giovedì, giugno 25, 2015

Autostop con Buddha: viaggio attraverso il Giappone di Will Ferguson

Autostop con Buddha: viaggio attraverso il Giappone di Will Ferguson
Titolo originale: Hokkaido highway blues

Tutto prende spunto quando l'autore Will Ferguson, che insegna inglese in Giappone, decide di seguire la fioritura dei ciliegi, che in quel paese è seguita in modo particolare -viene chiamata Sakura Zensen-, con un viaggio da Capo Sata a Capo Soya; ovvero dall'estremo sud al nord.
Ogni tappa dell'autostop è un capitolo a parte; è un modo nuovo, sarcastico e intelligente per conoscere il Giappone e soprattutto i suoi abitanti.
All'inizio ad esempio veniamo a sapere che il Giappone che consideriamo un insieme di isole ha in verità una superficie più grande della Germania.
Will Ferguson che si era fatto conoscere per il romanzo Fortuna con questa seconda opera -una sorta di guida o racconto di viaggio-sembra prendere in giro il Giappone e i giapponesi; ma lo fa da gaijin, da straniero molto spesso deriso: straniero che tale rimane in questo paese dalla cultura enigmatica. Il Giappone infatti è un paese sempre in bilico tra le tradizioni provenienti dal passato più remoto alle mode d'avanguardia.
Il racconto di questo viaggio è raccolto in quasi 500 pagine, ma non troverete mai il momento per annoiarvi. Questo libro a tratti mi ricorda Strade Blu -va ricordato che in originale il titolo è Hokkaido highway blues- di un altro Will(iam)...quello Least Heat-Moon; il racconto di un viaggio fatto attraverso le strade provinciali degli Stati Uniti: in entrambi i viaggi vengono evitate le città conosciute e in tutte e due emergono le figure delle persone incontrate. Tutte molto speciali.
Mi pare che dopo questo diario di viaggio in autostop, Will Ferguson si sia specializzato in libri di viaggio. Non è un caso poi che in 'Autostop con Buddha', lo scrittore affermi di essere un discendente lontano del noto esploratore David Livingstone.
I dialoghi sono molto divertenti e tra frasi in giapponese e in un inglese particolare: quello che studiano come base i giapponesi a scuola infarcito da espressioni intraducibili- risultato più della pubblicità e delle canzoni rock-pop che del senso compiuto-, riusciamo ad entrare anche nella psicologia di questo popolo.

Iniziamo a domandarci: il Giappone è una nazione asiatica? Per l'autore del libro non si sa quanto; di sicuro ha sviluppato una cultura che in una continua relazione amore-odio con l'occidente lo stacca dagli altri paesi asiatici come la Corea, la Cina e l'India. Da quest'ultimo ha sviluppato un buddismo zen del monaco Kobo Daishi o Kukai (774-835) ed uno nazionale, che è oltre che una religione anche espressione per un partito politico (la Soka Gakkai). Il Giappone è il paese di molti dei e nel suo insieme riesce a conservare unità attraverso lo shintoismo.
Gli aspetti che caratterizzano i giapponesi come la gentilezza formale, la timidezza diffusa, le idiosincrasie, i rituali, i miti, gli dei, i vizi, le cerimonie, il teatro No...sono esperienze vissute dall'autore, che le racconta in modo spassoso e leggero. Moltissime curiosità scovate dall'autore non sono nemmeno riportate dalle guide più conosciute come la Lonely Planet. Musei del sesso; sculture rappresentanti dei e monaci buddisti su rocce in riva al mare ecc.. Altre curiosità conosciute vengono rivisitate con un arguzia; così alcune locande, come alberghi con posti letto tipo capsule o loculi, sono vissute esaltandone le contraddizioni.

Ferguson descrive quello che gli succede con una scrittura umorale e così lo stato del momento gli suggerisce l'argomento. Un passaggio interessante è quello che segue il suo desiderio di scroccare a degli impiegati una serata a base di cibo e bevute. Ecco cosa scrive: “Nessuno può dire di aver davvero vissuto se non ha mai visto un colletto bianco giapponese che canta la ballata di Frank Sinatra My Way. È una di quelle scene che incarnano la quintessenza dello squallore e sembrano definire il Giappone. Che spettacolo strambo e tuttavia frequente: un uomo d'affari scarmigliato, che vive una vita di inchini e soffocante conformismo, un uomo sposato con la sua azienda, un uomo che - ogni anno del millennio - si ammazza di lavoro per il bene della sua impresa, un uomo che deve mangiare merda e sorridere ogni giorno, un uomo che alimenta il motore dell'economia eppure è ignorato, poco apprezzato e spesso apertamente sbeffeggiato. Un uomo di questo genere che si alza e canta, in un inglese che gli viene dal cuore, di aver fatto un bilancio, di aver incassato i colpi ma di aver sempre fatto a modo suo! È una cosa che non si dimentica facilmente.” Quella serata finirà con lui invischiato a bere fino a sfinirsi per ritrovarsi intronato e con il morale a terra.
Ma il viaggio offre anche il racconto della magia della Sakura -l'esplosione della fioritura dei ciliegi- di Hirosaki. Con lo spirito più allegro ritroveremo l'autore prima ad Hakodate e poi a Sapporo a gustare, nella città più occidentale del Giappone, la sua birra a competere con le migliori del mondo.
Nel finale troveremo l'autore perso sull'isola di Rishiri, dopo essere arrivato al capo Soya, l'estremo nord del Giappone. Autostop con Buddha si rivela un viaggio che offre molti spunti di riflessione e un insieme di note per continuare noi l'avventura.

Libro: Autostop con Buddha: viaggio attraverso il Giappone
Titolo originale: Hokkaido highway blues, poi ripubblicato come Hitching rides with Buddha
Autore: Will Ferguson
Editore Feltrinelli - Anno di pubblicazione: 1998 - Traduzione di Claudio Silipigni

domenica, giugno 21, 2015

Uscita della Grecia dall'Euro: un balletto che mette in gioco tutto un sistema

Tutto il balletto che giornalmente si consuma sul si e no dell'uscita della Grecia dalla moneta unica, ovvero dall'Euro, nasconde una difficoltà che nessuno dice: uscire dall'Euro è tanto difficile come l'essere espulsi. Ci sono questioni tecniche insormontabili. Guardate come prendono tempo con la Grecia. Fosse facile e conveniente cacciare la Grecia dal mercato dell'Euro l'avrebbero già fatto. Intanto i greci ritirano gli euro dai loro conti e questi ultimi circolerebbero comunque nel mercato interno con il valore attuale...una moneta nazionale greca nuova non inficerebbe l'andamento interno dell'Euro in quanto moneta legale.

Chi detiene il comando di questo mercato dell'Euro, che sostiene una supremazia economico finanziaria, si guarda bene dal cederla. L'Euro non può diventare illegale in nessun paese e per chi potesse tornare ad una sua moneta nazionale per scambi interni, naturalmente si riprenderebbe il potere di stampare moneta: quanta ne vuole e quanta gliene serve. Cosa indigeribile dal potere che regge le sorti economiche europee.
Per i banchieri europei sarebbe un bel casino! Lasciando ad una nazione, già membro del mercato unico, il potere di gestire le proprie risorse finanziarie creerebbe un circuito che farebbe crollare tutto il castello costruito con l'Euro.
Molti paesi tornerebbero volentieri ad un regime economico controllato dalla politica e non dai banchieri.

In quel caso i conti del debito pubblico, gli interessi monetari e i valori di mercato potrebbero saltare. Gli scenari che si prospetterebbero sarebbero diversi: o un caos incredibile dove il valore vero lo acquisterebbero le ‘cose’ e non i soldi o una guerra tra le Nazioni per imporre regole e proprie economie…un po’ come succedeva nei secoli passati.
Ad ogni modo scenari difficili da governare sia con la politica che con l’economia. Ancora un casino inestricabile.

In finale possiamo dire che l’Euro è stato paragonato da alcuni analisti all’Hotel California, descritto nella famosa canzone degli Eagles: perché da questo Hotel 'You can check out… but you never leave' ( Puoi anche lasciare la stanza, ma non ne uscirai mai).

mercoledì, giugno 17, 2015

Essere cristiani davanti ai profughi africani...

Certo che è difficile essere cristiani. Papa Francesco lo sa e richiama tutti in modo originale: chiede preventivamente perdono a Dio per l'incapacità di essere accoglienti nei confronti dei migranti; di quei profughi fuggiti da condizioni di guerra e miseria.

Ecco una cartina che segna i vari passaggi del dominio di paesi ricchi su paesi poveri o emergenti.
Papa Francesco lo sa che se Cristo ritornasse sulla Terra sarebbe in mezzo a quei migranti; sarebbe un ragazzo di pelle nera arrivato su un barcone in Italia. In Europa.
D'altronde l'Europa, culla della civiltà giudaico cristiana, ha molte responsabilità sulle tragedie che sconvolgono il continente africano. La nostra presunta ricchezza come il nostro egoistico benessere è in buona parte pagato dalle popolazioni dell'Africa. Non è passato neppure tanto tempo da quando le terre africane diventarono oggetto di conquista delle nazioni europee. A metà del XIX secolo la spartizione dell'Africa da parte delle nazioni europee, ebbe la sua definizione massima: protagonisti furono soprattutto Francia e Gran Bretagna e, in misura minore, Germania, Portogallo, Italia, Belgio e Spagna.
In ultima fu proprio l'Italia che con sogni d'impero si annesse la Libia, la Somalia, l'Eritrea e l'Etiopia. Erano gli unici paesi ancora disponibili per gli appetiti europei. Europei cristiani.


Ecco la mappa delle colonie in Africa...ora quei popoli stanno spostandosi in quelle nazioni dominatrici delle loro terre.

lunedì, giugno 08, 2015

Storia di migrazioni e storia del mondo

Si potrebbe scrivere la storia dell'umanità anche solo attraverso i flussi migratori, lo spostamento di popoli da un continente all'altro; l'invasione di popoli e tribù armate da un luogo ad un altro.
Da quando l'uomo è comparso sulla Terra non si è mai fermato. Senz'altro è il primate più diffuso sulla crosta terrestre ed è quello che, tramite tecnologia e intelligenza adattativa all'ambiente, vive in ogni zona e con qualunque clima presente. Dall'Antartide al Polo Nord non esiste luogo dove l'umanità non abbia lasciato il suo segno.
Per i grandi spostamenti di popolazioni e persone abbiamo costituito epoche ed epopee. Con gli spostamenti di eserciti e armate, abbiamo dato origine a nazioni, patrie, domini, colonie. Le culture si sono mescolate così tanto che la stessa cultura non è mai di un solo popolo, di una sola tribù, di un solo paese. Con le guerre e le leggi dettate dal più forte sono state forzatamente spostate popolazioni da un luogo all'altro; da un continente all'altro.
L'Africa che ha visto nascere la specie umana è più di ogni altro il continente che ha subito depauperazioni e predazioni: è il continente che conserva ancora tratti originari e culture primitive...chissà che non siano ancora queste a salvarci da un equivoco progresso.
Lo spostamento di popolazioni da molti paesi in uno solo ha poi dato origine agli Stati Uniti, divenuti la più forte potenza industriale ed economica del mondo.

In questo periodo storico assistiamo all'assalto dei popoli africani verso l'Europa. Ogni giorno su imbarcazioni fatiscenti, gommoni, arrivano migliaia di persone dall'Africa. In maggioranza sono giovani, donne e bambini. Questi migranti senza documenti, formano un esercito armato solo dalla fame. Questa fame è un'arma difficile da contrastare. Queste persone sono disperate e vedono il continente europeo come la meta di un riscatto. Questi poveri mettono in conto anche la morte pur di fuggire da una condizione disumana. I territori che abbandonano sono luoghi di guerre, di carestie, di miseria, corruzione e malattie. L'occidente è in debito con loro e fa finta di non saperlo. La nostra ricchezza è la loro povertà. La ricchezza dei pochi è la miseria dei molti: molti anni fa lo diceva l'Abbè Pierre. Insieme diceva: Rinnoviamo il nostro impegno di lavorare per dare pane a quelli che hanno fame e per dare fame a quelli che hanno del pane. (La fame da dare a quelli che hanno pane si intende di giustizia).

In Italia luogo di frontiera infinita si cerca di contrastare questo nuovo esodo. Sarà difficile fermarlo e assumerà dimensioni enormi. L'Europa per questa migrazione andrà in crisi e non ci saranno manovre repressive, legislative o di austerità, finanziarie ed economiche utili ad arginare questo fenomeno.
Io prevedo che l'Europa, con questa invasione di popolazione africana, dalle dimensioni bibliche, sarà profondamente trasformata; in peggio o in meglio è da vedere. Sembrerebbe subito una contingenza negativa, di grave malessere, ma non è detto: questa massa di giovani, donne e bambini sono una linfa nuova anche nell'entusiasmo di migliorare la loro condizione e questo creerà una nuova economia che non sarà solo al servizio del mercato unico e globale. Potrebbe essere la scoperta di una dimensione umana più concreta e vicina ai veri bisogni vitali.

Chi vivrà vedrà.