lunedì, maggio 29, 2006

Domande su Auschwitz

Il Papa Ratzinger si domanda: ‘Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo?’…domande forti che riportano alla memoria un’altra domanda: Dov’era Dio ad Auschwitz? Questo si domandò Eli Wiesel - premio Nobel per la Pace nel 1986- nel libro La nuit , in cui scrisse:
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte al campo, che trasformò la mia vita in una unica lunga notte. (…)Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i teneri volti dei bambini, i cui corpi ho visto trasformati in spirali di fumo sotto un'indifferente cielo azzurro. Mai dimenticherò quelle cose, dovessi vivere quanto Dio stesso. Mai.
Per quella tragica esperienza Eli Wiesel perse la fede in Dio. Ma come poteva Dio non salvare il suo popolo eletto? Come poteva ancora essere il Signore Benedetto, colui che permetteva che migliaia di bambini bruciassero nelle fosse? Dov'era Dio?
In seguito paradossalmente, Wiesel, sembrava quasi essersi convinto che la colpa non é stata di Dio, ma soltanto dell'uomo; una posizione simile a quella di Primo Levi, che continuava a non credere in Dio. Ma ancora Wiesel afferma che non ci si deve aspettare una risposta definitiva: “Ma chi dice che la domanda fondamentale possa trovare la sua risposta? L’essenza dell’uomo è di essere domanda, e l’essenza della domanda è di essere senza risposta”.
Ora noi siamo alla terza generazione dopo Auschwitz e l’elaborazione del lutto è più difficile; resta il fatto di continuare una memoria che da sola può salvarci. Solo ricordando quanto l’uomo ha fatto all’uomo ci aiuta affinché non accada più quello che è successo. Inutile negarlo, responsabile di tutto è stato il popolo tedesco; un popolo che ha espresso nel nazismo e con esso quanto di più crudele si potesse fare a chi non era considerato come lui. Tutto il popolo tedesco era complice del regime: nessuna dittatura riuscirebbe a fare quello che ha fatto il nazismo senza l’acquiescenza della gente di Germania.
Hannah Arendt l’ha magistralmente descritto: ecco come la mancanza di un pensiero proprio, con la normalità più normale del conformismo comportamentale di schemi mentali ideologici ‘perbene’, si è commesso un male tanto banale quanto orribile e assoluto. Quel male è bene rammentarlo è sempre possibile. Basta poco per noi uomini mettere a tacere Dio. Basta volgere lo sguardo fuori di noi. Solo con l’introspezione, con l’interrogazione profonda di noi stessi scopriamo le debolezze che ci accomunano più delle tante virtù che vantiamo, rendendoci assassini inconsapevoli. Impariamo prima la pietà per noi, per porgerla ai nostri simili. Di quello che è successo ancora Wiesel dice:’Tacere è proibito. Parlarne è impossibile’.

1 commento:

Unknown ha detto...

Non riesco a ricordare in quale libro Wiesel affermi che "Essenza dell'uomo è di essere domanda ed essenza della domanda è di essere senza risposta." Ho inserito la frase in un testo che sto scrivendo, ma non riesco a trovare gli estremi da citare in nota. Potrebbe aiutarmi?
Elda Biagi