Uscito nel settembre dello scorso anno, sulla piattaforma di streaming Netflix, il documentario 'Cowspiracy' -prodotto con il sistema crowfounding, ovvero di finanziamento popolare – denuncia in modo netto come la cultura della bistecca sia dannosa al pianeta Terra; come l’impatto dell’industria animale sia la principale causa di deforestazione, di consumo di acqua, spreco di risorse e degrado ambientale.
Gli allevamenti di animali destinati all’alimentazione umana sono responsabile di oltre il 51% delle emissioni di gas serra al mondo, contro il 13% del settore dei trasporti; il 18% è prodotto dal sistema digestivo delle mucche, il 5% in più di quello prodotto dai combustibili fossili, che vengono comunemente additati come i principali produttori di gas serra.
L’acqua necessaria per produrre un solo hamburger corrisponde a quella di due mesi di docce. La principale causa di deforestazione dell’Amazzonia è la creazione di nuovi pascoli e campi di soia per produrre mangimi e che in Brasile oltre 1.100 attivisti negli ultimi anni hanno pagato con la vita la loro battaglia contro questo scempio.
Tutto ciò è sconvolgente e non viene abbastanza pubblicizzato, soprattutto dalle maggiori organizzazioni ambientali. Come mai?
Nonostante l’enormità del problema, questo viene quindi deliberatamente ignorato, come se fosse in atto una vera e propria congiura (da qui il gioco di parole tra “cow”, mucca e “conspiracy”, congiura) che impedisce di denunciare pubblicamente 'l’industria più distruttiva del pianeta' e di impostare quindi politiche anche pubbliche per produrre cambiamenti.
Cowspiracy racconta l'incontro con le varie associazioni e le loro risposte. Un documentario da non perdere e che ci aiuta a prendere coscienza su quello che comporta il nostro eccessivo consumo di carne.
Il documentario si può scaricare o acquistare il DVD sul sito web:
http://www.cowspiracy.com/
A questo link si può vedere gratuitamente in streaming sottotitolato:
http://www.nowvideo.li/video/e13a676fa504a
Insieme a molti personaggi pubblici va ricordato l'apporto di testimonial da parte di Leonardo Di Caprio, che nel frattempo è diventato produttore del documentario.
Quello che denuncia il documentario Cowspiracy, era stato segnalato già nel 1992, e pubblicato in Italia nel 2002, da un libro di J. Rifkin dal titolo Ecocidio.
Jeremy Rifkin ricorrendo agli apporti di diverse discipline, dall'antropologia all'ecologia, formulava una precisa accusa verso la 'cultura della carne' imperante in Occidente, che sarebbe responsabile da un lato di numerose malattie, dall'altro di enormi squilibri ecologici e della sottrazione di grandi quantità di cereali all'alimentazione umana, incrementando così la povertà e la fame nei paesi del Terzo Mondo.
Il saggio di Rifkin raccontava, attraverso una cavalcata nei secoli scandita da capitoli brevi e sempre interessanti, su come si arrivava all'attuale consumo della carne.
Rifkin riesce a far apparire l'uomo come un avvoltoio in cerca di cadaveri, quelli che ogni giorno mettiamo sulle nostre tavole, che camuffiamo per renderli simili a cibo che cresce sugli alberi: niente farebbe pensare che il petto di pollo panato sia un pezzo di pollo, appunto. L'essere umano è descritto in tutto il suo aspetto di traditore, che uccide e tratta degli animali utili quali mucche e galline – che gli regalano latte e uova – come semplici riserve di cibo create apposta per sé stesso. Ma sarà così? Il mondo è stato davvero creato solo per la specie umana?
In sostanza Jeremy Rifkin consigliava di diventare vegetariani per non essere conniventi con la mostruosa industria della carne, e concludeva il suo saggio con una proposta (o utopia) di un nuovo inizio per l'uomo nel rispetto dei diritti animali.
Per concludere invito tutti a vedere il documentario o a leggere il libro.