzata comunque regolarmente per indicare il materiale stesso). Il minerale estratto in questi paesi viene utilizzato come una redditizia fonte economica da parte di diversi movimenti di guerriglia e concorre, quindi, indirettamente ad alimentare la guerra civile nella regione del Congo. Il coltan è elemento indispensabile per il funzionamento dei nostri telefonini, tomtom vari, dvd player, ma anche jet e attrezzature militari, intervenendo sul funzionamento dei microchip ottimizzandone il consumo elettrico. Ora capisco perché il cellulare che contiene il Coltan è cattivo.

lunedì, gennaio 12, 2009

In memoria di Fabrizio De Andrè

Segnalo qui nel decennale della morte di Fabrizio De Andrè, un video di ragazzi che cantano le sue canzoni, fuori dalla mostra in suo ricordo, davanti a Palazzo Ducale. Altri video sono su Youtube al mio account: giobobo

sabato, gennaio 10, 2009

Marco Cambri poeta genovese canta in dialetto


Ancora sulla Palestina a Gaza

I palestinesi non sono tutti di Hamas, anche se quest’ultimo gruppo ha vinto le elezioni a Gaza. Ci sono palestinesi musulmani, ma anche cristiani; i palestinesi non si possono definire tutti terroristi e ostili a Israele: lì poi ci vivono e lavorano più di un milione di palestinesi. Per questo la guerra è sempre più insensata e invadere Gaza per disarmare Hamas è solo un pretesto. I missili Qassam, che gli israeliani considerano di ‘latta’, dimostrano che Hamas non vuole la pace, ma neppure gli israeliani fanno niente per pacificare la vita di chi vive a Gaza che è ridotta in un immenso campo profughi. In effetti la maggior parte della popolazione di Gaza è composta da rifugiati fuggiti o espulsi dalle loro terre nel 1948 e vive in 8 campi profughi gestiti dall’ONU. Ai palestinesi della striscia di Gaza viene resa la vita impossibile con il divieto di movimento, con l’embargo dei viveri, con continue umiliazioni; a questo si assommano le vessazioni di Hamas che li vorrebbe reclutare tutti per fare la guerra terroristica ad Israele. Una situazione davvero difficile.
Non ci sarà mai la pace se ognuno non farà un passo indietro: gli israeliani a restituire le terre occupate ingiustamente, che una risoluzione dell’ONU chiede da moltissimi anni di abbandonare, con i continui arbitrii che esercitano sulla popolazione palestinese; i palestinesi a dissociarsi da Hamas, che sempre di più dimostra di volere la guerra non solo per cacciare lo Stato di Israele, ma anche per altri interessi: prima di tutti quello di mantenere nello stato attuale i palestinesi, per cui ricevono insieme alle armi anche molti soldi dagli altri stati arabi.

giovedì, gennaio 08, 2009

Sulla Palestina

Ieri sul corriere della sera c'è una mia lettera con la risposta di Sergio Romano; insieme ho ricevuto delle precisazioni dai lettori che mi spiegavano che la palestina in quanto Stato non è mai esistito e allora la mia considerazione espressa era senza fondamento. Io volevo forse solo ribadire l'inutilità delle guerre. Ecco il testo pibblicato:

Ci sono dati sulle natalità che fanno pensare. Leggo in un articolo di Benny Morris sul Corriere della Sera che la guerra in Israele si consumerà non sul campo di battaglia, ma in campo demografico, dove gli arabi si sono già assicurati la vittoria: il tasso di natalità tra gli arabi israeliani è tra i più elevati al mondo, con 4-5 figli per famiglia (contro i 2-3 figli per famiglia tra gli ebrei). Gli esperti sono convinti che a questo ritmo verso il 2040 o il 2050 gli arabi rappresenteranno la maggioranza della popolazione israeliana. E nel giro di cinque-dieci anni gli arabi (gli arabi israeliani sommati a quelli che risiedono in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza) formeranno la maggioranza della popolazione in Palestina -il territorio che si estende tra il fiume Giordano e il Mediterraneo.
In Italia invece la popolazione cresce grazie agli immigrati. Siamo arrivati a quota sessantamilioni. Nel 2008 ogni sette bambini ne è nato uno straniero, e tra pochi anni è previsto che il rapporto diventi di uno a cinque. Entro il 2020, il numero totale degli stranieri sul nostro territorio potrebbe raddoppiare. Intanto i cittadini italiani invecchiano; muoiono di meno, ma vivono peggio. Per questo abbiamo tanto bisogno dell'assistenza da parte di stranieri e straniere: oggi in Italia lavorano 650 mila medici e infermieri italiani a fronte di 700 mila badanti quasi tutti stranieri.
Cosa succederà? In Italia avremo senza dubbio degli italiani un po’ più ‘abbronzati’, che sapranno parlare almeno due lingue: quella dei loro nonni e la nostra se non anche un dialetto; mangeranno sicuramente i nostri spaghetti e pietanze con tutte le conseguenze…per altro diventeranno anche europei. Per Israele sarà diverso: gli arabi non diventeranno ebrei, e rimanendo forse israeliani con la loro democrazia, quel territorio diventerà quello che è sempre stato: lo stato arabo della Palestina.