Bertolaso: lo stupore è infantile, dovremmo indignarci
Da Italians -Rubrica del Corsera Online-Caro Severgnini,
Leggo le intercettazioni e le notizie sulla questione Bertolaso e poi sento tanta gente che si stupisce. La situazione era stata riportata da vari giornali, dal Corriere come da altri. Ora in tanti si domandano se tutto questo può essere vero. Non lo so con certezza, ma è probabile, in Italia quando crediamo di aver toccato il fondo c'è sempre qualcuno pronto a fornirci di una pala per scavare. Invece di stupirsi, il popolo italiano dovrebbe impararare a INDIGNARSI. Lo stupore è un sentimento infantile, il bambino si stupisce delle cose che non conosce. Nei Paesi maturi, vedi l'Inghilterra con i rimborsi dei loro parlamentari, la gente si indigna, e infatti questi ladri di polli non si ricandidano. Dobbiamo crescere e finalmente imparare l'indignazione, che contrariamente allo stupore, non viene spazzata via dalla prossima notizia su Belen e Corona.
Fabrizio Bartolini , fbarto@gmail.com
Caro Bartolini,
la vicenda degli appalti sessualmente gonfiati mette molta tristezza. Insieme ad altre notizie in arrivo - da Roma, dalla Sardegna, da Venezia, da Milano (arresto in flagranza del presidente della commissione Urbanistica) - spingerebbe a una conclusione antropologica: l'Italia è questa, e lo è sempre stata. Rassegniamoci, non pensiamoci più. Superata la sorpresa delle intercettazioni - grandi dialoghi teatrali, peccato non si fosse a teatro - e in attesa delle sentenze, una cosa però bisogna dirla. L'Italia non è l'unico Paese al mondo dove accadono queste cose. Ma è forse l'unico dove SI PROTESTA PERCHE' VENGONO DENUNCIATE. Questo è il lato surreale delle faccenda. Ieri su "Italians" - luogo aperto a tutte le opinioni - abbiamo pubblicato una lettera dal titolo «Bertoloso è bravo? Giù botte» ( http://www.corriere.it/solferino/severgnini/10-02-12/03.spm). L'autore, Beppe Cardile, è già sicuro di come sono andate le cose. Ciò che ha letto non l'ha insospettito. Non vuole capire di più, sapere come vengono spesi i soldi pubblici. No. Ha già deciso che i magistrati agiscono per strani motivi («Per questo non riusciamo a risolvere i nostri mille problemi, per una sola evidentissima ragione: l'invidia»). Sui media governativi, intanto, è partita la solita canzone: complotto pre-elettorale. Non ricordo chi l'ha detto, ma è vero: l'Italia è l'unico Paese in cui, se il cane da guardia sente gli intrusi e abbaia, picchiamo il cane. Il presidente del Consiglio, saputa la notizia, ha detto: «I magistrati si vergognino». Un'affermazione del genere - pronunciata a caldo, senza conoscere i dettagli e le accuse - è inimmaginabile sulle labbra del capo di governo in un'altra democrazia. Sarebbe l'inizio di una crisi gravissima tra poteri dello Stato, una situazione pre-insurrezionale. In Italia, no. Niente e nessuno viene preso alla lettera. Tutto procede, in un realismo cinico, aspettando la primavera.